L’esplosione? Per l’Api è un mistero
Aperta un’indagine interna.
Al momento dell’incidente c’erano due operai della
raffineria e sei autocisterne
di E.C.
FALCONARA - “Non siamo ancora
in grado di spiegare le ragioni di quanto avvenuto in modo
più preciso di quanto abbiamo già fatto”. Così
l’amministratore delegato della Raffineria Api Franco
Brunetti. Brunetti, affiancato dal vicedirettore della
Raffineria Enzo Maurizi, ha poi aggiunto, citando notizie
avute dal datore di lavoro dello sfortunato camionista, che
Parisse, l’autista dell’ autocisterna andata distrutta nella
fase di caricamento del bitume, era esperto della manovra.
Ma riguardo all’origine dell’incidente, l’amministratore
delegato ha riferito che “da un’analisi tecnica fatta con il
comandante interregionale e il comandante provinciale dei
vigili del fuoco non è stato possibile individuare una causa
certa che possa spiegare quanto è accaduto”. Nel primo
incontro in mattinata con i giornalisti, Brunetti aveva
ipotizzato un urto tra l’autocisterna che stava caricando e
l’apparato di caricamento. Per chiarire la dinamica, l’Api
ha istituito un gruppo di lavoro per effettuare un’indagine
interna e “risalire alle cause, individuare gli elementi
scatenanti e, eventualmente, se ce n' è bisogno, porre
rimedi”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Brunetti
e Maurizi hanno riferito che il serbatoio imploso “non stava
ricevendo alcunché, non vi era in corso alcun colaggio di
sostanze, in quanto questa operazione inizia alle 8”.
Riguardo alla sicurezza dell’operazione, i due hanno
rilevato che “nelle aree di carico, le procedure sono più
normate, particolarmente sotto controllo”. Quindi,
osservando che la temperatura di infiammbilità del bitume è
di 250 gradi e che il prodotto viene stoccato nei serbatoi a
170-180 gradi, riguardo all’elemento scatenante “parlare di
fiammata è improprio”. “L’ipotesi che viene naturale - hanno
ribadito - è quella di un impatto; ma vi sono indagini in
corso”. Secondo i dirigenti “non risulta vi siano state più
di un’ esplosione”, ammettendo che “cosa sia esploso non lo
sappiamo ancora”. I vertici della raffineria hanno fornito
altri particolari: l’area coinvolta è di 4-500 metri
quadrati, mentre il serbatoio imploso, al momento
dell’incidente, era pieno a metà, con circa 500 metri cubi
di prodotto. Nel momento fatidico l’autocisterna di Parisse
aveva caricato circa 10 metri cubi di prodotto, trovandosi,
pertanto, all’inizio dell’operazione. Nella zona c' erano
sei autocisterne, cinque sono rimaste coinvolte
nell’incidente (una solo marginalmente), mentre una, quella
di Parisse appunto, è andata distrutta. Nell’area si
trovavano sei persone, due dipendenti dell’Api - rimasti
incolumi - e sei autisti. Brunetti ha confermato le
condizioni dei tre feriti: il più grave trasportato in
elicottero a Padova con ustioni sul 40% della superficie
corporea, un altro - ricoverato a Torrette di Ancona - con
ustioni sul 10% della pelle, il terzo già dimesso dall’
ospedale anconetano. |