Rogo in
raffineria, un morto e 3 feriti
Nube nera su Falconara. Il
sindaco: quell’impianto ora va chiuso
di Daniela Camboni
FALCONARA MARITTIMA (Ancona)
- Non ha fatto neppure in tempo a chiedere aiuto: l’ondata
di bitume incandescente l’ha sommerso e carbonizzato
all’istante. Un inferno, quello divampato ieri mattina,
verso le 7.15 alla raffineria petrolifera Api di Falconara
Marittima per colpa dell’esplosione di una cisterna. Almeno
così sembrerebbe dai primi rilevamenti nell’impianto,
incluso nella lista Seveso come «a rischio di incidente
rilevante», da tempo al centro di polemiche. Ieri, mentre
una nube nera si diffondeva sulla città, nella raffineria è
morto Sebastiano Parisse, 49 anni, un camionista abruzzese
che con alcuni colleghi stava riempiendo l’autobotte di
bitume. Due compagni sono riusciti a scappare, inseguiti
dall’onda di catrame a 180 gradi. Un quarto, caduto a terra,
è riuscito a rialzarsi: trasportato al Centro grandi
ustionati di Padova, i medici gli hanno riscontrato ustioni
gravi nel 50% del corpo. Una tragedia vissuta in diretta da
tutta Falconara. La statale Adriatica 186 è stata bloccata,
così come la linea ferroviaria Bologna Ancona. «Non ci hanno
avvertiti, la sirena dell’impianto è rimasta silenziosa»,
protestano i comitati cittadini che da tempo combattono
contro la raffineria, considerata poco sicura (qualche anno
fa ci furono altri due morti) e troppo vicina al centro
abitato e all’aeroporto Raffaello Sanzio. Secondo gli
esperti dell’Arpam, però, la nube non era tossica e nessuno
ieri ha corso pericolo. La magistratura ha aperto
un’inchiesta. Il sindaco Giancarlo Carletti ha chiesto la
«revoca immediata della concessione alla Raffineria Api»,
rinnovata un anno fa dalla Regione. |