Api, protocollo d’intesa
tutto da rivedere
Regione, Provincia e Comune
di Falconara sottoscrivono l’intesa. Sotto esame anche le
prescrizioni. Il nodo Raffineria. L’assessore Amagliani
auspica «massima disponibilità» dall’azienda. E al verde
Binci che lo accusa risponde: «Sciacallo»
di CLAUDIA PASQUINI
FALCONARA - Il sistema
prescrittivo e il protocollo d'intesa stipulato con l'Api
verranno rivisti. Poi si procederà alla verifica della
compatibilità dell'impianto con il territorio circostante e
le scelte urbanistiche locali nell'ottica di uno scenario
che preveda «un possibile sviluppo strategico alternativo»
agli attuali assetti economici territoriali. E' questo il
percorso politico concordato e sottoscritto ieri dal
presidente della Regione Vito D'Ambrosio, dal presidente
della Provincia Enzo Giancarli, dal sindaco del Comune di
Falconara Giancarlo Carletti in seguito all'incidente che
l'8 settembre ha causato un morto e tre feriti. Presente al
vertice anche l'assessore regionale all'ambiente Marco
Amagliani che ha chiesto e ottenuto personale per potenziare
il servizio territorio e ambiente che sta gestendo il tavolo
tecnico permanente relativo alla vicenda. «Verificheremo
punto per punto il protocollo - spiega Amagliani - e
decideremo se è il caso di rivedere le prescrizioni. Se sarà
necessario chiederemo all'Api di riaprire i termini
dell'accordo auspicando la massima collaborazione».
Soddisfatto Giancarli che ha sottolineato «il valore di
un'intesa che ha ripristinato la collaborazione fra le tre
istituzioni, manifestata con il protocollo 2002 e spezzata
nel 2003 al momento del rinnovo della concessione
all'azienda». Azienda che per ora si trova nell'occhio del
ciclone. Ieri mattina la Capitaneria di porto con uno
specifico decreto ha imposto alle motonavi Grecale e Karmar
incaricate dall'Api di recuperare il bitume sversato in mare
di interrompere l'operazione per consentire alle sue squadre
di sommozzatori di accertare la reale entità del danno
ambientale causato. Il professor Amedeo Lancia, docente
associato di ingegneria chimica ambientale all'Università di
Napoli in qualità di esperto della Procura, da parte sua ha
effettuato un nuovo sopralluogo all'interno dello
stabilimento per compiere i prelievi necessari per gli
accertamenti irripetibili. La sua relazione dovrà essere
depositata entro 60 giorni. Le risultanze degli
accertamenti, che si svolgono in presenza dei consulenti
delle parti interessate, avranno valore di prova
nell'eventuale processo. E ancora ieri l'Api ha completato
il proprio collegio di difesa. Sono infatti 27 gli indagati
per omicidio colposo, incendio colposo e lesioni gravi.
L'amministratore delegato Brunetti sarà assistito dagli
avvocati Giacomo Vettori di Ancona e Federico Stella di
Milano. Altri 23 saranno seguiti oltre che da Vettori da
Fulvio Simoni, Salvatore Mannino, Federica Giardino,
Domenico Pulitane dello Studio Stella di Milano e da Luigi
Matteo di Roma. Tre hanno provveduto in modo autonomo.
Intanto le polemiche proseguono a raffica e si consuma il
violento duello falconarese tra il verde Massimo Binci, ex
assessore provinciale espulso dalla Giunta proprio per non
aver votato la concessione Binci e Amagliani. «Amagliani nel
1991 a Falconara diede parere urbanistico favorevole all'Api
- si legge nella lunga nota di Binci - Poi si spostò sul
fronte anti Api fino a quando lo scorso anno non è stato
costretto a subire il rinnovo della concessione che
D'Ambrosio gli ha proposto insieme all'assessorato. Il
Governatore infatti è il responsabile politico del rinnovo
fino al 2020 ma Amagliani lo segue ciecamente. Da una
settimana - prosegue Binci - li sento parlare di
riconversione. In realtà sta offrendo all'azienda il
business dell'energia sullo stesso sito invece di pensare
alla dismissione, alla riconversione energetica e alla
delocalizzazione in un sito più idoneo». Furiosa la reazione
di Amagliani che in un'altra nota ancor più lunga ribatte
punto per punto alle dichiarazioni di Binci definendo il suo
atteggiamento «scomposto. Le sue dichiarazioni sono false e
offensive - commenta - Mi sembra che l'ambientalista si sia
aggiunto a una schiera di sciacalli che approfittano di un
incidente in cui è morto un operaio». |
Raffineria, verifica sulla
compatibilità
Regione, Provincia e Comune:
“Prescrizioni da rivedere”. Intesa ritrovata tra gli enti
locali, che mettono sotto esame la convivenza fra
petrolchimico e territorio Giancarli: “Prevale l’interesse
generale” Polemica Amagliani-Verdi
di MARINA MINELLI
A neanche due settimane dal
tragico rogo dell’8 settembre in cui costa la vita al
camionista Sebastiano Parisse, Regione, Provincia e Comune
hanno raggiunto un accordo sulla questione Api. Ieri il
presidente della giunta D’Ambrosio, l’assessore Amagliani,
il presidente della Provincia di Ancona Giancarli e il
sindaco di Falconara Carletti hanno siglato un documento in
cui concordano di “verificare la compatibilità dell’
impianto con il territorio circostante e le scelte
urbanistiche locali nell' ottica di uno scenario che preveda
un possibile sviluppo strategico alternativo agli attuali
assetti economico territoriali”. In tale contesto “si reputa
necessaria la rivisitazione del sistema prescrittivo e del
Protocollo d’ Intesa al fine di gestire al meglio il
percorso indicato”. Insomma, gli enti locali si ricompattano
e mettono sotto esame il rapporto tra l’impianto
petrolchimico e il territorio. La firma del documento,
avvenuta dopo “un franco e sereno confronto”, fa riferimento
al Protocollo d' Intesa del 2 novembre 2002, alla
risoluzione adottata dal consiglio regionale delle Marche il
15 settembre scorso, al dibattito in consiglio provinciale
del 20 settembre e alla nota del Comune di Falconara del 13
settembre. Una svolta importante dunque anche perché, come
fa notare il presidente della Provincia Giancarli, “in
questo accordo sottoscritto c’è già un grande valore,
infatti è stata ritrovata in pieno la collaborazione fra le
tre istituzioni”. “La classe dirigente – prosegue Giancarli
– se è tale, deve saper cogliere le nuove esigenze, i
bisogni di cambiamento e saper guidare i processi
innovativi. Ovviamente questa cornice non solo richiede un
grande lavoro fra noi che abbiamo sottoscritto l’intesa, ma
deve sostenere una forte partecipazione e relazioni strette
con i comitati, le associazioni ambientaliste, sindacali ed
imprenditoriali, gli organi tecnici e scientifici e le
personalità delle scienza, della cultura e dell’economia per
arrivare a costruire insieme una proposta concreta,
credibile e ambientalmente sostenibile”. Ma le polemiche non
sono finite. Di ieri è anche un lungo “j’accuse” del
presidente dei Verdi falconaresi Massimo Binci, nei
confronti dell’assessore Amagliani. “Come è pensabile –
osserva Binci – che l’Api, vista la concessione già
scontata, con le autorizzazioni tecniche già ottenute,
potesse accettare un protocollo di intesa realmente
prescrittivo e limitativo? Infatti anche di fronte a questo
gravissimo incidente, il protocollo non prevede alcun
intervento limitativo della concessione a tutela dei
cittadini”. Secondo Binci, Amagliani avrebbe più volte
cambiato posizione rispetto al petrolchimico, dal 1991,
quando come consigliere comunale “diede parere urbanistico
favorevole alla nuova centrale”, al successivo passaggio “al
fronte anti-Api”, fino a quando “nel 2002-2003, trovando la
pratica Api già segnata, già decisa, con un’altra evoluzione
a 180 gradi, subisce il rinnovo della concessione che
D’Ambrosio gli offre insieme all' assessorato”. Ai Verdi in
serata ha risposto l’assessore regionale Marco Amagliani,
definendo “scomposto” l’atteggiamento del presidente Binci.
L’assessore all’Ambiente parla di sciacallaggio politico e
definisce “false e offensive” le dichiarazioni
dell’esponente ambientalista e riconferma che “ove io non
fossi intervenuto come assessore all’ambiente, quella
concessione sarebbe stata rilasciata senza se e senza ma,
perché era una pratica affidata al servizio industria, il
quale avendola già istruita, con tutti i pareri ministeriali
favorevoli, non poteva fare altro che passarla al capo
dipartimento, il quale a suo volta non avrebbe potuto fare
altro che firmarla per non incorrere nell’omissione di atti
di ufficio”. |