MESSAGGERO |
Falconara nutre grandi
ambizioni ANCONA -
C’è anche chi il porto turistico non ce l’ha ancora, ma in
compenso ha grandi ambizioni. E’ il Comune di Falconara che
ha già pronto il progetto commissionato all’architetto Oriol
Bohigas per un porto turistico che riqualifichi la zona nord
all’altezza di Villanova a ridosso della raffineria Api e
faccia in modo che la città possa riappropriarsi del proprio
mare. L’amministrazione crede profondamente nel progetto.
«Il contesto generale della nautica da diporto – si legge
nella relazione - documenta il fabbisogno di posti barca
anche a fronte dell’incremento delle immatricolazione dei
natanti e di una carenza di strutture a approdi turistici
specializzati ed attrezzati. La diportistica potrebbe essere
per Falconara un volano di sviluppo e la dimostrazione che
anche in questa città fare turismo è possibile. Il progetto
del porto turistico sarà sottoposto ad analisi con metodo
swot e multifattoriale per evidenziarne i punti di forza e
di debolezza, le opportunità ed i rischi nel confronto
diretto con le strutture portuali già esistenti».
D’Ambrosio e Baldassarri:
«Infrastrutture prioritarie»
FALCONARA - Non solo
aeroporto. Tutti i nodi infrastrutturali della Regione al
centro degli interventi del presidente D'Ambrosio e del
viceministro Baldassarri Dalla Quadrilatero,
all'arretramento della ferrovia, dall'uscita dal porto
all'interporto, fino alla nuova corsia della A 14. Opera
quest'ultima prossima alla realizzazione, stando alle parole
del presidente D'Ambrosio: «Il progetto - ha sottolineato -
sta per partire». «Si sta procedendo con i finanziamenti -
ha detto Baldassarri - in particolare per quanto riguarda la
Quadrilatero, che ha priorità rispetto agli altre opere".
"In ogni caso - ha concluso - dobbiamo fare in fretta. Siamo
in ritardo nell'adeguamento infrastrutturale. Lasciamo da
parte discussioni inutili per un confronto».
Riattivazione delle
“Saline”, il Comune prende tempo
di LETIZIA LARICI
FALCONARA Stanziati i fondi
per recuperare la discarica delle "Saline", il Comune non ha
ancora preso decisioni in merito a una sua riapertura. Se
l'adeguamento infatti è un atto dovuto, l'effettiva
riattivazione è rimessa alla discrezione degli
amministratori. Che dovranno valutarne la realizzabilità,
prendendo in considerazione l'utilità nel rapporto
costo-benefici, oltre a tutte le misure imposte dall'entrata
in vigore del decreto legislativo che ha recepito le
indicazioni della nuova normativa europea in materia di
discariche. Decisione che tarda ad arrivare. «La questione -
commenta l'assessore all'Ambiente Giancarlo Scortichini -
non è stata ancora affrontata». I lavori per il
completamento degli impianti, invece, verranno assegnati
quanto prima. Appena conclusa la gara, ancora in corso, la
ditta che si aggiudicherà l'appalto avrà 180 giorni di tempo
per la consegna. Da realizzare 26 pozzi di drenaggio,
profondi 20 metri e collegati con il fondo, che si
aggiungerann ai 13 attuali. Gli altri pozzi, invece, quelli
cioè per le captazioni di biogas, sono già in funzione.
Costo dell'operazione: 244 mila euro. Il recupero della
discarica, come detto, è un atto dovuto. il Comune deve
provvedere ad un adeguamento per rimettersi in regola con il
progetto originario di realizzazione. Sulla questione si è
da poco chiusa un'indagine a carico del sindaco Giancarlo
Carletti e del dirigente dell'ufficio ambiente Paolo
Angeloni, che ora rischiano il rinvio a giudizio. La colpa
ipotizzata dalla procura in capo al primo cittadino e al suo
braccio destro è proprio quella di non aver ottemperato, in
violazione alle norme del decreto Ronchi, alle prescrizioni
sulla predisposizione di pozzi di drenaggio per fronteggiare
le dispersioni di percolato e le fuoriuscite di biogas. Su
quest'ultimo punto il Comune è già corso ai ripari.
Sull'impianto si era già levato un sos da anni: stoppato
dalla Provincia, che non aveva rinnovato l'autorizzazione
all'attività alla scadenza del 31 dicembre 2002, era stato
poi sequestrato dalla magistratura per mancato rispetto del
procedimento originario.
Radioattività: le Marche
raggiungono l’alta sicurezza
ANCONA Nell'aria e nell'acqua
delle Marche, così come negli alimenti testati, i valori di
radioattività sono bassissimi, e la regione sta tornando
alla situazione precedente la catastrofe nucleare di
Chernobyl. È quanto si evince dal rapporto dell' Agenzia
regionale per la Protezione Ambientale sull' attività di
controllo della radioattività ambientale. Un' indagine
condotta nel corso del 2003 dall'Unità operativa
radioattività ambientale del Servizio radiazioni-rumore e
diffusa oggi. «I dati del monitoraggio commenta l'assessore
regionale Marco Amagliani sono consolanti. Aria, acqua e
alimenti sono al di sotto del limite fissato dalle normative
e, nel caso dell' aria, con in percentuale fortemente
inferiore alla soglia di attenzione. Non si è registrato un
aumento di inquinamento radioattivo rispetto agli anni
precedenti, e anzi, le Marche stanno tornando all' epoca
pre-Chernobyl». I vari dipartimenti di prevenzione delle Asl
hanno prelevato periodicamente e consegnato al laboratorio
Arpam i principali tipi di matrici alimentari secondo un
piano di campionamento predisposto dalla Regione Marche. 162
campioni alimentari sono stati analizzati attraverso la
spettrometria gamma, così come altri 60 campioni su
richiesta di singole aziende private, interessate ad
ottenere un certificato sui livelli di radioattività dei
prodotti da esportazioni. Tutti i livelli di concentrazione
di radioattività sono apparsi inferiori ai limiti fissati
dalla normativa europea come somma delle concentrazioni di
attività di Cesio-134 e di Cesio-137.
Costa minacciata dalle
mucillagini
L’Arpam: «La colpa è del
caldo improvviso, speriamo in una mareggiata»
di CLAUDIA GRANDI
dopo le giornate
moderatamente miti delle settimane scorse. A Cassandra
Mengarelli dell'Arpam (l'Agenzia regionale per la protezione
dell'ambiente che sta monitorando il fenomeno), l'analisi di
questa nuova fioritura. «Già da diversi giorni - dice -
eravamo in "stato d'allerta", dal momento che avevamo saputo
che in alto Adriatico le mucillagini avevano già fatto la
propria comparsa. Da noi, però, neanche un'avvisaglia: oggi,
invece (ieri, ndr) nel tratto di costa compreso tra il Porto
di Ancona e Palombina, è stata avvistata una striatura di
alghe. I motivi della comparsa? Tutta colpa delle condizioni
meteo: il caldo improvviso ha fatto venire a galla le
mucillagini che erano già depositate sul fondo». Le
fastidiose alghe biancastre, infatti, si comportano né più
né meno come dei palloncini: inizialmente "sgonfie" e quindi
più pesanti, si depositano sul fondo marino, per poi
riempirsi d'aria a causa del caldo ed emergere a galla. «A
favorire l'emergere delle mucillagini - prosegue la
Mengarelli - sono soprattutto i motoscafi che con il loro
passaggio determinano la salita a galla delle alghe. Per il
momento il fenomeno sta interessando solo il tratto nord
della costa anconetana (ma mercoledì una striscia biancastra
era apparsa anche di fronte al Passetto, ndr), ma non è
escluso che possa estendersi». Unico "rimedio" (del tutto
naturale) contro le mucillagini, le mareggiate: se nei
prossimi giorni il mare diventasse "cattivo", le alghe
bianche verrebbero eliminate dalla superficie del mare. Ma
la Mengarelli, come accade ogni anno in questa stagione,
invita tutti i bagnanti alla calma: a parte l'aspetto
estetico poco piacevole per chi ama le nuotate e i tuffi, le
mucillagini non sono assolutamente dannose per la salute
dell'uomo. «Il fenomeno - precisa - non è tossico e non
impedisce dunque la balneazione».
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CORRIERE ADRIATICO |
Il viceministro esulta anche
per la Quadrilatero "Mai così tante risorse"
ANCONA - "Quelli dell'attuale
governo per le opere del Quadrilatero rappresentano il più
grande finanziamento per opere infrastrutturali alle Marche
dai tempi della caduta dell'impero romano". Ha scelto la via
dell'esagerazione il viceministro per raccontare l'impegno
finanziario dello Stato per realizzare il sistema viario che
una volta realizzato collegherà Marche e Umbria. Baldassarri
ha messo a segno il colpo ieri durante l'inaugurazione della
nuova aerostazione di Ancona-Falconara. Il viceministro ha
replicato così al governatore delle Marche Vito D'Ambrosio,
che in precedenza, sempre con i rappresentanti degli organi
di informazione, aveva evidenziato che i circa 30 milioni di
euro necessari per il nuovo impianto aeroportuale erano
stati decisi dal governo D'Alema. Sottolineando l'entità
delle risorse convogliate dall'attuale governo sulla regione
adriatica, Baldassarri ha ammesso, ironicamente, qualche
problema a quantificare esattamente il raffronto, "vista la
difficoltà di stabilire un cambio esatto fra euro e
sesterzio".
La barca va e chiede
spazio
Per la nautica da diporto la
domanda cresce. E le strutture regionali si adeguano
di GABRIELE GIAGIACOMI
ANCONA - Sviluppare la
nautica da diporto in tempi contenuti. Questa è la
principale questione emersa ieri durante il convegno "Porti
turistici nelle Marche" presso la Loggia dei Mercanti ad
Ancona, promosso dall'Assonautica Provinciale con il
patrocinio della Regione Marche e della Camera di Commercio
di Ancona. Al meeting, coordinato dal presidente di
Assonautica della Provincia di Ancona, Gianfranco Iacobone,
hanno partecipato i rappresentanti di tutte le realtà
portuali marchigiane per fare il punto sulla situazione in
vista della costituzione dell'Assonautica Regionale delle
Marche. "Per coprire la crescita della domanda nel settore
del diporto nautico - ha affermato il presidente Iacobone -
è necessario portare avanti dei progetti con la prospettiva,
però, di uno sviluppo futuro". La richiesta di posti barca è
in costante aumento come ha spiegato anche il consigliere
delegato di "Marina dei Cesari" di Fano, Roberto Boiani:
"Quella del porto di Fano, è una realtà nuovissima e
rappresenta un'estensione della piazza della città.
Attualmente i posti barca disponibili sono 200, tutti già
occupati e quindi insufficienti a coprire una domanda sempre
in aumento. Contiamo di portare a compimento i lavori delle
banchine entro settembre. L'indotto darà lavoro a oltre 50
persone". Tra le novità, spicca quella descritta dal
funzionario tecnico del settore urbanistico del comune di
Falconara, Maria Alessandra Mariccioni, sulla prospettiva di
un porto turistico a Falconara Marittima. "L'idea di una
portualità a Falconara - ha detto - costituisce la risposta
a una forte domanda che proviene dal diporto. Il Comune ha
constatato la necessità di creare un nuovo polo di
centralità urbana nella zona a sud della Raffineria Api di
fronte al quartiere di Villanova per ospitare 600
imbarcazioni da diporto, un albergo e dei negozi. Presente,
ieri, anche l'amministratore Delegato di Marina Dorica di
Ancona, Ennio Molinelli: "E' necessaria - ha dichiarato - la
costituzione di un'associazione che unisca tutti i porti
delle Marche anche in previsione dello sviluppo di porti
futuri. La portualità, ormai, segue le leggi di mercato per
cui le soluzioni vanno prese in tempi ragionevoli: Marina
Dorica ha 1200 barche in mare e ha previsto, per ampliare
l'offerta, la costruzione di altri 600 posti per
imbarcazioni dai 5-12 metri sino a 25 come nel caso dei mega
yacht".
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REPUBBLICA |
Ecco i "cattivi" di
Legambiente
L'associazione ha assegnato
il "trofeo" a sindaci e ditte private Quasi ventimila gli
illeciti, uno ogni 400 metri di costa Bandiera nera sulla
spiaggia
di MATTEO TONELLI
ROMA - I nuovi pirati, così
come i vecchi, sventolano bandiera nera. Solo che in passato
assaltavano navi alla ricerca di oro e preziosi, oggi
aggrediscono le coste coste e depredano i litorali. E' una
lista nera, che più nera non si può, quella che Legambiente
ha, come ogni anno, realizzato. C'è di tutto: istituzioni,
imprenditori, politici, società private. Tutti uniti e
compatti verso un unico obiettivo: attaccare l'ambiente
marino e costiero. E, non a caso, il mare italiano è davvero
nei guai. Legambiente, nel dossier "Mare monstrum 2004", lo
dice con la forza dei numeri. Secondo il dossier, nel solo
2003 le forze dell'ordine hanno contato 17.871 illeciti
nelle 15 regioni marittime, vale a dire un illecito ogni 400
metri di costa, con un incremento del 7,2% rispetto all'anno
precedente. Maglia nera alla depurazione, dove gli illeciti
sono passati dai 697 del 2002 ai 1.224 dello scorso anno
(+43%). A livello regionale, la Sicilia con 3.418 reati
accertati (+20% sul 2002) ritorna al primo posto, superando
la Campania, che scende in seconda posizione con 3.142
infrazioni (+8%); segue il Lazio, che con 2.219 reati, sale
al terzo posto (quasi il 71% in più rispetto al 2002). Visti
i dati si capisce perché, anche quest'anno, le bandiere
nere, sventolano copiose in tutta Italia. La lista è lunga e
parte con un nome illustre: il ministro della Difesa Antonio
Martino, colpevole di aver autorizzato "i lavori di
ampliamento della base Usa a La Maddalena", in Sardegna. E
sempre per rimanere nell'isola, nel mirino anche il progetto
"Costa Turchese" della Finedim Italia spa, società del
gruppo Finivest, che intende edificare "mezzo milione di
metri cubi di costruzioni per un'area di 450 ettari nel
comune di Olbia". In Liguria le bandiere sono state
assegnate alla "Societa' di Marina di Chiariventi" per la
proposta di costruzione di un porto turistico su un sito di
importanza comunitaria e alla "Cim Immobiliare di Bordighera",
per la proposta di intervento edilizio a Ospedaletti. In
Friuli il poco ambito premio andrà al sindaco di Lignano
Sabbiadoro e al presidente della Regione Riccardo Illy che
hanno permesso la costruzione di una piscina e di un
palazzetto dello sport nella pineta di Lignano. In Veneto
bandiera nera al sindaco del comune di Quarto d'Altino, in
provincia di Venezia, per aver caldeggiato un progetto che
andrebbe a colpire un'area di interesse floristico e
faunistico. Due bandiere nere anche nelle Marche. Una
all'amministrazione comunale di Potenza Picena, in provincia
di Macerata, per aver approvato nel nuovo piano regolatore
ben 50.000 metri cubi di cemento nell'Oasi di protezione
della fauna presso i laghetti di Potenza Picena, l'altra se
l'è aggiudicata la Raffineria Alpi di Falconara, in
provincia di Ancona, "per aver contribuito al pesante
inquinamento ambientale della costa". In Emilia Legambiente
ha puntato l'indice contro il villaggio di capanni e cottage
abusivi costruiti alla foce del Torrente Bevano, mentre nel
Lazio sono stati "insigniti" il Comune di Tarquinia, per il
progetto di un porto turistico per più di 1.000 imbarcazioni
e quelli di Fiumicino e di Civitavecchia. In Calabria la
disastrosa situazione della depurazione delle acque costa la
bandiera nera al presidente della Regione, Giuseppe
Chiaravalloti, mentre in Puglia la palma di "pirati del
2000" tocca al comune di Marugio in provincia di Taranto, al
sindaco di Pulsano e al comune di Molfetta. Ed ancora la
Basilicata, dove il comune di Pisticci ha deciso di
realizzare un porto turistico in un'area ad alto impatto
ambientale. Infine la Sicilia dove le bandiere sono due e
toccano all'Enel che ha deciso di costruire un inceneritore
ad Augusta e alla società Bluemarin che realizzerà un
megavillaggio turistico a Punta Asparano. E proprio oggi
salpa la prima delle barche della miniflotta battente
bandiera "Goletta Verde". Che quest'anno passarà al setaccio
non solo le nostre coste, ma si spingerà fino a quelle di
Francia, Spagna e Croazia. |
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