25 agosto
’99, due torce umane in un’alba d’inferno Il precedente. I tecnici Gandolfi e Giulian
vennero investiti da un’esplosione causata da una perdita di
benzina
di L.S.
ANCONA - Confusione e
svenimenti, boccate di aromi aspri e corse coraggiose per
spegnere l’incendio. Come cinque anni fa, come in quell’alba
tragica che consumò la vita del capoturno Ettore Giulian, 37
anni, e del capofabbrica Mario Gandolfi, 54, torce umane in
una nube di vapori di benzina. Impossibile non pensare a
loro, ieri mattina, vedendo alzarsi quel fungo di fumo dai
pinnacoli della raffineria. Alle 5 e 20 del 25 agosto ’99 un
incendio si propagò alle pompe e a due serbatoi, rischiando
di provocare un “effetto domino” dalle conseguenze
terrificanti anche all’esterno della raffineria. In quell’inferno
rimasero intrappolati Giulian e Gandolfi, corsi a
fronteggiare una grossa perdita di benzina verde nell’area
pompe Sif. Quando i due tecnici arrivarono davanti alla
pompa da cui zampillava una fontana di carburante, i vapori
di benzina erano così densi che bastò una scintilla per
scatenare il finimondo.
Il fuoco si propagarono in
pochi secondi alle pompe e a due serbatoi: le fiamme
altissime e una nube di fumo nero erano visibili anche a
decine di chilometri di distanza. Tutta Falconara passò due
ore di inferno nel timore che l’incendio potesse estendersi
al centro abitato. Gandolfi e Giulian morirono pochi giorni
dopo per terribili ustioni subite.
Quell’alba tragica è adesso
al centro di un processo. Dopo le due sentenze con giudizio
abbreviato (condanna a dieci mesi per Silvio Re, funzionario
del servizio fiscale, e assoluzione per l’operaio Ivan
Giacchetti) ora il dibattimento davanti al giudice Vincenzo
Capezza riguarda sei imputati: l’ex direttore della
raffineria Giovanni Saronne, quello attuale Franco Bellucci,
allora capo servizio operativo, il capo servizio
manutenzione Sergio Brunelli, il responsabile manutenzione
off-site Claudio Conti, gli operai Gaetano Bonfissuto e
Pierfrancesco Carletti. L’accusa è di incendio ed omicidio
colposo plurimo e il pm Tedeschini contesta errori e
leggerezze operative, dal trasferimento della benzina verde
al deposito nazionale lungo una linea anomala, alla mancata
chiusura di alcune valvole di sicurezza, al cedimento di una
pompa, in cui venne trovato un pezzo di calcestruzzo. |