Bitume, la verità dalla
Capitaneria
Scelto l’organo tecnico che
dovrà accertare la quantità sversata in mare
di CLAUDIA PASQUINI
Sarà la Capitaneria di Porto
ad accertare la quantità di bitume sversato in mare dalla
raffineria. E' questa la prima risposta tecnica concreta
all'emergenza ambientale seguita al drammatico incidente che
all'interno dell'Api ha causato la morte di un
autotrasportatore ed il ferimento di tre autisti. La
discussione politica sul futuro dell'impianto è stata invece
rimandata ad oggi in un incontro istituzionale tra il
presidente della Regione Vito D'Ambrosio, il sindaco di
Falconara Giancarlo Carletti e il presidente della Provincia
Enzo Giancarli. E proprio Giancarli ieri è stato esortato
dai Verdi a ritirare la sua firma dal protocollo d'intesa
sottoscritto con l'azienda nel 2003. IL DIBATTITO. In prima
linea contro l'Api ci sono i rappresentanti del Sole che
ride. Il consigliere provinciale Marco Pecoraro ieri in una
nota, dopo aver ribadito «l'incompatibilità della raffineria
con il territorio» ha richiesto il non rinnovo della
concessione dopo il 2008 data in cui era fissata la scadenza
prima del rinnovo della concessione da parte della Regione
fino al 2020. A tal proposito a invitato Giancarli a fare il
primo passo togliendo la propria firma dal protocollo
d'intesa dimostrando in questo modo che la Provincia «è un
organismo di garanzia della tutela del territorio e soggetto
portatore di interessi ambientalmente avanzati». Immediata
la risposta del presidente della Provincia impegnato in una
seduta consiliare dedicata proprio all'Api. «Firmai il
protocollo - ha detto - rispettando il mandato del consiglio
provinciale che votò compatto e ricordo che lo stesso
Pecoraro si astenne. In ogni caso siamo pronti a discutere
insieme del futuro dell'impianto senza pregiudiziali
prendendo in considerazione le esigenze di tutte le parti
interessate: dai comitati ai lavoratori, dai sindacati agli
ambientalisti». L'AMBIENTE. Ieri pomeriggio si è riunito a
palazzo Raffaello un tavolo tecnico al quale hanno preso
parte gli assessori all'ambiente dei Comuni di Ancona,
Falconara, Senigallia e Montemarciano e della Regione, i
tecnici dell'Arpam (Agenzia regionale per la protezione
ambientale) e dell'Icram (Istituto centrale per la ricerca
scientifica e applicata al mare). «Abbiamo definito le
competenze dei vari enti - spiega l'assessore regionale
Marco Amagliani - ed è stato istituito un tavolo permanente
diretto dal Dipartimento territorio ambiente in
collaborazione con l'Arpam». Alla Capitaneria spetteranno i
compiti più importanti: stabilire quanto bitume è finito in
mare ed intimare l'Api a bloccare le attività di recupero
che sta svolgendo privatamente. Nel frattempo l'azienda
dovrà presentare una propria dichiarazione in cui fa una
stima del danno ambientale che si è verificato. Una volta in
possesso di tutte le informazioni il tavolo tecnico verrà di
nuovo riunito per porre in essere «le azioni e se necessario
le sanzioni».
In pochi al sit-in davanti
alla raffineria
Davvero in pochi. Ieri
mattina manifestazione ad affluenza ridotta, anche se i dati
parlano di un 70% di adesioni, davanti alla Raffineria Api
dove i lavoratori, dopo un minuto di raccoglimento in
memoria di Sebastiano Parisse, hanno chiesto sicurezza e
misure efficaci per togliere le Marche dalla testa della
classifica degli incidenti sul lavoro. «L'azienda - secondo
Stefano Mastrovincenzo della Cisl - ha sicuramente cercato
di limitare l'affluenza. Occorre maggiore partecipazione e
convinzione dei lavoratori sui temi della sicurezza. Abbiamo
un bilancio di morti e feriti inaccettabile. Ora l'azienda
si faccia carico delle sue responsabilità oggettive». I
sindacati chiedono una svolta nella politica aziendale,
vista come maggiore responsabile del grave incidente. «Le
responsabilità - spiega Andrea Fiordelmondo, della Uilcem -
vanno ricercate nell'atteggiamento, nell'impostazione
culturale che parte di questa dirigenza trasmette». I
sindacati ribadiscono il ruolo di controllori in materia di
sicurezza, cercando un dialogo con gli altri enti di
controllo esterni. «Dobbiamo costruire - dice Massimo
Duranti, responsabile Rsu - un dialogo con i cittadini, con
i sindaci. La garanzia di un posto di lavoro non può essere
“a tutti i costi”. Vogliamo che la direzioni attui una
politica di trasparenza sulle cause e sulle responsabilità e
se qualcuno ha sbagliato, che ne paghi le conseguenze».
Presente anche l'assessore regionale, Ugo Ascoli: «La
concessione - ha chiarito - non è in discussione salvo che
non emergano responsabilità che aprano il campo ad una serie
di controlli più restrittivi». |
Bitume in mare, indaga la
Capitaneria
Tavolo tecnico con gli enti
locali e i tecnici dell’Arpam. Iniziativa autonoma rispetto
alla magistratura. Amagliani: “L’azienda dovrà sospendere le
eventuali attività di bonifica in corso”
Sarà la capitaneria di porto
a compiere gli accertamenti sul bitume finito in mare dopo
l’incendio all’Api dell’8 settembre scorso, in cui è morto
un camionista. E’ stato deciso durante una riunione tecnica
che si è svolta in Regione, alla presenza dell’assessore
regionale all’ambiente Marco Amagliani e di rappresentanti
dell’Arpm, dell’Icram, della capitaneria di porto, dei
dipartimenti regionali ambiente, attività economiche e
sanità, gli assessori all’ambiente dei Comuni di Falconara e
Montemarciano, i tecnici del Comune della Provincia di
Ancona. La capitaneria di porto dovrà coordinare gli
accertamenti, che riguarderanno il materiale sversato in
mare e finito sui fondali, impiegando anche le proprie
squadre di sommozzatori. Sarà un’iniziativa autonoma, che
dovrebbe concludersi in un’informativa inviata alla Procura,
che ha aperto un’inchiesta sull' incidente del petrolchimico
e sui cui tavoli sono arrivate in questi giorni decine di
segnalazioni da parte di cittadini di chiazze di catrame
grandi e piccole spiaggiate sul litorale falconarese, oltre
ad un dossier completo di video presentato dai Verdi per
documentare il recupero di blocchi di bitume nel mare
davanti alla raffineria. Per entrare in azione, si attende
solo il nulla osta del comando generale delle capitanerie di
porto per l’uso dei sub. Secondo l’assessore Amagliani,
l’azienda dovrà inoltre sospendere anche le eventuali
attività di bonifica denunciate da Verdi e comitati civici,
che hanno accusato l’Arpam di non avere effettuato controlli
adeguati. L’obiettivo della riunione - che sarà l’inizio di
un tavolo tecnico permanente - era “di fare chiarezza sulle
tante cose uscite in questi giorni” ha spiegato Amagliani,
difendendo il lavoro svolto dall’Arpam “in collaborazione
con i carabinieri del Noe e con la Procura”. Un fatto che -
secondo l' assessore - è “un elemento di garanzia”.
“Più sicurezza per l’Api”
Pecoraro polemizza Oggi
incontri istituzionali prima in Regione e poi in Provincia
Un centinaio di operai allo sciopero dopo lo scoppio
di MARINA MINELLI
FALCONARA - E’ stato uno
sciopero per dire "basta alle morti bianche" e per chiedere
una "cultura della sicurezza nell' operatività quotidiana,
perché non bastano investimenti milionari negli impianti".
Ma sulla permanenza del petrolchimico a Falconara i
lavoratori e i sindacati non hanno nessun dubbio, “l’azienda
può convivere con il territorio”. Insomma, protesta
indirizzata sull’obiettivo sicurezza, lasciando da parte
altre polemiche. Ieri mattina a dimostratore dopo
l’incidente dell’8 settembre scorso che è costato la vita
all’autotrasportatore Sebastiano Parisse hanno aderito,
secondo i rappresentanti della Rsu, il 70 % dei dipendenti
anche se sul piazzale si sono radunate non più di 100
persone. Non molte, ha commentato Massimo Duranti, della Rsu,
che ha sottolineato tuttavia l' importanza della presenza
della Regione Marche (rappresentata dall' assessore al
lavoro Ugo Ascoli), e l' atteggiamento "costruttivo" dell'
istituzione regionale. "Quanto all' azienda - ha detto
Andrea Fiordelmondo della Federazione unitaria dei
lavoratori della chimica - non può gettare al vento la
possibilità di integrarsi nel territorio per colpa di scelte
dirigenziali e gestionali" inadeguate. Che l' Api punti
davvero alla "sicurezza totale" lo ha chiesto anche il
segretario della Cgia trasporti Gilberto Gasperoni,
intervenuto con la sua organizzazione a sostegno della
mobilitazione dei sindacati. In ogni caso, la concessione
rilasciata all' Api, hanno affermato i sindacalisti, "non
deve essere messa in discussione e non permetteremo
strumentalizzazioni, siano esse politiche o di altro
genere”. Dell’incidente alla raffineria Api si è parlato
ieri anche durante la seduta del consiglio provinciale che
si è svolta ieri pomeriggio e il presidente Giancarli
intervenuto dopo la relazione dell’assessore Casagrande ha
rimarcato che “ogni decisione sulla questione della
raffineria Api deve essere concertata e costruita non solo
dalle istituzioni, ma anche dal basso, insieme ai cittadini,
ai comitati ed alle associazioni imprenditoriali, sindacali
ed ambientaliste del territorio”. Di ieri anche il
comunicato firmato dal capogruppo in consiglio provinciale
del partito, Marco Pecoraro che riapre una ferita piuttosto
dolorosa sul piano politico e quello istituzionale. Pecoraro
infatti chiede a Giancarli il ritiro della firma del
protocollo di intesa del luglio 2003. Più le spiegazioni di
prammatica, ampiamente sentite in questi giorni e
documentate da altri esponenti dello stesso partito. Tre, in
particolare i punti su cui Pecoraro chiede di agire: “Blocco
dell’impianto per la messa in sicurezza di tutte quelle
parti che verranno individuate come carenti di sicurezza da
parte di organismi misti in cui non sia solo l’Api ad
eseguire la verifica; revoca del rinnovo della concessione
alla raffineria dell’Api di Falconara; avvio della bonifica
e della riconversione di quell’area attraverso modalità di
sviluppo ecocompatibile” e via documentando. “Qualsiasi
decisione in merito alla firma sul protocollo d’intesa - è
la risposta di Giancarli - sarà assunta solo su mandato del
consiglio provinciale”. Intanto oggi è il giorno degli
incontri istituzionali. Spostato ad oggi pomeriggio, invece,
il tavolo istituzionale fra Regione, Provincia e Comune in
programma per ieri e sostituito da un incontro tecnico. A
seguire, nel pomeriggio, la giunta Giancarli incontrerà
sindaco e assessori falconaresi dopo la richiesta partita
proprio dal sindaco Carletti all’indomani dell’incidente in
raffineria.
Un asfalto rosso fuoco
Attraversamenti più sicuri
FALCONARA - Falconara
Marittima nel suo preciso progetto di rivalorizzazione della
città attraverso la cultura, il turismo, il sociale e lo
sport ha da tempo puntato anche sul recupero urbano cercando
di sintonizzarlo con aspetti legati alla sicurezza ed alla
qualità della vita. E’ visibile, infatti, che l’asfalto di
Falconara si è acceso di rosso grazie ai nuovi
attraversamenti pedonali: le vecchie zebre abbandonano la
classica alternanza del bianco e del nero per diventare di
un brillante color carminio. L’operazione, che mira al
potenziamento della sicurezza stradale contribuendo
contemporaneamente all’abbellimento della città, è
realizzata utilizzando un materiale innovativo già
ampiamente adottato in Svizzera. Il prodotto liquido, di
consistenza pastosa, viene lasciato sgocciolare sull’asfalto
e, una volta rappreso, assume una compattezza e una
resistenza incredibili. La presenza di particelle
iridescenti nell’amalgama rossa, dal colore persistente,
assicura la rifrangenza notturna: illuminato dai fari,
questo inedito materiale sembra quasi “incendiarsi”.
Inoltre, per dare massima visibilità all’attraversamento e
ampliarne la superficie, le due metà del passaggio posate
sui differenti sensi di marcia, non combacianti, sono dotate
di una larghezza superiore alla norma. Già realizzate in
alcuni punti della città, le nuove zebre arriveranno a
Palombina, a Castelferretti, sulla Flaminia, in
corrispondenza delle scuole e dei punti maggiormente
frequentati. Tra l’altro anche il Comune di Ancona si sta
attrezzando in questa direzione. Per il momento, 11 nuovi
attraversamenti colorati, che tuteleranno la sicurezza dei
pedoni e renderanno la città più gradevole all’occhio.
Finalmente, non solo grigio nel panorama urbano.
Pm10, via alle targhe
alterne S’allarga il fronte dei comuni impegnati nella lotta
all’inquinamento
Due giorni alla settimana con
il traffico dimezzato. Quattro le domeniche senz’auto
di L.F
Tra due settimane arriveranno
sul tavolo dell’assessore provinciale Patrizia Casagrande,
che sta tirando le fila nella lotta ai Pm10, le proposte dei
comuni della provincia di Ancona per attivare gli interventi
contro lo smog che è già a livelli di guardia. Questo è il
tempo che si sono dati i municipi presenti ieri all'incontro
in Provincia (c'erano il Comune di Chiaravalle, di Ripe, di
Falconara, di Jesi, di Offagna, di Osimo, di Filottrano, di
Senigallia, di Casteplanio, di Castelfidardo e di
Montemarciano) per programmare i provvedimenti contro
l'inquinamento atmosferico e per costituire una sorta di
coordinamento tra tutti i comuni. Le linee d'intervento
sulle quali ogni comune ragionerà, dopo i normali passaggi
in giunta, sono quattro domeniche con il centro chiuso e due
giornate alla settimana a targhe alterne. Il Comune di
Ancona sta anche riflettendo se attuare un blocco totale
delle auto non catalizzate e dei motorini. L'amministrazione
comunale dorica si conferma quindi capofila nella lotta allo
smog ed è orientata a partire con le targhe alterne già a
novembre (presumibilmente negli stessi giorni dell'anno
scorso e cioè la domenica ed il lunedì) per proseguire forse
fino a maggio. I dati registrati hanno dimostrato che il
provvedimento diminuisce di un 30% il traffico per cui la
sua efficacia è dimostrata e proprio per questo l'assessore
D'Alessio vuole utilizzarlo come strumento contro l'utilizzo
del mezzo privato nell’ottica di una valorizzazione del
pubblico (solo per la nuova navetta l'amministrazione spende
1300 euro al giorno). Nel capoluogo continueranno anche le
domeniche ecologiche, le quattro previste, anche se il tipo
di scelta ha un'incidenza minore rispetto alle targhe
alterne visto che prevede la chiusura di corso Garibaldi
(per tutta la giornata) e la chiusura parziale di Viale
della Vittoria. Potrebbero essere differenti le decisioni
degli altri comuni e già ieri il municipio osimano s'è
espresso positivamente sulla chiusura del centro storico
mentre ha già detto di no alle targhe alterne. Il Comune di
Montemarciano ha chiesto un coordinamento regionale puntando
ad un tipo d'intervento più organico ma sembra essere troppo
tardi. Un protocollo a dimensione regionale doveva essere
siglato a marzo, ad aprile mentre a ridosso dell'allarme
Pm10 sembra impossibile arrivare ad un accordo. A breve sarà
convocato, una volta raccolte tutte le proposte dei comuni
della provincia, un tavolo con Anas, Prefetto, Regione,
Conerobus, Trenitalia e le altre società di trasporto per
arrivare a definizione degli interventi. |