RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
L’esplosione? Per l’Api è un mistero

Aperta un’indagine interna. Al momento dell’incidente c’erano due operai della raffineria e sei autocisterne

di E.C.

FALCONARA - “Non siamo ancora in grado di spiegare le ragioni di quanto avvenuto in modo più preciso di quanto abbiamo già fatto”. Così l’amministratore delegato della Raffineria Api Franco Brunetti. Brunetti, affiancato dal vicedirettore della Raffineria Enzo Maurizi, ha poi aggiunto, citando notizie avute dal datore di lavoro dello sfortunato camionista, che Parisse, l’autista dell’ autocisterna andata distrutta nella fase di caricamento del bitume, era esperto della manovra. Ma riguardo all’origine dell’incidente, l’amministratore delegato ha riferito che “da un’analisi tecnica fatta con il comandante interregionale e il comandante provinciale dei vigili del fuoco non è stato possibile individuare una causa certa che possa spiegare quanto è accaduto”. Nel primo incontro in mattinata con i giornalisti, Brunetti aveva ipotizzato un urto tra l’autocisterna che stava caricando e l’apparato di caricamento. Per chiarire la dinamica, l’Api ha istituito un gruppo di lavoro per effettuare un’indagine interna e “risalire alle cause, individuare gli elementi scatenanti e, eventualmente, se ce n' è bisogno, porre rimedi”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Brunetti e Maurizi hanno riferito che il serbatoio imploso “non stava ricevendo alcunché, non vi era in corso alcun colaggio di sostanze, in quanto questa operazione inizia alle 8”. Riguardo alla sicurezza dell’operazione, i due hanno rilevato che “nelle aree di carico, le procedure sono più normate, particolarmente sotto controllo”. Quindi, osservando che la temperatura di infiammbilità del bitume è di 250 gradi e che il prodotto viene stoccato nei serbatoi a 170-180 gradi, riguardo all’elemento scatenante “parlare di fiammata è improprio”. “L’ipotesi che viene naturale - hanno ribadito - è quella di un impatto; ma vi sono indagini in corso”. Secondo i dirigenti “non risulta vi siano state più di un’ esplosione”, ammettendo che “cosa sia esploso non lo sappiamo ancora”. I vertici della raffineria hanno fornito altri particolari: l’area coinvolta è di 4-500 metri quadrati, mentre il serbatoio imploso, al momento dell’incidente, era pieno a metà, con circa 500 metri cubi di prodotto. Nel momento fatidico l’autocisterna di Parisse aveva caricato circa 10 metri cubi di prodotto, trovandosi, pertanto, all’inizio dell’operazione. Nella zona c' erano sei autocisterne, cinque sono rimaste coinvolte nell’incidente (una solo marginalmente), mentre una, quella di Parisse appunto, è andata distrutta. Nell’area si trovavano sei persone, due dipendenti dell’Api - rimasti incolumi - e sei autisti. Brunetti ha confermato le condizioni dei tre feriti: il più grave trasportato in elicottero a Padova con ustioni sul 40% della superficie corporea, un altro - ricoverato a Torrette di Ancona - con ustioni sul 10% della pelle, il terzo già dimesso dall’ ospedale anconetano.

 
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