Api, la
proroga sino al 2020 torna sub judice
Regione, verso un clamoroso
dietrofront. Amagliani: «Sistemi di sicurezza inaffidabili».
E i Ds...
di FABIO PIANGERELLI
ANCONA - Senza imbarazzi di
sorta. La Giunta D’Ambrosio è pronta. E’ pronta a chiedere
al consiglio regionale il ritiro dell’atto con cui, lo
scorso anno, la Regione aveva prorogato la concessione alla
raffineria Api di Falconara per dodici anni, a partire dal
2008, quando scadrà quella attuale rilasciata dal Ministero.
L’aria che tira in via Gentile da Fabriano è questa. Una
richiesta che arriverebbe al termine di un processo di
verifica severissimo sull’effettivo rispetto di tutti i
punti del protocollo d’intesa. Il Governatore D’Ambrosio non
esclude nulla e se sarà dietrofront, sarà dietrofront. Senza
imbarazzo. Dovrebbe essere questo il tono dell’intervento
che D’Ambrosio svolgerà mercoledì prossimo, primo consiglio
dopo le ferie, dedicato interamente - l’hanno deciso ieri -
alla tragedia dell’Api. Clima da dietrofront nel
Centrosinistra. Anche perché la proroga era stata approvata
a denti strettissimi e pagando un prezzo altissimo: l’addio
dei Verdi e l’accusa forse populista ma bruciante di
sacrificare la salute di un’intera città - Falconara -
sull’altare dell’occupazione. Proprio recentemente era stato
avviato un percorso di riavvicinamento. Ora, a otto mesi
dalle elezioni, non si potrà non tornare a fare i conti con
quella proroga se il Centrosinistra vorrà presentarsi unito.
I Verdi sono risoluti. Accanto a loro, ecco i Comunisti
Italiani che hanno schierato contro quell’atto addirittura
il segretario nazionale. E ieri ecco la svolta politica.
L’assessore all’Ambiente Marco Amagliani, Rifondazione. Lo
scorso anno era accusato anche dai suoi concittadini per la
sua ferma presa di posizione in favore della proroga.
«Stiamo parlando di 2 mila posti di lavoro», disse. Ma ieri
Amagliani si è defilato: «Il sistema di sicurezza all’Api è
inaffidabile, è necessario verificare, potremmo anche
prendere il provvedimento più drastico». Rifondazione,
Verdi, Pdci: mezza maggioranza di Centrosinistra spinge per
il ritiro della proroga della concessione, che entrerebbe in
vigore a partire dal 2008. Una posizione che pesa. I Ds, non
a caso, non hanno alcuna intenzione di restare col cerino in
mano. Stasera è in programma una direzione regionale. E’
probabile che se ne inizierà a parlare. Motivi per
ripensarci? Li fa intendere già Amagliani: «L' incidente
ripropone drammaticamente il tema della convivenza della
città con tale impianto ad alto rischio. Ritengo che sin qui
- dice Amagliani - l' amministrazione regionale, in merito
al rinnovo della concessione alla Raffineria, abbia operato
razionalmente all'interno di un quadro amministrativo che
non aveva alternative, visti i pareri favorevoli espressi
dai Ministeri competenti (Industria, Sanità, Ambiente) già
rilasciati». Secondo Amagliani «l'impianto prescrittivo e il
protocollo d' intesa stipulato tra Regione, Provincia di
Ancona e Raffineria Api hanno senza dubbio segnato un passo
avanti in termini di rapporti con l'azienda, introducendo
elementi normativi di ulteriore tutela». Purtuttavia, «tutto
ciò si è dimostrato insufficiente e le stesse
contraddittorie dichiarazioni della dirigenza aziendale in
merito all' ultimo gravissimo incidente sono fonte di
ulteriore preoccupazione». «C' è una giusta preoccupazione
della popolazione a cui occorre fornire risposte immediate
ed adeguate» e «dagli esiti della verifica in corso non è
escluso alcun provvedimento, previsto dalla normativa
vigente, sino al più drastico. Ritengo, a questo punto, che
i problemi prioritari siano la tutela della sicurezza, la
qualità ambientale e la salute dei cittadini, che non
possono essere affidati alla buona sorte o al fato, vista l'
inaffidabilità degli attuali sistemi di sicurezza della
raffineria». |