RASSEGNA STAMPA 07.07.2004

 

MESSAGGERO
Vince la Margherita, “salta” l’accordo col Prc

di LETIZIA LARICI

FALCONARA La maggioranza si allontana da Rifondazione? Sembra proprio così. Complice il voto contrario al bilancio consuntivo espresso da Rc nella scorsa seduta consiliare, complice la Margherita che pare sia riuscita a far valere le proprie ragioni. Alla vigilia del Consiglio comunale, i vertici del partito hanno ottenuto il sospirato incontro con il resto della coalizione (Ds, Repubblicani, Sdi) dal quale è emersa la comune volontà di rallentare la corsa all'accordo. «Si è deciso - spiega soddisfatto il coordinatore della Margherita Marco Salustri - di procedere prima ad una verifica interna alla maggioranza per poi aprire un confronto con Rc attraverso un percorso costruttivo in vista del 2006. Lo stesso discorso vale per gli altri partiti ora all'opposizione che si riconoscono nella sinistra». Un passo indietro dunque di Ds, Re e Sdi che si erano già addentrati nel confronto programmatico parlando di «condivisione». Affermazione contenuta in un documento elaborato con Rc che ora sembra perdere improvvisamente valore. Intanto Rifondazione si interroga sul perché dell'improvvisa interruzione dei rapporti. «Uno stallo immotivato - osserva il capogruppo Massimo Marcelli Flori - simile a un'insostenibile melina che non trova base su presupposti politici e che rischia di inficiare ciò che sino ad ora di buono è stato costruito». Rc pretende spiegazioni dal sindaco Carletti che si è fatto promotore dell'avvicinamento e le pretende in fretta. «Vogliamo capire - prosegue - quali novità impediscono di dare le gambe al documento». Quanto al voto contrario al bilancio consuntivo, Marcelli Flori precisa come «si sia trattato di un atto lineare e coerente perché Rc a suo tempo votò contro il bilancio preventivo, che non venne né concertato né condiviso»

 
CORRIERE ADRIATICO
Finalmente, via i veli: ecco la biblioteca

Dopo oltre due anni di lavori, l’ex scuola Leopardi rivede la luce. E che stile

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Tolte le impalcature del cantiere dopo due anni e mezzo di sostanziosi lavori di ristrutturazione, la vecchia scuola "Giacomo Leopardi" di piazza Mazzini sta per tornare a vivere, ma con tutt'altra destinazione. Nell'edificio datato 1913, dove generazioni di falconaresi hanno frequentato le elementari, infatti verrà sistemata entro la fine dell'estate la biblioteca comunale con annessa sala conferenze, salette per esposizioni e museo del fumetto e la nuova struttura dovrebbe essere inaugurata con un incontro a cui prenderà parte monsignor Esilio Tonini. Dell'antica scuola su due piani resta poco o nulla, in pratica soltanto la struttura esterna, la breve scalinata d'accesso, le lapidi commemorative dedicate a Felice Cavallotti ed Antonio Fratti e i profili in marmo di Garibaldi e Mazzini a ideale ricordo della Falconara anarchica e repubblicana di inizio '900. Il rifacimento, opera dell'architetto Aldo Fantoni, ha trasformato la ex scuola di piazza Mazzini in un moderno e funzionale spazio modulare per libri, arte e conferenze, lasciando intatto, a memoria delle generazioni future, solo l'involucro esterno, in quello che lo stesso progettista aveva definito un "recupero dell'identità culturale, attraverso la conservazione dello stato fisico originario ormai consolidato sotto il profilo storico-ambientale e perfettamente inserito nel paesaggio cittadino". Ultimata con un po' di ritardo rispetto ai programmi, quella che forse sarà chiamata "casa della cultura" adesso è ben visibile in tutti i suoi aspetti essenziali, dal seminterrato al sottotetto con le sue capriate in legno lamellare e le travi a vista, passando per le grotte oggi recuperate grazie ad una complessa opera di scavo. Esemplare per semplicità e nitidezza di percorsi, il progetto di Fantoni ha cercato di recuperare spazi e cubature in una struttura antica dai soffitti altissimi utilizzando il "trucco" dei piani sfalsati che movimentano tutto l'interno. Il piano rialzato, 400 metri quadrati a cui si accede, come nella vecchia scuola attraverso la porta principale ed una piccola scalinata, è occupato, per la maggior parte, alla grande sala polifunzionale nella quale potranno trovare posto quasi cento persone. Accanto salette di rappresentanza e uffici. Stesse dimensioni per il seminterrato nel quale sono stati ricavati altri spazi espositivi ed alcuni locali interni probabilmente destinati al deposito di libri. Il primo piano, come era nelle intenzioni originarie, sarà interamente dedicato alla biblioteca comunale e le diverse quote collegate da un'ampia scalinata avranno garantito, grazie ad un ascensore con apertura sui due lati, l'accesso per i disabili. Alla biblioteca comunale ed in particolare alla sua sala lettura e consultazione, infatti, dovrebbe essere destinato anche tutto l'ampio e luminoso secondo piano di 150 metri quadrati, ottenuto grazie all'abbassamento di tutti i soffitti. Intanto, in attesa dell'apertura ufficiale la giunta comunale ha dato il via libera all'acquisizione di materiale librario e disegni della collezione di Silvano e Gabriella Scotto per il costituendo museo del fumetto.

 
RESTO DEL CARLINO
Ora Rifondazione lancia l' aut - aut alla maggioranza

FALCONARA - «Una rapida ripresa del dialogo senza veti, perché in politica i veti a volte si danno e altre volte si possono ricevere, chissà che il prossimo anno non ci sia l'affannosa ricerca dell'appoggio di Rc: in fondo, il mondo non gira tutto attorno a Falconara». Questo l'aut-aut lanciato da Rifondazione alla maggioranza cittadina, dopo la sospensione del dialogo a ridosso delle europee. Lunedì scorso, un nuovo summit, circoscritto alle forze di maggioranza in Comune, aveva stabilito di costruire un percorso comune con Rc. Intento apparentemente congelato dal voto contrario al bilancio espresso da Rifondazione al consiglio di martedì, letto da alcuni come scarsa volontà di collaborare. Interpretazione strumentale, secondo il Prc, perché il voto ha rappresentato «un atto lineare e coerente» con il passato. «A chi lavora per cercare la rottura - scrive Re - rispondiamo che senza la presenza e il voto del Prc il bilancio non sarebbe stato votato perché la maggioranza non era in grado di garantire il numero legale. Vogliamo capire in fretta quali novità impediscono di dare le gambe al documento firmato il 17 maggio, con il quale si auspicava un governo condiviso della città. Per noi non e cambiato nulla, ma per le altre forze politiche? E per il sindaco che questo riavvicinamento ha fortemente voluto? L'immotivato stallo non trova basi su presupposti politici, e rischia di inficiare quanto di buono e stato costruito. Per Re esiste una sola faccia, quella di chi ha firmato quel documento; se per altri non è cosi, onoreremo con coerenza il mandate degli elettori, ma onestà intellettuale vuole chiarezza, quella chiarezza ora impastoiata nella ricerca ossessiva di pretesti per rompere tutto»

 
IL GAZZETTINO
PROCESSO CVM

di Nicoletta Benatelli

MESTRE - Colpevoli di mettere a rischio la salute pubblica. Il pubblico ministero Bruno Bruni, che affianca il pm Felice Casson nel processo d'appello contro i dirigenti del Petrolchimico, ha tenuto ieri, in aula bunker a Mestre, la sua requisitoria relativa ai reati ambientali: in particolare, adulterazione delle vongole e avvelenamento delle acque. Il pm Bruni ha parlato per quasi cinque ore davanti al collegio presieduto da Francesco Aliprandi e con giudici a latere Antonio Lucisano e Gino Contini. Il pm ha riesaminato e commentato il voluminoso corpo di carte acquisito dal processo di primo grado, delineando i contorni del disastro ambientale. Ma Bruni ha insistito in particolar modo anche sui reati di pericolo che sarebbero da addebitare ai dirigenti Montedison ed Enichem imputati. Secondo Bruni i reati di pericolo non comportano che si verifichino in concreto dei fatti tra loro concatenati da un nesso di causa, poiché si tratta di circostanze molto diverse da quelle alla base di reati come le lesioni o l'omicidio colposo, nell'ambito dei quali ad una esposizione a sostanza cancerogena si può associare il conseguente sviluppo di una malattia. Nel caso dei reati di pericolo i giudici si trovano ad accertare piuttosto il rapporto tra un dato di fatto, per esempio l'inquinamento della laguna, e la probabilità -da verificare in dettaglio- di un danno futuro. Per i giudici si tratta dunque di cogliere con quale grado di probabilità è possibile che, in futuro, ad un certo stato di inquinamento della laguna consegua anche un rischio per la salute pubblica. Bruni ha sottolineato, tra l'altro, che è sufficiente che siano anche poche o pochissime le persone che possono subìre dei rischi correlabili all'inquinamento, in particolare magari tra categorie più delicate come donne incinte, bambini, anziani o individui già malate. Su questo punto Bruni è tornato soprattutto per delineare il rischio collegato al consumo di vongole provenienti dai canali industriali: un pericolo che non può mai essere calcolato come una media matematica, ma che tocca ogni essere umano in modo differente. «Il tribunale di primo grado non ha nemmeno tenuto conto dell'effetto moltiplicatore quando sono in azione diversi tipi di inquinanti - ha spiegato Bruni - Occorre valutare infatti l'effetto sinergico di idrocarburi, diossine, piombo, cloro ecc. e tener conto che anche le acque di falda non utilizzate a scopo alimentare sono comunque un bene da tutelare». Bruni ha poi evidenziato come in molti canali industriali sia presente una vera e propria "impronta del cloro" - con presenza rilevante di ottaclorodibenzofurani (un particolare tipo di diossina)- che mette in stretta relazione l'inquinamento dei sedimenti con le produzioni di cloruro di vinile monomero.

 
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