«Si indaghi
sul rinnovo della concessione»
Attacco senza precedenti del
sindaco di Falconara che chiama in causa i meccanismi che
hanno portato D’Ambrosio alla proroga. Carletti, esposto
alla procura: «La Raffineria opera secondo una logica che ci
sfugge»
di MARCO CATALANI
FALCONARA- «Chiudete,
chiedete la raffineria». Il sindaco di Falconara Giancarlo
Carletti ritorna alla carica. Lui, come tutti i cittadini di
Falconara, sono tornati a quel drammatico 25 agosto del ’99.
Le esplosioni, il fumo. Gli appelli all’evacuazione, i
malati portati via con laambulanze. Che mattinata, che
incubo. A Villanova, dove ora sono affissi striscioni con la
parola "vergogna", sono stati addirittura trovati i pezzi
del serbatoio di bitume coinvolto nell'esplosione. «Mi sono
accorto - spiega Franco Budini, del comitato di Fiumesino -
perché ho sentito vibrare la serranda...». Chi aveva l'auto
non ha perso tempo ed è fuggito: alcuni infermi sono stati
portati con le ambulanze del 118 all'ospedale di
Chiaravalle. Inizia il tam tam delle notizie: il sito del 25
Agosto è aggiornato in tempo reale. Arriva la nota del
sindaco Giancarlo Carletti, chiede «la revoca immediata
della concessione». «Mai come in questo momento - ha scritto
in una lettera inviata alla procura della Repubblica di
Ancona, al presidente della Regione Marche e alla stampa -
si rafforza la nostra avversione al provvedimento che ha
rinnovato la concessione per la Raffineria Api, contro il
quale facciamo drammatico appello per l' immediata revoca».
Secondo Carletti il rinnovo della concessione è stato «un
provvedimento inspiegabile, intempestivo, non approfondito,
contrario alle scelte fondamentali attuate per il territorio
di Falconara attraverso i piani di sviluppo di cui il Comune
si è dotato». Un provvedimento «disinvolto, sprezzante delle
prerogative dell'Ente locale, delle esigenze della
popolazione , salute, sicurezza, sviluppo, obbediente ad una
logica che ci sfugge». Il sindaco sollecita dunque
«l'intervento più deciso della magistratura affinchè, una
volta per sempre, indaghi e si pronunci sulla legittimità
dei provvedimenti autorizzativi adottati dalla Regione
Marche per la prosecuzione dell'attività della Raffineria e,
quindi, della sua compatibilità con la sicurezza, la
vivibilità e l'ambiente di un centro fortemente antropizzato».
Secondo Carletti si deve indagare soprattutto sul «perchè il
rinnovo della concessione sia stato rilasciato con tanto
anticipo rispetto alla scadenza contrattuale del 2008».
Questo «non solo considerando la complessa situazione di
degrado e di minaccia alla salute dei cittadini, degrado e
minaccia che permanentemente incombono sulla città, ma anche
per la sicurezza di tutti i cittadini italiani che nelle
deprecate circostanze si trovano a transitare su questo
territorio e, addirittura, nella immediata prossimità della
Raffineria». Anche la politica si mette in moto: An accusa
la regione e ribadisce «le forti perplessità
sull'incompatibilità tra raffineria e Falconara». Massimo
Binci, ex-assessore provinciale all'ambiente chiede che si
rimetta in primo piano il progetto di dismissione e
riconversione». I Ds chiedono che la città cessi di «essere
ostaggio di interessi e scelte che nulla hanno a che vedere
con quanto sostengono i cittadini ed i loro rappresentanti».
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