Falconara,
arriva il divieto di balneazione
Rilevate sostanze inquinanti
sulla costa. Carletti parte all’attacco: ordinanza e nuovo
esposto alla Procura. Troppo bitume, spiaggia off limits
dall’hotel Luca al confine con Ancona
di MARCO CATALANI e LETIZIA
LARICI
FALCONARA - Ancora bitume in
spiaggia e arriva così il divieto di balneazione. Questa
volta gli uomini dei Comitati cittadini hanno rinvenuto
zolle nere a Rocca Mare e a Villanova. Ulteriori
ritrovamenti, fino al confine con l'ex-Montedison, al
confine con il comune di Montemarciano, sono stati fatti
rinvenendo chiazze bituminose di varie grandezze
sull'arenile e sull'acqua. In merito i Comitati ipotizzano
che «la forza del mare che ha sospinto il bitume scaricato
dal fosso Rigatta che scorre all'interno della raffineria
Api possa aver ricoperto con la ghiaia trascinata altro
bitume sotto il litorale di Rocca Mare. Probabilmente non
sapremo mai esattamente quanto bitume sia svasato in mare
dopo l'incidente dell'8 settembre scorso, soprattutto perché
le parti più pesanti potrebbero essersi adagiate sul fondale
marino. Ed è altrettanto sicuro che il mare restituirà alle
nostre coste parte di quel bitume, “rateizzandolo” con le
mareggiate invernali». Venerdì, in seguito al sopralluogo
dei vigili ambientali sono state rinvenute tracce della
stessa sostanza anche sulle scogliere e questo, insieme alla
denuncia fatta dai Comitati di una striscia brunastra al di
fuori delle barriere frangiflutti, ha spinto il sindaco
Giancarlo Carletti a vietare la balneazione su tutto il
territorio falconarese. Così, con ordinanza n.230 del
10/09/04, il sindaco di Falconara «ordina il divieto lungo
il litorale falconarese di balneazione permanente da 100
metri nord del punto 29 (hotel Luca) fino al punto Esino,
lato sud est, e dal punto foce fiume Esino lasto sud est,
estremità sud scogliera Api (ex tiro al piattello)». E
ordina inoltre il divieto di balneazione temporanea «sul
litorale del comune di Falconara dal comune di Montemarciano
al confine con il comune di Ancona». Secondo l'ufficio
ambiente del Comune il provvedimento è stato preso «solo a
titolo di cautela» ma gli operatori sono in subbuglio, anche
se in questi giorni la spiaggia è frequentata solo da
pochissimi appassionati e la stagione nella sua fase
calante. «La gente ha avuto paura - commenta Cristoforo
Caldarella, titolare dei Bagni La Salute - e per fortuna la
stagione è finita anche se avremmo potuto lavorare ancora
qualche giorno. La mia opinione è che la raffineria se ne
deve andare. Noi bagni abbiamo investito tanto e così si
rovina tutto il nostro lavoro. Sto veramente pensando di
citare la raffineria per danni». Il Comune da parte sua ci
ha già pensato. Ha presentato infatti un esposto alla
Procura per denunciare i danni provocati alla costa dal
recente incidente alla raffineria Api. In un’eventuale sede
processuale il Comune si costituirà parte civile e chiederà
il risarcimento per i danni all’ambiente e all’immagine
della città. Preoccupati anche gli operatori turistici. «Un
vero guaio - dice Felice dei Bagni Amato - pensiamo se fosse
successo ad agosto. Qualcuno va a fare il bagno anche se
stamattina dal pontile si vedevano tanti pezzi di catrame
sott'acqua». «Siamo preoccupati - fa eco Gianluca
Guazzarotti, presidente del consorzio Falcomar - per le
nostre attività che in questi anni, grazie al Piano Spiaggia
hanno conosciuto grandi investimenti e miglioramenti sotto
il profilo delle strutture e dei servizi. Se la cosa si
fosse verificata a metà stagione sarebbe stato un brutto
colpo per l'immagine della spiaggia, in un periodo di così
grande rilancio. Stiamo raccogliendo informazioni sia dai
nostri clienti sia dagli agenti dell'ufficio ambiente e
staremo a vedere». |