MESSAGGERO |
Il piano Bohigas in gara a
Venezia
Il Comune intende partecipare
alla quinta Rassegna di urbanistica nazionale di Venezia, in
programma dal 10 al 20 novembre, con il progetto Bohigas e
presenterà la documentazione necessaria a superare le
selezioni. In caso di ammissione, l’Amministrazione prevede
l’intervento dello stesso Bohigas
Fusione al via tra
Anconambiente e Astea
Rifiuti, una società da 115
mila tonnellate
Ancona e Osimo insieme per
gestire il ciclo dei rifiuti. E' stata ufficializzata ieri,
con la firma del protocollo d'intesa da parte dei sindaci
Sturani e Latini, la sinergia tra Anconambiente ed Astea, le
due aziende che, tra gli altri settori, gestiscono la
raccolta dei rifiuti. Ebbene, sottoscrivendo il protocollo
d'intesa, i due sindaci hanno espresso la volontà di
realizzare un unico soggetto per la gestione del ciclo
integrato dei rifiuti, si sono impegnati a studiare un
progetto di fusione tra i rami aziendali relativi al
trattamento dei rifiuti delle società Anconambiente ed Astea
per costituire una nuova società e hanno dato il via libera
ad un gruppo di lavoro composto dai tecnici delle due
aziende, la cui attività si concluderà entro il 31 dicembre
con la creazione, appunto, di un nuovo soggetto aziendale.
«Il protocollo d'intesa - spiega Sturani - sottolinea la
volontà politica dei due Comuni di lavorare insieme, in una
visione di area vasta: dal momento che gli abitanti della
provincia di Ancona ammontano a circa 455.000, quanto quelli
di un grosso quartiere di Roma, è assurdo mantenere in piedi
tante società per la gestione dei rifiuti. Di qui la
necessità di unire le forze: a questo punto aspettiamo che
anche la terza azienda afferente al nostro bacino d'utenza,
il Cam di Falconara, segua il nostro esempio». Fin qui la
gestione del ciclo dei rifiuti: ma Sturani non esclude che
la sinergia Anconambiente-Astea possa coinvolgere in futuro
anche il versante dello smaltimento. Un accordo, quello
sottoscritto ieri, che secondo il presidente di Astea,
Luciano Secchiaroli, avrà quale conseguenza diretta per gli
utenti un servizio migliore e un risparmio sulle tariffe.
«Razionalizzando il servizio - spiega Maurizio Fabiani,
presidente di Anconambiente - è possibile ridurre i costi
che ricadono sui cittadini: tanto più che dalla fine di
quest'anno cambierà il sistema di riscossione delle tariffe
sui rifiuti. Anziché la Tarsu pagata direttamente al Comune
che poi la rigira alle aziende, dal 2005 la tariffa andrà
versata direttamente a noi e sarà tarata sull'effettivo
quantitativo di rifiuti prodotti dalle famiglie in base al
numero dei componenti». Ma che cosa significa, tecnicamente,
"fusione" dei rami aziendali relativi alla gestione del
ciclo dei rifiuti tra le due aziende? Anche se il soggetto
che "ingloberà" il servizio rifiuti di Anconambiente e Astea
sarà definito dal gruppo di lavoro istituito ieri, Fabiani
ha già le idee chiare. «L'optimum - dice - sarebbe la
creazione di una nuova società: l'Astea (che gestisce
diversi altri settori: elettricità, acqua, ecc., ndr)
potrebbe conferire ad Anconambiente (specializzato invece
sui rifiuti, ndr) il ramo d'azienda relativo ai rifiuti in
cambio di una quota azionaria». In tal caso il Comune di
Osimo diventerebbe il secondo socio per importanza dopo
Ancona. La nuova società raccoglierebbe in totale circa
115.000 tonnellate di rifiuti l'anno. Al di là del settore
specifico, obiettivo di Sturani e Latini, è arrivare per
tutti i servizi (acqua, gas, trasporti) a fusioni a livello
regionale. |
|
CORRIERE ADRIATICO |
Ancona e Osimo, l’alleanza
dei rifiuti
Intesa tra Anconambiente e
Astea, adesso si aspetta Falconara. L’obiettivo è gestire
con una sola azienda l’igiene urbana in un bacino di 500
mila abitanti La tassa diventerà tariffa e sarà
proporzionale
di LUCA FREZZOTTI
Prima l'alleanza 'anco-osimana',
siglata ieri, sul ciclo integrato dei rifiuti. Presto,
forse, quella con Falconara per arrivare ad un unico gestore
capace di garantire il servizio all'interno del bacino uno
(quello che comprende l'asse Ancona-Osimo-Falconara). Alla
faccia del campanilismo sono state così indicate le tappe
verso la gestione unificata del bacino 'Conero Ambiente' di
cui fanno parte sedici comuni di una parte della provincia
anconetana. Il primo protocollo, quello firmato ieri dal
sindaco di Ancona Fabio Sturani e da quello di Osimo Dino
Latini, stabilisce la volontà politica di arrivare ad un
unico soggetto, tra Ancona ed Osimo, gestore del ciclo
integrato dei rifiuti. Nel frattempo continuano i contatti
per aggregare anche Falconara. Nell'attesa è pronto uno
scadenzario ed una via d'intenti che potrebbe anche portare
Osimo ad essere il socio di riferimento più importante di
Anconambiente l'azienda la cui maggioranza è detenuta dal
Comune di Ancona. Nel caso infatti di conferimento del ramo
aziendale dell'Astea Spa ad Anconambiente (che in cambio
offrirebbe una quota societaria ad Astea) il contributo
dell'Astea sarebbe fondamentale perché porterebbe mezzi e
uomini. Ipotesi al vaglio dei tecnici che in questo primo
periodo avranno il compito di valutare la forma migliore
d'integrazione dei due servizi. La base di lavoro è la
volontà politica delle due amministrazioni di ragionare
unitamente e la prospettiva, secondo protocollo, “di
arrivare all' obiettivo finale individuato dal piano
provinciale, ad un gestore unico dell'intero ciclo dei
rifiuti urbani nell'Ato e ad un unico bacino entro il 31
dicembre 2006”. “La soluzione - continua il protocollo
d'intesa tra Ancona ed Osimo - indicata dal piano
provinciale è quella di far confluire i rami d'azienda delle
varie società che gestiscono il servizio rifiuti nell'ambito
dello stesso bacino in una nuova società da costituire
appositamente”. Esempi di gestioni allargate sono già
presenti se si pensa ai trasporti (Conerobus impegnata con i
propri mezzi sulle linee extraurbane) o all'acqua con la
fusione tra Gorgovivo e Cisco. L'intento è quello di
"razionalizzare il settore - ha detto il primo cittadino di
Ancona Sturani commentando l'unione 'anco-osimana' sui
rifiuti - ed offrire un servizio migliore ai cittadini
presentando un'azienda che rappresenti tutto il territorio:
non avrebbe senso avere tre aziende su un territorio
provinciale (Anconambiente, Astea e Cam ndr) che come
popolazione, quasi cinquecento mila abitanti, corrisponde
più o meno a un quartiere di Roma". "Stiamo ragionando in
questo modo su vari livelli - ancora Sturani - nell'ottica
di una gestione ottimizzata, in rete, del pubblico: si sta
avviando un processo che potrà coinvolgere altri comuni come
Falconara. Si può lavorare bene e dialogare con Regione e
Provincia". Non solo. L'unione di Ancona ed Osimo sul piano
dei rifiuti potrebbe essere utile al capoluogo dorico per i
cambiamenti in atto che nella cittadina osimana sono già
avvenuti. “Osimo ha già fatto - le parole del presidente di
Anconambiente Maurizio Fabiani - l'esperienza del sistema a
tariffa sui rifiuti quella che ad Ancona è ancora tassa e
che presto si trasformerà in tariffa come ad Osimo. Vale a
dire che il pagamento sarà proporzionale alla produzione di
rifiuti: chi ne produce di più paga anche di più". Fabiani
ha speso parole importanti anche per il nuovo soggetto che
dovrebbe nascere sotto l'egida di Ancona ed Osimo. “Sono
contrario alla proliferazione - spiega - di tante società:
meglio trovare forme ed accordi sui vari servizi”. Come
quello dei rifiuti tra Anconambiente ed Astea che piace
anche al sindaco di Osimo. "Sturani ci ha prospettato questa
cosa su cui abbiamo riflettuto - spiega - prima di avviare
un processo che ci porterà verso una migliore qualità del
servizio grazie a un' impostazione unitaria di igiene urbana
e dei rifiuti".
Un “colosso” dopo la
fusione
Il nuovo soggetto gestirà 115
mila tonnellate di spazzatura
di LUCA FREZZOTTI
Entro la fine dell'anno sarà
segnato il percorso comune, sul ciclo integrato dei rifiuti
ttra Ancona e Osimo, un binomo che potrebbe fare da capofila
per altri comuni come quello di Falconara, tanto che sono
stati già attivati contatti con la Cam. Ancona e Osimo
intanto studiano il modo per arrivare ad un soggetto unico.
Tra le ipotesi al vaglio dei tecnici, che presto formeranno
un gruppo di lavoro, c'è la fusione fra i rami aziendali
relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti delle due città
e la confluenza in una nuova società. Altra possibilità è
quella di un ingresso dell'Astea, con una quota azionaria,
in Anconambiente. Un'ipotesi di questo genere porterebbe
alla cessione dell'attività di igiene urbana dell'Astea ad
Anconambiente. L'idea è stata prospettata dal presidente di
Anconambiente Maurizio Fabiani secondo cui sarebbe meglio
non creare un'altra società. L'Astea potrebbe così
ritagliarsi un posto tra in Anconambiente che è per la
maggioranza, il 94% è del Comune di Ancona, mentre piccole
quote sono del comune di Fabriano e di Castelfidardo. Quella
osimana potrebbe essere una 'new enty' all'interno di
Anconambiente. Un eventuale ingresso è comunque al momento
soltanto un'ipotesi. Ciò che è certo è che l'entità che
andrà ad occuparsi dei rifiuti avrà in carico le 85 mila
tonnellate di rifiuti prodotte dai comuni serviti da
Anconambiente (di questa cifra 52 mila tonnellate provengono
dal capoluogo marchigiano). A queste quasi 90 mila
tonnellate si andranno ad aggiungere le circa 30 mila
tonnellate di rifiuti prodotti dalla città di Osimo per cui
il nuovo soggetto, deputato alla raccolta dei rifiuti tra
l'anconetano e l'osimano, andrà a avere in carico circa 115
mila tonnellate di rifiuti annui (una percentuale pari al
40% dell'intera provincia ed al 75% del bacino di
riferimento). La provincia di Ancona, andando maggiormente
nello specifico, è la principale dal punto di vista della
produzione dei rifiuti (con il 36% circa). Dietro Ancona c'è
Pesaro-Urbino, Macerata ed Ascoli con percentuali che
oscillano tra il 20 ed il 22%. Ancora più marcata la
rilevanza di Ancona rispetto ai rifiuti pericolosi dato che
la produzione sale al 44,5%.
Uno studio sui tesori del
liberty
Ville vincolate dal Prg
di Marina Minnelli
FALCONARA - Vincolate dal Prg
del ’99, le ville Liberty di Falconara saranno oggetto, nei
prossimi mesi, di uno studio e poi di una pubblicazione
curata dall’architetto Fabio Mariano. “La presenza del
Liberty a Falconara – spiega l’assessore alla Cultura Fabio
Ciceroni – è un vero e proprio ‘specimen’, che deve essere
approfondito e meglio conosciuto nelle sue particolarità;
oltre alle ville saranno analizzati i dettagli
architettonici di molti edifici che in qualche modo si
rifanno a quello stile”. Simbolo di un’epoca d’oro, quando
la cittadina, con la sua bella spiaggia e la collina piena
di verde, era una rinomata località balneare, i villini di
inizio secolo, oggi in qualche caso nascosti e soffocati fra
i condomini degli anni ’70, sono quasi una sessantina e su
tutti (siano essi con o senza parco) il Comune ha posto
vincoli severi per tutto quanto concerne la ristrutturazione
e gli adeguamenti funzionali, mentre per quattordici aree
verdi di valore storico-testimoniale e ambientale ormai non
è più possibile operare alcuna modifica. Il vincolo
stabilito dal Prg riafferma il pregio intrinseco di questo
patrimonio di edifici e di verde la cui importanza
all’interno del nucleo storico di Falconara, precisano i
redattori del Piano, “è ben più che soltanto testimoniale”.
Le costruzioni, quasi tutte datate intorno ai primi anni del
‘900 e la cui architettura sia pure in modelli semplici è
chiaramente ispirata al contemporaneo e trionfante stile
Liberty, sono situate per la maggior parte lungo la via
Flaminia a due passi dal mare in quanto d’estate erano
abitate da ricchi villeggianti. |
|
RESTO DEL CARLINO |
Bohigas un fiore
all'occhiello: sarà in «passerella» a Venezia
Il Progetto BOHIGAS si mette in
mostra a Venezia. La città lagunare, dal 10 al 20 novembre,
ospiterà infatti la V Rassegna di Urbanistica nazionale,
prestigiosa esposizione organizzata dall'INU, Istituto
Nazionale di Urbanistica. Sarà la società di promozione
territoriale «Marchingegno srl» ad organizzare la
partecipazione di Falconara, che si Candida ad aderire alla
rassegna presentando il progetto realizzato da Oriol Bohigas.
Gli Enti che superano la selezione hanno I'opportunita di
esporre i loro piani attraverso pannelli documentali e brevi
conferenze. Per l'occasione, il Comune prevede l'intervento
di un pool di tecnici affiancati dallo stesso Bohigas e la
presentazione di 6 pannelli realizzati seguendo tre grandi
temi conduttori: l'innovazione, la ricerca della memoria e
la coerenza del progetto all'interno del Prg.
Il «piano» regala gli
espropri
Il terreno, a ridosso
dell'arenile, estate regolarmente pagato, ma è al centro di
un duro confronto. Le nuove regole sulla spiaggia aprono una
vertenza tra alcuni cittadini proprietari di un'area ed il
Comune falconarese
di Alessandra Pascucci
FALCONARA - Per i residenti
di Rocca Mare le sorprese non finiscono mai. Stavolta
arrivano dal Piano spiaggia per il litorale nord, messo nero
su bianco solo nelle linee generali ma già in grado di far
scattare un «allarme esproprio» ai danni di una cinquantina
di persone. Nell'area su cui il Comune intende intervenire
per il recupero dell'arenile ricade infatti un appezzamento
di terreno acquistato nel 1990 da 43 inquilini del residence
annesso all'hotel Luca, compravendita suggellata con tanto
di atto notarile. L'area, all'epoca terreno agricolo, si
stende da via Fiumesino alla prima traversa del Lungomare,
per una profondità di 23 metri dalle mura del complesso
residenziale. Tale confine, un tempo, coincideva con la
linea del bagnasciuga, soggetta ad una progressiva erosione.
Proprio per questo nel contratto di compravendita fu
inserita una clausola in base alla quale gli acquirenti,
accollandosi i costi per il posizionamento delle scogliere
(con una spesa di 30 milioni di lire), avrebbero acquisito
diritti anche sul tratto di arenile restituito dal mare. In
14 anni, la spiaggia e cresciuta di circa 10 metri, ma
sembra che 1'accordo non sia più valido: il terreno
guadagnato con la protezione delle scogliere è suolo
demaniale a tutti gli effetti, quindi il Comune può disporne
come meglio crede. «Tra l'Esino ed il confine con
Montemarciano - spiega il geometra Busetti dell'Autorità
portuale - la spiaggia ricade sotto la competenza
dell'amministrazione locale». La battaglia, quindi, si gioca
tutta tra il Comune ed i privati; questi rinuncerebbero al
tratto di spiaggia più vicino al mare (per la parte, cioè,
strappata all'erosione), ma non intendono cedere
l'appezzamento acquistato nel '90, dove vogliono realizzare
un parcheggio condominiale. Il Comune, d'altro canto, non
può menomare il suo progetto di riqualificazione: nella zona
più prossima al mare sorgeranno 5 nuovi stabilimenti
balneari, in quella a monte (che comprende il futuro
parcheggio del residence) è previsto un vialetto di
collegamento che percorra tutta la lunghezza del litorale. I
residenti, naturalmente, si oppongono e lunedì hanno
presentato in Comune tutta la documentazione inerente la
compravendita. La parola, ora, passa agli avvocati. |
|
|