In fuga con
il terrore dell’attentato
L’interrogativo serpeggia tra
la folla che assiste alla tragedia. “Abbiamo due bombe
accanto a casa”
di L.F.
FALCONARA - "Cos'è? Un
attentato?". E' la domanda posta da una spaventatissima
signora falconarese ad un gruppo di persone che seguono da
Falconara Alta l'evolversi dell'incendio all'Api.
L'interrogativo potrebbe far sorridere ed invece la risposta
di un anziano signore è seria, molto seria. "Questa volta
no, - dice - ma qua abbiamo due bombe accanto a casa: la
raffineria e l'aeroporto. Vedrete che prima o poi
c'arrivano…". La profezia raggela il sangue già a
temperatura zero di quei falconaresi, quei castelfrettesi,
quei 'villanoviani' che sono sulle colline attorno all'Api
per seguire da vicino, da quelle zone il cuore
dell'incidente si vede bene, l'incendio. Si ipotizza e si
paragona con l'ultimo incendio alla raffineria che secondo
molti ha delle analogie con quello di ieri. Al primo boato,
ma in molti affermano che i colpi forti uditi nei dintorni
sono stati almeno una ventina, in tanti hanno lasciato le
case in preda al panico. Il terribile precedente ha creato
una sorta di pronta reazione all'incidente e così è stato
ieri. Diverse persone hanno preso le prime cose che hanno
trovato e sono uscite di casa puntando verso la collina. Da
lì hanno governato la situazione e dato notizie, tramite
cellulare, ai propri familiari. Alcuni, restando in ambito
tecnologico, hanno anche sfoderato telecamere e macchine
fotografiche per documentare l'evoluzione dell'incendio
forse contagiati da quella 'real tv' che va così di moda. E
la televisione, con le notizie di tutti i giorni, ha
probabilmente contribuito a creare la psicosi da attentato
che ha contaminato le reazioni dei cittadini della zona.
Quasi tutti, prima di conoscere le reali cause
dell'incendio, hanno immaginato, almeno di striscio,
l'ipotesi-attentato. In tempi di guerra globale c'è chi ha
pensato che la raffineria possa essere un bersaglio. La
voglia di essere a conoscenza di quanto stava accadendo ha
anche creato il caos lungo le poche vie di scorrimento
rimaste aperte dopo l'isolamento creato attorno alla
raffineria. Lunghe code per le immissioni e traffico caotico
in tutte le vie laterali. E con lo scemare dell'incendio le
cose sono tornate alla normalità tra i tanti "questa volta è
andata bene" detti a voce alta dalla gente che se ne andava
verso il luogo di lavoro o verso le proprie case. Fortunata
è stata anche la coincidenza metereologica. Il vento ha
spazzato la nube nera, alzatasi non appena si sono
sprigionate le prime fiamme, che poteva invadere le case in
maniera pericolosa. C'era la possibilità di
un'intossicazione ma i disturbi non sono mancati a chi ha
respirato anche un'infinitesima parte di quel fumo. |