RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
25 agosto ’99, due torce umane in un’alba d’inferno

Il precedente. I tecnici Gandolfi e Giulian vennero investiti da un’esplosione causata da una perdita di benzina

di L.S.

ANCONA - Confusione e svenimenti, boccate di aromi aspri e corse coraggiose per spegnere l’incendio. Come cinque anni fa, come in quell’alba tragica che consumò la vita del capoturno Ettore Giulian, 37 anni, e del capofabbrica Mario Gandolfi, 54, torce umane in una nube di vapori di benzina. Impossibile non pensare a loro, ieri mattina, vedendo alzarsi quel fungo di fumo dai pinnacoli della raffineria. Alle 5 e 20 del 25 agosto ’99 un incendio si propagò alle pompe e a due serbatoi, rischiando di provocare un “effetto domino” dalle conseguenze terrificanti anche all’esterno della raffineria. In quell’inferno rimasero intrappolati Giulian e Gandolfi, corsi a fronteggiare una grossa perdita di benzina verde nell’area pompe Sif. Quando i due tecnici arrivarono davanti alla pompa da cui zampillava una fontana di carburante, i vapori di benzina erano così densi che bastò una scintilla per scatenare il finimondo.

Il fuoco si propagarono in pochi secondi alle pompe e a due serbatoi: le fiamme altissime e una nube di fumo nero erano visibili anche a decine di chilometri di distanza. Tutta Falconara passò due ore di inferno nel timore che l’incendio potesse estendersi al centro abitato. Gandolfi e Giulian morirono pochi giorni dopo per terribili ustioni subite.

Quell’alba tragica è adesso al centro di un processo. Dopo le due sentenze con giudizio abbreviato (condanna a dieci mesi per Silvio Re, funzionario del servizio fiscale, e assoluzione per l’operaio Ivan Giacchetti) ora il dibattimento davanti al giudice Vincenzo Capezza riguarda sei imputati: l’ex direttore della raffineria Giovanni Saronne, quello attuale Franco Bellucci, allora capo servizio operativo, il capo servizio manutenzione Sergio Brunelli, il responsabile manutenzione off-site Claudio Conti, gli operai Gaetano Bonfissuto e Pierfrancesco Carletti. L’accusa è di incendio ed omicidio colposo plurimo e il pm Tedeschini contesta errori e leggerezze operative, dal trasferimento della benzina verde al deposito nazionale lungo una linea anomala, alla mancata chiusura di alcune valvole di sicurezza, al cedimento di una pompa, in cui venne trovato un pezzo di calcestruzzo.

 
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