RASSEGNA STAMPA 21.09.2004

 

MESSAGGERO
Bitume, la verità dalla Capitaneria

Scelto l’organo tecnico che dovrà accertare la quantità sversata in mare

di CLAUDIA PASQUINI

Sarà la Capitaneria di Porto ad accertare la quantità di bitume sversato in mare dalla raffineria. E' questa la prima risposta tecnica concreta all'emergenza ambientale seguita al drammatico incidente che all'interno dell'Api ha causato la morte di un autotrasportatore ed il ferimento di tre autisti. La discussione politica sul futuro dell'impianto è stata invece rimandata ad oggi in un incontro istituzionale tra il presidente della Regione Vito D'Ambrosio, il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti e il presidente della Provincia Enzo Giancarli. E proprio Giancarli ieri è stato esortato dai Verdi a ritirare la sua firma dal protocollo d'intesa sottoscritto con l'azienda nel 2003. IL DIBATTITO. In prima linea contro l'Api ci sono i rappresentanti del Sole che ride. Il consigliere provinciale Marco Pecoraro ieri in una nota, dopo aver ribadito «l'incompatibilità della raffineria con il territorio» ha richiesto il non rinnovo della concessione dopo il 2008 data in cui era fissata la scadenza prima del rinnovo della concessione da parte della Regione fino al 2020. A tal proposito a invitato Giancarli a fare il primo passo togliendo la propria firma dal protocollo d'intesa dimostrando in questo modo che la Provincia «è un organismo di garanzia della tutela del territorio e soggetto portatore di interessi ambientalmente avanzati». Immediata la risposta del presidente della Provincia impegnato in una seduta consiliare dedicata proprio all'Api. «Firmai il protocollo - ha detto - rispettando il mandato del consiglio provinciale che votò compatto e ricordo che lo stesso Pecoraro si astenne. In ogni caso siamo pronti a discutere insieme del futuro dell'impianto senza pregiudiziali prendendo in considerazione le esigenze di tutte le parti interessate: dai comitati ai lavoratori, dai sindacati agli ambientalisti». L'AMBIENTE. Ieri pomeriggio si è riunito a palazzo Raffaello un tavolo tecnico al quale hanno preso parte gli assessori all'ambiente dei Comuni di Ancona, Falconara, Senigallia e Montemarciano e della Regione, i tecnici dell'Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e dell'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e applicata al mare). «Abbiamo definito le competenze dei vari enti - spiega l'assessore regionale Marco Amagliani - ed è stato istituito un tavolo permanente diretto dal Dipartimento territorio ambiente in collaborazione con l'Arpam». Alla Capitaneria spetteranno i compiti più importanti: stabilire quanto bitume è finito in mare ed intimare l'Api a bloccare le attività di recupero che sta svolgendo privatamente. Nel frattempo l'azienda dovrà presentare una propria dichiarazione in cui fa una stima del danno ambientale che si è verificato. Una volta in possesso di tutte le informazioni il tavolo tecnico verrà di nuovo riunito per porre in essere «le azioni e se necessario le sanzioni».

In pochi al sit-in davanti alla raffineria

Davvero in pochi. Ieri mattina manifestazione ad affluenza ridotta, anche se i dati parlano di un 70% di adesioni, davanti alla Raffineria Api dove i lavoratori, dopo un minuto di raccoglimento in memoria di Sebastiano Parisse, hanno chiesto sicurezza e misure efficaci per togliere le Marche dalla testa della classifica degli incidenti sul lavoro. «L'azienda - secondo Stefano Mastrovincenzo della Cisl - ha sicuramente cercato di limitare l'affluenza. Occorre maggiore partecipazione e convinzione dei lavoratori sui temi della sicurezza. Abbiamo un bilancio di morti e feriti inaccettabile. Ora l'azienda si faccia carico delle sue responsabilità oggettive». I sindacati chiedono una svolta nella politica aziendale, vista come maggiore responsabile del grave incidente. «Le responsabilità - spiega Andrea Fiordelmondo, della Uilcem - vanno ricercate nell'atteggiamento, nell'impostazione culturale che parte di questa dirigenza trasmette». I sindacati ribadiscono il ruolo di controllori in materia di sicurezza, cercando un dialogo con gli altri enti di controllo esterni. «Dobbiamo costruire - dice Massimo Duranti, responsabile Rsu - un dialogo con i cittadini, con i sindaci. La garanzia di un posto di lavoro non può essere “a tutti i costi”. Vogliamo che la direzioni attui una politica di trasparenza sulle cause e sulle responsabilità e se qualcuno ha sbagliato, che ne paghi le conseguenze». Presente anche l'assessore regionale, Ugo Ascoli: «La concessione - ha chiarito - non è in discussione salvo che non emergano responsabilità che aprano il campo ad una serie di controlli più restrittivi».

 
CORRIERE ADRIATICO
Bitume in mare, indaga la Capitaneria

Tavolo tecnico con gli enti locali e i tecnici dell’Arpam. Iniziativa autonoma rispetto alla magistratura. Amagliani: “L’azienda dovrà sospendere le eventuali attività di bonifica in corso”

Sarà la capitaneria di porto a compiere gli accertamenti sul bitume finito in mare dopo l’incendio all’Api dell’8 settembre scorso, in cui è morto un camionista. E’ stato deciso durante una riunione tecnica che si è svolta in Regione, alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani e di rappresentanti dell’Arpm, dell’Icram, della capitaneria di porto, dei dipartimenti regionali ambiente, attività economiche e sanità, gli assessori all’ambiente dei Comuni di Falconara e Montemarciano, i tecnici del Comune della Provincia di Ancona. La capitaneria di porto dovrà coordinare gli accertamenti, che riguarderanno il materiale sversato in mare e finito sui fondali, impiegando anche le proprie squadre di sommozzatori. Sarà un’iniziativa autonoma, che dovrebbe concludersi in un’informativa inviata alla Procura, che ha aperto un’inchiesta sull' incidente del petrolchimico e sui cui tavoli sono arrivate in questi giorni decine di segnalazioni da parte di cittadini di chiazze di catrame grandi e piccole spiaggiate sul litorale falconarese, oltre ad un dossier completo di video presentato dai Verdi per documentare il recupero di blocchi di bitume nel mare davanti alla raffineria. Per entrare in azione, si attende solo il nulla osta del comando generale delle capitanerie di porto per l’uso dei sub. Secondo l’assessore Amagliani, l’azienda dovrà inoltre sospendere anche le eventuali attività di bonifica denunciate da Verdi e comitati civici, che hanno accusato l’Arpam di non avere effettuato controlli adeguati. L’obiettivo della riunione - che sarà l’inizio di un tavolo tecnico permanente - era “di fare chiarezza sulle tante cose uscite in questi giorni” ha spiegato Amagliani, difendendo il lavoro svolto dall’Arpam “in collaborazione con i carabinieri del Noe e con la Procura”. Un fatto che - secondo l' assessore - è “un elemento di garanzia”.

“Più sicurezza per l’Api”

Pecoraro polemizza Oggi incontri istituzionali prima in Regione e poi in Provincia Un centinaio di operai allo sciopero dopo lo scoppio

di MARINA MINELLI

FALCONARA - E’ stato uno sciopero per dire "basta alle morti bianche" e per chiedere una "cultura della sicurezza nell' operatività quotidiana, perché non bastano investimenti milionari negli impianti". Ma sulla permanenza del petrolchimico a Falconara i lavoratori e i sindacati non hanno nessun dubbio, “l’azienda può convivere con il territorio”. Insomma, protesta indirizzata sull’obiettivo sicurezza, lasciando da parte altre polemiche. Ieri mattina a dimostratore dopo l’incidente dell’8 settembre scorso che è costato la vita all’autotrasportatore Sebastiano Parisse hanno aderito, secondo i rappresentanti della Rsu, il 70 % dei dipendenti anche se sul piazzale si sono radunate non più di 100 persone. Non molte, ha commentato Massimo Duranti, della Rsu, che ha sottolineato tuttavia l' importanza della presenza della Regione Marche (rappresentata dall' assessore al lavoro Ugo Ascoli), e l' atteggiamento "costruttivo" dell' istituzione regionale. "Quanto all' azienda - ha detto Andrea Fiordelmondo della Federazione unitaria dei lavoratori della chimica - non può gettare al vento la possibilità di integrarsi nel territorio per colpa di scelte dirigenziali e gestionali" inadeguate. Che l' Api punti davvero alla "sicurezza totale" lo ha chiesto anche il segretario della Cgia trasporti Gilberto Gasperoni, intervenuto con la sua organizzazione a sostegno della mobilitazione dei sindacati. In ogni caso, la concessione rilasciata all' Api, hanno affermato i sindacalisti, "non deve essere messa in discussione e non permetteremo strumentalizzazioni, siano esse politiche o di altro genere”. Dell’incidente alla raffineria Api si è parlato ieri anche durante la seduta del consiglio provinciale che si è svolta ieri pomeriggio e il presidente Giancarli intervenuto dopo la relazione dell’assessore Casagrande ha rimarcato che “ogni decisione sulla questione della raffineria Api deve essere concertata e costruita non solo dalle istituzioni, ma anche dal basso, insieme ai cittadini, ai comitati ed alle associazioni imprenditoriali, sindacali ed ambientaliste del territorio”. Di ieri anche il comunicato firmato dal capogruppo in consiglio provinciale del partito, Marco Pecoraro che riapre una ferita piuttosto dolorosa sul piano politico e quello istituzionale. Pecoraro infatti chiede a Giancarli il ritiro della firma del protocollo di intesa del luglio 2003. Più le spiegazioni di prammatica, ampiamente sentite in questi giorni e documentate da altri esponenti dello stesso partito. Tre, in particolare i punti su cui Pecoraro chiede di agire: “Blocco dell’impianto per la messa in sicurezza di tutte quelle parti che verranno individuate come carenti di sicurezza da parte di organismi misti in cui non sia solo l’Api ad eseguire la verifica; revoca del rinnovo della concessione alla raffineria dell’Api di Falconara; avvio della bonifica e della riconversione di quell’area attraverso modalità di sviluppo ecocompatibile” e via documentando. “Qualsiasi decisione in merito alla firma sul protocollo d’intesa - è la risposta di Giancarli - sarà assunta solo su mandato del consiglio provinciale”. Intanto oggi è il giorno degli incontri istituzionali. Spostato ad oggi pomeriggio, invece, il tavolo istituzionale fra Regione, Provincia e Comune in programma per ieri e sostituito da un incontro tecnico. A seguire, nel pomeriggio, la giunta Giancarli incontrerà sindaco e assessori falconaresi dopo la richiesta partita proprio dal sindaco Carletti all’indomani dell’incidente in raffineria.

Un asfalto rosso fuoco

Attraversamenti più sicuri

FALCONARA - Falconara Marittima nel suo preciso progetto di rivalorizzazione della città attraverso la cultura, il turismo, il sociale e lo sport ha da tempo puntato anche sul recupero urbano cercando di sintonizzarlo con aspetti legati alla sicurezza ed alla qualità della vita. E’ visibile, infatti, che l’asfalto di Falconara si è acceso di rosso grazie ai nuovi attraversamenti pedonali: le vecchie zebre abbandonano la classica alternanza del bianco e del nero per diventare di un brillante color carminio. L’operazione, che mira al potenziamento della sicurezza stradale contribuendo contemporaneamente all’abbellimento della città, è realizzata utilizzando un materiale innovativo già ampiamente adottato in Svizzera. Il prodotto liquido, di consistenza pastosa, viene lasciato sgocciolare sull’asfalto e, una volta rappreso, assume una compattezza e una resistenza incredibili. La presenza di particelle iridescenti nell’amalgama rossa, dal colore persistente, assicura la rifrangenza notturna: illuminato dai fari, questo inedito materiale sembra quasi “incendiarsi”. Inoltre, per dare massima visibilità all’attraversamento e ampliarne la superficie, le due metà del passaggio posate sui differenti sensi di marcia, non combacianti, sono dotate di una larghezza superiore alla norma. Già realizzate in alcuni punti della città, le nuove zebre arriveranno a Palombina, a Castelferretti, sulla Flaminia, in corrispondenza delle scuole e dei punti maggiormente frequentati. Tra l’altro anche il Comune di Ancona si sta attrezzando in questa direzione. Per il momento, 11 nuovi attraversamenti colorati, che tuteleranno la sicurezza dei pedoni e renderanno la città più gradevole all’occhio. Finalmente, non solo grigio nel panorama urbano.

Pm10, via alle targhe alterne S’allarga il fronte dei comuni impegnati nella lotta all’inquinamento

Due giorni alla settimana con il traffico dimezzato. Quattro le domeniche senz’auto

di L.F

Tra due settimane arriveranno sul tavolo dell’assessore provinciale Patrizia Casagrande, che sta tirando le fila nella lotta ai Pm10, le proposte dei comuni della provincia di Ancona per attivare gli interventi contro lo smog che è già a livelli di guardia. Questo è il tempo che si sono dati i municipi presenti ieri all'incontro in Provincia (c'erano il Comune di Chiaravalle, di Ripe, di Falconara, di Jesi, di Offagna, di Osimo, di Filottrano, di Senigallia, di Casteplanio, di Castelfidardo e di Montemarciano) per programmare i provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico e per costituire una sorta di coordinamento tra tutti i comuni. Le linee d'intervento sulle quali ogni comune ragionerà, dopo i normali passaggi in giunta, sono quattro domeniche con il centro chiuso e due giornate alla settimana a targhe alterne. Il Comune di Ancona sta anche riflettendo se attuare un blocco totale delle auto non catalizzate e dei motorini. L'amministrazione comunale dorica si conferma quindi capofila nella lotta allo smog ed è orientata a partire con le targhe alterne già a novembre (presumibilmente negli stessi giorni dell'anno scorso e cioè la domenica ed il lunedì) per proseguire forse fino a maggio. I dati registrati hanno dimostrato che il provvedimento diminuisce di un 30% il traffico per cui la sua efficacia è dimostrata e proprio per questo l'assessore D'Alessio vuole utilizzarlo come strumento contro l'utilizzo del mezzo privato nell’ottica di una valorizzazione del pubblico (solo per la nuova navetta l'amministrazione spende 1300 euro al giorno). Nel capoluogo continueranno anche le domeniche ecologiche, le quattro previste, anche se il tipo di scelta ha un'incidenza minore rispetto alle targhe alterne visto che prevede la chiusura di corso Garibaldi (per tutta la giornata) e la chiusura parziale di Viale della Vittoria. Potrebbero essere differenti le decisioni degli altri comuni e già ieri il municipio osimano s'è espresso positivamente sulla chiusura del centro storico mentre ha già detto di no alle targhe alterne. Il Comune di Montemarciano ha chiesto un coordinamento regionale puntando ad un tipo d'intervento più organico ma sembra essere troppo tardi. Un protocollo a dimensione regionale doveva essere siglato a marzo, ad aprile mentre a ridosso dell'allarme Pm10 sembra impossibile arrivare ad un accordo. A breve sarà convocato, una volta raccolte tutte le proposte dei comuni della provincia, un tavolo con Anas, Prefetto, Regione, Conerobus, Trenitalia e le altre società di trasporto per arrivare a definizione degli interventi.

 
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