RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
“La nube di fumo non era tossica”

Le analisi dell’Arpam sull’aria

FALCONARA - Quella nube di fumo non era un pericolo pubblico. Respirare aria con residui di bitume combusto non è certo gradevole, anzi può innescare disturbi in chi soffre di malattie respiratorie, ma la colonna nerastra che s’è alzata dall’impianto della raffineria non era tossica e per fortuna anche il vento a contribuito a disperderla abbastanza velocemente. Il responso dei tecnici dell’Arpam, l’agenzia regionale che si occupa di protezione dell’ambiente, è stato subito abbastanza rassicurante, scongiurando minacce per la popolazione dovute all’aria. Già nelle primissime fasi dell’emergenza all’Arpam è stato affidato il compito di monitorare con estrema attenzione la colonna di fumo scaturita dalla combustione, seguendo l’andamento dei venti per valutare possibili ricadute nelle aree urbane. Già dai primi rilievi, poi confermati dalle analisi proseguite nell’arco della giornata, è emerso che il fumo di bitume combusto non era tossico. Lo conferma il fatto che le ambulanze del 118 attivate non hanno dovuto soccorre persone intossicate, nemmeno fra la popolazione residente nella zona più vicina all’impianto petrolchimico, nonostante l’enorme colonna di fumo che il rogo ha liberato nell’aria.

Ma l’incidente di ieri, sembra destinato ad attivare una pioggia di iniziative legali. Il Codacons ha presentato in procura un esposto in cui ci va pesante, parlando addirittura di “strage” e chiedendo la chiusura “immediatamente e senza esitazioni” della raffineria e l’accertamento del funzionamento del piano di emergenza esterna. Per l’associazione l’incidente di ieri “getta ombre inquietanti sulla sicurezza e sulle garanzie di incolumità per le persone che abitano nell’area della raffineria, soprattutto se si considerano le denunce dei comitati locali sul mancato funzionamento del piano di emergenza esterna. Il Codacons invita i cittadini di Falconara che abbiano subito disagi a seguito dell’incendio alla raffineria (“si pensi non solo a quelli legati alle strade chiuse come ritardi, appuntamenti mancati, ma anche alla paura, allo stress e all’ansia subita dai residenti”) a rivolgersi alla sede regionale dell’associazione per avanzare al giudice di pace richiesta di risarcimento danni.

 
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