RASSEGNA STAMPA 01.09.2004

 

MESSAGGERO
Il piano Bohigas in gara a Venezia

Il Comune intende partecipare alla quinta Rassegna di urbanistica nazionale di Venezia, in programma dal 10 al 20 novembre, con il progetto Bohigas e presenterà la documentazione necessaria a superare le selezioni. In caso di ammissione, l’Amministrazione prevede l’intervento dello stesso Bohigas

Fusione al via tra Anconambiente e Astea

Rifiuti, una società da 115 mila tonnellate

Ancona e Osimo insieme per gestire il ciclo dei rifiuti. E' stata ufficializzata ieri, con la firma del protocollo d'intesa da parte dei sindaci Sturani e Latini, la sinergia tra Anconambiente ed Astea, le due aziende che, tra gli altri settori, gestiscono la raccolta dei rifiuti. Ebbene, sottoscrivendo il protocollo d'intesa, i due sindaci hanno espresso la volontà di realizzare un unico soggetto per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, si sono impegnati a studiare un progetto di fusione tra i rami aziendali relativi al trattamento dei rifiuti delle società Anconambiente ed Astea per costituire una nuova società e hanno dato il via libera ad un gruppo di lavoro composto dai tecnici delle due aziende, la cui attività si concluderà entro il 31 dicembre con la creazione, appunto, di un nuovo soggetto aziendale. «Il protocollo d'intesa - spiega Sturani - sottolinea la volontà politica dei due Comuni di lavorare insieme, in una visione di area vasta: dal momento che gli abitanti della provincia di Ancona ammontano a circa 455.000, quanto quelli di un grosso quartiere di Roma, è assurdo mantenere in piedi tante società per la gestione dei rifiuti. Di qui la necessità di unire le forze: a questo punto aspettiamo che anche la terza azienda afferente al nostro bacino d'utenza, il Cam di Falconara, segua il nostro esempio». Fin qui la gestione del ciclo dei rifiuti: ma Sturani non esclude che la sinergia Anconambiente-Astea possa coinvolgere in futuro anche il versante dello smaltimento. Un accordo, quello sottoscritto ieri, che secondo il presidente di Astea, Luciano Secchiaroli, avrà quale conseguenza diretta per gli utenti un servizio migliore e un risparmio sulle tariffe. «Razionalizzando il servizio - spiega Maurizio Fabiani, presidente di Anconambiente - è possibile ridurre i costi che ricadono sui cittadini: tanto più che dalla fine di quest'anno cambierà il sistema di riscossione delle tariffe sui rifiuti. Anziché la Tarsu pagata direttamente al Comune che poi la rigira alle aziende, dal 2005 la tariffa andrà versata direttamente a noi e sarà tarata sull'effettivo quantitativo di rifiuti prodotti dalle famiglie in base al numero dei componenti». Ma che cosa significa, tecnicamente, "fusione" dei rami aziendali relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti tra le due aziende? Anche se il soggetto che "ingloberà" il servizio rifiuti di Anconambiente e Astea sarà definito dal gruppo di lavoro istituito ieri, Fabiani ha già le idee chiare. «L'optimum - dice - sarebbe la creazione di una nuova società: l'Astea (che gestisce diversi altri settori: elettricità, acqua, ecc., ndr) potrebbe conferire ad Anconambiente (specializzato invece sui rifiuti, ndr) il ramo d'azienda relativo ai rifiuti in cambio di una quota azionaria». In tal caso il Comune di Osimo diventerebbe il secondo socio per importanza dopo Ancona. La nuova società raccoglierebbe in totale circa 115.000 tonnellate di rifiuti l'anno. Al di là del settore specifico, obiettivo di Sturani e Latini, è arrivare per tutti i servizi (acqua, gas, trasporti) a fusioni a livello regionale.

 
CORRIERE ADRIATICO
Ancona e Osimo, l’alleanza dei rifiuti

Intesa tra Anconambiente e Astea, adesso si aspetta Falconara. L’obiettivo è gestire con una sola azienda l’igiene urbana in un bacino di 500 mila abitanti La tassa diventerà tariffa e sarà proporzionale

di LUCA FREZZOTTI

Prima l'alleanza 'anco-osimana', siglata ieri, sul ciclo integrato dei rifiuti. Presto, forse, quella con Falconara per arrivare ad un unico gestore capace di garantire il servizio all'interno del bacino uno (quello che comprende l'asse Ancona-Osimo-Falconara). Alla faccia del campanilismo sono state così indicate le tappe verso la gestione unificata del bacino 'Conero Ambiente' di cui fanno parte sedici comuni di una parte della provincia anconetana. Il primo protocollo, quello firmato ieri dal sindaco di Ancona Fabio Sturani e da quello di Osimo Dino Latini, stabilisce la volontà politica di arrivare ad un unico soggetto, tra Ancona ed Osimo, gestore del ciclo integrato dei rifiuti. Nel frattempo continuano i contatti per aggregare anche Falconara. Nell'attesa è pronto uno scadenzario ed una via d'intenti che potrebbe anche portare Osimo ad essere il socio di riferimento più importante di Anconambiente l'azienda la cui maggioranza è detenuta dal Comune di Ancona. Nel caso infatti di conferimento del ramo aziendale dell'Astea Spa ad Anconambiente (che in cambio offrirebbe una quota societaria ad Astea) il contributo dell'Astea sarebbe fondamentale perché porterebbe mezzi e uomini. Ipotesi al vaglio dei tecnici che in questo primo periodo avranno il compito di valutare la forma migliore d'integrazione dei due servizi. La base di lavoro è la volontà politica delle due amministrazioni di ragionare unitamente e la prospettiva, secondo protocollo, “di arrivare all' obiettivo finale individuato dal piano provinciale, ad un gestore unico dell'intero ciclo dei rifiuti urbani nell'Ato e ad un unico bacino entro il 31 dicembre 2006”. “La soluzione - continua il protocollo d'intesa tra Ancona ed Osimo - indicata dal piano provinciale è quella di far confluire i rami d'azienda delle varie società che gestiscono il servizio rifiuti nell'ambito dello stesso bacino in una nuova società da costituire appositamente”. Esempi di gestioni allargate sono già presenti se si pensa ai trasporti (Conerobus impegnata con i propri mezzi sulle linee extraurbane) o all'acqua con la fusione tra Gorgovivo e Cisco. L'intento è quello di "razionalizzare il settore - ha detto il primo cittadino di Ancona Sturani commentando l'unione 'anco-osimana' sui rifiuti - ed offrire un servizio migliore ai cittadini presentando un'azienda che rappresenti tutto il territorio: non avrebbe senso avere tre aziende su un territorio provinciale (Anconambiente, Astea e Cam ndr) che come popolazione, quasi cinquecento mila abitanti, corrisponde più o meno a un quartiere di Roma". "Stiamo ragionando in questo modo su vari livelli - ancora Sturani - nell'ottica di una gestione ottimizzata, in rete, del pubblico: si sta avviando un processo che potrà coinvolgere altri comuni come Falconara. Si può lavorare bene e dialogare con Regione e Provincia". Non solo. L'unione di Ancona ed Osimo sul piano dei rifiuti potrebbe essere utile al capoluogo dorico per i cambiamenti in atto che nella cittadina osimana sono già avvenuti. “Osimo ha già fatto - le parole del presidente di Anconambiente Maurizio Fabiani - l'esperienza del sistema a tariffa sui rifiuti quella che ad Ancona è ancora tassa e che presto si trasformerà in tariffa come ad Osimo. Vale a dire che il pagamento sarà proporzionale alla produzione di rifiuti: chi ne produce di più paga anche di più". Fabiani ha speso parole importanti anche per il nuovo soggetto che dovrebbe nascere sotto l'egida di Ancona ed Osimo. “Sono contrario alla proliferazione - spiega - di tante società: meglio trovare forme ed accordi sui vari servizi”. Come quello dei rifiuti tra Anconambiente ed Astea che piace anche al sindaco di Osimo. "Sturani ci ha prospettato questa cosa su cui abbiamo riflettuto - spiega - prima di avviare un processo che ci porterà verso una migliore qualità del servizio grazie a un' impostazione unitaria di igiene urbana e dei rifiuti".

Un “colosso” dopo la fusione

Il nuovo soggetto gestirà 115 mila tonnellate di spazzatura

di LUCA FREZZOTTI

Entro la fine dell'anno sarà segnato il percorso comune, sul ciclo integrato dei rifiuti ttra Ancona e Osimo, un binomo che potrebbe fare da capofila per altri comuni come quello di Falconara, tanto che sono stati già attivati contatti con la Cam. Ancona e Osimo intanto studiano il modo per arrivare ad un soggetto unico. Tra le ipotesi al vaglio dei tecnici, che presto formeranno un gruppo di lavoro, c'è la fusione fra i rami aziendali relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti delle due città e la confluenza in una nuova società. Altra possibilità è quella di un ingresso dell'Astea, con una quota azionaria, in Anconambiente. Un'ipotesi di questo genere porterebbe alla cessione dell'attività di igiene urbana dell'Astea ad Anconambiente. L'idea è stata prospettata dal presidente di Anconambiente Maurizio Fabiani secondo cui sarebbe meglio non creare un'altra società. L'Astea potrebbe così ritagliarsi un posto tra in Anconambiente che è per la maggioranza, il 94% è del Comune di Ancona, mentre piccole quote sono del comune di Fabriano e di Castelfidardo. Quella osimana potrebbe essere una 'new enty' all'interno di Anconambiente. Un eventuale ingresso è comunque al momento soltanto un'ipotesi. Ciò che è certo è che l'entità che andrà ad occuparsi dei rifiuti avrà in carico le 85 mila tonnellate di rifiuti prodotte dai comuni serviti da Anconambiente (di questa cifra 52 mila tonnellate provengono dal capoluogo marchigiano). A queste quasi 90 mila tonnellate si andranno ad aggiungere le circa 30 mila tonnellate di rifiuti prodotti dalla città di Osimo per cui il nuovo soggetto, deputato alla raccolta dei rifiuti tra l'anconetano e l'osimano, andrà a avere in carico circa 115 mila tonnellate di rifiuti annui (una percentuale pari al 40% dell'intera provincia ed al 75% del bacino di riferimento). La provincia di Ancona, andando maggiormente nello specifico, è la principale dal punto di vista della produzione dei rifiuti (con il 36% circa). Dietro Ancona c'è Pesaro-Urbino, Macerata ed Ascoli con percentuali che oscillano tra il 20 ed il 22%. Ancora più marcata la rilevanza di Ancona rispetto ai rifiuti pericolosi dato che la produzione sale al 44,5%.

Uno studio sui tesori del liberty

Ville vincolate dal Prg

di Marina Minnelli

FALCONARA - Vincolate dal Prg del ’99, le ville Liberty di Falconara saranno oggetto, nei prossimi mesi, di uno studio e poi di una pubblicazione curata dall’architetto Fabio Mariano. “La presenza del Liberty a Falconara – spiega l’assessore alla Cultura Fabio Ciceroni – è un vero e proprio ‘specimen’, che deve essere approfondito e meglio conosciuto nelle sue particolarità; oltre alle ville saranno analizzati i dettagli architettonici di molti edifici che in qualche modo si rifanno a quello stile”. Simbolo di un’epoca d’oro, quando la cittadina, con la sua bella spiaggia e la collina piena di verde, era una rinomata località balneare, i villini di inizio secolo, oggi in qualche caso nascosti e soffocati fra i condomini degli anni ’70, sono quasi una sessantina e su tutti (siano essi con o senza parco) il Comune ha posto vincoli severi per tutto quanto concerne la ristrutturazione e gli adeguamenti funzionali, mentre per quattordici aree verdi di valore storico-testimoniale e ambientale ormai non è più possibile operare alcuna modifica. Il vincolo stabilito dal Prg riafferma il pregio intrinseco di questo patrimonio di edifici e di verde la cui importanza all’interno del nucleo storico di Falconara, precisano i redattori del Piano, “è ben più che soltanto testimoniale”. Le costruzioni, quasi tutte datate intorno ai primi anni del ‘900 e la cui architettura sia pure in modelli semplici è chiaramente ispirata al contemporaneo e trionfante stile Liberty, sono situate per la maggior parte lungo la via Flaminia a due passi dal mare in quanto d’estate erano abitate da ricchi villeggianti.

 
RESTO DEL CARLINO
Bohigas un fiore all'occhiello: sarà in «passerella» a Venezia

Il Progetto BOHIGAS si mette in mostra a Venezia. La città lagunare, dal 10 al 20 novembre, ospiterà infatti la V Rassegna di Urbanistica nazionale, prestigiosa esposizione organizzata dall'INU, Istituto Nazionale di Urbanistica. Sarà la società di promozione territoriale «Marchingegno srl» ad organizzare la partecipazione di Falconara, che si Candida ad aderire alla rassegna presentando il progetto realizzato da Oriol Bohigas. Gli Enti che superano la selezione hanno I'opportunita di esporre i loro piani attraverso pannelli documentali e brevi conferenze. Per l'occasione, il Comune prevede l'intervento di un pool di tecnici affiancati dallo stesso Bohigas e la presentazione di 6 pannelli realizzati seguendo tre grandi temi conduttori: l'innovazione, la ricerca della memoria e la coerenza del progetto all'interno del Prg.

Il «piano» regala gli espropri

Il terreno, a ridosso dell'arenile, estate regolarmente pagato, ma è al centro di un duro confronto. Le nuove regole sulla spiaggia aprono una vertenza tra alcuni cittadini proprietari di un'area ed il Comune falconarese

di Alessandra Pascucci

FALCONARA - Per i residenti di Rocca Mare le sorprese non finiscono mai. Stavolta arrivano dal Piano spiaggia per il litorale nord, messo nero su bianco solo nelle linee generali ma già in grado di far scattare un «allarme esproprio» ai danni di una cinquantina di persone. Nell'area su cui il Comune intende intervenire per il recupero dell'arenile ricade infatti un appezzamento di terreno acquistato nel 1990 da 43 inquilini del residence annesso all'hotel Luca, compravendita suggellata con tanto di atto notarile. L'area, all'epoca terreno agricolo, si stende da via Fiumesino alla prima traversa del Lungomare, per una profondità di 23 metri dalle mura del complesso residenziale. Tale confine, un tempo, coincideva con la linea del bagnasciuga, soggetta ad una progressiva erosione. Proprio per questo nel contratto di compravendita fu inserita una clausola in base alla quale gli acquirenti, accollandosi i costi per il posizionamento delle scogliere (con una spesa di 30 milioni di lire), avrebbero acquisito diritti anche sul tratto di arenile restituito dal mare. In 14 anni, la spiaggia e cresciuta di circa 10 metri, ma sembra che 1'accordo non sia più valido: il terreno guadagnato con la protezione delle scogliere è suolo demaniale a tutti gli effetti, quindi il Comune può disporne come meglio crede. «Tra l'Esino ed il confine con Montemarciano - spiega il geometra Busetti dell'Autorità portuale - la spiaggia ricade sotto la competenza dell'amministrazione locale». La battaglia, quindi, si gioca tutta tra il Comune ed i privati; questi rinuncerebbero al tratto di spiaggia più vicino al mare (per la parte, cioè, strappata all'erosione), ma non intendono cedere l'appezzamento acquistato nel '90, dove vogliono realizzare un parcheggio condominiale. Il Comune, d'altro canto, non può menomare il suo progetto di riqualificazione: nella zona più prossima al mare sorgeranno 5 nuovi stabilimenti balneari, in quella a monte (che comprende il futuro parcheggio del residence) è previsto un vialetto di collegamento che percorra tutta la lunghezza del litorale. I residenti, naturalmente, si oppongono e lunedì hanno presentato in Comune tutta la documentazione inerente la compravendita. La parola, ora, passa agli avvocati.

 
inizio pagina   rassegna stampa