RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
Code e ritardi sotto il fumo del rogo

La statale Adriatica chiusa a Marina di Montemarciano e lungo la Variante Traffico deviato a Torrette sulla Flaminia. Via del Consorzio off limits dalla rotatoria del Cityper L’aeroporto Sanzio è rimasto aperto ma sono state invertite le rotte: decolli e atterraggi hanno così evitato il sorvolo dell’impianto di Falconara. Una petroliera costretta a disancorarsi dal pontile per motivi di sicurezza L’incendio alla raffineria spezza in due la provincia. Strade e ferrovie bloccate per ore

di EDOARDO DANIELI

Tre check point per l’inferno. L’incendio alla raffineria di Falconara è l’epicentro di un terremoto che porta alla paralisi della mobilità di gran parte della provincia. Tre blocchi, uno per ogni punto cardinale. E ad est, sul mare, non c’è il blocco fisico ma la navigazione viene comunque interdetta. Il caos esplode in strada e in ferrovia visto che l’aeroporto, minacciato dal fumo, non si ferma grazie alla rapida messa in atto dei piani di sicurezza.

Un giorno di paura, con l’incubo della nube nera sulla testa, le informazioni che piovono carenti, e le attese negli ingorghi e negli atri delle stazioni dove i treni sono costretti a fermarsi. Sono pesantissime le conseguenze sulla mobilità del tragico rogo della raffineria.

I problemi più grossi sulle strade e sulla ferrovia. La linea ferroviaria adriatica corre dentro lo stabilimento; la statale è adiacente. L’incidente porta al blocco totale. La pista di atterraggio dell’aeroporto dista pochi chilometri dalla recinzione da cui esce la colonna di fumo. Scatta il piano di sicurezza che consente al Sanzio di andare avanti senza intoppi. In pratica vengono cambiati i circuiti di atterraggio e di decollo: si parte in direzione di Pesaro; si atterra provenendo da Chiaravalle. Solo così si può evitare di passare in mezzo al fumo.

Per quanto riguarda il mare, la Capitaneria si è subito attivata. Una petroliera che era attraccata alla boa dell’Api viene disancorata e mandata al largo per motivi precauzionali. Si metterà in fila accanto ad altre due petroliere confezionando un insolito sfondo nell’Adriatico di fine stagione.

E’ in strada che ci sono i problemi maggiori. Tutte le forze dell’ordine sono mobilitate: la polizia municipale di Ancona, Falconara, Montemarciano, la polizia stradale, i carabinieri, la guardia di finanza. A nord, il blocco comincia a Montemarciano per evitare che il traffico si incanali sulla Adriatica. Ad ovest, situazione analoga. Al ponte di Rocca Priora, sbarramento per la strada che conduce a Chiaravalle. Pure chiusa la rotatoria del Cityper, in via del Consorzio, in direzione dell’Adriatica. Infine a sud, tre i blocchi della polizia municipale: al sottopasso di Villanova; al bivio di Collemarino; all’incrocio di via Conca, a Torrette.

Ed è qui che dalle 7 alle 10, ora in cui cessa l’allarme, la situazione precipita nonostante l’impegno della polizia municipale, costretta ad utilizzare le mascherine, più per le polveri di Torrette che per i reali problemi di inquinamento provocati dal rogo di ieri mattina.

Particolari problemi per tutti coloro che erano diretti all’ospedale regionale rimasti intrappolati nella lunga coda che si è formata e che è andata smaltendosi solo dopo le 10. A rendere ancora più angosciosa l’attesa, l’incubo di non sapere che cosa fosse accaduto con esattezza e la paura di un attentato.

Infine, la ferrovia. Linea Adriatica spezzata a metà dall’incendio all’interno della raffineria. Viaggiatori bloccati a Senigallia e ad Ancona e trasferiti con i pullman. Intorno alle 10, quando l’incendio, è stato spento, i tecnici hanno provveduto a controllare lo stato di salute dei binari per verificare che l’incendio non avesse provocato danni. Chiusi i controlli, alle 10 e 46 il traffico è ripreso. La paura è rimasta.

 
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