Falconara
vuol chiedere i danni
Amagliani conferma le parole
di D’Ambrosio ma dice la sua “Niente sciacallaggi Vero però
che i sistemi di sicurezza attuali della raffineria sono
inaffidabili” Il rinnovo della concessione firmato lo scorso
anno torna nell’occhio del ciclone L’assessore regionale:
“Le contraddittorie dichiarazioni della dirigenza aziendale
sono fonte di ulteriore preoccupazione” L’ufficio legale del
Comune al lavoro: “L’incidente ha compromesso l’immagine
della città”
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Adesso il comune
di Falconara è pronto a chiedere i danni. E a quanto pare il
legale di fiducia del sindaco Carletti, l’avvocato Rino
Pirani (lo stesso cui fu affidato l’anno passato il ricorso
al Tar contro il rinnovo della concessione) è al lavoro già
dall’altro ieri per studiare il da farsi. “L’incidente di
mercoledì – spiega Furio Durpetti, dirigente
all’urbanistica, nonché uomo di fiducia del primo cittadino
– ha compromesso l’immagine della città, rischiando di
vanificare il lavoro di questi ultimi anni per il rilancio
anche turistico di Falconara, senza non dire poi dei
pericoli per la salute dei cittadini e per l’ambiente”.
Non è escluso, quindi che si
arrivi a parlare anche di disastro ambientale visti i
residui di bitume arrivati fin sulla spiaggia e le vistose
chiazze nere in mare. Insomma, per l’amministrazione
cittadina il tragico incidente costato la vita ad un
autotrasportatore è stato la conferma dell’incompatibilità
difficilissima dell’azienda con il territorio. Nulla di
nuovo, visto che nel giugno 2003 il sindaco Carletti aveva
deciso di non sottoscrivere il protocollo d’intesa proposto
dalla Regione Marche e propedeutico al rinnovo della
concessione. Nessuno all’epoca era riuscito a fargli
cambiare opinione, anzi poco dopo era arrivato anche un
ricorso al Tar nel quale il Comune chiedeva di annullare
l’atto regionale.
Intanto il 2 luglio 2003 (la
firma D’Ambrosio-Brachetti Peretti era avvenuta il 30
giugno) l’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani
spedisce ai falconaresi una lettera nella quale illustra la
situazione e i motivi della scelta. “Siamo tutti consapevoli
del problema Api – scriveva l’assessore – ma siamo
altrettanto convinti che la soluzione alternativa, ci
avrebbe fatto imboccare, nelle condizioni attuali una strada
avventurosa dal punto di vista economico, sociale ed
ambientale”.
Riconversione, ricollocamento
dei lavoratori, bonifica dell’area, questi i dubbi di
Amagliani che rassicura però i concittadini: “il nostro
dovere di governare consiste anche, e forse soprattutto, in
casi difficili come questo, nella capacità di immaginare e
poi mettere in atto un processo che tenga insieme tutela e
sviluppo, sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, capacità
produttiva e di forte innovazione dell’azienda”. La
garanzia, secondo l’assessore Amagliani, sono le
“prescrizioni” con le quali viene imposto all’Api “il
rispetto di tutti i parametri sulla sicurezza”.
Ora, dopo il rogo, il morto,
i tre feriti e i momenti di paura per la nube nera sopra
Falconara, Amagliani ammette che “tutto ciò si è dimostrato
insufficiente e le stesse contraddittorie dichiarazioni
della dirigenza aziendale in merito all’ultimo gravissimo
incidente sono fonte di ulteriore preoccupazione”.
“L’incidente – dichiara l’assessore – ripropone
drammaticamente il tema della convivenza della città con un
impianto ad alto rischio. C’è una giusta preoccupazione
della popolazione a cui occorre fornire risposte immediate
ed adeguate rifuggendo da facili populismi e inutile
demagogia, quando non anche sciacallaggio politico, sapendo
che tale incidente purtroppo occorso, non ha nulla a che
vedere con l’ultimo rinnovo di concessione, in quanto già la
precedente concessione ministeriale sarebbe scaduta comunque
tra quattro anni, nel 2008”. L’assessore però non esclude
provvedimenti, persino “drastici” e prosegue evidenziando
che “tutela della sicurezza, la qualità ambientale e la
salute dei cittadini non possono essere affidati alla buona
sorte o al fato, vista l’inaffidabilità degli attuali
sistemi di sicurezza della raffineria”. L’inversione di
tendenza, a conclude dell’assessore Amagliani, è necessaria
e dovrà passare attraverso lo studio di “scenari
completamente diversi”, tenendo obbligatoriamente conto però
del “delicatissimo contesto socio-economico”.
Torna insomma in discussione
quel famigerato rinnovo della concessione in cui ovviamente,
si era pensato di sostenere l’economia del Comune di
Falconara (e della Regione) con la presenza del polo
petrolchimico vincolandolo ad approfondite misure e
dispositivi di sicurezza. Un percorso dialogico che poteva
anche sembrare comprensibile seppur non condivisibile, come
appunto fatto dal sindaco Carletti.
Il vero problema a questo
punto è riuscire a gestire il malcontento della gente,
realmente in tensione per una questione che ritorna
prepotentemente di attualità. E sarà un punto di vista da
non sottovalutare perchè se i poli in gioco (Api, Comune e
Regione) formano un triangolo ad alta intensità, è
altrettanto indiscutibile che agli “abitanti” di questo
triangolo vadano date spiegazioni, o quantomeno
rassicurazioni. Un sentiero di convivenza difficile insomma,
quello che si prospetta per le istituzioni e va ad
intrecciarsi con le esigenze dell’azienda che, non meno
della popolazione, si starà chiedendo perchè ancora è
successo un inferno all’interno della raffineria. |