RASSEGNA STAMPA 27.08.2004

 

MESSAGGERO
Cento fiaccole nel silenzio per non dimenticare

La manifestazione dei Comitati in ricordo della tragedia di 5 anni fa. Petizione, firma pure Carletti

di MARCO CATALANI

FALCONARA Una manifestazione silenziosa. Un centinaio di fiaccole, poste nel piazzale di fronte l'ex-Caserma Saracini, accese per non dimenticare l'alba di quel 25 agosto di cinque anni fa, quando la città fu scossa come da un terremoto, quando due treni sfiorarono le fiamme, quando la gente fuggì in strada. Quando il terribile incidente alla raffineria Api strappò la vita a Mario Gandolfi e Ettore Giulian, i primi ad accorgersi del guasto. Un boato che da allora ha scosso la coscienza dei falconaresi. Così, l’altra sera, i comitati di Fiumesino, Villanova e 25 Agosto ancora una volta, come tutti gli anni, hanno commemorato la data che ha di fatto segnato, lacerandolo, il rapporto della città con la raffineria. «Qui c'è gente - commenta Franco Budini del Comitato di quartiere di Fiumesino - che continua a lottare perché sia rispettato il proprio diritto alla vita, cercando di farsi sentire in ogni occasione». La gente non si rassegna: la raccolta di firme per sollecitare un approfondimento dell'indagine epidemiologica che coinvolga tutti i casi di decesso per leucemia a Falconara nell'ultimo ventennio continua, e sono già altre 14 associazioni che si sono aggregate per aiutare la petizione. Si punta per ottobre, quando la raccolta terminerà, alle 6000 sottoscrizioni, le stesse raccolte durante la battaglia contro il Denox, e nel frattempo anche il sindaco Giancarlo Carletti ha posto la propria firma perché si faccia chiarezza sulle effettive cause dell'aumento dei tassi di mortalità per tumori del sistema emolinfopoietico e leucemie come emerso dalla prima indagine dell'Arpam e dell'Istituto nazionale tumori. «Ci manca anche - prosegue Budini - il conforto dell'autorità religiosa, assente dal quartiere da quattro anni da quando la chiesetta di Fiumesino è chiusa». Le fiaccole sono rimaste accese un paio d'ore, senza slogan né bandiere, avvolte in un silenzio assordante.

 
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