MESSAGGERO |
Vince la Margherita, “salta”
l’accordo col Prc
di LETIZIA LARICI
FALCONARA La maggioranza si
allontana da Rifondazione? Sembra proprio così. Complice il
voto contrario al bilancio consuntivo espresso da Rc nella
scorsa seduta consiliare, complice la Margherita che pare
sia riuscita a far valere le proprie ragioni. Alla vigilia
del Consiglio comunale, i vertici del partito hanno ottenuto
il sospirato incontro con il resto della coalizione (Ds,
Repubblicani, Sdi) dal quale è emersa la comune volontà di
rallentare la corsa all'accordo. «Si è deciso - spiega
soddisfatto il coordinatore della Margherita Marco Salustri
- di procedere prima ad una verifica interna alla
maggioranza per poi aprire un confronto con Rc attraverso un
percorso costruttivo in vista del 2006. Lo stesso discorso
vale per gli altri partiti ora all'opposizione che si
riconoscono nella sinistra». Un passo indietro dunque di Ds,
Re e Sdi che si erano già addentrati nel confronto
programmatico parlando di «condivisione». Affermazione
contenuta in un documento elaborato con Rc che ora sembra
perdere improvvisamente valore. Intanto Rifondazione si
interroga sul perché dell'improvvisa interruzione dei
rapporti. «Uno stallo immotivato - osserva il capogruppo
Massimo Marcelli Flori - simile a un'insostenibile melina
che non trova base su presupposti politici e che rischia di
inficiare ciò che sino ad ora di buono è stato costruito».
Rc pretende spiegazioni dal sindaco Carletti che si è fatto
promotore dell'avvicinamento e le pretende in fretta.
«Vogliamo capire - prosegue - quali novità impediscono di
dare le gambe al documento». Quanto al voto contrario al
bilancio consuntivo, Marcelli Flori precisa come «si sia
trattato di un atto lineare e coerente perché Rc a suo tempo
votò contro il bilancio preventivo, che non venne né
concertato né condiviso» |
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CORRIERE ADRIATICO |
Finalmente, via i veli: ecco
la biblioteca
Dopo oltre due anni di
lavori, l’ex scuola Leopardi rivede la luce. E che stile
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Tolte le
impalcature del cantiere dopo due anni e mezzo di
sostanziosi lavori di ristrutturazione, la vecchia scuola
"Giacomo Leopardi" di piazza Mazzini sta per tornare a
vivere, ma con tutt'altra destinazione. Nell'edificio datato
1913, dove generazioni di falconaresi hanno frequentato le
elementari, infatti verrà sistemata entro la fine
dell'estate la biblioteca comunale con annessa sala
conferenze, salette per esposizioni e museo del fumetto e la
nuova struttura dovrebbe essere inaugurata con un incontro a
cui prenderà parte monsignor Esilio Tonini. Dell'antica
scuola su due piani resta poco o nulla, in pratica soltanto
la struttura esterna, la breve scalinata d'accesso, le
lapidi commemorative dedicate a Felice Cavallotti ed Antonio
Fratti e i profili in marmo di Garibaldi e Mazzini a ideale
ricordo della Falconara anarchica e repubblicana di inizio
'900. Il rifacimento, opera dell'architetto Aldo Fantoni, ha
trasformato la ex scuola di piazza Mazzini in un moderno e
funzionale spazio modulare per libri, arte e conferenze,
lasciando intatto, a memoria delle generazioni future, solo
l'involucro esterno, in quello che lo stesso progettista
aveva definito un "recupero dell'identità culturale,
attraverso la conservazione dello stato fisico originario
ormai consolidato sotto il profilo storico-ambientale e
perfettamente inserito nel paesaggio cittadino". Ultimata
con un po' di ritardo rispetto ai programmi, quella che
forse sarà chiamata "casa della cultura" adesso è ben
visibile in tutti i suoi aspetti essenziali, dal
seminterrato al sottotetto con le sue capriate in legno
lamellare e le travi a vista, passando per le grotte oggi
recuperate grazie ad una complessa opera di scavo. Esemplare
per semplicità e nitidezza di percorsi, il progetto di
Fantoni ha cercato di recuperare spazi e cubature in una
struttura antica dai soffitti altissimi utilizzando il
"trucco" dei piani sfalsati che movimentano tutto l'interno.
Il piano rialzato, 400 metri quadrati a cui si accede, come
nella vecchia scuola attraverso la porta principale ed una
piccola scalinata, è occupato, per la maggior parte, alla
grande sala polifunzionale nella quale potranno trovare
posto quasi cento persone. Accanto salette di rappresentanza
e uffici. Stesse dimensioni per il seminterrato nel quale
sono stati ricavati altri spazi espositivi ed alcuni locali
interni probabilmente destinati al deposito di libri. Il
primo piano, come era nelle intenzioni originarie, sarà
interamente dedicato alla biblioteca comunale e le diverse
quote collegate da un'ampia scalinata avranno garantito,
grazie ad un ascensore con apertura sui due lati, l'accesso
per i disabili. Alla biblioteca comunale ed in particolare
alla sua sala lettura e consultazione, infatti, dovrebbe
essere destinato anche tutto l'ampio e luminoso secondo
piano di 150 metri quadrati, ottenuto grazie
all'abbassamento di tutti i soffitti. Intanto, in attesa
dell'apertura ufficiale la giunta comunale ha dato il via
libera all'acquisizione di materiale librario e disegni
della collezione di Silvano e Gabriella Scotto per il
costituendo museo del fumetto. |
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RESTO DEL CARLINO |
Ora Rifondazione lancia l'
aut - aut alla maggioranza
FALCONARA - «Una rapida ripresa
del dialogo senza veti, perché in politica i veti a volte si
danno e altre volte si possono ricevere, chissà che il
prossimo anno non ci sia l'affannosa ricerca dell'appoggio
di Rc: in fondo, il mondo non gira tutto attorno a
Falconara». Questo l'aut-aut lanciato da Rifondazione alla
maggioranza cittadina, dopo la sospensione del dialogo a
ridosso delle europee. Lunedì scorso, un nuovo summit,
circoscritto alle forze di maggioranza in Comune, aveva
stabilito di costruire un percorso comune con Rc. Intento
apparentemente congelato dal voto contrario al bilancio
espresso da Rifondazione al consiglio di martedì, letto da
alcuni come scarsa volontà di collaborare. Interpretazione
strumentale, secondo il Prc, perché il voto ha rappresentato
«un atto lineare e coerente» con il passato. «A chi lavora
per cercare la rottura - scrive Re - rispondiamo che senza
la presenza e il voto del Prc il bilancio non sarebbe stato
votato perché la maggioranza non era in grado di garantire
il numero legale. Vogliamo capire in fretta quali novità
impediscono di dare le gambe al documento firmato il 17
maggio, con il quale si auspicava un governo condiviso della
città. Per noi non e cambiato nulla, ma per le altre forze
politiche? E per il sindaco che questo riavvicinamento ha
fortemente voluto? L'immotivato stallo non trova basi su
presupposti politici, e rischia di inficiare quanto di buono
e stato costruito. Per Re esiste una sola faccia, quella di
chi ha firmato quel documento; se per altri non è cosi,
onoreremo con coerenza il mandate degli elettori, ma onestà
intellettuale vuole chiarezza, quella chiarezza ora
impastoiata nella ricerca ossessiva di pretesti per rompere
tutto» |
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IL GAZZETTINO |
PROCESSO CVM
di Nicoletta Benatelli
MESTRE - Colpevoli di mettere
a rischio la salute pubblica. Il pubblico ministero Bruno
Bruni, che affianca il pm Felice Casson nel processo
d'appello contro i dirigenti del Petrolchimico, ha tenuto
ieri, in aula bunker a Mestre, la sua requisitoria relativa
ai reati ambientali: in particolare, adulterazione delle
vongole e avvelenamento delle acque. Il pm Bruni ha parlato
per quasi cinque ore davanti al collegio presieduto da
Francesco Aliprandi e con giudici a latere Antonio Lucisano
e Gino Contini. Il pm ha riesaminato e commentato il
voluminoso corpo di carte acquisito dal processo di primo
grado, delineando i contorni del disastro ambientale. Ma
Bruni ha insistito in particolar modo anche sui reati di
pericolo che sarebbero da addebitare ai dirigenti Montedison
ed Enichem imputati. Secondo Bruni i reati di pericolo non
comportano che si verifichino in concreto dei fatti tra loro
concatenati da un nesso di causa, poiché si tratta di
circostanze molto diverse da quelle alla base di reati come
le lesioni o l'omicidio colposo, nell'ambito dei quali ad
una esposizione a sostanza cancerogena si può associare il
conseguente sviluppo di una malattia. Nel caso dei reati di
pericolo i giudici si trovano ad accertare piuttosto il
rapporto tra un dato di fatto, per esempio l'inquinamento
della laguna, e la probabilità -da verificare in dettaglio-
di un danno futuro. Per i giudici si tratta dunque di
cogliere con quale grado di probabilità è possibile che, in
futuro, ad un certo stato di inquinamento della laguna
consegua anche un rischio per la salute pubblica. Bruni ha
sottolineato, tra l'altro, che è sufficiente che siano anche
poche o pochissime le persone che possono subìre dei rischi
correlabili all'inquinamento, in particolare magari tra
categorie più delicate come donne incinte, bambini, anziani
o individui già malate. Su questo punto Bruni è tornato
soprattutto per delineare il rischio collegato al consumo di
vongole provenienti dai canali industriali: un pericolo che
non può mai essere calcolato come una media matematica, ma
che tocca ogni essere umano in modo differente. «Il
tribunale di primo grado non ha nemmeno tenuto conto
dell'effetto moltiplicatore quando sono in azione diversi
tipi di inquinanti - ha spiegato Bruni - Occorre valutare
infatti l'effetto sinergico di idrocarburi, diossine,
piombo, cloro ecc. e tener conto che anche le acque di falda
non utilizzate a scopo alimentare sono comunque un bene da
tutelare». Bruni ha poi evidenziato come in molti canali
industriali sia presente una vera e propria "impronta del
cloro" - con presenza rilevante di ottaclorodibenzofurani
(un particolare tipo di diossina)- che mette in stretta
relazione l'inquinamento dei sedimenti con le produzioni di
cloruro di vinile monomero. |
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