RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

MESSAGGERO
«Si indaghi sul rinnovo della concessione»

Attacco senza precedenti del sindaco di Falconara che chiama in causa i meccanismi che hanno portato D’Ambrosio alla proroga. Carletti, esposto alla procura: «La Raffineria opera secondo una logica che ci sfugge»

di MARCO CATALANI

FALCONARA- «Chiudete, chiedete la raffineria». Il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti ritorna alla carica. Lui, come tutti i cittadini di Falconara, sono tornati a quel drammatico 25 agosto del ’99. Le esplosioni, il fumo. Gli appelli all’evacuazione, i malati portati via con laambulanze. Che mattinata, che incubo. A Villanova, dove ora sono affissi striscioni con la parola "vergogna", sono stati addirittura trovati i pezzi del serbatoio di bitume coinvolto nell'esplosione. «Mi sono accorto - spiega Franco Budini, del comitato di Fiumesino - perché ho sentito vibrare la serranda...». Chi aveva l'auto non ha perso tempo ed è fuggito: alcuni infermi sono stati portati con le ambulanze del 118 all'ospedale di Chiaravalle. Inizia il tam tam delle notizie: il sito del 25 Agosto è aggiornato in tempo reale. Arriva la nota del sindaco Giancarlo Carletti, chiede «la revoca immediata della concessione». «Mai come in questo momento - ha scritto in una lettera inviata alla procura della Repubblica di Ancona, al presidente della Regione Marche e alla stampa - si rafforza la nostra avversione al provvedimento che ha rinnovato la concessione per la Raffineria Api, contro il quale facciamo drammatico appello per l' immediata revoca». Secondo Carletti il rinnovo della concessione è stato «un provvedimento inspiegabile, intempestivo, non approfondito, contrario alle scelte fondamentali attuate per il territorio di Falconara attraverso i piani di sviluppo di cui il Comune si è dotato». Un provvedimento «disinvolto, sprezzante delle prerogative dell'Ente locale, delle esigenze della popolazione , salute, sicurezza, sviluppo, obbediente ad una logica che ci sfugge». Il sindaco sollecita dunque «l'intervento più deciso della magistratura affinchè, una volta per sempre, indaghi e si pronunci sulla legittimità dei provvedimenti autorizzativi adottati dalla Regione Marche per la prosecuzione dell'attività della Raffineria e, quindi, della sua compatibilità con la sicurezza, la vivibilità e l'ambiente di un centro fortemente antropizzato». Secondo Carletti si deve indagare soprattutto sul «perchè il rinnovo della concessione sia stato rilasciato con tanto anticipo rispetto alla scadenza contrattuale del 2008». Questo «non solo considerando la complessa situazione di degrado e di minaccia alla salute dei cittadini, degrado e minaccia che permanentemente incombono sulla città, ma anche per la sicurezza di tutti i cittadini italiani che nelle deprecate circostanze si trovano a transitare su questo territorio e, addirittura, nella immediata prossimità della Raffineria». Anche la politica si mette in moto: An accusa la regione e ribadisce «le forti perplessità sull'incompatibilità tra raffineria e Falconara». Massimo Binci, ex-assessore provinciale all'ambiente chiede che si rimetta in primo piano il progetto di dismissione e riconversione». I Ds chiedono che la città cessi di «essere ostaggio di interessi e scelte che nulla hanno a che vedere con quanto sostengono i cittadini ed i loro rappresentanti».

 
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