Code e
ritardi sotto il fumo del rogo
La statale Adriatica chiusa a
Marina di Montemarciano e lungo la Variante Traffico deviato
a Torrette sulla Flaminia. Via del Consorzio off limits
dalla rotatoria del Cityper L’aeroporto Sanzio è rimasto
aperto ma sono state invertite le rotte: decolli e
atterraggi hanno così evitato il sorvolo dell’impianto di
Falconara. Una petroliera costretta a disancorarsi dal
pontile per motivi di sicurezza L’incendio alla raffineria
spezza in due la provincia. Strade e ferrovie bloccate per
ore
di EDOARDO DANIELI
Tre check point per
l’inferno. L’incendio alla raffineria di Falconara è
l’epicentro di un terremoto che porta alla paralisi della
mobilità di gran parte della provincia. Tre blocchi, uno per
ogni punto cardinale. E ad est, sul mare, non c’è il blocco
fisico ma la navigazione viene comunque interdetta. Il caos
esplode in strada e in ferrovia visto che l’aeroporto,
minacciato dal fumo, non si ferma grazie alla rapida messa
in atto dei piani di sicurezza.
Un giorno di paura, con
l’incubo della nube nera sulla testa, le informazioni che
piovono carenti, e le attese negli ingorghi e negli atri
delle stazioni dove i treni sono costretti a fermarsi. Sono
pesantissime le conseguenze sulla mobilità del tragico rogo
della raffineria.
I problemi più grossi sulle
strade e sulla ferrovia. La linea ferroviaria adriatica
corre dentro lo stabilimento; la statale è adiacente.
L’incidente porta al blocco totale. La pista di atterraggio
dell’aeroporto dista pochi chilometri dalla recinzione da
cui esce la colonna di fumo. Scatta il piano di sicurezza
che consente al Sanzio di andare avanti senza intoppi. In
pratica vengono cambiati i circuiti di atterraggio e di
decollo: si parte in direzione di Pesaro; si atterra
provenendo da Chiaravalle. Solo così si può evitare di
passare in mezzo al fumo.
Per quanto riguarda il mare,
la Capitaneria si è subito attivata. Una petroliera che era
attraccata alla boa dell’Api viene disancorata e mandata al
largo per motivi precauzionali. Si metterà in fila accanto
ad altre due petroliere confezionando un insolito sfondo
nell’Adriatico di fine stagione.
E’ in strada che ci sono i
problemi maggiori. Tutte le forze dell’ordine sono
mobilitate: la polizia municipale di Ancona, Falconara,
Montemarciano, la polizia stradale, i carabinieri, la
guardia di finanza. A nord, il blocco comincia a
Montemarciano per evitare che il traffico si incanali sulla
Adriatica. Ad ovest, situazione analoga. Al ponte di Rocca
Priora, sbarramento per la strada che conduce a Chiaravalle.
Pure chiusa la rotatoria del Cityper, in via del Consorzio,
in direzione dell’Adriatica. Infine a sud, tre i blocchi
della polizia municipale: al sottopasso di Villanova; al
bivio di Collemarino; all’incrocio di via Conca, a Torrette.
Ed è qui che dalle 7 alle 10,
ora in cui cessa l’allarme, la situazione precipita
nonostante l’impegno della polizia municipale, costretta ad
utilizzare le mascherine, più per le polveri di Torrette che
per i reali problemi di inquinamento provocati dal rogo di
ieri mattina.
Particolari problemi per
tutti coloro che erano diretti all’ospedale regionale
rimasti intrappolati nella lunga coda che si è formata e che
è andata smaltendosi solo dopo le 10. A rendere ancora più
angosciosa l’attesa, l’incubo di non sapere che cosa fosse
accaduto con esattezza e la paura di un attentato.
Infine, la ferrovia. Linea
Adriatica spezzata a metà dall’incendio all’interno della
raffineria. Viaggiatori bloccati a Senigallia e ad Ancona e
trasferiti con i pullman. Intorno alle 10, quando
l’incendio, è stato spento, i tecnici hanno provveduto a
controllare lo stato di salute dei binari per verificare che
l’incendio non avesse provocato danni. Chiusi i controlli,
alle 10 e 46 il traffico è ripreso. La paura è rimasta.
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