RASSEGNA STAMPA 09.09.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
“La calma mi ha salvato”

Mauro Cameruccio

di C. C.

ANCONA - Il sangue freddo lo ha salvato. Nonostante gli attimi concitati che hanno seguito lo scoppio Mauro Cameruccio, 50 anni, residente a Marina di Montemarciano è riuscito a mantenere la calma evitando di riportare ustioni ben più gravi di quelle che il personale medico del pronto soccorso di Torrette gli ha diagnosticato alle caviglie. Anche lui come gli altri autotrasportatori stava caricando bitume su un autocarro per conto della ditta Gata. Un'operazione di routine per lui che da 18 anni trasporta liquido infiammabile. “Mi trovavo in cima al camion e stavo facendo il carico attraverso un serbatoio. In quella zona c'era solo io. Ad un certo punto ho sentito uno scoppio. Tra l'area dove mi trovavo io e quella da dove proveniva il rumore c'era un grosso serbatoio che mi ha riparato dal bitume”, racconta Cameruccio che è stato medicato all'ospedale e dimesso nella tarda mattinata.

Ha riportato ustioni non gravi alle caviglie. “Dopo lo scoppio ho alzato la testa ed ho visto una colonna di fumo e fuoco che si alzava in cielo. Poi mi sono reso conto che c'era stato uno sversamento di bitume. Non mi sono mosso ed ho aspettato che la sostanza defluisse, anche perché la zona dove mi trovavo io era leggermente in pendenza. Sono sceso dal camion solo quando il liquido era defluito anche se una piccola quantità è schizzata sui pantaloni. Le ustioni me le sono procurate per togliermi gli indumenti sporchi di liquido incandescente. Se fossi sceso subito - prosegue Cameruccio - avrei riportato conseguenze ben più gravi ai piedi. Sono 18 anni che lavoro con il liquido infiammabile e so che in certe situazioni è necessario mantenere la calma. Certo sul momento ho avuto paura, la temperatura del bitume è di 180 gradi. Per il camion invece non c'è stato niente da fare. E' rimasto là e credo proprio che sarà inutilizzabile”.

 
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