RASSEGNA STAMPA 09.08.2004

 

MESSAGGERO
Goletta Verde: «Mare delle Marche in salute»

Balneabilità quasi totale. Ma Legambiente boccia Fano e Pedaso. Strapazzata l’Api

di Letizia Larici

BUONO lo stato di salute del nostro mare, per Legambiente le questioni irrisolte sono altre: le pessime condizioni dei bacini fluviali, sofferenti del carico antropico e delle attività dei distretti industriali, l'inquinamento di zone dichiarate "ad alto rischio ambientale" e la cementificazione della costa. A lanciare il grido d'allarme Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche che anche quest'anno ha assegnato le sue bandiere nere alla raffineria Api e al Comune di Porto Potenza Picena per la perevista edificazione (50mila metri cubi di cemento) dell'Oasi di Protezione della Fauna. Delle due bocciature si è parlato ieri mattina a bordo di Goletta Verde che ha presentato ad Ancona i dati sulla qualità delle acque della costa marchigiana. Dati in generale rassicuranti. Su 16 punti scelti quest'anno da Goletta Verde per i prelievi, solo uno è risultato "inquinato": il mare di Fano, a 150 metri a sud della foce del Metauro (il campionamento è stato effettuato all'altezza del camping Fano). “Leggermente inquinate” poi le acque di Pedaso in prossimità della foce dell'Aso. Per il resto valori entro i limiti di legge. Dati confortati dai risultati delle analisi dell'Arpam: 19 stazioni non balenabili, di cui 10 sottoposte ad ulteriori campionamenti nella stagione in corso, su 237 monitorate. «Il 92% della costa - ha precisato l'esperto Gianluca De Grandis - è sicuramente attivo per la balneazione e questa percentuale in alcune province si attesta intorno al 96%». Se il mare sta bene, le criticità per gli ambientalisti sono altre. In particolare la mancata bonifica del sito Api.. Inoltre per Goletta Verde bisogna incoraggiare i piccoli comuni dell'entroterra ad installare impianti di depurazione. Premiato a bordo Aldo Roscioni, titolare dell'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo, che otterrà domani a Rimini, insieme ad altri 12 albergatori il riconoscimento per la qualità ecologica. «In fondo - ha detto Roscioni - ho scoperto che stando un po’ attenti si risparmia».

Acque del mare rassicuranti, fiumi ad alto rischio inquinamento

Condizioni negative vicino alla foce del Metauro a Fano, favorevoli invece gli altri prelievi sulla costa pesarese. Bandiera nera a Falconara

PESARO - Tre punti su quattro sulla costa pesarese non risultano inquinati. Le analisi della Goletta verde promuovono Gabicce (il prelievo è avvenuto davanti allo stabilimento Franco n.37), promuovono Fano (Lido 2 spiaggia di ponente) e Pesaro (la spiaggia libera di Baia Flaminia a 300 metri dalla foce del Fiume Foglia). Non assolve, anzi etichetta come inquinato il prelievo effettuato a 150 metri a sud della foce del Metauro a Fano. Ma secondo Legambiente non è il mare a dover preoccupare di più i marchigiani, ma la questione «irrisolta e attualissima dell'inquinamento industriale dei fiumi e di zone dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale», e della «cementificazione indiscriminata della costa». È questo il quadro fornito da Goletta Verde di Legambiente, che ha fatto tappa nelle Marche. Mentre risultano buoni quasi tutti i 16 prelievi effettuati, è la condizione dei fiumi e dell'entroterra, insieme alla «mancata bonifica del sito Api da mesi in cantiere», a far lanciare un grido d'allarme agli ambientalisti. Una bandiera nera «meritatissima», dunque, quella che Legambiente assegna per il secondo anno consecutivo all'Api di Falconara. A guadagnarsi la seconda è invece il Comune di Potenza Picena, che approva nel nuovo Prg «una bella colata di cemento nel mezzo dell'Oasi di protezione della fauna». I dati sulla qualità delle acque della costa marchigiana sono stati illustrati da Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche, Loris Calcina rappresentante dei comitati cittadini di Villanova e Fiumesino, Gianluca De Grandis, esperto dell'Arpam in eutrofizzazione marina e addetto alla motonave Sibilla, Gilberto Stacchiotti, responsabile di Legambiente Turismo Marche, e Lidio Rocchi, assessore regionale al turismo. «I dati delle acque di balneazione sono in generale rassicuranti - ha dichiarato Serafini - segno che il mare si difende e che la depurazione sulla costa è efficiente; sono però le condizioni dei fiumi, sofferenti del carico antropico e dell'attività a pieno ritmo dei distretti, a farci chiedere ancora con forza la riduzione della pressione inquinante sui corsi d'acqua, e il potenziamento dei sistemi depurativi nei piccoli paesi e nelle cittadine dell'entroterra. Le aziende pesano sui fiumi e sulle falde acquifere oltre che sul territorio; non a caso - ha aggiunto - sono proprio i punti analizzati in prossimità dei fiumi a denunciare una situazione di inquinamento. Chiediamo alla Regione e alle Province di attivare politiche che incoraggino i piccoli Comuni dell'entroterra a installare impianti di depurazione, sostenendo in particolare la fitodepurazione».

Il mare di Palombina si tinge di rosso

di Letizia Larici

Si tingono di rosso le acque di Palombina. L'insolito scenario si è presentato ieri mattina ai bagnanti che, come ogni domenica, affollavano il litorale. Il mare all'altezza di Collemarino dalla riva fino agli scogli era di color verde-rossastro. Comprensibilmente qualcuno, visibilmente preoccupato, ha abbandonato in fretta e furia la spiaggia per dirigersi verso lidi più limpidi. Nel pomeriggio la situazione è tornata alla normalità, complice la pioggia che ha contribuito a ripulire le acque. Secondo una prima ipotesi la causa dell'improvvisa colorazione del mare potrebbe dipendere da uno sversamento di liquidi utilizzati da un’azienda della zona per la lavorazione delle barbabietole. La perdita sarebbe avvenuta un paio di giorni fa. I liquidi finiti nell'Esino sarebbero stati sospinti dalle correnti in mare aperto. Altri parlano di alghe fiorite, tipiche dei mari poco esposti ai venti. Organismi innocui, anche se fastidiosi per chi desidera godersi un bel bagno in santa pace, ma nulla di più. Sulla questione chiede delucidazioni il neo assessore al Turismo del Comune di Ancona Daniele Tagliacozzo, che ieri era tra quei bagnanti rimasti increduli per l'insolita colorazione del mare. «C'era grande preoccupazione tra la gente - racconta - tanto che in molti hanno preferito lasciare la spiaggia. Ma c'è stato anche chi non ha rinunciato al bagno e ha permesso ai propri figli di tuffarsi nonostante la situazione non fosse proprio ottimale». L'assessore esorta gli organi competenti ad effettuare immediate verifiche. «Dobbiamo capire - osserva - se il fenomeno si è verificato per un travaso di sostanze inquinanti». Certo è che a risentirne è l'immagine del litorale dorico. «Il turismo - conclude Tagliacozzo - finisce per risultarne ingiustamente penalizzato». Intanto i bagnini della zona gettano acqua sul fuoco. «E'un fenomeno che si ripete ogni anno - spiega Claudia Cori, titolare dello stabilimento Oasi - E' sempre così: ad agosto, con le alte temperature, il mare si tinge di rosso. Non so se sia colpa delle alghe o delle barbabietole, ma posso assicurare che non c'è nulla di strano. La gente, da che mi ricordi, ha sempre fatto il bagno senza problemi e nessuno ha mai accusato sintomi preoccupanti». In ogni caso la Capitaneria di porto di Ancona, che nella tarda serata ha ricevuto segnalazioni sul fenomeno, si è riservata di effettuare controlli.

 
CORRIERE ADRIATICO
Veleni dai fiumi il caso

Inquinamento, Goletta Verde punta il dito. Sedici i prelievi effettuati in tutto Coste salve ma “grazie all’aumento dei controlli degli Enti locali e alla buona volontà degli operatori” Capitolo a parte per l’Api. “La raffineria non ha ancora provveduto a ritirare il ricorso al Tar nonostante gli impegni presi con la Regione” Sotto accusa i paesi. “Non fanno depurazione”

di CATERINA CANTORI

E' la condizione dei fiumi e delle relative foci, insieme alla cementificazione indiscriminata della costa e alla mancata bonifica dell'area dell'Api a preoccupare Legambiente che ieri mattina, a bordo della Goletta Verde ormeggiata a Marina Dorica, ha reso noti i dati relativi ai prelievi effettuati sulle nostre coste. Il risultato è stato che il nostro mare è in salute ma per il secondo anno consecutivo l'Api si è vista assegnare la bandiera nera. La seconda è andata a Potenza Picena che nel nuovo Prg ha approvato costruzioni in mezzo ai laghetti, un'Osi di Protezione della Fauna. "Anche quest'anno la Goletta Verde ha fatto tappa ad Ancona per rendere noti i dati sulla balneabilità delle coste - ha detto Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche -. I risultati dei 16 prelievi effettuati sono buoni e su questo non avevamo dubbi. Negli anni la costa è stata salvaguardata grazie all'aumento dei controlli da parte degli enti pubblici e alla buona volontà degli operatori. A destare preoccupazione - ha proseguito Quarchioni - è la situazione riscontrata nelle foci dei fiumi o in prossimità di esse. Il problema nasce dal fatto che spesso l'acqua che arriva dall'entroterra non è depurata. L'interno della regione è ricco di paesini per i quali i costi della depurazione sono troppo elevati. Con i finanziamenti ad hoc sono stati costruiti molti depuratori che non sono potuti entrare a pieno regime a causa dei costi troppo elevati per Comuni con mille abitanti. Circa l'80% di queste acque viene dunque buttato in mare. Legambiente proposto di alzare l'attenzione facendo magari ricorso alla Fitodepurazione ovvero un sistema costituito dalla costruzione di un laghetto all'interno del quale scorre lentamente l'acqua che viene depurata da alcune piante. Questo sistema permette dei costi di gestione molto bassi". Altro neo, la gestione urbanistica della costa. Da questo punto di vista Legambiente chiede che la Regione riveda la normativa e si riappropri dei controlli delegati alle Province e ai Comuni. Preoccupante anche la condizione degli insediamenti industriali lungo la costa che "troppo spesso hanno forzato la norma". Un capitolo a parte è stato dedicato da Quarchioni all'Api, per discutere della quale era presente Loris Calcina, rappresentante dei Comitati cittadini di Villanova e Fiumesino. Il presidente di Legambiente Marche ha puntato il dito contro il rallentamento della procedura di bonifica. "I dati sullo stato dell'inquinamento del sottosuolo forniti dalla raffineria attraverso la società incaricata sono risultati non veritieri. Per questo cinque persone risultano indagate. La raffineria non ha ancora provveduto a ritirare il ricorso al Tar contro la qualifica di area ad alto rischio di crisi ambientale nonostante gli impegni presi con la Regione in sede di rinnovo della concessione". Quarchioni ha ribadito la centralità del turismo che "deve vedere nella qualità ambientale il suo punto di forza. Dovremmo prevedere una sorta di marchio Made in Marche per contrassegnare tutti i prodotti tipici e di nicchia che caratterizzano la nostra regione. Proporremmo alla Regione di prevedere un assessorato ad hoc". Dal canto suo Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, ha enunciato alcuni dei prossimi obiettivi di Goletta Verde come "la balneabilità dei fiumi, il ridimensionamento dell'Api, un'agricoltura di qualità". Il prossimo appuntamento sarà ad ottobre a Portonovo con un incontro sul "Parco Marino del Conero".

Niente paura, sono alghe

Fioritura a Palombina, l’Arpam rassicura “Non sono nocive”. Il temporale ha già migliorato la situazione

Verso l’ora di pranzo è stato un acquazzone a mettere in fuga i bagnanti sulla spiaggia di Palombina. Anzi, a mettere in fuga quanti erano rimasti, perché nell’arco della mattinata già in parecchi avevano rinunciato alla giornata al mare, scoraggiati dal colore rossastro di cui si era tinta l’acqua. Pochi a mollo, in molti sono ricorsi al getto di rubinetti e docce per trovare un po’ di refrigerio e un rimedio al caldo umido di questi ultimi giorni. Con un occhio al mare e non poco rammarico. Il fenomeno si era già registrato nei giorni scorsi. Ad inizio settimana, in particolare, chiazze di alghe di colore bruno-viola erano state rilevate dai tecnici dell’Arpam, segnalate proprio nel tratto di mare tra Senigallia e Palombina nuova, in territorio di Ancona, per un tratto lungo circa 20 chilometri. Secondo le notizie divulgate dall’Arpam, che nei giorni ha poi monitorato la situazione, si tratta di un fenomeno tipico di questo periodo dell’anno e determinato dalla Fibrocapsa japonica, un’alga di origine giapponese arrivata in Adriatico negli anni Novanta, forse adesa alla chiglia delle navi, o contenuta nell’acqua di zavorra scaricata in mare. La fioritura algale non è nociva alla salute - per cui è salva la balneazione -, sottolineano i tecnici dell’agenzia di protezione ambientale regionale, secondo i quali sarebbero auspicabili movimenti meteomarini che di certo contribuirebbero ad abbreviare la durata del fenomeno. Tanto più che il temporale di ieri, pur breve, sembrava aver già migliorato la situazione.

“Spostarsi in bicicletta contro l’inquinamento”

La ricetta per combattere il caos di Falconara

di MARINA MINELLI

FALCONARA - “Fra Castelferretti, Villanova, Fiumesimo e le vie del centro almeno un terzo dei falconaresi vive in pianura e allora perché non cominciare a favorire gli spostamenti brevi di tutte queste persone con la vecchia, ma sempre attuale bicicletta?”. Sergio Badialetti, capo gruppo dei Verdi prende al volo una richiesta fatta da alcuni dei cittadini presenti alla riunione del comitato civico di base di Castelferretti (che aveva evidenziato il problema del traffico e quindi dell’inquinamento lungo la strada che taglia in due il paese) e torna alla carica con la proposta delle piste ciclabili. “Oggi visti i problemi legati all’ambiente e la difficoltà a trovare posti per le auto – spiega Badialetti – mi sembra sia ora di fare sul serio, soprattutto per quanto riguarda il collegamento tra Falconara centro, dove ormai sono concentrati molti uffici, tra cui Asl e anagrafe, diversi negozi e i mercati settimanali e Castelferretti”. Difficile, infatti, al momento attuale percorrere i pochi chilometri di un rettilineo dove il traffico è intenso a tutte le ore del giorno ed il pericolo di mezzi pesanti sempre in agguato. “E invece sarebbe un grande incentivo – afferma il capo gruppo dei Verdi – un modo per cominciare a vivere la città in modo davvero diverso, soprattutto nella bella stagione quando per esempio moltissime persone residenti a Castelferretti si spostano per frequentare la spiaggia”. Un’idea quella di Badialetti che comunque ha fatto diversi proseliti anche se le piste ciclabili non ci sono (a parte i cinque km accanto al fiume che collegano Rocca Priora con Chiaravalle) soprattutto fra i giovani che in questi mesi di mare affollano con le loro bici quasi tutti gli ingressi alla spiaggia e le ringhiere dei sottopassi. “La sicurezza però – precisa il capo gruppo dei Verdi – è ancora molto precaria vista la mole di traffico soprattutto sulla statale dove i parcheggi su entrambi i lati impediscono un transito protetto dei mezzi su due ruote”.

 
LEGAMBIENTE NEWS
Goletta Verde nelle Marche: turismo di qualità ma anche bandiere nere

Due bandiere nere per inquinamento e cementificazione, all'Api di Falconara e al Comune di Potenza Picena; ma nella Regione cresce l'attenzione al turismo di qualità e sostenibile

 Non è il mare a dover preoccupare maggiormente i cittadini marchigiani, ma la questione irrisolta ed attualissima dell’inquinamento industriale dei fiumi e di zone dichiarate “ad elevato rischio di crisi ambientale”, e della cementificazione indiscriminata della costa. Mentre infatti risultano buoni quasi tutti i 16 prelievi effettuati, è la condizione dei fiumi e dell’entroterra, insieme alla mancata bonifica del sito Api da mesi in cantiere, a far lanciare un grido d’allarme agli ambientalisti. Negli ultimi giorni, poi, la vicenda Api ha assunto risvolti giudiziari, con la richiesta di rinvio a giudizio di 5 persone, della raffineria e della società “Rimedia” incaricata dalla stessa dei rilievi e degli studi per la messa in sicurezza e pre-bonifica. Il capo d’imputazione, quello di aver attuato una sorta di depistaggio delle procedure per il recupero ambientale dell’area della raffineria, ritoccando in basso i parametri sul reale stato di inquinamento accertati sul campo. Una bandiera nera meritatissima, dunque, quella che Legambiente assegna per il secondo anno consecutivo all’Api. E la costa come sta? Bene, se consideriamo l’efficienza di un sistema di depurazione ormai entrato a regime e funzionante; male, se guardiamo a progetti di cementificazione che farebbero scempio di zone di particolare pregio ambientale: a guadagnarsi la seconda bandiera nera delle Marche è infatti il Comune di Potenza Picena, che approva nel nuovo PRG una bella colata di cemento nel mezzo dell’Oasi di Protezione della Fauna. Qualche segnale incoraggiante però c’è, e viene da quegli operatori del turismo che hanno scelto di puntare sulla qualità e la sostenibilità dell’offerta. Tra le 12 strutture ricettive ecologiche premiate a livello nazionale da Legambiente Turismo, c’è l'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona: è il segnale di un’attenzione crescente al turismo di qualità e al rispetto e alla valorizzazione dell’ecosistema. Di questi temi si è parlato questa mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati sulla qualità delle acque della costa marchigiana di Goletta Verde di Legambiente, la storica campagna giunta alla diciannovesima edizione e realizzata con il contributo di Vodafone Italia. Alla conferenza stampa erano presenti: Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, Luigino Quarchioni presidente di Legambiente Marche, Loris Calcina rappresentante dei comitati cittadini di Villanova e Fiumesino, Gianluca De Grandis, esperto Arpam eutrofizzazione marina e addetto alla motonave Sibilla, Gilberto Stacchiotti, responsabile Legambiente Turismo Marche, Aldo Roscioni, responsabile Hotel Fortino Napoleonico, Lidio Rocchi, assessore regionale al turismo. “I dati delle acque di balneazione sono in generale rassicuranti, - ha dichiarato Massimo Serafini portavoce di Goletta Verde – segno che il mare si difende e che la depurazione sulla costa è efficiente; sono però le condizioni dei fiumi, sofferenti del carico antropico e dell’attività a pieno ritmo dei distretti, a farci chiedere ancora con forza la riduzione della pressione inquinante sui corsi d’acqua, e il potenziamento dei sistemi depurativi nei piccoli paesi e nelle cittadine dell’entroterra. Le aziende pesano sui fiumi e sulle falde acquifere oltre che sul territorio; – ha aggiunto Serafini – non a caso sono proprio i punti analizzati in prossimità dei fiumi a denunciare una situazione di inquinamento. Chiediamo alla Regione e alle Province di attivare politiche che incoraggino i piccoli comuni dell’entroterra ad installare impianti di depurazione, sostenendo in particolare la fitodepurazione, che per la sua compatibilità ambientale e i costi contenuti ben si presta all’utilizzo locale e alla manutenzione. Se l’inquinamento prodotto dai distretti industriali dell’entroterra minaccia i fiumi, quello della raffineria Api di Falconara minaccia direttamente un’area dichiarata “ad elevato rischio ambientale”. “L’Api ha meritato l’ennesima bocciatura senza appello – spiega Luigino Quarchioni - non solo perché rea di aver causato negli anni un pesante inquinamento della costa, del suolo e ancora più in profondità del sottosuolo e delle falde, ma anche poiché nei fatti continua a fare di tutto per rallentare e ostacolare un processo, che anche se difficile e complesso, arrivi comunque alla bonifica e al risanamento completo dell’area. Di più, a motivare la Bandiera Nera per il secondo anno consecutivo – aggiunge Quarchioni - hanno concorso almeno altri due gravi fatti: primo, i dati sullo stato di inquinamento del sottosuolo forniti dalla raffineria attraverso la società dalla stessa incaricata, sono risultati non veritieri in seguito a verifiche effettuate dall’ARPAM, la Regione e il Comune. Per questo oggi 5 persone risultano indagate dalla Procura della Repubblica. Secondo, la raffineria non ha ancora provveduto a ritirare il ricorso mosso al Tar contro la qualifica di area ad elevato rischio di crisi ambientale, nonostante gli impegni presi in questo senso con la Regione in sede di rinnovo della Concessione”. Quanto all’Amministrazione Comunale di Potenza Picena, con la Bandiera Nera Legambiente ribadisce ancora una volta la propria totale disapprovazione al PRG, la cui adozione è stata definitivamente approvata lo scorso aprile. “Un autentico scempio, quello paventato dal PRG. - precisa Quarchioni - Un piano regolatore che prevede migliaia di nuovi metri cubi di cemento nell’Oasi di Protezione faunistica presso i laghetti di Potenza Picena, rischiando di macchiare irrimediabilmente un’area importante che qualificherebbe significativamente l’offerta turistica del territorio attraverso la valorizzazione dei fattori ambientali. Non resta che auspicarci che il neo eletto sindaco scelga di recedere al più presto da questa scellerata previsione”. “In questo quadro siamo però lieti di registrare un successo che va nella direzione della sensibilizzazione di operatori e imprenditori nei confronti di un turismo di qualità, - ha dichiarato Gilberto Stacchiotti -. Terminati i controlli annuali nelle strutture ricettive "consigliate per l'impegno in difesa dell'ambiente", Legambiente Turismo, ecolabel indipendente italiana, ha istituito un riconoscimento simbolico per le strutture che hanno realizzato le innovazioni più avanzate. Gli ispettori dell'associazione hanno segnalato per questo riconoscimento 12 strutture ricettive che saranno premiate il 10 agosto durante la sosta riminese di Goletta Verde. Per le Marche è stato scelto l'Hotel Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona, un hotel a 4 stelle che è andato anche oltre il pieno rispetto degli adempimenti obbligatori previsti per il 2004.” A bordo di Goletta Verde è stato consegnato il premio ufficiale al gestore dell’Hotel Fortino Napoleonico Aldo Roscioni. Serafini e Quarchioni hanno poi rilanciato la campagna “Amare l’Adriatico”, già partita nelle Marche lo scorso giugno con il coinvolgimento di tutti i comuni costieri e dei due parchi regionali: un’iniziativa internazionale che vuole sensibilizzare i cittadini, i turisti e i governi per garantire un futuro migliore alle popolazioni delle regioni costiere di Italia, Slovenia e Croazia. “Come Legambiente chiediamo un impegno concreto alle amministrazioni locali – hanno dichiarato i due rappresentanti dell’associazione – perché chiedano al governo italiano l’istituzione dell’Area Marina Particolarmente Sensibile per questo nostro mare così delicato. Crediamo che sia importante la risposta “dal basso” a questo appello, che vede i nostri comuni della riviera, grandi e piccoli, protagonisti dello sviluppo e della tutela dell’area marina. Ringraziamo l’amministrazione provinciale di Ascoli Piceno che per prima, nelle Marche, ha accolto questo appello, e gli altri comuni che hanno dimostrato interesse e volontà di aderire”.

Le Bandiere nere di Legambiente:

- Alla Raffineria Api di Falconara (An) per aver contribuito al pesante inquinamento ambientale della costa (aria, suolo e sottosuolo) così come si evince dai dati resi noti dalla stessa azienda e confermati dall’Arpa Marche che ha riscontrato valori ancora più inquietanti. Il Consiglio Regionale delle Marche ha dichiarato l’area della bassa valle dell’Esino, “area ad elevato rischio di crisi ambientale”.

- All'Amministrazione comunale di Potenza Picena (Mc) per aver approvato nel nuovo piano regolatore ben 50.000 metri cubi di cemento nell’Oasi di Protezione della Fauna presso i laghetti di Potenza Picena.

 
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