I banchetti della petizione
oggi a Castelferretti Falconara, la salute viene
raccogliendo firme
FALCONARA - I cittadini non
mollano e anzi si mobilitano ulteriormente per la petizione
popolare per l’approfondimento dello Studio sullo stato di
salute della popolazione di Falconara e per scongiurare
aggravi alla situazione ambientale sul territorio. La
raccolta di firme è stata avviata congiuntamente da numerose
associazioni del territorio alle quali si è unita e sta
dando la sua preziosa collaborazione - si legge in una nota
del comitato promotore dell’iniziativa - anche
l’associazione Pionieri Rocca Mare di Falconara Marittima.
Intanto, lunedì, altri due tavoli per la raccolta firme sono
stati installati per due ore, dalle 10.30 alle 12.30, lungo
il mercato di Falconara totalizzando oltre duecento
adesioni. I promotori sottolineano la particolare importanza
delle numerose richieste dei cittadini di poter avere copia
del Rapporto di fattibilità dello studio redatto da Andrea
Micheli, responsabile dell’Unità operativa di epidemiologia
descrittiva dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura
dei tumori di Milano. A tale proposito, le Associazioni
comunicano che, su specifica richiesta dei cittadini, si
faranno carico delle copie del Rapporto che verrà consegnato
gratuitamente ai richiedenti. Inoltre nei prossimi giorni,
l’intero Rapporto sarà disponibile sul sito dei Comitati
www.comitati-cittadini.net. Altro aspetto verso il quale i
cittadini stanno dimostrando attenzione è la richiesta,
contenuta nella Petizione, dell’attivazione da parte della
Regione Marche di forme di partecipazione con la creazione
di un organismo che includa anche rappresentanti della
popolazione interessata e delle Associazioni portatrici di
interessi diffusi sul territorio falconarese. E oggi la
raccolta firme della petizione si sposterà a Castelferretti.
La raffineria Api affidata
all’Esercito
Da mesi i militari
sorvegliano l’intera area
di V.OL.
E’ da sempre tra quelli che
vengono definiti “obiettivi sensibili”, perciò vedere
circolare lungo il perimetro esterno della raffineria Api di
Falconara e nei parcheggi destinati alle autobotti, lo
“scarrafone” telonato dell’Esercito con a bordo militari in
tuta mimetica e giubbetto antischegge è un fatto consueto.
Una sorveglianza che va avanti da mesi, in maniera se
vogliamo più discreta rispetto al passato, quando ad esempio
in un punto della strada che costeggia gli impianti della
raffineria sul lato nord, lungo la sponda destra del fiume
Esino, era stata installata addirittura una torretta fissa.
La struttura in quella occasione serviva per tenere sotto
controllo non solo la raffineria Api, ma anche la ferrovia.
Ora invece il dispositivo di sorveglianza ha cambiato
modulo: pattuglie che nell’arco delle ventiquattro ore
sorvegliano in maniera specifica l’esterno della raffineria,
integrandosi con quelle di carabinieri e polizia per le
quali il raggio d’azione e gli obiettivi sono naturalmente
in numero superiori. Modalità cambiate da diversi mesi e
pertanto non legate in modo specifico alle minacce di
attentati rimbalzate in questi ultimi giorni. Di certo
quello che in questi ultimi giorni è cambiato per i militari
addetti alla sorveglianza sono le cosidette “consegne”, cioè
le regole da osservare durante i servizi di guardia, oggi
caratterizzate da una maggiore severità, da una maggiore
attenzione verso il minimo sospetto che potrebbe sempre
rivelarsi un pericolo. Aspetti impercettibili dalle decine
di dipendenti della raffineria e ancor più dai cittadini di
Falconara, ormai abituati a vedere i mezzi grigioverdi
percorrere a passo d’uomo il tratto di statale Adriatica che
costeggia il perimetro dell’Api. Una presenza discreta, che
richiama l’attenzione di qualche automobilista di passaggio
solo quando i militari sono a terra, con il fucile d’assalto
Ar 40/70 imbracciato. Figure insolite, immagini che sembrano
appartenere ad altre zone del mondo, che nelle nostre case
entrano soltanto attraverso la televisione. Immagini che per
tutti costituiscono il segnale di quanto estesa sia oramai
l’intera rete di controlli sul territorio, nella quale
rientrano non soltanto luoghi-simbolo, come possono essere
sedi di istituzioni o edifici di culto, ma anche
infrastrutture essenziali come appunto da sempre è
considerata la raffineria Api di Falconara.
Treni e bus, la nuova
mappa del pendolare
Nel 2005 attiva la
metropolitana di superficie, anche se all’Aspio i lavori
sono indietro
di AL. CAM.
Sarà pronta per l’inizio del
prossimo anno la nuova fermata ferroviaria di Falconara
stadio e già a dicembre potrebbe essere possibile una
sperimentazione. Ma per completare la mappa della
metropolitana di superficie bisognerà attendere ancora un
po’. In particolare, il completamento della fermata
Aspio-Camerano, i cui lavori sono piuttosto indietro. E, da
contratto, vanno collaudati insieme a quelli della fermata
di Passo Varano, che però stanno procedendo in maniera più
spedita. “Da contratto - spiega Roberto Panariello,
dirigente ai trasporti della Provincia - entrambe le opere
devono essere consegnate entro il primo trimestre del 2005.
Al più saranno comunque pronte per il primo semestre. Si può
verificare la possibilità di aprire prima la fermata di
Passo Varano, per ragioni di sicurezza, visto che è la
fermata dello stadio e che anche la prefettura aveva
sollecitato i lavori”. L’attivazione del metrò di superficie
fa parte del progetto di integrazione autobus-treno
coordinato dalla Provincia e che prevede una
riorganizzazione dei collegamenti su ferro e su gomma della
linea Adriatica, in modo da eliminare doppioni tre treni e
corriere e da ridisegnare il viaggio dei pendolari verso
Ancona (e ritorno). Il progetto fa il paio con l’attivazione
di un bus navetta, da parte del Comune, da Tavernelle a
piazza Cavour. I tempi della riorganizzazione, però, non
dipendono solo dal completamento dei lavori alle nuove
fermate del metrò, ma anche dalla Regione che ha in mano i
contratti di servizi per il trasporto su gomma. La materia
passerà prima o poi in mano alla Provincia, pronta ad
attuare il piano. La stazione di Torrette (nella foto) è
attiva da tempo. A Castelferretti si lavora per alzare la
banchina. E si aggiungerà anche la fermata di Cesano di
Senigallia.
L’invasione delle alghe
rosse
I controlli dell’Arpam e dei
carabinieri escludono rischi per le persone La chiazza scura
estesa per oltre un chilometro tra Palombina e Torrette
C’è chi ha pensato a uno
sversamento tossico ma per fortuna era solo un’alga non
tossica. Sul litorale davanti a Torrette , ieri mattina, i
bagnanti hanno avuto l’amara sorpresa di trovarsi davanti
una enorme chiazza rossa. Lunga circa un chilometro e larga
almeno cento metri. Sono partite diverse telefonate
preoccupate alla centrale operativa dei carabinieri della
compagnia di Ancona che hanno girato la segnalazione al
nucleo elicotteri di Falconara e al nucleo ecologico
specializzato in interventi sull’ambiente. Il velivolo
dell’Arma ha sorvolato la zona mentre a terra tecnici dell’Arpam
e carabinieri hanno iniziato a prelevare campioni in acqua
per verificarne la qualità. Il mistero si è subito chiarito:
niente di tossico ma la comparsa, in dosi massicce,
dell’alga rossa, un’alga giapponese, probabilmente portata
nel nostro mare dalle petroliere, che in Adriatico ha
trovato un ottimo habitat naturale. Chiarito che non c’era
nulla di tossico, non è stato disposto alcun divieto di
balneazione. Il fenomeno dell’alga rossa era già comparso
nel tratto pesarese del litorale marchigiano. A parte il
disagio quando si fa il bagno, l’alga non crea alcun
problema. L’unico rimedio per neutralizzarla è un bell’acquazzone.
Un po’ come la mucillagine è il segno del deterioramento del
nostro mare, troppo sfruttato, e che alla fine chiede il
conto. Peccato che ce se ne accorga solo quando dobbiamo
fare il bagno. |