RASSEGNA STAMPA 10.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
Falconara vuol chiedere i danni

Amagliani conferma le parole di D’Ambrosio ma dice la sua “Niente sciacallaggi Vero però che i sistemi di sicurezza attuali della raffineria sono inaffidabili” Il rinnovo della concessione firmato lo scorso anno torna nell’occhio del ciclone L’assessore regionale: “Le contraddittorie dichiarazioni della dirigenza aziendale sono fonte di ulteriore preoccupazione” L’ufficio legale del Comune al lavoro: “L’incidente ha compromesso l’immagine della città”

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Adesso il comune di Falconara è pronto a chiedere i danni. E a quanto pare il legale di fiducia del sindaco Carletti, l’avvocato Rino Pirani (lo stesso cui fu affidato l’anno passato il ricorso al Tar contro il rinnovo della concessione) è al lavoro già dall’altro ieri per studiare il da farsi. “L’incidente di mercoledì – spiega Furio Durpetti, dirigente all’urbanistica, nonché uomo di fiducia del primo cittadino – ha compromesso l’immagine della città, rischiando di vanificare il lavoro di questi ultimi anni per il rilancio anche turistico di Falconara, senza non dire poi dei pericoli per la salute dei cittadini e per l’ambiente”.

Non è escluso, quindi che si arrivi a parlare anche di disastro ambientale visti i residui di bitume arrivati fin sulla spiaggia e le vistose chiazze nere in mare. Insomma, per l’amministrazione cittadina il tragico incidente costato la vita ad un autotrasportatore è stato la conferma dell’incompatibilità difficilissima dell’azienda con il territorio. Nulla di nuovo, visto che nel giugno 2003 il sindaco Carletti aveva deciso di non sottoscrivere il protocollo d’intesa proposto dalla Regione Marche e propedeutico al rinnovo della concessione. Nessuno all’epoca era riuscito a fargli cambiare opinione, anzi poco dopo era arrivato anche un ricorso al Tar nel quale il Comune chiedeva di annullare l’atto regionale.

Intanto il 2 luglio 2003 (la firma D’Ambrosio-Brachetti Peretti era avvenuta il 30 giugno) l’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani spedisce ai falconaresi una lettera nella quale illustra la situazione e i motivi della scelta. “Siamo tutti consapevoli del problema Api – scriveva l’assessore – ma siamo altrettanto convinti che la soluzione alternativa, ci avrebbe fatto imboccare, nelle condizioni attuali una strada avventurosa dal punto di vista economico, sociale ed ambientale”.

Riconversione, ricollocamento dei lavoratori, bonifica dell’area, questi i dubbi di Amagliani che rassicura però i concittadini: “il nostro dovere di governare consiste anche, e forse soprattutto, in casi difficili come questo, nella capacità di immaginare e poi mettere in atto un processo che tenga insieme tutela e sviluppo, sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, capacità produttiva e di forte innovazione dell’azienda”. La garanzia, secondo l’assessore Amagliani, sono le “prescrizioni” con le quali viene imposto all’Api “il rispetto di tutti i parametri sulla sicurezza”.

Ora, dopo il rogo, il morto, i tre feriti e i momenti di paura per la nube nera sopra Falconara, Amagliani ammette che “tutto ciò si è dimostrato insufficiente e le stesse contraddittorie dichiarazioni della dirigenza aziendale in merito all’ultimo gravissimo incidente sono fonte di ulteriore preoccupazione”. “L’incidente – dichiara l’assessore – ripropone drammaticamente il tema della convivenza della città con un impianto ad alto rischio. C’è una giusta preoccupazione della popolazione a cui occorre fornire risposte immediate ed adeguate rifuggendo da facili populismi e inutile demagogia, quando non anche sciacallaggio politico, sapendo che tale incidente purtroppo occorso, non ha nulla a che vedere con l’ultimo rinnovo di concessione, in quanto già la precedente concessione ministeriale sarebbe scaduta comunque tra quattro anni, nel 2008”. L’assessore però non esclude provvedimenti, persino “drastici” e prosegue evidenziando che “tutela della sicurezza, la qualità ambientale e la salute dei cittadini non possono essere affidati alla buona sorte o al fato, vista l’inaffidabilità degli attuali sistemi di sicurezza della raffineria”. L’inversione di tendenza, a conclude dell’assessore Amagliani, è necessaria e dovrà passare attraverso lo studio di “scenari completamente diversi”, tenendo obbligatoriamente conto però del “delicatissimo contesto socio-economico”.

Torna insomma in discussione quel famigerato rinnovo della concessione in cui ovviamente, si era pensato di sostenere l’economia del Comune di Falconara (e della Regione) con la presenza del polo petrolchimico vincolandolo ad approfondite misure e dispositivi di sicurezza. Un percorso dialogico che poteva anche sembrare comprensibile seppur non condivisibile, come appunto fatto dal sindaco Carletti.

Il vero problema a questo punto è riuscire a gestire il malcontento della gente, realmente in tensione per una questione che ritorna prepotentemente di attualità. E sarà un punto di vista da non sottovalutare perchè se i poli in gioco (Api, Comune e Regione) formano un triangolo ad alta intensità, è altrettanto indiscutibile che agli “abitanti” di questo triangolo vadano date spiegazioni, o quantomeno rassicurazioni. Un sentiero di convivenza difficile insomma, quello che si prospetta per le istituzioni e va ad intrecciarsi con le esigenze dell’azienda che, non meno della popolazione, si starà chiedendo perchè ancora è successo un inferno all’interno della raffineria.

 
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