Spiaggia off limits anche ad
Ancona
«L’inquinamento da bitume
c’è». E Sturani vieta la balneazione
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - La notizia è che
dopo il botto con morto e feriti al tank 145 Api, Carletti
dovrà riporre il sogno bandiera blu nel cassetto. Almeno
fino a quando la direttiva ministeriale “recuperare e
randomizzare” e la costosa bonifica non saranno attuate. Una
giornata nel mare di Falconara, a caccia del bitume vomitato
dal serbatoio della raffineria saltato per aria, tra
pessimismo e ottimismo, quella che ha visto protagonista
ieri la dottoressa Marina Penna, la super-tecnica Icram alla
quale il ministero dell’ambiente ha dato pieni poteri per
risolvere il giallo-nero della contaminazione propagatasi
dall’impotente fosso di scolo Rigatta della raffineria. Una
giornata iniziata quando il sindaco di Ancona ha vietato
temporaneamente la balneazione nelle acque antistanti il
litorale da Palombina di Ancona fino al comune di Falconara.
Quelle dove l’Arpam ha rilevato masse bituminose, in
particolare di fronte ai “Bagni Romolo”. Sturani, ricevuta
una nota Arpam, ne ha ordinato la delimitazione come “zone
non idonee”. Sulle orme della già vigente ordinanza Carletti,
dunque. Enorme, di grande responsabilità, quindi, il lavoro
che tra le 9.30 e le 17.30 ha iniziato a svolgere proprio
davanti all’Api il pool tecnico-scientifico - 5 sub,
personale Arpam (con la responsabile acque Cassandra
Mengarelli) vigili del fuoco, Capitaneria, natanti
attrezzati - agli ordini della pragmatica e risoluta
“capitan” Marina Penna. Ancora poche le certezze. Una su
tutte: l’inquinamento da bitume c’è, di sicuro concentrato
nella zona antistante lo stabilimento, lungo la direttiva
del pontile Api, dove sfocia il Rigatta; si è depositato nei
fondali, e a causa dell’effetto combinato “correnti-risucchi”,
staccandosi facilmente da sabbia sottomarina e scogli, si è
addensato in matasse che se ne vanno a spasso chissà dove;
quindi studi, rilievi e bonifica vanno fatti subito, per
evitare che i flussi di marea estendano l’effetto blob.
Quanto è grave la contaminazione? «Questa è la prima
prospezione in mare, ce ne vorranno una decina, l’impegno è
difficile. Stiamo valutando - spiega la dottoressa Penna -
Siamo partiti a un miglio al largo dall’Api e ci siamo
spinti fino a terra. Continueremo a ventaglio, in parallelo,
da Marina di Montemarciano fino a Palombina. Mi fa ben
sperare che dopo l’incidente non ci sono state brutte
mareggiate. Ma sul fondo i sub hanno visto poco, acqua poco
trasparente, giusto il mininimo per iniziare. Il bitume c’è,
il mare pian piano lo restuirà. La situazione legittima la
nostra presenza in forze. Occorre fare presto, randomizzare
e recuperare». «Anche perchè il bitume si dissolve
lentamente in acqua», osserva la Mengarelli. Penna tornerà
la prossima settimana, dopo aver scritto, lunedì, una
relazione al ministero e all’Arpam. Ieri ha studiato carte
nautiche e conformazione coste. Prelevato campioni di
bitume. E ha chiesto ad Api e vigili del fuoco quante delle
530 tonnellate di bitume del TK 145 sono presumibilmente,
approssimativamente, finite in acqua. |
Il bitume si distende anche a
Palombina Chiusa la
balneazione. Sopralluogo di Arpam e Capitaneria
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Il bitume,
probabilmente fuoriuscito dal fosso della Rigatta durante e
dopo il tragico incendio dell’8 settembre scorso alla
raffineria Api, è arrivato anche sulla spiaggia di Palombina
Nuova e l’amministrazione comunale di Ancona ieri ha deciso
di chiudere temporaneamente la balneazione. Intanto, sempre
ieri, i tecnici dell’Arpam hanno effettuato insieme alla
Capitaneria di Porto, una serie di rilevamenti per
cominciare a capire le dimensioni del fenomeno. “Abbiamo
incaricato la dottoressa Mengarelli – spiega il direttore
dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente, Gisberto Paoloni –
che insieme a tecnici dell’Icram ha perlustrato la zona di
mare ed il fondale di fronte alla raffineria. L’ordinanza
sulla balneazione nel Comune di Ancona invece è temporanea
ed è stata emessa solo a scopo cautelativo”. Gli
accertamenti in mare e sulle spiagge sono stati preceduti
nei giorni scorsi dalle segnalazioni delle associazioni
ambientaliste, dei comitati di Villanova e Fiumesino e anche
di semplici cittadini che a partire dal tardo pomeriggio
dell’8 settembre hanno cominciato a trovare lungo la
spiaggia di Falconara larghi conglomerati di bitume portati
a riva dalle mareggiate. Venerdì scorso il consigliere
regionale dei Verdi Marco Moruzzi ha presentato alla
Magistratura un esposto-denuncia corredato da documenti e da
una serie di foto e da un filmato nel quale si vedono
sommozzatori impegnati nel recupero di masse bituminose dal
fondale di fronte alla raffineria. Ieri i sommozzatori del
primo nucleo di San Benedetto del Tronto sono stati
impegnati per quasi tutto il giorno nella mappatura e
perlustrazione dei fondali nel tratto di mare antistante la
raffineria, affiancati da tecnici dell' Arpam e dell' Icram
che hanno effettuato campionature e analisi del materiale
raccolto. I risultati, secondo quanto riferito dall’Arpam,
saranno poi consegnati alla procura, che ha sta indagando
sull' incidente al petrolchimico. Il lavoro dei sommozzatori
e dei tecnici è stato completato in giornata. Intanto, il
sindaco di Ancona Sturani, a seguito di una nota dell' Arpam,
ha emanato un' ordinanza di divieto di balneazione sulla
spiaggia di Palombina, confinante con quella di Falconara.
L’agenzia ambientale regionale ha rilevato masse bituminose
nelle acque antistanti il litorale a nord di Ancona, in
particolare in corrispondenza dei “Bagni Romolo”. Il
direttore dell’Arpam Paoloni ha incontrato i rappresentanti
di WWF, Legambiente e Italia Nostra sui problemi legati ad
un possibile inquinamento del mare.
“Perché militarizzare la
spiaggia di Villanova?”
Interrogazione di Moruzzi
(Verdi) a D’Ambrosio
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Sulla
“militarizzazione della spiaggia di Villanova ed il divieto
di libero accesso nella zona da parte dei cittadini” il
consigliere regionale dei verdi Moruzzi ha presentato
un'interrogazione per chiedere spiegazioni e chiarimenti in
proposito. Il divieto verrebbe fatto rispettare dai militari
nell' ambito dei controlli antiterrorismo in vigore dal
settembre 2001. “Da alcuni giorni, in particolare da quando
si è verificato l' incidente all' Api e il bitume rilasciato
in mare è arrivato a riva - spiega nell’interrogazione
Moruzzi - la pattuglia dell' esercito che presidia il
perimetro interno dell'Api nell’ambito dei controlli
antiterrorismo, staziona fuori dalla propria area,
avvicinandosi a quanti si recano sulla spiaggia e
invitandoli ad allontanarsi a causa di un presunto divieto
della cui esistenza non si ha notizia”. Dopo aver ricordato
che la spiaggia di Villanova è sede di attività marinare e
balneari non trascurabili il consigliere regionale Verde
Moruzzi chiede al presidente della giunta regionale
D’Ambrosio il motivo dell' azione dei militari, quanti mezzi
e militari vengono impiegati in tale operazione e quali
disposizioni sono state impartite agli addetti alla
sorveglianza armata. |