RASSEGNA STAMPA 11.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
I sindacati però chiedono più sicurezza “Sciopero sì, revoca no”

Assemblea affollata.

di MARINA MINELLI

FALCONARA - L’Api non si tocca. Il messaggio dei sindacati è chiaro e senza condizioni, la sicurezza dei lavoratori e dei residenti va rafforzata, ma “l’azienda resterà dov’è”. Stefano Mastrovincenzo, segretario provinciale della Cisl pur commosso ed ancora sconvolto dai fatti di mercoledì scorso, non ha nessun dubbio sul futuro della raffineria e lo dice ad alta voce ai lavoratori riuniti ieri pomeriggio in assemblea straordinaria. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è la salvaguardia del lavoro, ma vorremmo anche far capire a tutti che questa realtà con opportuni aggiustamenti può e deve convivere con il territorio”.

Insomma un morto, tre feriti gravi e ore di paura per la città a soli cinque anni da un altro incidente di rilievo con in più due morti, non modificano le posizioni dei sindacati che anzi parlano apertamente di “strumentalizzazione pre-elettorale”. “Mezz’ora dopo lo scoppio, quando ancora neanche si sapeva del morto – ha ricordato Mastrovincenzo – era già cominciata la giostra delle dichiarazioni. Forse sarebbe stato più saggio riflettere almeno 24 ore, ma sappiamo che alcuni interlocutori hanno sempre avuto delle posizioni pregiudiziali”. Oggi il tavolo unitario dei sindacati (all’assemblea hanno partecipato anche rappresentanti nazionali di categoria) chiede all’azienda “garanzie per chi sta fuori e per chi sta dentro” ed alle istituzioni “di non interrompere la strada intrapresa”. “La concessione – ha osservato Mastrovincenzo – è stata la scelta giusta e va consolidata. Il percorso verso una maggiore sicurezza è stato fatto, ma adesso va migliorato perché quella morte poteva essere evitata. Tutto questo però non mette affatto in discussione la permanenza dell’azienda sul territorio”.

Scarsi i commenti dei dipendenti, solo Andrea Fiordelmondo (che in apertura aveva chiesto un minuto di silenzio per Sebastiano Parisse) e Alessandro Veroli, entrambi nella Rsu della raffineria, hanno ribadito le questioni sicurezza e lavoro che sono alla base dello sciopero proclamato per lunedì 20 settembre. Di “rischi che possono essere gestiti, perché non viviamo in un modo di parchi e centri commerciali” ha parlato Roberta Rossi dell’osservatorio nazionale Asep-Fulc che però ha chiesto attenzione maggiore per certi settori dell’azienda all’interno dei quali potrebbero agire “lavoratori poco formati, poco informati e con contratti ballerini”. “Comunque – ha precisato la Rossi – le pubbliche amministrazioni non possono stare solo a guardare o a minacciare la revoca della concessione, dovrebbero agire, per esempio controllando le informazioni che vengono diffuse e potrebbero essere meglio gestite”.

Impossibile, secondo Gilberto Zoppi, segretario provinciale della Cgil, pensare ad una revoca della concessione o alla delocalizzazione dell’impianto, “questo è in sito produttivo troppo importante”, ma “non accettiamo che l’azienda scarichi le sue responsabilità, quindi ci auguriamo che la magistratura possa fare presto chiarezza sulle cause dell’incidente. E’ intollerabile che in una struttura come questa non siano state attuate fino in fondo le norme relative alla sicurezza”.

“Gli autisti – ha fatto notare Maurizio Amadori della Cgil trasporti – hanno un patentino che viene rinnovato ogni cinque anni e severe prescrizioni da rispettare altrimenti in modo rigoroso, pena la perdita del lavoro”. Per di più, come ha rilevato Gianni Venturi segretario regionale Cgil Marche, “la zona dove si è verificato l’incidente era stata segnalata dai rappresentanti dei lavoratori, come area con debolezze e criticità evidenti dal punto di vista della sicurezza, per la sua vetustà tecnologica”.

 
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