RASSEGNA STAMPA 13.09.2004

 

MESSAGGERO
Solo la pioggia può spegnere le fiaccole

Il maltempo mette in dubbio la manifestazione di questa sera in piazza Mazzini

di MARCO CATALANI

FALCONARA Il maltempo potrebbe spegnere le fiaccole della protesta dopo il rogo all’Api di mercoledì che ha provocato la morte di un camionista e riaperto nella popolazione la ferita-sicurezza. Tutto è praticamente pronto per la manifestazione di stasera (appuntamento in piazza Mazzini per le 21) con tanto di ulteriori adesioni (in queste ore hanno detto sì anche Wwf Italia, associazione Città Viva e Circolo Marinaro dell'Adriatico, e sono ormai undici le associazioni che hanno deciso di prendere parte alla fiaccolata) ma come si comporterà Giove Pluvio? Gli organizzatori - Comitati di Fiumesino, Villanova, 25 Agosto e Medicina Democratica - tengono gli occhi al cielo sperando di vederlo libero dalle nubi, ma intanto anticipano che in caso di maltempo la fiaccolata sarà rinviata di qualche giorno. Non resta che aspettare. Intanto ieri pomeriggio, ad un solo giorno dall'ordinanza con la quale viene proibita a oltranza la balenazione su tutto il tratto di mare falconarese, nuove zolle bituminose sono state rinvenute sulla spiaggia di Villanova. La pioggia invece non ferma il balletto degli interventi politici. Il sindaco Giancarlo Carletti non ha voluto rispondere alla polemica lanciata, in un'intervista al Messaggero , dall'assessore regionale Marco Amagliani, secondo cui il sindaco falconarese ragionerebbe sull'onda dell'emotività. «Se vuole chiudere l'Api - ha detto Amagliani - perché come responsabile della sanità pubblica non emette un'ordinanza? Sarei solidale con lui... Ma so che non lo farà». Se non risponde ad Amagliani, Carletti esprime invece gratitudine al Consiglio comunale di Senigallia, che l'incidente alla raffineria ha approvato una richiesta di revoca della concessione rinnovata dal Regione fino al 2020. Carletti ha apprezzato «la sensibilità manifestata nei confronti dei gravi problemi ambientali di Falconara. Una dimostrazione della tradizionale correttezza che Senigallia e l'intero Consiglio comunale hanno saputo offrire con tempestività e precisione». Non basta. La Federazione provinciale dei Verdi ha chiesto la convocazione di una riunione provinciale di tutto il centrosinistra che ponga la questione Api all'ordine del giorno. «La revoca della concessione - commenta Giorgio Marchetti, presidente provinciale dei Verdi - appare a questo punto un atto dovuto su cui forze politiche e istituzioni debbono ormai pronunciarsi chiaramente per fare tale scelta: non vogliamo alimentare inutili polemiche quanto piuttosto spronare tutto il centrosinistra verso quel passo». Infine anche il circolo falconarese di Forza Italia fa richiesta di un Consiglio comunale straordinario con la questione Api all'ordine del giorno. «Noi - precisa Fi - pensiamo che sia il momento di un serio approfondimento delle motivazioni che hanno portato al rinnovo e, come minimo, di una rigida valutazione circa l'osservanza dei nuovi impegni di sicurezza assunti dall'azienda al momento di ottenerlo, ed il risultato pratico che essi stanno producendo». Contro la raffineria e in contrasto con la posizione espressa dalla triplice sindacale sono scesi in campo anche i Sindacati di base jesini che chiedono a gran voce la chiusura dell'impianto. «La presenza - avvertono - di una vera e propria bomba ecologica ad orologeria sul nostro territorio mette a repentaglio la sicurezza di tutti. La giunta regionale ha rinnovato la concessione all'Api grazie al nuovo piano di sicurezza che produce risultati come quello cui abbiamo assistito»

 
CORRIERE ADRIATICO
Api, perizia sullo scoppio

Intanto i Verdi chiedono la chiusura immediata della raffineria “L’impianto è insicuro e quel tragico incidente potrebbe ripetersi” La procura affida ai tecnici i quesiti sulle cause dell’incidente

di LORENZO SCONOCCHINI

Ormai quel che c’era da rastrellare, tra carte, fotografie, mappe e memorie di computer, è stato acquisito. Lo stesso per i testimoni dell’incidente e per chiunque avesse da dire qualcosa di utile sul funzionamento degli impianti e sullo stoccaggio e l’erogazione del bitume: tutti interrogati. Non resta che affidarsi ai periti per capire quale intoppo o negligenza abbia scatenato il finimondo all’interno della raffineria Api, perché è saltato in aria il serbatoio Tk145, che danneggiando un altro silo ha aperto la cascata di bitume bollente che ha investito Sebastiano Parisse, uccidendolo, e altri tre autotrasportatori in coda per il rifornimento. I pm Bilotta e Tedeschini hanno già scelto uno dei consulenti e presto, forse già oggi, sarà completato il pool di tecnici a cui affidare la perizia. Le ipotesi da valutare sono quelle emerse dai rilievi dei vigili del fuoco o proposte dall’Api stessa, che ad esempio non esclude la possibilità che residui di altri carburanti presenti nei cassoni delle autobotti possano essere filtrati nella cisterna durante i prelievi di bitume. Sembra che non ci siano per ora riscontri concreti, ma la procura, per non escludere nessuna pista, ha chiesto alla Guardia di finanza di verificare nei registri dei materiali in entrata e uscita dalla raffineria quali sostanze erano state trasportate negli ultimi giorni dalle autobotti coinvolte nell’incidente. Ma gli scenari più credibili restano quelli di una perdita di liquido di riscaldamento da una serpentina interna alla cisterna, o di un anomalo sversamento di acqua o altri liquidi nel serbatoio filtrati dall’esterno, dal sistema di pompaggio o dal terreno. Elementi che potrebbero aver favorito l’accumulo di gas o vapore che poi ha scatenato l’esplosione. Intanto continuano le reazioni politiche, con voci sempre più allarmate che sembrano non temere affatto l’accusa di esagerato catastrofismo. Per i Verdi della provincia di Ancona, ad esempio, ci sarebbero “alte probabilità” che l’esplosione e l’incendio di mercoledì possano ripetersi “di qui a poco”. Concordano quindi con il Wwf nel chiedere “un blocco immediato dell’impianto” e una verifica sulla sicurezza del sito. Il presidente provinciale del Sole che ride Giorgio Marchetti afferma che “l'Api è ormai intrinsecamente insicura”, anche perché l’azienda non avrebbe realizzato in tempo utile “i lavori necessari alla sicurezza” dell’area bitumi. L’Api è accusata di aver fatto scelte rivolte “al maggior profitto, a scapito della sicurezza non solo dei lavoratori ma di tutti i cittadini indiscriminatamente”, sia di quelli che abitano vicino alla raffineria che di quanti ci passano accanto in auto o in treno. I piani di lungo periodo “non bastano più”, e la revoca della concessione alla società “appare un atto dovuto, su cui le forze politiche e le istituzioni devono pronunciarsi chiaramente”. I Verdi sollecitano le forze di centro sinistra al governo della provincia di Ancona a convocare una riunione per affrontare il problema. “Altrimenti - scrive Marchetti - saremo noi direttamente responsabili del prossimo incidente”.

 
RESTO DEL CARLINO
Grande fiaccolata per ricordare una vita di paura

Questa sera a Falconara

FALCONARA - Un nuovo rogo da ricordare, una nuova fiaccolata per ribadire l'intolleranza di tanti cittadini nei confronti di un impianto che appena 5 giorni fa, ha fatto da teatro ad un altro incidente mortale. Questo i! significato della manifestazione organizzata per stasera alle 21 in piazza Mazzini dalle associazioni di base di Falconara, che invitano tutti a prendere coscienza di una presenza «pericolosa» per lavoratori ed abitanti. All'aspetto suggestive della fiaccolata si affiancherà infatti un confronto ragionato che si giocherà su due spunti di analisi: innanzitutto, verranno ripercorse le tappe che hanno portato all'«affrettato» rinnovo della concessione all'Api, nonostante studi di riconversione ed indagini epidemiologiche avessero rilevato tutte le criticità legate all'impianto in secondo luogo, verrà esaminato quanto accaduto dal 3 luglio 2003 ad oggi, in un continuo stillicidio di piccoli '"infortuni'' culminati nella tragedia di mercoledì scorso. Il tutto lontano da «interessi politici e facili strumentalizzazioni». «Siamo vaccinati - commenta Loris Calcina, dell'associazione di Villanova - contro le lacrime di coccodrillo ed i buoni propositi del dopo-tragedie. Ci baseremo sui fatti ed abbiamo intenzione di elencare e rendere pubblici gli incidenti ed i conseguenti comportamenti della dirigenza Api dal '98 ad oggi, un elenco che mette in luce l'inaffidabilità di quel gruppo dirigente e che ci fa capire come nessun amministratore pubblico, a tali condizioni, avrebbe dovuto concedere il rinnovo. Da un anno a questa parte abbiamo assistito ad un continuo stillicidio: oltre agli sversamenti in mare, mi riferisco alle esalazioni di idrocarburi registrate a marzo per ben 15 giorni, o ancora al principio di incendio del 10 aprile scorso, che fortunatamente è stato tenuto sotto controllo. A questo punto mi chiedo se, prima di rinnovare la concessione. qualcuno abbia realmente verificato le condizioni di sicurezza e lo stato degli impianti. Oggi nessuno dalla Regione può parlare di inaffidabilità dei livelli di sicurezza della raffineria, quello che c'e ora c'era anche un anno fa. C'e stata incompetenza o malafede da parte delle istituzioni? Noi optiamo per l'incompetenza e riteniamo che ci siano amministratori che se ne dovrebbero andare, per lasciare spazio a chi, al contrario, sarà capace di attuare una svolta radicale a medio-lungo termine sulla realtà produttiva del territorio, non più rinviabile». Proprio in merito allo studio di riconversione, sul sito dei Comitati cittadini e stato pubblicato ieri il testo dello studio Svim, terminato a maggio e reso noto nel giugno 2003 ed ora tornato improvvisamente alla ribalta dell'attenzione pubblica

Chiesto un summit

FALCONARA - Ci sono «alte probabilità» che 1'esplosione e l'incendio di mercoledì scorso alla raffineria Api di Falconara con un morto e tre feriti «possano ripetersi di qui a poco». I Verdi della provincia di Ancona concordano quindi con il Wwf nel chiedere «un blocco immediato dell' impianto», e una verifica sulla sicurezza del sito. Il presidente provinciale del Sole che ride Giorgio Marchetti afferma che «l'Api è ormai intrinsecamente insicura, anche perchè l'azienda non avrebbe realizzato in tempo utile «i lavori necessari alla sicurezza dell'area bitumi dove e avvenuto l'incidente facendo scelte rivolte al maggior profitto, a scapito delta sicurezza non solo dei lavoratori ma di tutti i cittadini indiscriminatamente, compresi i residenti della zona, e le persone ogni giorno che transitano vicino alla raffineria in auto o in treno.» I piani di lungo periodo «non bastano più» e la revoca della concessione a operare ottenuta dalla società appare un atto dovuto, su cui le forze politiche e le istituzioni devono pronunciarsi chiaramente», senza alimentare polemiche inutili sul passato. I Verdi sollecitano le forze di centrosinistra al governo della provincia di Ancona a convocare una riunione per affrontare il problema.

 
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