RASSEGNA STAMPA 17.09.2004

 

MESSAGGERO
 «D’Ambrosio non c’è?». E Carletti manda all’aria il vertice

Summit sul futuro dell’Api. Il sindaco di Falconara liquida Amagliani. I Verdi girano video: «Ecco le prove dell’inquinamento del mare»

di CLAUDIA GRANDI e GIAMPAOLO MILZI

I VELENI all’Api non finiscono mai. Dopo la svolta del Governatore delle Marche Vito D’Ambrosio, che ha annunciato in aula la volontà di ridefinire gli assetti economico urbanistici dell’area e, dunque, di concentrarsi sulla riconversione, ecco che viene rinviato a lunedì l'incontro tra Regione, Provincia e Comune di Falconara, per dare seguito a quelle determinazioni. Perché rinvio a lunedì? Perché il sindaco falconarese Giancarlo Carletti si è rifiutato di partecipare ad un summit in cui non c’era il presidente della Regione ma “solo” il suo assessore, Marco Amagliani. «E’ con il presidente della Regione e con lui solo che i rapporti vanno intrattenuti a questo livello» ha spiegato Carletti in un telegramma. «In una situazione così delicata - spiega Carletti - ho ritenuto necessario rifarmi al protocollo d'intesa sottoscritto nel 2002 dai presidenti D'Ambrosio, Giancarli e da me in tema di coordinamento delle iniziative da attuare in questi casi. Ebbene, nel protocollo si stabilisce che le figure deputate a contatti di questo tipo sono il presidente della Regione, quello della Provincia e il sindaco di Falconara». Non poteva essere accettata, dunque, da Carletti la convocazione fatta pervenire dall'assessore Amagliani: non a caso la seconda convocazione, per lunedì, è arrivata direttamente da D'Ambrosio. Per lo stesso motivo, le dichiarazioni rese dall'assessore all'Ambiente mercoledì in Consiglio regionale («Renderemo le prescrizioni per l'Api ancora più vincolanti e se non saranno rispettate non escludiamo interventi radicali anche prima della scadenza della concessione») non rappresentano per Carletti un'apertura sufficiente. «Senza nulla togliere ad Amagliani - prosegue -, è mia intenzione ascoltare affermazioni di questo tipo dall'unica persona che ne ha la legittimità, ovvero il presidente D'Ambrosio». E di veleni sempre si tratta: il bitume figlio del tragico scoppio di mercoledì scorso. I primi a sporcarsi le mani di nero, perlustrando il litorale di Falconara, erano stati i componenti dei comitati di quartiere, poi nella giornata del 9 erano scattati i campionamenti di vigili urbani, Arpam e Capitaneria di porto. L’Api minimizza ma ieri alcuni esponenti dei Verdi, assieme al loro capogruppo in Consiglio regionale Marco Moruzzi, avrebbero girato video compromettenti: alcuni addetti Api a bagno, a caccia di masse bituminose. I video saranno consegnati alla procura della Repubblica, sempre per provare il procurato inquinamento dello scoppio dell’8 settembre. La stessa procura che aveva già ricevuto una relazione dall'Arpam, con la conferma indiretta del nesso causa-effetto tra l'esplosione nel parco bitume e il combustibile a base d'idrocarburi riversatosi in mare. Arpam che, a sua volta, aveva ricevuto i campioni di sostanza bituminosa dal Comune di Falconara, già valutati da Ufficio municipale e Cam bonifiche come esempio delle "quantità massive di idrocarburi solidi e in sospensione" presenti sulle scogliere e sugli arenili. Per quanto riguarda l'entità dell'inquinamento, bisognerà attendere il responso delle analisi di laboratorio in corso all'Arpam di Macerata. Veleni. Veleni a non finire.

Cozze agli idrocarburi, la Finanza ne trova un chilo

Pescate vicino all’Api e pronte per essere vendute

di LETIZIA LARICI

FALCONARA - Un grosso quantitativo di cozze, 1.074 kg, pescato vicino alla piattaforma Api, zona proibita, è stato sequestrato l'altro ieri mattina da una motovedetta della sezione operativa navale della Guardia di Finanza. I molluschi erano contenuti in 43 sacchi abilmente occultati sul fondale marino, in attesa di essere venduti senza passare per i centri di raccolta e controllo sanitario. A insospettire le Fiamme Gialle una bottiglia di plastica, affiorante, ma immobile sull'acqua, all'evidenza un segnale come immediatamente appurato una volta che l'equipaggio ha tentato di afferrarla. I finanzieri infatti non riuscivano a spostare la bottiglia, perché legata attraverso una robusta fune ai sacchi appoggiati sul fondale. Per il recupero dell'ingente quantitativo di cozze ci sono volute diverse ore e si è persino reso necessario l'intervento della squadra sommozzatori. Al termine delle operazioni i molluschi sono stati rigettati in mare. «Questo sistema di pesca di frodo, più volte scoperto dagli uomini delle Fiamme Gialle di Ancona - dicono dal comando del Roan - oltre a creare un danno all'erario rappresenta un potenziale pericolo per la salute pubblica». Nella zona della raffineria vige infatti il divieto di pesca per inquinamento marino, oltre che per motivi di sicurezza. Dall'inizio dell'anno sono oltre 17 mila i Kg di prodotti ittici sequestrati dalla Guardia di Finanza perché sotto misura o pescati in aree interdette.

 
CORRIERE ADRIATICO
Api, esposti a catena e “veleni”

Tre denunce del Comune, strane voci sul bitume disperso. Intanto la Cassazione ha respinto l’istanza di incompatibilità ambientale del processo in corso sull’incendio del 25 agosto ’99

di LORENZO SCONOCCHINI

Un scia di esposti presentati in procura s’accoda all’inchiesta aperta d’ufficio sull’incendio all’Api e potrebbe allungare presto l’elenco dei danneggiati dall’incidente accaduto nell’area bitumi. Si considera tale a pieno titolo, al punto da presentare tre denunce diverse, il Comune di Falconara: due esposti sono dedicati dal legale dell’amministrazione Carletti, l’avvocato Rino Pirani, alla questione dello sversamento di bitume che ha interessato sia il fosso della Rigatta, che scorre accanto alla raffineria, sia il mare e le scogliere più vicine all’impianto petrolchimico, dove dopo l’incidente si notavano grumi di bitume rappreso tanto che il sindaco aveva dovuto firmare un divieto di balneazione sull’intero litorale falconarese. Il terzo esposto riguarda il danno immediato subito dal Comune di Falconara per effetto dell’emergenza scattata alle 7 e 20 dell’8 settembre. Si va dalle ore di lavoro perdute per il colossale ingorgo (molti dipendenti comunali sono arrivati in ufficio con tre ore di ritardo) al danno d’immagine prodotto dallo spaventoso incendio, le cui foto e riprese televisive hanno fatto il giro dei Tg e dei giornali nazionali, vanificando lo sforzo fatto dall’amministrazione per accreditare Falconara Marittima come luogo di villeggiatura. Il Comune è già parte civile nel processo in corso per il rogo in raffineria del 25 agosto ’99, dove chiede venti milioni di euro di risarcimento. Stanno ancora alla finestra, pronti però a entrare da protagonisti nella disputa giudiziaria, i comitati cittadini che da anni si battono contro l’ingombrante presenza della raffineria Hanno raccolto materiale e sono pronti a presentarlo in procura, specie per quanto riguarda lo sversamento di bitume in mare. “Non si sa bene che fine abbia fatto - diceva ieri un esponente dei comitati - aspettiamo di vedere il rapporto dell’Arpam”. Sull’argomento sono arrivati già i primi spifferi in procura, strane voci sull’improvvisa scomparsa del bitume. Ma i pm Tedeschini e Bilotta, impegnati a capire le cause dell’esplosione del serbatoio, indagano solo su denunce circostanziate e non bastano le illazioni per aprire altri fronti dell’inchiesta. Anche per non alimentare quel clima da “assalto alla diligenza” nei confronti dell’Api che nel processo sul rogo del ’99 era stato lamentato da alcuni difensori al punto da presentare al giudice Capezza un’istanza di rimessione in base alla legge Cirami, da cui però il legale dell’Api aveva preso le distanze. “Si è creato un clima del quale potrebbe essere vittima lo stesso giudicante”, aveva spiegato il 23 febbraio l’avvocato Alberto Simeone, difensore di un operaio sott’accusa. L’ambiente sfavorevole era “testimoniato anche dalle continue richieste di costituzione di parte civile di soggetti che hanno interesse ad amplificare l’eco del processo”. Ma la Corte di cassazione ha respinto l’istanza e il processo resta ad Ancona1

E’ slittato il vertice in Regione

FALCONARA - E’ rinviato a lunedì l’incontro fra Comune, Provincia e Regione per discutere della questione Api. La riunione convocata per ieri mattina dall’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani è stata spostata alla prossima settimana e questa volta la lettera di invito è firmata dallo stesso presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio. La richiesta ufficiale di un tavolo di verifica e confronto era arrivata mercoledì (lo stesso giorno del consiglio regionale in parte dedicato all’incidente all’Api) dal sindaco di Falconara Giancarlo Carletti che chiedeva di “un incontro urgente a livello di vertici istituzionali onde costruire un percorso utile per una generale soluzione dei problemi”. “L’incidente dell’8 settembre, ma anche tutto quanto legato alla vicenda dell’area ad alto rischio di crisi ambientale – ha piegato il sindaco Carletti – può e deve trovare risposte convincenti e soluzioni concrete anche sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto nel novembre del 2002 da Regione, Provincia e Comune”. All’invito ha aderito, assicurando la sua presenza, anche il presidente della Provincia, Enzo Giancarli il quale ha detto di “apprezzare questo percorso intrapreso”. “E’ importante che lunedì ci si trovi tutti per discutere insieme ed insieme costruire un percorso – ha dichiarato – non si può essere uniti solo nel momento delle decisioni finali, bisogna lavorare per arrivare ad un progetto, ad una soluzione che sia veramente la più partecipata, ampia e condivisa possibile. Fra Comune, Provincia e Regione ci deve essere un rapporto di pari dignità, lealtà e collaborazione istituzionale”

Sequestrate cozze “pericolose”

Oltre una tonnellata, erano state pescate vicino all’Api

FALCONARA - Un grosso quantitativo di cozze, oltre una tonnellata, pescate vicino alla piattaforma Api di Falconara marittima, e dunque in una zona proibita, è stato sequestrato da una motovedetta della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Ancona, che ha scongiurato così che i molluschi venissero venduti senza passare per i centri di raccolta e controllo sanitario. Le cozze sono state rigettate in mare. Un’operazione più che tempestiva oltre che provvidenziale che documenta quale e quanta sia l’attenzione del corpo ad un fenomeno sempre diffuso. Dall’inizio dell’ anno sono già oltre 17 mila i chilogrammi di prodotti ittici sequestrati dalla Guardia di Finanza perchè sotto misura o pescati in aree vietate.

“No alla lottizzazione”

Il progetto prevede una palestra con tavola calda. Falconara, residenti contro la variante dell’area verde Pallucchini

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Niente variante alla lottizzazione Pallucchini, la palestra con annesso bar-tavola calda e parcheggio sotterraneo invece di occupare l’area verde davanti alle case può essere dislocata nella zona del campo sportivo “Fioretti”. Questa la proposta dei residenti delle vie Montale, Ungaretti, Quasimodo, Aleramo e di piazza Saba, che dopo un incontro con l’assessore Fausto Api ed il dirigente Furio Durpetti, hanno inviato al sindaco Carletti la loro proposta (sottoscritta da quasi 200 persone) per salvare “uno dei pochi spazi verdi rimasti nella zona”. “Le perplessità intorno al progetto della ditta ‘Quercetti’ sono tante – spiega il consigliere diessino Alessandro Giacchetta, portavoce della protesta – e proprio per questo abbiamo deciso di suggerire una soluzione alternativa in grado di coniugare le aspettative dei proprietari del lotto con le esigenze della collettività”. Secondo i residenti le scelte del consiglio comunale sul progetto in questione “non possono prescindere dalla salvaguardia della qualità della vita di coloro che nella zona vivono attualmente e vivranno in futuro”. “E’ anche grazie al vincolo di destinazione che chi ha comperato le abitazioni costruite nella zona è giunto nella determinazione di acquistare – precisa Giacchetta – ed il vincolo era noto anche a chi, a distanza di diversi anni, ha comunque ritenuto opportuno conseguire il possesso dell’area in oggetto. Inoltre l’esame della relazione che accompagna e motiva il progetto dei signori Quercetti non consente di apprezzare i necessari connotati di ‘socialità’ che potrebbero giustificare la modifica ad un piano regolatore approvato da poco più di un anno”. Giacchetti prosegue facendo notare che la relazione di chi ha chiesto la variante “manca di obiettività e contiene affermazioni difficilmente verificabili, non consentendo, in sintesi, di individuare la funzione ‘sociale’ della realizzazione di un edificio di oltre 4000 metri cubi più grande di quello che era previsto nel piano regolatore, anche in considerazione che lo stesso andrebbe a rappresentare la quarta palestra privata presente nella zona”. Altri dubbi nascono a proposito delle osservazioni sui parcheggi, sulla viabilità e sul fatto che “la vendita delle autorimesse servirà a finanziare la costruzione della palestra”. “Non vediamo come ciò possa interessare l’amministrazione comunale dato che il progetto è privato – dice Giacchetta – La palestra sarà forse ceduta gratuitamente al Comune? Verrà forse consentito ai residenti di usufruire gratis della struttura?”. “Il quartiere – assicura il consigliere diessino – ha bisogno di ben altro: di quiete, di spazi verdi attrezzati, di alberi e quant’altro necessario a salvaguardare la qualità della vita”.

 
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