I sindacati
però chiedono più sicurezza “Sciopero sì, revoca no”
Assemblea affollata.
di MARINA MINELLI
FALCONARA - L’Api non si
tocca. Il messaggio dei sindacati è chiaro e senza
condizioni, la sicurezza dei lavoratori e dei residenti va
rafforzata, ma “l’azienda resterà dov’è”. Stefano
Mastrovincenzo, segretario provinciale della Cisl pur
commosso ed ancora sconvolto dai fatti di mercoledì scorso,
non ha nessun dubbio sul futuro della raffineria e lo dice
ad alta voce ai lavoratori riuniti ieri pomeriggio in
assemblea straordinaria. “Il nostro obiettivo – ha spiegato
– è la salvaguardia del lavoro, ma vorremmo anche far capire
a tutti che questa realtà con opportuni aggiustamenti può e
deve convivere con il territorio”.
Insomma un morto, tre feriti
gravi e ore di paura per la città a soli cinque anni da un
altro incidente di rilievo con in più due morti, non
modificano le posizioni dei sindacati che anzi parlano
apertamente di “strumentalizzazione pre-elettorale”.
“Mezz’ora dopo lo scoppio, quando ancora neanche si sapeva
del morto – ha ricordato Mastrovincenzo – era già cominciata
la giostra delle dichiarazioni. Forse sarebbe stato più
saggio riflettere almeno 24 ore, ma sappiamo che alcuni
interlocutori hanno sempre avuto delle posizioni
pregiudiziali”. Oggi il tavolo unitario dei sindacati
(all’assemblea hanno partecipato anche rappresentanti
nazionali di categoria) chiede all’azienda “garanzie per chi
sta fuori e per chi sta dentro” ed alle istituzioni “di non
interrompere la strada intrapresa”. “La concessione – ha
osservato Mastrovincenzo – è stata la scelta giusta e va
consolidata. Il percorso verso una maggiore sicurezza è
stato fatto, ma adesso va migliorato perché quella morte
poteva essere evitata. Tutto questo però non mette affatto
in discussione la permanenza dell’azienda sul territorio”.
Scarsi i commenti dei
dipendenti, solo Andrea Fiordelmondo (che in apertura aveva
chiesto un minuto di silenzio per Sebastiano Parisse) e
Alessandro Veroli, entrambi nella Rsu della raffineria,
hanno ribadito le questioni sicurezza e lavoro che sono alla
base dello sciopero proclamato per lunedì 20 settembre. Di
“rischi che possono essere gestiti, perché non viviamo in un
modo di parchi e centri commerciali” ha parlato Roberta
Rossi dell’osservatorio nazionale Asep-Fulc che però ha
chiesto attenzione maggiore per certi settori dell’azienda
all’interno dei quali potrebbero agire “lavoratori poco
formati, poco informati e con contratti ballerini”.
“Comunque – ha precisato la Rossi – le pubbliche
amministrazioni non possono stare solo a guardare o a
minacciare la revoca della concessione, dovrebbero agire,
per esempio controllando le informazioni che vengono diffuse
e potrebbero essere meglio gestite”.
Impossibile, secondo Gilberto
Zoppi, segretario provinciale della Cgil, pensare ad una
revoca della concessione o alla delocalizzazione
dell’impianto, “questo è in sito produttivo troppo
importante”, ma “non accettiamo che l’azienda scarichi le
sue responsabilità, quindi ci auguriamo che la magistratura
possa fare presto chiarezza sulle cause dell’incidente. E’
intollerabile che in una struttura come questa non siano
state attuate fino in fondo le norme relative alla
sicurezza”.
“Gli autisti – ha fatto
notare Maurizio Amadori della Cgil trasporti – hanno un
patentino che viene rinnovato ogni cinque anni e severe
prescrizioni da rispettare altrimenti in modo rigoroso, pena
la perdita del lavoro”. Per di più, come ha rilevato Gianni
Venturi segretario regionale Cgil Marche, “la zona dove si è
verificato l’incidente era stata segnalata dai
rappresentanti dei lavoratori, come area con debolezze e
criticità evidenti dal punto di vista della sicurezza, per
la sua vetustà tecnologica”. |