MESSAGGERO |
Goletta Verde: «Mare delle
Marche in salute»
Balneabilità quasi totale. Ma
Legambiente boccia Fano e Pedaso. Strapazzata l’Api
di Letizia Larici
BUONO lo stato di salute del
nostro mare, per Legambiente le questioni irrisolte sono
altre: le pessime condizioni dei bacini fluviali, sofferenti
del carico antropico e delle attività dei distretti
industriali, l'inquinamento di zone dichiarate "ad alto
rischio ambientale" e la cementificazione della costa. A
lanciare il grido d'allarme Luigino Quarchioni, presidente
di Legambiente Marche che anche quest'anno ha assegnato le
sue bandiere nere alla raffineria Api e al Comune di Porto
Potenza Picena per la perevista edificazione (50mila metri
cubi di cemento) dell'Oasi di Protezione della Fauna. Delle
due bocciature si è parlato ieri mattina a bordo di Goletta
Verde che ha presentato ad Ancona i dati sulla qualità delle
acque della costa marchigiana. Dati in generale
rassicuranti. Su 16 punti scelti quest'anno da Goletta Verde
per i prelievi, solo uno è risultato "inquinato": il mare di
Fano, a 150 metri a sud della foce del Metauro (il
campionamento è stato effettuato all'altezza del camping
Fano). “Leggermente inquinate” poi le acque di Pedaso in
prossimità della foce dell'Aso. Per il resto valori entro i
limiti di legge. Dati confortati dai risultati delle analisi
dell'Arpam: 19 stazioni non balenabili, di cui 10 sottoposte
ad ulteriori campionamenti nella stagione in corso, su 237
monitorate. «Il 92% della costa - ha precisato l'esperto
Gianluca De Grandis - è sicuramente attivo per la
balneazione e questa percentuale in alcune province si
attesta intorno al 96%». Se il mare sta bene, le criticità
per gli ambientalisti sono altre. In particolare la mancata
bonifica del sito Api.. Inoltre per Goletta Verde bisogna
incoraggiare i piccoli comuni dell'entroterra ad installare
impianti di depurazione. Premiato a bordo Aldo Roscioni,
titolare dell'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo, che
otterrà domani a Rimini, insieme ad altri 12 albergatori il
riconoscimento per la qualità ecologica. «In fondo - ha
detto Roscioni - ho scoperto che stando un po’ attenti si
risparmia».
Acque del mare
rassicuranti, fiumi ad alto rischio inquinamento
Condizioni negative vicino
alla foce del Metauro a Fano, favorevoli invece gli altri
prelievi sulla costa pesarese. Bandiera nera a Falconara
PESARO - Tre punti su quattro
sulla costa pesarese non risultano inquinati. Le analisi
della Goletta verde promuovono Gabicce (il prelievo è
avvenuto davanti allo stabilimento Franco n.37), promuovono
Fano (Lido 2 spiaggia di ponente) e Pesaro (la spiaggia
libera di Baia Flaminia a 300 metri dalla foce del Fiume
Foglia). Non assolve, anzi etichetta come inquinato il
prelievo effettuato a 150 metri a sud della foce del Metauro
a Fano. Ma secondo Legambiente non è il mare a dover
preoccupare di più i marchigiani, ma la questione «irrisolta
e attualissima dell'inquinamento industriale dei fiumi e di
zone dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale», e
della «cementificazione indiscriminata della costa». È
questo il quadro fornito da Goletta Verde di Legambiente,
che ha fatto tappa nelle Marche. Mentre risultano buoni
quasi tutti i 16 prelievi effettuati, è la condizione dei
fiumi e dell'entroterra, insieme alla «mancata bonifica del
sito Api da mesi in cantiere», a far lanciare un grido
d'allarme agli ambientalisti. Una bandiera nera
«meritatissima», dunque, quella che Legambiente assegna per
il secondo anno consecutivo all'Api di Falconara. A
guadagnarsi la seconda è invece il Comune di Potenza Picena,
che approva nel nuovo Prg «una bella colata di cemento nel
mezzo dell'Oasi di protezione della fauna». I dati sulla
qualità delle acque della costa marchigiana sono stati
illustrati da Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde,
Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche, Loris
Calcina rappresentante dei comitati cittadini di Villanova e
Fiumesino, Gianluca De Grandis, esperto dell'Arpam in
eutrofizzazione marina e addetto alla motonave Sibilla,
Gilberto Stacchiotti, responsabile di Legambiente Turismo
Marche, e Lidio Rocchi, assessore regionale al turismo. «I
dati delle acque di balneazione sono in generale
rassicuranti - ha dichiarato Serafini - segno che il mare si
difende e che la depurazione sulla costa è efficiente; sono
però le condizioni dei fiumi, sofferenti del carico
antropico e dell'attività a pieno ritmo dei distretti, a
farci chiedere ancora con forza la riduzione della pressione
inquinante sui corsi d'acqua, e il potenziamento dei sistemi
depurativi nei piccoli paesi e nelle cittadine
dell'entroterra. Le aziende pesano sui fiumi e sulle falde
acquifere oltre che sul territorio; non a caso - ha aggiunto
- sono proprio i punti analizzati in prossimità dei fiumi a
denunciare una situazione di inquinamento. Chiediamo alla
Regione e alle Province di attivare politiche che
incoraggino i piccoli Comuni dell'entroterra a installare
impianti di depurazione, sostenendo in particolare la
fitodepurazione».
Il mare di Palombina si
tinge di rosso
di Letizia Larici
Si tingono di rosso le acque
di Palombina. L'insolito scenario si è presentato ieri
mattina ai bagnanti che, come ogni domenica, affollavano il
litorale. Il mare all'altezza di Collemarino dalla riva fino
agli scogli era di color verde-rossastro. Comprensibilmente
qualcuno, visibilmente preoccupato, ha abbandonato in fretta
e furia la spiaggia per dirigersi verso lidi più limpidi.
Nel pomeriggio la situazione è tornata alla normalità,
complice la pioggia che ha contribuito a ripulire le acque.
Secondo una prima ipotesi la causa dell'improvvisa
colorazione del mare potrebbe dipendere da uno sversamento
di liquidi utilizzati da un’azienda della zona per la
lavorazione delle barbabietole. La perdita sarebbe avvenuta
un paio di giorni fa. I liquidi finiti nell'Esino sarebbero
stati sospinti dalle correnti in mare aperto. Altri parlano
di alghe fiorite, tipiche dei mari poco esposti ai venti.
Organismi innocui, anche se fastidiosi per chi desidera
godersi un bel bagno in santa pace, ma nulla di più. Sulla
questione chiede delucidazioni il neo assessore al Turismo
del Comune di Ancona Daniele Tagliacozzo, che ieri era tra
quei bagnanti rimasti increduli per l'insolita colorazione
del mare. «C'era grande preoccupazione tra la gente -
racconta - tanto che in molti hanno preferito lasciare la
spiaggia. Ma c'è stato anche chi non ha rinunciato al bagno
e ha permesso ai propri figli di tuffarsi nonostante la
situazione non fosse proprio ottimale». L'assessore esorta
gli organi competenti ad effettuare immediate verifiche.
«Dobbiamo capire - osserva - se il fenomeno si è verificato
per un travaso di sostanze inquinanti». Certo è che a
risentirne è l'immagine del litorale dorico. «Il turismo -
conclude Tagliacozzo - finisce per risultarne ingiustamente
penalizzato». Intanto i bagnini della zona gettano acqua sul
fuoco. «E'un fenomeno che si ripete ogni anno - spiega
Claudia Cori, titolare dello stabilimento Oasi - E' sempre
così: ad agosto, con le alte temperature, il mare si tinge
di rosso. Non so se sia colpa delle alghe o delle
barbabietole, ma posso assicurare che non c'è nulla di
strano. La gente, da che mi ricordi, ha sempre fatto il
bagno senza problemi e nessuno ha mai accusato sintomi
preoccupanti». In ogni caso la Capitaneria di porto di
Ancona, che nella tarda serata ha ricevuto segnalazioni sul
fenomeno, si è riservata di effettuare controlli. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Veleni dai fiumi il caso
Inquinamento, Goletta
Verde punta il dito. Sedici i prelievi effettuati in tutto
Coste salve ma “grazie all’aumento dei controlli degli Enti
locali e alla buona volontà degli operatori” Capitolo a
parte per l’Api. “La raffineria non ha ancora provveduto a
ritirare il ricorso al Tar nonostante gli impegni presi con
la Regione” Sotto accusa i paesi. “Non fanno depurazione”
di CATERINA CANTORI
E' la condizione dei fiumi e delle relative foci, insieme
alla cementificazione indiscriminata della costa e alla
mancata bonifica dell'area dell'Api a preoccupare
Legambiente che ieri mattina, a bordo della Goletta Verde
ormeggiata a Marina Dorica, ha reso noti i dati relativi ai
prelievi effettuati sulle nostre coste. Il risultato è stato
che il nostro mare è in salute ma per il secondo anno
consecutivo l'Api si è vista assegnare la bandiera nera. La
seconda è andata a Potenza Picena che nel nuovo Prg ha
approvato costruzioni in mezzo ai laghetti, un'Osi di
Protezione della Fauna. "Anche quest'anno la Goletta Verde
ha fatto tappa ad Ancona per rendere noti i dati sulla
balneabilità delle coste - ha detto Luigino Quarchioni,
presidente di Legambiente Marche -. I risultati dei 16
prelievi effettuati sono buoni e su questo non avevamo
dubbi. Negli anni la costa è stata salvaguardata grazie
all'aumento dei controlli da parte degli enti pubblici e
alla buona volontà degli operatori. A destare preoccupazione
- ha proseguito Quarchioni - è la situazione riscontrata
nelle foci dei fiumi o in prossimità di esse. Il problema
nasce dal fatto che spesso l'acqua che arriva
dall'entroterra non è depurata. L'interno della regione è
ricco di paesini per i quali i costi della depurazione sono
troppo elevati. Con i finanziamenti ad hoc sono stati
costruiti molti depuratori che non sono potuti entrare a
pieno regime a causa dei costi troppo elevati per Comuni con
mille abitanti. Circa l'80% di queste acque viene dunque
buttato in mare. Legambiente proposto di alzare l'attenzione
facendo magari ricorso alla Fitodepurazione ovvero un
sistema costituito dalla costruzione di un laghetto
all'interno del quale scorre lentamente l'acqua che viene
depurata da alcune piante. Questo sistema permette dei costi
di gestione molto bassi". Altro neo, la gestione urbanistica
della costa. Da questo punto di vista Legambiente chiede che
la Regione riveda la normativa e si riappropri dei controlli
delegati alle Province e ai Comuni. Preoccupante anche la
condizione degli insediamenti industriali lungo la costa che
"troppo spesso hanno forzato la norma". Un capitolo a parte
è stato dedicato da Quarchioni all'Api, per discutere della
quale era presente Loris Calcina, rappresentante dei
Comitati cittadini di Villanova e Fiumesino. Il presidente
di Legambiente Marche ha puntato il dito contro il
rallentamento della procedura di bonifica. "I dati sullo
stato dell'inquinamento del sottosuolo forniti dalla
raffineria attraverso la società incaricata sono risultati
non veritieri. Per questo cinque persone risultano indagate.
La raffineria non ha ancora provveduto a ritirare il ricorso
al Tar contro la qualifica di area ad alto rischio di crisi
ambientale nonostante gli impegni presi con la Regione in
sede di rinnovo della concessione". Quarchioni ha ribadito
la centralità del turismo che "deve vedere nella qualità
ambientale il suo punto di forza. Dovremmo prevedere una
sorta di marchio Made in Marche per contrassegnare tutti i
prodotti tipici e di nicchia che caratterizzano la nostra
regione. Proporremmo alla Regione di prevedere un
assessorato ad hoc". Dal canto suo Massimo Serafini,
portavoce di Goletta Verde, ha enunciato alcuni dei prossimi
obiettivi di Goletta Verde come "la balneabilità dei fiumi,
il ridimensionamento dell'Api, un'agricoltura di qualità".
Il prossimo appuntamento sarà ad ottobre a Portonovo con un
incontro sul "Parco Marino del Conero".
Niente paura, sono alghe
Fioritura a Palombina, l’Arpam rassicura “Non sono
nocive”. Il temporale ha già migliorato la situazione
Verso l’ora di pranzo è stato un acquazzone a mettere in
fuga i bagnanti sulla spiaggia di Palombina. Anzi, a mettere
in fuga quanti erano rimasti, perché nell’arco della
mattinata già in parecchi avevano rinunciato alla giornata
al mare, scoraggiati dal colore rossastro di cui si era
tinta l’acqua. Pochi a mollo, in molti sono ricorsi al getto
di rubinetti e docce per trovare un po’ di refrigerio e un
rimedio al caldo umido di questi ultimi giorni. Con un
occhio al mare e non poco rammarico. Il fenomeno si era già
registrato nei giorni scorsi. Ad inizio settimana, in
particolare, chiazze di alghe di colore bruno-viola erano
state rilevate dai tecnici dell’Arpam, segnalate proprio nel
tratto di mare tra Senigallia e Palombina nuova, in
territorio di Ancona, per un tratto lungo circa 20
chilometri. Secondo le notizie divulgate dall’Arpam, che nei
giorni ha poi monitorato la situazione, si tratta di un
fenomeno tipico di questo periodo dell’anno e determinato
dalla Fibrocapsa japonica, un’alga di origine giapponese
arrivata in Adriatico negli anni Novanta, forse adesa alla
chiglia delle navi, o contenuta nell’acqua di zavorra
scaricata in mare. La fioritura algale non è nociva alla
salute - per cui è salva la balneazione -, sottolineano i
tecnici dell’agenzia di protezione ambientale regionale,
secondo i quali sarebbero auspicabili movimenti meteomarini
che di certo contribuirebbero ad abbreviare la durata del
fenomeno. Tanto più che il temporale di ieri, pur breve,
sembrava aver già migliorato la situazione.
“Spostarsi in bicicletta contro l’inquinamento”
La ricetta per combattere il caos di Falconara
di MARINA MINELLI
FALCONARA - “Fra Castelferretti, Villanova, Fiumesimo e
le vie del centro almeno un terzo dei falconaresi vive in
pianura e allora perché non cominciare a favorire gli
spostamenti brevi di tutte queste persone con la vecchia, ma
sempre attuale bicicletta?”. Sergio Badialetti, capo gruppo
dei Verdi prende al volo una richiesta fatta da alcuni dei
cittadini presenti alla riunione del comitato civico di base
di Castelferretti (che aveva evidenziato il problema del
traffico e quindi dell’inquinamento lungo la strada che
taglia in due il paese) e torna alla carica con la proposta
delle piste ciclabili. “Oggi visti i problemi legati
all’ambiente e la difficoltà a trovare posti per le auto –
spiega Badialetti – mi sembra sia ora di fare sul serio,
soprattutto per quanto riguarda il collegamento tra
Falconara centro, dove ormai sono concentrati molti uffici,
tra cui Asl e anagrafe, diversi negozi e i mercati
settimanali e Castelferretti”. Difficile, infatti, al
momento attuale percorrere i pochi chilometri di un
rettilineo dove il traffico è intenso a tutte le ore del
giorno ed il pericolo di mezzi pesanti sempre in agguato. “E
invece sarebbe un grande incentivo – afferma il capo gruppo
dei Verdi – un modo per cominciare a vivere la città in modo
davvero diverso, soprattutto nella bella stagione quando per
esempio moltissime persone residenti a Castelferretti si
spostano per frequentare la spiaggia”. Un’idea quella di
Badialetti che comunque ha fatto diversi proseliti anche se
le piste ciclabili non ci sono (a parte i cinque km accanto
al fiume che collegano Rocca Priora con Chiaravalle)
soprattutto fra i giovani che in questi mesi di mare
affollano con le loro bici quasi tutti gli ingressi alla
spiaggia e le ringhiere dei sottopassi. “La sicurezza però –
precisa il capo gruppo dei Verdi – è ancora molto precaria
vista la mole di traffico soprattutto sulla statale dove i
parcheggi su entrambi i lati impediscono un transito
protetto dei mezzi su due ruote”.
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LEGAMBIENTE NEWS |
Goletta Verde nelle Marche:
turismo di qualità ma anche bandiere nere
Due bandiere nere per
inquinamento e cementificazione, all'Api di Falconara e al
Comune di Potenza Picena; ma nella Regione cresce
l'attenzione al turismo di qualità e sostenibile
Non è il mare a dover
preoccupare maggiormente i cittadini marchigiani, ma la
questione irrisolta ed attualissima dell’inquinamento
industriale dei fiumi e di zone dichiarate “ad elevato
rischio di crisi ambientale”, e della cementificazione
indiscriminata della costa. Mentre infatti risultano buoni
quasi tutti i 16 prelievi effettuati, è la condizione dei
fiumi e dell’entroterra, insieme alla mancata bonifica del
sito Api da mesi in cantiere, a far lanciare un grido
d’allarme agli ambientalisti. Negli ultimi giorni, poi, la
vicenda Api ha assunto risvolti giudiziari, con la richiesta
di rinvio a giudizio di 5 persone, della raffineria e della
società “Rimedia” incaricata dalla stessa dei rilievi e
degli studi per la messa in sicurezza e pre-bonifica. Il
capo d’imputazione, quello di aver attuato una sorta di
depistaggio delle procedure per il recupero ambientale
dell’area della raffineria, ritoccando in basso i parametri
sul reale stato di inquinamento accertati sul campo. Una
bandiera nera meritatissima, dunque, quella che Legambiente
assegna per il secondo anno consecutivo all’Api. E la costa
come sta? Bene, se consideriamo l’efficienza di un sistema
di depurazione ormai entrato a regime e funzionante; male,
se guardiamo a progetti di cementificazione che farebbero
scempio di zone di particolare pregio ambientale: a
guadagnarsi la seconda bandiera nera delle Marche è infatti
il Comune di Potenza Picena, che approva nel nuovo PRG una
bella colata di cemento nel mezzo dell’Oasi di Protezione
della Fauna. Qualche segnale incoraggiante però c’è, e viene
da quegli operatori del turismo che hanno scelto di puntare
sulla qualità e la sostenibilità dell’offerta. Tra le 12
strutture ricettive ecologiche premiate a livello nazionale
da Legambiente Turismo, c’è l'Hotel Fortino Napoleonico di
Portonovo di Ancona: è il segnale di un’attenzione crescente
al turismo di qualità e al rispetto e alla valorizzazione
dell’ecosistema. Di questi temi si è parlato questa mattina
in occasione della conferenza stampa di presentazione dei
dati sulla qualità delle acque della costa marchigiana di
Goletta Verde di Legambiente, la storica campagna giunta
alla diciannovesima edizione e realizzata con il contributo
di Vodafone Italia. Alla conferenza stampa erano presenti:
Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, Luigino
Quarchioni presidente di Legambiente Marche, Loris Calcina
rappresentante dei comitati cittadini di Villanova e
Fiumesino, Gianluca De Grandis, esperto Arpam
eutrofizzazione marina e addetto alla motonave Sibilla,
Gilberto Stacchiotti, responsabile Legambiente Turismo
Marche, Aldo Roscioni, responsabile Hotel Fortino
Napoleonico, Lidio Rocchi, assessore regionale al turismo.
“I dati delle acque di balneazione sono in generale
rassicuranti, - ha dichiarato Massimo Serafini portavoce di
Goletta Verde – segno che il mare si difende e che la
depurazione sulla costa è efficiente; sono però le
condizioni dei fiumi, sofferenti del carico antropico e
dell’attività a pieno ritmo dei distretti, a farci chiedere
ancora con forza la riduzione della pressione inquinante sui
corsi d’acqua, e il potenziamento dei sistemi depurativi nei
piccoli paesi e nelle cittadine dell’entroterra. Le aziende
pesano sui fiumi e sulle falde acquifere oltre che sul
territorio; – ha aggiunto Serafini – non a caso sono proprio
i punti analizzati in prossimità dei fiumi a denunciare una
situazione di inquinamento. Chiediamo alla Regione e alle
Province di attivare politiche che incoraggino i piccoli
comuni dell’entroterra ad installare impianti di
depurazione, sostenendo in particolare la fitodepurazione,
che per la sua compatibilità ambientale e i costi contenuti
ben si presta all’utilizzo locale e alla manutenzione. Se
l’inquinamento prodotto dai distretti industriali
dell’entroterra minaccia i fiumi, quello della raffineria
Api di Falconara minaccia direttamente un’area dichiarata
“ad elevato rischio ambientale”. “L’Api ha meritato
l’ennesima bocciatura senza appello – spiega Luigino
Quarchioni - non solo perché rea di aver causato negli anni
un pesante inquinamento della costa, del suolo e ancora più
in profondità del sottosuolo e delle falde, ma anche poiché
nei fatti continua a fare di tutto per rallentare e
ostacolare un processo, che anche se difficile e complesso,
arrivi comunque alla bonifica e al risanamento completo
dell’area. Di più, a motivare la Bandiera Nera per il
secondo anno consecutivo – aggiunge Quarchioni - hanno
concorso almeno altri due gravi fatti: primo, i dati sullo
stato di inquinamento del sottosuolo forniti dalla
raffineria attraverso la società dalla stessa incaricata,
sono risultati non veritieri in seguito a verifiche
effettuate dall’ARPAM, la Regione e il Comune. Per questo
oggi 5 persone risultano indagate dalla Procura della
Repubblica. Secondo, la raffineria non ha ancora provveduto
a ritirare il ricorso mosso al Tar contro la qualifica di
area ad elevato rischio di crisi ambientale, nonostante gli
impegni presi in questo senso con la Regione in sede di
rinnovo della Concessione”. Quanto all’Amministrazione
Comunale di Potenza Picena, con la Bandiera Nera Legambiente
ribadisce ancora una volta la propria totale disapprovazione
al PRG, la cui adozione è stata definitivamente approvata lo
scorso aprile. “Un autentico scempio, quello paventato dal
PRG. - precisa Quarchioni - Un piano regolatore che prevede
migliaia di nuovi metri cubi di cemento nell’Oasi di
Protezione faunistica presso i laghetti di Potenza Picena,
rischiando di macchiare irrimediabilmente un’area importante
che qualificherebbe significativamente l’offerta turistica
del territorio attraverso la valorizzazione dei fattori
ambientali. Non resta che auspicarci che il neo eletto
sindaco scelga di recedere al più presto da questa
scellerata previsione”. “In questo quadro siamo però lieti
di registrare un successo che va nella direzione della
sensibilizzazione di operatori e imprenditori nei confronti
di un turismo di qualità, - ha dichiarato Gilberto
Stacchiotti -. Terminati i controlli annuali nelle strutture
ricettive "consigliate per l'impegno in difesa
dell'ambiente", Legambiente Turismo, ecolabel indipendente
italiana, ha istituito un riconoscimento simbolico per le
strutture che hanno realizzato le innovazioni più avanzate.
Gli ispettori dell'associazione hanno segnalato per questo
riconoscimento 12 strutture ricettive che saranno premiate
il 10 agosto durante la sosta riminese di Goletta Verde. Per
le Marche è stato scelto l'Hotel Fortino Napoleonico di
Portonovo di Ancona, un hotel a 4 stelle che è andato anche
oltre il pieno rispetto degli adempimenti obbligatori
previsti per il 2004.” A bordo di Goletta Verde è stato
consegnato il premio ufficiale al gestore dell’Hotel Fortino
Napoleonico Aldo Roscioni. Serafini e Quarchioni hanno poi
rilanciato la campagna “Amare l’Adriatico”, già partita
nelle Marche lo scorso giugno con il coinvolgimento di tutti
i comuni costieri e dei due parchi regionali: un’iniziativa
internazionale che vuole sensibilizzare i cittadini, i
turisti e i governi per garantire un futuro migliore alle
popolazioni delle regioni costiere di Italia, Slovenia e
Croazia. “Come Legambiente chiediamo un impegno concreto
alle amministrazioni locali – hanno dichiarato i due
rappresentanti dell’associazione – perché chiedano al
governo italiano l’istituzione dell’Area Marina
Particolarmente Sensibile per questo nostro mare così
delicato. Crediamo che sia importante la risposta “dal
basso” a questo appello, che vede i nostri comuni della
riviera, grandi e piccoli, protagonisti dello sviluppo e
della tutela dell’area marina. Ringraziamo l’amministrazione
provinciale di Ascoli Piceno che per prima, nelle Marche, ha
accolto questo appello, e gli altri comuni che hanno
dimostrato interesse e volontà di aderire”.
Le Bandiere nere di
Legambiente:
- Alla Raffineria Api di
Falconara (An) per aver contribuito al pesante inquinamento
ambientale della costa (aria, suolo e sottosuolo) così come
si evince dai dati resi noti dalla stessa azienda e
confermati dall’Arpa Marche che ha riscontrato valori ancora
più inquietanti. Il Consiglio Regionale delle Marche ha
dichiarato l’area della bassa valle dell’Esino, “area ad
elevato rischio di crisi ambientale”.
- All'Amministrazione
comunale di Potenza Picena (Mc) per aver approvato nel nuovo
piano regolatore ben 50.000 metri cubi di cemento nell’Oasi
di Protezione della Fauna presso i laghetti di Potenza
Picena. |
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