An spinge:
«Via, ma con un piano» Fi: «L’azienda ci tranquillizzi»
di CLAUDIA PASQUINI
ANCONA - Concessione sì o no?
Anche a destra perdurano le divisioni. Forza Italia e Udc
ribadiscono la validità della concessione per cui votarono
all'epoca. An, che espresse parere contrario, continua a
sostenere la necessità di una riconversione dell'area nel
lungo periodo e nel frattempo chiede la ristesura
dell'accordo. Unanime è invece l'appello alla proprietà per
innalzare gli standard di sicurezza. «Abbiamo sempre creduto
nel valore imprenditoriale della raffineria Api di Falconara
che per cinquanta anni ha dato sviluppo economico e sociale
alla città e all'intero comprensorio - afferma il
coordinatore regionale di Fi Remigio Ceroni esprimendo forte
solidarietà alla famiglia della vittima e ai tre feriti -
Ciò non toglie che negli ultimi tempi l'impianto ha fatto
crescere serie preoccupazioni in termini di sicurezza.
Malgrado la raffineria abbia cercato di rispondere alle
esigenze del mondo sociale e sindacale - prosegue
l'esponente azzurro - non è riuscita ad evitare questi gravi
fatti luttuosi. Chiediamo quindi che ci sia un forte senso
di responsabilità da parte di tutti e in particolar modo
della proprietà, per un impegno e una disponibilità totale a
fare in modo che le preoccupazioni espresse in questi giorni
vengano accolte e i rischi di perdite di vite umane vengano
ridotti a zero. Il problema della sicurezza - sottolinea
ancora Ceroni - deve essere prioritario rispetto a tutti gli
altri aspetti della questione. I lavoratori e i cittadini
hanno diritto di vivere senza la preoccupazione che sulle
loro spalle incombano pericolosi rischi». Dello stesso
parere l'Udc. «Di fronte a questa tragedia - commenta il
segretario regionale Tonino Pettinari - vogliamo evitare
qualsiasi tipo di strumentalizzazione ed esprimere
innanzitutto cordoglio per la vittima e solidarietà per i
feriti. Non condividiamo assolutamente l'idea di chi, ora,
chiede la cacciata immediata degli stabilimenti. Sulla loro
presenza nel territorio non abbiamo dubbi. Concordiamo però
con il presidente della Regione D'Ambrosio sulla necessità
di controllare che tutte le prescrizioni siano state
rispettate e di pensarne delle nuove se quelle sottoscritte
non sono ritenute più sufficienti». Pettinari si sofferma
anche sulla denuncia fatta ieri dai sindacati riguardo il
fatto che il responsabile della sicurezza aveva già mesi fa
dichiarato l'area di stoccaggio bitumi della raffineria a
rischio. «Non ho motivo per dubitare di quanto detto dai
sindacati - spiega - e mi rimane il convincimento che non
tutto il possibile per evitare la disgrazia sia stato fatto.
Sarebbe gravissimo e per questo auspico che la magistratura
possa far piena luce sull'accaduto». Diversa la posizione di
An. «Chi votò sì si risparmi le lacrime di coccodrillo. Non
votammo quel protocollo - dice il coordinatore regionale
Carlo Ciccioli - perché ritenevamo che non desse garanzie
sufficienti. L'accordo deve essere riscritto e le condizioni
devono essere dettate dalla Regione e non dall'Api nel
massimo rispetto della sicurezza dei lavoratori e dei
cittadini. La delocalizzazione? Farla subito è impossibile
tenendo conto che all'Api è anche legata una centrale di
coogenerazione elettrica di cui non possiamo attualmente
fare a meno. Ma è invece possibile ragionare per una
riconversione dell'area nel lungo periodo». |