“Viviamo nel
panico, è ora di dire basta”
Nei racconti dei testimoni di
Villanova e Fiumesino la drammatica convivenza con la
raffineria
di CHIARA GIACOBELLI
FALCONARA - L'incubo è
tornato, più intenso che mai, e a viverlo fino in fondo sono
prima di tutto gli abitanti di Villanova e Fiumesino, che si
trovano a pochi passi dalla raffineria Api. Per loro ogni
risveglio è ormai un'incognita, tanto che ieri mattina,
appena hanno visto un po' di fumo alzarsi in aria, si sono
subito allertati e hanno provveduto da sé ad evacuare la
zona: "Mi hanno detto che c'era del fuoco - racconta
Antonella Marinangeli - sono uscita e ho visto le fiamme, ma
nessuno sapeva niente di preciso su quanto fosse accaduto.
Mi sono subito preoccupata e ho pensato al peggio".
Poche case, altrettanto pochi
abitanti, tutti conoscenti o amici stretti: la voce non ha
tardato a raggiungere ogni angolo di Fiumesino e Villanova,
seminando il panico. Il primo pensiero è stato quello di
salire in macchina e scappare lontano, poco importa dove.
"Nessuno ci ha segnalato
nulla - continua Antonella - e ci siamo organizzati da
soli".
" E' venuta a prendermi la
mia vicina di casa - spiega, ancora visibilmente emozionata,
Annunziata Mattiucci - ormai non sono più giovane ed è bello
che qualcuno abbia pensato a me. Mi hanno accompagnato da
mia nuora e sono rimasta lì fino a che la situazione non è
tornata sotto controllo".
A Fiumesino, a quanto pare,
sono in molti ad avere bisogno di aiuto in caso di
necessità: "Il nostro è un paesino - dice Carmela Formica,
che abita appena a qualche metro dalla raffineria - in cui
almeno sei persone sono invalide: qualcuno deve pur
occuparsi di loro in questi casi! Senza contare anziani,
disabili e bambini".
Esempio ad hoc è il marito di
Pierina Lucarini, inchiodato a letto a causa di una vecchia
caduta: il figlio, appena saputo dell'incendio, non ha
tardato a chiamare l'ambulanza, che è tempestivamente corsa
sul posto per accompagnarlo all'ospedale di Chiaravalle.
Ma il pensiero non è andato
solo ai malati e agli anziani. "Pochi minuti dopo
l'incidente - racconta la giovane Sonia Gramaccia - mia
mamma è corsa ad avvertirmi ed era terribilmente agitata. Mi
sono preoccupata per lei, ma dovevo anche pensare al mio
bambino, che è piccolo e da solo non riesce neppure a
camminare. Io, mio marito e nostro figlio siamo scappati via
e i miei genitori se ne sono andati poco dopo. Ci siamo
rivisti in tarda mattinata, ma per fortuna stavamo tutti
bene".
Non c'è dubbio: è stata tanta
la paura che ha colpito inaspettatamente, nelle prime ore
del giorno, gli abitanti di Fiumesino e Villanova. C'è chi
si è sentito poco bene, chi ha chiamato aiuto e chi invece
ha fatto tutto da sé. Difficile anche lasciare il posto, a
causa del traffico intenso, essendo molti gli automobilisti
in ansia, parecchi i mezzi di soccorso, ma tanti, forse
troppi, i curiosi che hanno intasato le vie di fuga.
Una mattina di panico e
preoccupazione, dunque, che ha lasciato il posto a rabbia e
indignazione contro la raffineria e contro tutti coloro che
ne sono responsabili. Unanime è il coro dei paesani. "Basta
con questa paura - esclama Licia Bruschi - siamo anziani,
non è giusto tormentarci così. Quando vediamo le fiamme
rimaniamo paralizzati dal terrore e non sappiamo più che
fare. Che cosa si aspettano da noi?"
E le proteste continuano: "
Succede troppo spesso - dice con fermezza Carmela Formica -
io vivo qui da tantissimi anni, sono nata in questo paesino
e di orrori ne ho visti tanti. Ricordo l'esplosione del 25
agosto come fosse ieri, è morto un mio caro parente in
quell'incidente. E' ora di mettere fine a questa triste
storia: aspettiamo che qualcuno prenda dei provvedimenti,
abbiamo fiducia nelle autorità". |