RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
“Viviamo nel panico, è ora di dire basta”

Nei racconti dei testimoni di Villanova e Fiumesino la drammatica convivenza con la raffineria

di CHIARA GIACOBELLI

FALCONARA - L'incubo è tornato, più intenso che mai, e a viverlo fino in fondo sono prima di tutto gli abitanti di Villanova e Fiumesino, che si trovano a pochi passi dalla raffineria Api. Per loro ogni risveglio è ormai un'incognita, tanto che ieri mattina, appena hanno visto un po' di fumo alzarsi in aria, si sono subito allertati e hanno provveduto da sé ad evacuare la zona: "Mi hanno detto che c'era del fuoco - racconta Antonella Marinangeli - sono uscita e ho visto le fiamme, ma nessuno sapeva niente di preciso su quanto fosse accaduto. Mi sono subito preoccupata e ho pensato al peggio".

Poche case, altrettanto pochi abitanti, tutti conoscenti o amici stretti: la voce non ha tardato a raggiungere ogni angolo di Fiumesino e Villanova, seminando il panico. Il primo pensiero è stato quello di salire in macchina e scappare lontano, poco importa dove.

"Nessuno ci ha segnalato nulla - continua Antonella - e ci siamo organizzati da soli".

" E' venuta a prendermi la mia vicina di casa - spiega, ancora visibilmente emozionata, Annunziata Mattiucci - ormai non sono più giovane ed è bello che qualcuno abbia pensato a me. Mi hanno accompagnato da mia nuora e sono rimasta lì fino a che la situazione non è tornata sotto controllo".

A Fiumesino, a quanto pare, sono in molti ad avere bisogno di aiuto in caso di necessità: "Il nostro è un paesino - dice Carmela Formica, che abita appena a qualche metro dalla raffineria - in cui almeno sei persone sono invalide: qualcuno deve pur occuparsi di loro in questi casi! Senza contare anziani, disabili e bambini".

Esempio ad hoc è il marito di Pierina Lucarini, inchiodato a letto a causa di una vecchia caduta: il figlio, appena saputo dell'incendio, non ha tardato a chiamare l'ambulanza, che è tempestivamente corsa sul posto per accompagnarlo all'ospedale di Chiaravalle.

Ma il pensiero non è andato solo ai malati e agli anziani. "Pochi minuti dopo l'incidente - racconta la giovane Sonia Gramaccia - mia mamma è corsa ad avvertirmi ed era terribilmente agitata. Mi sono preoccupata per lei, ma dovevo anche pensare al mio bambino, che è piccolo e da solo non riesce neppure a camminare. Io, mio marito e nostro figlio siamo scappati via e i miei genitori se ne sono andati poco dopo. Ci siamo rivisti in tarda mattinata, ma per fortuna stavamo tutti bene".

Non c'è dubbio: è stata tanta la paura che ha colpito inaspettatamente, nelle prime ore del giorno, gli abitanti di Fiumesino e Villanova. C'è chi si è sentito poco bene, chi ha chiamato aiuto e chi invece ha fatto tutto da sé. Difficile anche lasciare il posto, a causa del traffico intenso, essendo molti gli automobilisti in ansia, parecchi i mezzi di soccorso, ma tanti, forse troppi, i curiosi che hanno intasato le vie di fuga.

Una mattina di panico e preoccupazione, dunque, che ha lasciato il posto a rabbia e indignazione contro la raffineria e contro tutti coloro che ne sono responsabili. Unanime è il coro dei paesani. "Basta con questa paura - esclama Licia Bruschi - siamo anziani, non è giusto tormentarci così. Quando vediamo le fiamme rimaniamo paralizzati dal terrore e non sappiamo più che fare. Che cosa si aspettano da noi?"

E le proteste continuano: " Succede troppo spesso - dice con fermezza Carmela Formica - io vivo qui da tantissimi anni, sono nata in questo paesino e di orrori ne ho visti tanti. Ricordo l'esplosione del 25 agosto come fosse ieri, è morto un mio caro parente in quell'incidente. E' ora di mettere fine a questa triste storia: aspettiamo che qualcuno prenda dei provvedimenti, abbiamo fiducia nelle autorità".

 
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