RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

MESSAGGERO
«Increduli per la fine atroce di Sebastiano»

A casa Parisse rigettano la tesi della fatalità

di LORENA CELLINI

PORTO POTENZA PICENA - Quartiere Spinnaker, via Aldo Moro. Nella villetta dei Parisse, al civico 13, è piombata dal telegiornale la notizia dello scoppio alla raffineria. Sotto il portico, parenti e amici fanno scudo alla famiglia. Intorno, i vicini e la vita di sempre. Non sanno ancora niente e poco conoscevano Sebastiano, abruzzese, da anni trapiantato qui. Bisogna scendere da questa collina, andare in paese, al campo sportivo, per capire chi era. Qui coltivava una delle sue passioni, il calcio, dopo quella per la famiglia e il fratello disabile, che assisteva, ospite all’istituto S. Stefano. E bisogna parlare con Rossano Bravi, titolare dell’azienda recanatese dove Sebastiano lavorava da cinque anni, per capire il vuoto che ha lasciato. «Ho perso un amico - racconta - una persona squisita, onesta, un gran lavoratore, serio e prudente». Bravi è inchiodato dalle otto del mattino nella raffineria: «ho sperato fino all’ultimo che potesse essersi messo in salvo e invece... L’incidente? Non mi esprimo. Spero che la magistratura faccia chiarezza». E ancora: «in azienda siamo in otto. Eravamo più che colleghi, eravamo amici e condividevamo anche le ore fuori dal lavoro. Capisce come mi sento?». Piegata dal dolore, chiusa in casa, la famiglia: la vedova, Giovanna Torresi di 45 anni, da Sebastiano conosciuta e sposata nelle Marche, e i figli, Marco di 19 anni e Simone di 24, entrambi cuochi a San Benedetto del Tronto e a Civitanova Alta. Tra queste mura si è passati dalla speranza al dramma quando è arrivata la notizia del ritrovamento del corpo. E nessuno accetta la versione Api: un errore operativo. «L’urto di una betoniera contro il sistema di carico? Non ci credo» dice Simone. Anche gli amici descrivono Sebastiano come «una persona prudente nel lavoro». Famiglia, solidarietà, sport nella sua vita. Il calcio la vera passione, da sempre: prima come portiere nel Porto Potenza e poi come dirigente del Porto 99, squadra che milita in 2a categoria. Incredulo Andrea Paniconi, dirigente del Porto 99: «ho solo buoni ricordi di lui. Era un uomo corretto e leale». Luca Balestra, presidente della società, ci aveva di recente parlato al telefono: «si era tenuto fuori dagli incarichi per un anno. Ma, sapevo quanto valeva, l’ho chiamato per chiedergli di tornare tra noi ed era disponibile». Fino a dieci anni fa Parisse aveva lavorato nel calzaturificio Ruggeri e Pagnanini di Porto Potenza. Poi, il cambiamento; camionista presso la Rossini autotrasporti di Montelupone, poi alla Cacim, cooperativa di padroncini di Montecassiano. Ovunque, ha lasciato buoni ricordi.

 
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