RASSEGNA STAMPA 10.09.2004

 

MESSAGGERO
Api, la proroga sino al 2020 torna sub judice

Regione, verso un clamoroso dietrofront. Amagliani: «Sistemi di sicurezza inaffidabili». E i Ds...

di FABIO PIANGERELLI

ANCONA - Senza imbarazzi di sorta. La Giunta D’Ambrosio è pronta. E’ pronta a chiedere al consiglio regionale il ritiro dell’atto con cui, lo scorso anno, la Regione aveva prorogato la concessione alla raffineria Api di Falconara per dodici anni, a partire dal 2008, quando scadrà quella attuale rilasciata dal Ministero. L’aria che tira in via Gentile da Fabriano è questa. Una richiesta che arriverebbe al termine di un processo di verifica severissimo sull’effettivo rispetto di tutti i punti del protocollo d’intesa. Il Governatore D’Ambrosio non esclude nulla e se sarà dietrofront, sarà dietrofront. Senza imbarazzo. Dovrebbe essere questo il tono dell’intervento che D’Ambrosio svolgerà mercoledì prossimo, primo consiglio dopo le ferie, dedicato interamente - l’hanno deciso ieri - alla tragedia dell’Api. Clima da dietrofront nel Centrosinistra. Anche perché la proroga era stata approvata a denti strettissimi e pagando un prezzo altissimo: l’addio dei Verdi e l’accusa forse populista ma bruciante di sacrificare la salute di un’intera città - Falconara - sull’altare dell’occupazione. Proprio recentemente era stato avviato un percorso di riavvicinamento. Ora, a otto mesi dalle elezioni, non si potrà non tornare a fare i conti con quella proroga se il Centrosinistra vorrà presentarsi unito. I Verdi sono risoluti. Accanto a loro, ecco i Comunisti Italiani che hanno schierato contro quell’atto addirittura il segretario nazionale. E ieri ecco la svolta politica. L’assessore all’Ambiente Marco Amagliani, Rifondazione. Lo scorso anno era accusato anche dai suoi concittadini per la sua ferma presa di posizione in favore della proroga. «Stiamo parlando di 2 mila posti di lavoro», disse. Ma ieri Amagliani si è defilato: «Il sistema di sicurezza all’Api è inaffidabile, è necessario verificare, potremmo anche prendere il provvedimento più drastico». Rifondazione, Verdi, Pdci: mezza maggioranza di Centrosinistra spinge per il ritiro della proroga della concessione, che entrerebbe in vigore a partire dal 2008. Una posizione che pesa. I Ds, non a caso, non hanno alcuna intenzione di restare col cerino in mano. Stasera è in programma una direzione regionale. E’ probabile che se ne inizierà a parlare. Motivi per ripensarci? Li fa intendere già Amagliani: «L' incidente ripropone drammaticamente il tema della convivenza della città con tale impianto ad alto rischio. Ritengo che sin qui - dice Amagliani - l' amministrazione regionale, in merito al rinnovo della concessione alla Raffineria, abbia operato razionalmente all'interno di un quadro amministrativo che non aveva alternative, visti i pareri favorevoli espressi dai Ministeri competenti (Industria, Sanità, Ambiente) già rilasciati». Secondo Amagliani «l'impianto prescrittivo e il protocollo d' intesa stipulato tra Regione, Provincia di Ancona e Raffineria Api hanno senza dubbio segnato un passo avanti in termini di rapporti con l'azienda, introducendo elementi normativi di ulteriore tutela». Purtuttavia, «tutto ciò si è dimostrato insufficiente e le stesse contraddittorie dichiarazioni della dirigenza aziendale in merito all' ultimo gravissimo incidente sono fonte di ulteriore preoccupazione». «C' è una giusta preoccupazione della popolazione a cui occorre fornire risposte immediate ed adeguate» e «dagli esiti della verifica in corso non è escluso alcun provvedimento, previsto dalla normativa vigente, sino al più drastico. Ritengo, a questo punto, che i problemi prioritari siano la tutela della sicurezza, la qualità ambientale e la salute dei cittadini, che non possono essere affidati alla buona sorte o al fato, vista l' inaffidabilità degli attuali sistemi di sicurezza della raffineria».

 
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