RASSEGNA STAMPA 25.06.2004

 

MESSAGGERO
Falconara nutre grandi ambizioni

ANCONA - C’è anche chi il porto turistico non ce l’ha ancora, ma in compenso ha grandi ambizioni. E’ il Comune di Falconara che ha già pronto il progetto commissionato all’architetto Oriol Bohigas per un porto turistico che riqualifichi la zona nord all’altezza di Villanova a ridosso della raffineria Api e faccia in modo che la città possa riappropriarsi del proprio mare. L’amministrazione crede profondamente nel progetto. «Il contesto generale della nautica da diporto – si legge nella relazione - documenta il fabbisogno di posti barca anche a fronte dell’incremento delle immatricolazione dei natanti e di una carenza di strutture a approdi turistici specializzati ed attrezzati. La diportistica potrebbe essere per Falconara un volano di sviluppo e la dimostrazione che anche in questa città fare turismo è possibile. Il progetto del porto turistico sarà sottoposto ad analisi con metodo swot e multifattoriale per evidenziarne i punti di forza e di debolezza, le opportunità ed i rischi nel confronto diretto con le strutture portuali già esistenti».

D’Ambrosio e Baldassarri: «Infrastrutture prioritarie»

FALCONARA - Non solo aeroporto. Tutti i nodi infrastrutturali della Regione al centro degli interventi del presidente D'Ambrosio e del viceministro Baldassarri Dalla Quadrilatero, all'arretramento della ferrovia, dall'uscita dal porto all'interporto, fino alla nuova corsia della A 14. Opera quest'ultima prossima alla realizzazione, stando alle parole del presidente D'Ambrosio: «Il progetto - ha sottolineato - sta per partire». «Si sta procedendo con i finanziamenti - ha detto Baldassarri - in particolare per quanto riguarda la Quadrilatero, che ha priorità rispetto agli altre opere". "In ogni caso - ha concluso - dobbiamo fare in fretta. Siamo in ritardo nell'adeguamento infrastrutturale. Lasciamo da parte discussioni inutili per un confronto».

Riattivazione delle “Saline”, il Comune prende tempo

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Stanziati i fondi per recuperare la discarica delle "Saline", il Comune non ha ancora preso decisioni in merito a una sua riapertura. Se l'adeguamento infatti è un atto dovuto, l'effettiva riattivazione è rimessa alla discrezione degli amministratori. Che dovranno valutarne la realizzabilità, prendendo in considerazione l'utilità nel rapporto costo-benefici, oltre a tutte le misure imposte dall'entrata in vigore del decreto legislativo che ha recepito le indicazioni della nuova normativa europea in materia di discariche. Decisione che tarda ad arrivare. «La questione - commenta l'assessore all'Ambiente Giancarlo Scortichini - non è stata ancora affrontata». I lavori per il completamento degli impianti, invece, verranno assegnati quanto prima. Appena conclusa la gara, ancora in corso, la ditta che si aggiudicherà l'appalto avrà 180 giorni di tempo per la consegna. Da realizzare 26 pozzi di drenaggio, profondi 20 metri e collegati con il fondo, che si aggiungerann ai 13 attuali. Gli altri pozzi, invece, quelli cioè per le captazioni di biogas, sono già in funzione. Costo dell'operazione: 244 mila euro. Il recupero della discarica, come detto, è un atto dovuto. il Comune deve provvedere ad un adeguamento per rimettersi in regola con il progetto originario di realizzazione. Sulla questione si è da poco chiusa un'indagine a carico del sindaco Giancarlo Carletti e del dirigente dell'ufficio ambiente Paolo Angeloni, che ora rischiano il rinvio a giudizio. La colpa ipotizzata dalla procura in capo al primo cittadino e al suo braccio destro è proprio quella di non aver ottemperato, in violazione alle norme del decreto Ronchi, alle prescrizioni sulla predisposizione di pozzi di drenaggio per fronteggiare le dispersioni di percolato e le fuoriuscite di biogas. Su quest'ultimo punto il Comune è già corso ai ripari. Sull'impianto si era già levato un sos da anni: stoppato dalla Provincia, che non aveva rinnovato l'autorizzazione all'attività alla scadenza del 31 dicembre 2002, era stato poi sequestrato dalla magistratura per mancato rispetto del procedimento originario.

Radioattività: le Marche raggiungono l’alta sicurezza

ANCONA Nell'aria e nell'acqua delle Marche, così come negli alimenti testati, i valori di radioattività sono bassissimi, e la regione sta tornando alla situazione precedente la catastrofe nucleare di Chernobyl. È quanto si evince dal rapporto dell' Agenzia regionale per la Protezione Ambientale sull' attività di controllo della radioattività ambientale. Un' indagine condotta nel corso del 2003 dall'Unità operativa radioattività ambientale del Servizio radiazioni-rumore e diffusa oggi. «I dati del monitoraggio commenta l'assessore regionale Marco Amagliani sono consolanti. Aria, acqua e alimenti sono al di sotto del limite fissato dalle normative e, nel caso dell' aria, con in percentuale fortemente inferiore alla soglia di attenzione. Non si è registrato un aumento di inquinamento radioattivo rispetto agli anni precedenti, e anzi, le Marche stanno tornando all' epoca pre-Chernobyl». I vari dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno prelevato periodicamente e consegnato al laboratorio Arpam i principali tipi di matrici alimentari secondo un piano di campionamento predisposto dalla Regione Marche. 162 campioni alimentari sono stati analizzati attraverso la spettrometria gamma, così come altri 60 campioni su richiesta di singole aziende private, interessate ad ottenere un certificato sui livelli di radioattività dei prodotti da esportazioni. Tutti i livelli di concentrazione di radioattività sono apparsi inferiori ai limiti fissati dalla normativa europea come somma delle concentrazioni di attività di Cesio-134 e di Cesio-137.

Costa minacciata dalle mucillagini

L’Arpam: «La colpa è del caldo improvviso, speriamo in una mareggiata»

di CLAUDIA GRANDI

dopo le giornate moderatamente miti delle settimane scorse. A Cassandra Mengarelli dell'Arpam (l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente che sta monitorando il fenomeno), l'analisi di questa nuova fioritura. «Già da diversi giorni - dice - eravamo in "stato d'allerta", dal momento che avevamo saputo che in alto Adriatico le mucillagini avevano già fatto la propria comparsa. Da noi, però, neanche un'avvisaglia: oggi, invece (ieri, ndr) nel tratto di costa compreso tra il Porto di Ancona e Palombina, è stata avvistata una striatura di alghe. I motivi della comparsa? Tutta colpa delle condizioni meteo: il caldo improvviso ha fatto venire a galla le mucillagini che erano già depositate sul fondo». Le fastidiose alghe biancastre, infatti, si comportano né più né meno come dei palloncini: inizialmente "sgonfie" e quindi più pesanti, si depositano sul fondo marino, per poi riempirsi d'aria a causa del caldo ed emergere a galla. «A favorire l'emergere delle mucillagini - prosegue la Mengarelli - sono soprattutto i motoscafi che con il loro passaggio determinano la salita a galla delle alghe. Per il momento il fenomeno sta interessando solo il tratto nord della costa anconetana (ma mercoledì una striscia biancastra era apparsa anche di fronte al Passetto, ndr), ma non è escluso che possa estendersi». Unico "rimedio" (del tutto naturale) contro le mucillagini, le mareggiate: se nei prossimi giorni il mare diventasse "cattivo", le alghe bianche verrebbero eliminate dalla superficie del mare. Ma la Mengarelli, come accade ogni anno in questa stagione, invita tutti i bagnanti alla calma: a parte l'aspetto estetico poco piacevole per chi ama le nuotate e i tuffi, le mucillagini non sono assolutamente dannose per la salute dell'uomo. «Il fenomeno - precisa - non è tossico e non impedisce dunque la balneazione».

 
CORRIERE ADRIATICO
Il viceministro esulta anche per la Quadrilatero "Mai così tante risorse"

ANCONA - "Quelli dell'attuale governo per le opere del Quadrilatero rappresentano il più grande finanziamento per opere infrastrutturali alle Marche dai tempi della caduta dell'impero romano". Ha scelto la via dell'esagerazione il viceministro per raccontare l'impegno finanziario dello Stato per realizzare il sistema viario che una volta realizzato collegherà Marche e Umbria. Baldassarri ha messo a segno il colpo ieri durante l'inaugurazione della nuova aerostazione di Ancona-Falconara. Il viceministro ha replicato così al governatore delle Marche Vito D'Ambrosio, che in precedenza, sempre con i rappresentanti degli organi di informazione, aveva evidenziato che i circa 30 milioni di euro necessari per il nuovo impianto aeroportuale erano stati decisi dal governo D'Alema. Sottolineando l'entità delle risorse convogliate dall'attuale governo sulla regione adriatica, Baldassarri ha ammesso, ironicamente, qualche problema a quantificare esattamente il raffronto, "vista la difficoltà di stabilire un cambio esatto fra euro e sesterzio".

La barca va e chiede spazio

Per la nautica da diporto la domanda cresce. E le strutture regionali si adeguano

di GABRIELE GIAGIACOMI

ANCONA - Sviluppare la nautica da diporto in tempi contenuti. Questa è la principale questione emersa ieri durante il convegno "Porti turistici nelle Marche" presso la Loggia dei Mercanti ad Ancona, promosso dall'Assonautica Provinciale con il patrocinio della Regione Marche e della Camera di Commercio di Ancona. Al meeting, coordinato dal presidente di Assonautica della Provincia di Ancona, Gianfranco Iacobone, hanno partecipato i rappresentanti di tutte le realtà portuali marchigiane per fare il punto sulla situazione in vista della costituzione dell'Assonautica Regionale delle Marche. "Per coprire la crescita della domanda nel settore del diporto nautico - ha affermato il presidente Iacobone - è necessario portare avanti dei progetti con la prospettiva, però, di uno sviluppo futuro". La richiesta di posti barca è in costante aumento come ha spiegato anche il consigliere delegato di "Marina dei Cesari" di Fano, Roberto Boiani: "Quella del porto di Fano, è una realtà nuovissima e rappresenta un'estensione della piazza della città. Attualmente i posti barca disponibili sono 200, tutti già occupati e quindi insufficienti a coprire una domanda sempre in aumento. Contiamo di portare a compimento i lavori delle banchine entro settembre. L'indotto darà lavoro a oltre 50 persone". Tra le novità, spicca quella descritta dal funzionario tecnico del settore urbanistico del comune di Falconara, Maria Alessandra Mariccioni, sulla prospettiva di un porto turistico a Falconara Marittima. "L'idea di una portualità a Falconara - ha detto - costituisce la risposta a una forte domanda che proviene dal diporto. Il Comune ha constatato la necessità di creare un nuovo polo di centralità urbana nella zona a sud della Raffineria Api di fronte al quartiere di Villanova per ospitare 600 imbarcazioni da diporto, un albergo e dei negozi. Presente, ieri, anche l'amministratore Delegato di Marina Dorica di Ancona, Ennio Molinelli: "E' necessaria - ha dichiarato - la costituzione di un'associazione che unisca tutti i porti delle Marche anche in previsione dello sviluppo di porti futuri. La portualità, ormai, segue le leggi di mercato per cui le soluzioni vanno prese in tempi ragionevoli: Marina Dorica ha 1200 barche in mare e ha previsto, per ampliare l'offerta, la costruzione di altri 600 posti per imbarcazioni dai 5-12 metri sino a 25 come nel caso dei mega yacht".

 
REPUBBLICA
Ecco i "cattivi" di Legambiente

L'associazione ha assegnato il "trofeo" a sindaci e ditte private Quasi ventimila gli illeciti, uno ogni 400 metri di costa Bandiera nera sulla spiaggia

di MATTEO TONELLI

ROMA - I nuovi pirati, così come i vecchi, sventolano bandiera nera. Solo che in passato assaltavano navi alla ricerca di oro e preziosi, oggi aggrediscono le coste coste e depredano i litorali. E' una lista nera, che più nera non si può, quella che Legambiente ha, come ogni anno, realizzato. C'è di tutto: istituzioni, imprenditori, politici, società private. Tutti uniti e compatti verso un unico obiettivo: attaccare l'ambiente marino e costiero. E, non a caso, il mare italiano è davvero nei guai. Legambiente, nel dossier "Mare monstrum 2004", lo dice con la forza dei numeri. Secondo il dossier, nel solo 2003 le forze dell'ordine hanno contato 17.871 illeciti nelle 15 regioni marittime, vale a dire un illecito ogni 400 metri di costa, con un incremento del 7,2% rispetto all'anno precedente. Maglia nera alla depurazione, dove gli illeciti sono passati dai 697 del 2002 ai 1.224 dello scorso anno (+43%). A livello regionale, la Sicilia con 3.418 reati accertati (+20% sul 2002) ritorna al primo posto, superando la Campania, che scende in seconda posizione con 3.142 infrazioni (+8%); segue il Lazio, che con 2.219 reati, sale al terzo posto (quasi il 71% in più rispetto al 2002). Visti i dati si capisce perché, anche quest'anno, le bandiere nere, sventolano copiose in tutta Italia. La lista è lunga e parte con un nome illustre: il ministro della Difesa Antonio Martino, colpevole di aver autorizzato "i lavori di ampliamento della base Usa a La Maddalena", in Sardegna. E sempre per rimanere nell'isola, nel mirino anche il progetto "Costa Turchese" della Finedim Italia spa, società del gruppo Finivest, che intende edificare "mezzo milione di metri cubi di costruzioni per un'area di 450 ettari nel comune di Olbia". In Liguria le bandiere sono state assegnate alla "Societa' di Marina di Chiariventi" per la proposta di costruzione di un porto turistico su un sito di importanza comunitaria e alla "Cim Immobiliare di Bordighera", per la proposta di intervento edilizio a Ospedaletti. In Friuli il poco ambito premio andrà al sindaco di Lignano Sabbiadoro e al presidente della Regione Riccardo Illy che hanno permesso la costruzione di una piscina e di un palazzetto dello sport nella pineta di Lignano. In Veneto bandiera nera al sindaco del comune di Quarto d'Altino, in provincia di Venezia, per aver caldeggiato un progetto che andrebbe a colpire un'area di interesse floristico e faunistico. Due bandiere nere anche nelle Marche. Una all'amministrazione comunale di Potenza Picena, in provincia di Macerata, per aver approvato nel nuovo piano regolatore ben 50.000 metri cubi di cemento nell'Oasi di protezione della fauna presso i laghetti di Potenza Picena, l'altra se l'è aggiudicata la Raffineria Alpi di Falconara, in provincia di Ancona, "per aver contribuito al pesante inquinamento ambientale della costa". In Emilia Legambiente ha puntato l'indice contro il villaggio di capanni e cottage abusivi costruiti alla foce del Torrente Bevano, mentre nel Lazio sono stati "insigniti" il Comune di Tarquinia, per il progetto di un porto turistico per più di 1.000 imbarcazioni e quelli di Fiumicino e di Civitavecchia. In Calabria la disastrosa situazione della depurazione delle acque costa la bandiera nera al presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, mentre in Puglia la palma di "pirati del 2000" tocca al comune di Marugio in provincia di Taranto, al sindaco di Pulsano e al comune di Molfetta. Ed ancora la Basilicata, dove il comune di Pisticci ha deciso di realizzare un porto turistico in un'area ad alto impatto ambientale. Infine la Sicilia dove le bandiere sono due e toccano all'Enel che ha deciso di costruire un inceneritore ad Augusta e alla società Bluemarin che realizzerà un megavillaggio turistico a Punta Asparano. E proprio oggi salpa la prima delle barche della miniflotta battente bandiera "Goletta Verde". Che quest'anno passarà al setaccio non solo le nostre coste, ma si spingerà fino a quelle di Francia, Spagna e Croazia.

 
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