RASSEGNA STAMPA 05.08.2004

 

MESSAGGERO
Scortichini ribadisce: «Niente sconti a nessuno»

Incontro Comune-Api

di LETIZIA LARICI

FALCONARA - «Amareggia ma non stupisce il tono usato nei confronti del sindaco. L'esperienza di questi anni insegna che chi è forte delle proprie ragioni non si lascia intimidire da interlocutori potenti. Le ragioni del sindaco sono le ragioni della maggioranza, le ragioni dei cittadini che ci hanno dato fiducia». Così l'assessore all'ambiente Giancarlo Scortichini replica alla nota con cui l'altro ieri la raffineria Api metteva in dubbio la fondatezza delle pretese risarcitorie avanzate dal Comune di Falconara e dal suo sindaco. E quanto alle attività di messa in sicurezza del sito inquinato Scortichini ribadisce «la volontà del Comune di mantenere inalterate le proprie competenze». Per questo chiede che «il ruolo di controllo del Comune venga tenuto in considerazione, come peraltro previsto dalla legge». Quest'ultima questione è stata affrontata ieri nel corso di un incontro tra lo stesso Scortichini e il dirigente dell'ufficio ambiente Paolo Angeloni con il direttore della raffineria Franco Bellucci e il suo vice Vincenzo Cleri. La raffineria ha dato la sua disponibilità alla collaborazione. «Ne prendiamo atto - commenta l'assessore - ma il Comune non intende far sconti a nessuno».

 
CORRIERE ADRIATICO
Bonifica dell’Api “Situazione ai limiti del grottesco”

L’assessore all’ambiente

di MARINA MINELLI

“L’ipotesi penale avanzata dalla Procura della Repubblica nei confronti dei dirigenti della raffineria Api e dei responsabili di una società incaricata della bonifica, di aver truccato i dati sul reale stato dell’inquinamento, conferma ancora di più l’assoluta mancanza di chiarezza nei presupposti che sono stati alla base del rinnovo della concessione alla raffineria API rilasciato dalla Regione Marche il 30 giugno 2003”. L’assessore all’ambiente del comune di Falconara, Giancarlo Scortichini parla in una nota di “una situazione che oggi appare grottesca, vista la compromissione del terreno, la vastità e profondità dell’inquinamento provocato da decenni di presenza dell’API in quel territorio”, tanto noto da essere oggetto di una formale autodenuncia da parte dell’azienda, fin dal giugno 2000. “Si poteva in quelle condizioni, senza alcuna certezza sulla possibilità di bonificare, sulla continuazione dell’apporto di sostanze inquinanti dai processi di lavorazione, sul contenimento all’interno del perimetro aziendale di tali sostanze, concedere un rinnovo ventennale della concessione?” si chiede l’assessore che prosegue: “quali incomprensibili ragioni di urgenza, in presenza di una concessione già esistente che sarebbe scaduta solo nel 2008, hanno potuto condizionare le scelte tanto da far ignorare le ragioni e le insistenti richieste dell’Amministrazione Comunale di Falconara Marittima di procedere ad ulteriori approfondimenti che si ritenevano indispensabili?”. Secondo Scortichini i preannunciati potenziamenti di strutture, maggiori e più stringenti controlli evocano “stalle ormai desolatamente vuote, richiamano modi e stili di governo che speravamo di esserci lasciati alle spalle e incrinano in modo preoccupante quel rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini che occorre saper sempre rinnovare”. Per quanto riguarda le attività di messa in sicurezza del sito inquinato della raffineria l’assessore ricorda che il Comune di Falconara mantiene inalterate le proprie competenze alle quali intende assolvere in modo puntuale come ha fatto fino ad oggi. Va detto comunque che l’altro ieri l’Api, con una nota, s’era difesa sostenendo che la bonifica non è stata certo un bluff, visto che dal 2001 in avanti i livelli di contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo sono scesi notevolelmente.

Turismo debacle, presenze dimezzate

Piove sul bagnato le imprese in sofferenza Piccinini: “E’ un’occasione per ripensare un po’ a tutta l’offerta Facciamo sistema e prolunghiamo la stagione” A dare forfait soprattutto gli stranieri. E in questi giorni ci si mette pure il cattivo tempo

di PIA BACCHIELLI

ANCONA - Fino al 40% di presenze in meno. Non c’è da stare allegri in spiaggia. A Pesaro l’Associazione albergatori lamenta una flessione del 10%, la Confesercenti del 20%. Sono gli stranieri soprattutto ad aver voltato le spalle. Nella città di Rossini il calo sfiora il 50%. Non va meglio a Fano, turismo più popolare ma sempre in sofferenza: gli alberghi più piccoli vedono le presenze ridotte dell’8%, ma le grandi strutture hanno anche il 40% dei posti vacanti. A Senigallia il calo è del 20%, del 30% a Falconara. Anche in Riviera del Conero le cose non vanno bene. Fra Sirolo, Numana e Marcelli gli operatori denunciano una flessione del 40%. Castelli di rabbia per il turismo. E in questi giorni ci si mette anche il cattivo tempo. Piove sul bagnato, non bastassero mucillagini e crisi economica. “Sono dati indiscutibili”, ammette Roberto Piccinini presidente dell’Aptr. “Già a giugno si era visto che la stagione non sarebbe stata quello dello scorso anno”. Anno eccezionale il 2003, forse per l’insolita ondata di caldo o forse perché la crisi non era ancora così evidente. “Certo - prosegue Piccinini - la crisi economica è la principale responsabile. E oltretutto non interessa solo l’Italia, ma attraversa un po’ tutti i paesi della Ue: Germania e Francia soprattutto”. L’Italia come l’Europa, le Marche come il resto del Belpaese. “Anche Sardegna, Trentino ed Emilia e Romagna lamentano una forte diminuzione di presenze. Anzi, per loro la situazione è ben peggiore visto che la loro clientela è rappresentata per il 40% da stranieri contro il 15% della nostra”. Ma piangere sulle disgrazie non serve, soprattutto in affari. “Bisogna lavorare da subito in maniera sinergica”, dice Piccinini. L’obiettivo è stato da tempo individuato. “Bisogna prolungare la stagione visto che l’80% delle presenze è concentrato da giugno a settembre, in particolare sulla costa. Ma le strutture devono fare uno sforzo in più per adeguarsi, gli operatori devono impegnarsi. Prendiamo esempio da Toscana e Umbria che hanno presenze diffuse per tutto l’anno”. E che dire dei prezzi? “Paesi come la Croazia sono particolarmente agguerriti. E pacchetti da 400 euro per il Mar Rosso lasciano da pensare. Che dire? E’ questa un’occasione da cogliere per ripensare un po’ a tutta l’offerta”.

 
RESTO DEL CARLINO
"Non bisogna rinnovare la concessione all' Api"

Dura presa di posizione del segretario Ds e assessore all'Ambiente del Comune Giancarlo Scortichini. Bacchettate anche alla Regione

FALCONARA - Giancarlo Scortichini, assessore all'Ambiente e segretario Ds di Falconara, interviene in merito all'indagine sui dati di inquinamento e bonifica di suolo e sottosuolo forniti dalla raffineria Api. «L'ipotesi penale avanzata dalla Procura - scrive - nei confronti dei dirigenti della raffineria e dei responsabili della società incaricata della bonifica, aver truccato i dati sul reale stato dell'inquinamento, conferma la mancanza di chiarezza nei presupposti che sono stati alla base del rinnovo della concessione. La compromissione del terreno è l'unico elemento certo e ampiamente noto tanto da essere oggetto di una formale autodenuncia da parte dell'azienda, fin dal giugno 2000. Si poteva in quelle condizioni concedere un rinnovo ventennale della concessione? Quali ragioni di urgenza, in presenza di una concessione che sarebbe scaduta solo nel 2008, hanno portato ad ignorare le richieste dell'amministrazione di Falconara di procedere ad ulteriori approfondimenti?». Scortichini passa quindi a criticare chi, solo a seguito dell'inchiesta ed a concessione rinnovata, richiede e preannuncia maggiori e più stringenti controlli: un atteggiamento che «evoca stalle ormai vuote, richiama modi e stili di governo che speravamo di esserci lasciati alle spalle, incrina il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini». Quanto alla messa in sicurezza del sito inquinato, il Comune «mantiene inalterate le proprie competenze che intende assolvere in modo puntuale». «A questo proposito - conclude Scortichini - amareggia ma non stupisce il tono dell'Api nei confronti del sindaco. L'esperienza dovrebbe aver insegnato che chi è forte delle proprie ragioni non si lascia intimidire da interlocutori potenti. Le ragioni del sindaco sono le ragioni dei partiti della maggioranza e dei cittadini che gli hanno concesso fiducia. Per questo meritano il dovuto rispetto».

 
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