Cartellini rossi in giunta
Carletti insoddisfatto medita
espulsioni e più donne. L'occasione per inserire Rc e Verdi,
ma la Margherita scalpita
MARINA MINELLI
FALCONARA - A meno di due
anni dalla scadenza del secondo mandato, il sindaco Carletti
sembra avere voglia di rivedere un po' la distribuzione
delle deleghe all'interno della giunta. Magari dando più
spazio alle donne visto che nelle ultime consultazioni
europee proprio due signore (Lilli Gruber e Luciana
Sbarbati) hanno fatto l'en plein dei voti, superando
addirittura nelle preferenze il presidente del Consiglio.
"Avevo certezze storiche, ma sono state smentite dai fatti -
ha ammesso subito dopo le elezioni che comunque a Falconara
hanno portato al listone il 45,61 per cento dei voti -. Ho
sbagliato, le donne sono dotate di sensibilità diverse da
quelle degli uomini e sono bravissime a trattare certi
argomenti: cercherò di correggere quanto prima l'errore, tra
l'altro so che si sta formando, all'interno della sinistra,
un movimento politico al femminile. Ne sono felice e auguro
loro buon lavoro". Dichiarazioni secche e senza sottintesi
che hanno però creato un certo scompiglio all'interno dei
partiti e da qualche giorno è ufficialmente aperto il
toto-assessore, anche perché a quanto pare il primo
cittadino avrebbe espresso una certa insoddisfazione per
l'andamento troppo lento di alcune iniziative ed attività.
Un esempio per tutti, la ristrutturazione dell'ex scuola
Leopardi, il cui cantiere doveva essere chiuso ormai da
diverso tempo ed invece va inspiegabilmente avanti. Colpa
dell'assessore, colpa dei dirigenti? Dal palazzo e dagli
uffici nessun commento, ma Carletti, che avrebbe effettuato
un sopralluogo nei giorni scorsi, sembra sia piuttosto
contrariato e ormai decisissimo a prendere provvedimenti
drastici. L'altra questione ancora aperta, ma rallentata
dalla pausa della campagna elettorale, è quella legata ad un
coinvolgimento nella maggioranza di Rifondazione, come
avviene in Regione, Provincia e nella maggior parte dei
comuni governati dal centrosinistra. Un paio di mesi di
incontri non hanno portato ad un ingresso formale ed
ufficiale anche se per il sindaco di Falconara, Rc è già
idealmente con lui. "Non ha incarichi - aveva precisato
Carletti - ma questo conta poco, fondamentale è invece
partecipare ai processi che conducono alle decisioni".
Stesso discorso per i Verdi, con i quali però non ci sono
stati avvicinamenti concreti. Se Rifondazione dovesse
aderire in pieno al programma di Carletti, probabilmente
sarebbe speso il nome dell'attuale capogruppo Massimo
Marcelli Flori. Ma la Margherita, che aveva posto alcune
sostanziose obiezioni all'ingresso di Rc in maggioranza,
continua a dire no. Anche perché il partito è orfano di un
assessore (Gilberto Baldassarri, per due volte incaricato
dei servizi sociali, licenziato nel mese di gennaio e mai
più sostituito) e aspetta di riavere quella poltrona che
secondo il coordinatore comunale Marco Salustri spetta loro
di diritto. Fra l'altro nel gruppo consiliare della
Margherita c'è proprio una donna (come vuole Carletti) che
farebbe al caso, Anna Vittoria Banzi, avvocato e attualmente
presidente della commissione affari sociali. Sempre a
proposito di signore anche nei Ds c'è una consigliera che
potrebbe salire di grado, Monica Bernacchia, esperta di
comunicazioni e media on line, attivissima nel gruppo di
volontarie del servizio Informadonna di via Roma 2. |
Porto, c'è la società
Costituita «Marina di Falconara
Spa», Boncristiano presidente
di Alessandra Pascucci
FALCONARA - E' nata la
società «Marina di Falconara Spa», che sta lavorando
all'ipotesi progettuale per il nuovo porto di Falconara
sulla base dei piani urbanistici comunali e dei dettami
Bohigas. Nel nuovo organismo societario, presieduto da
Michele Boncristiano, sono confluiti tutti i soggetti
aderenti al precedente «Comitato promotore del porto
turistico», costituito anche da Flavio Polonara del Circolo
Marinaro e dal gruppo «Marina di Falconara Marittima»,
composto da 14 progettisti di fama mondiale. cui si sono
aggiunti importanti im-prenditori. II progetto si ispira ad
una bozza stilata dal Comitato promotore, che prevedeva 600
posti all'ormeggio per imbarcazioni di medie e grandi
dimensioni, mentre la darsena poteva ospitare dai 600 ai 700
natanti. Se e gia ben delineato l'approdo vero e proprio,
restano da definite gli raccordi con le infrastrutture,
esistenti ed ipotizzatate. I progettisti devono infatti
misurarsi con realtà più o meno concrete: dal bypass di Rfi
all'arretramento ferroviario di Baldassarri, fino alla
metropolitana di superficie proposta dalla Provincia, che
lascerebbe intatti i binari sulla costa. Tra le variabili,
anche l'uscita dal porto di Ancona e I'assetto autostradale.
Per il Comune, sul fronte ferroviario l'unica prospettiva
credibile rimane quella del by-pass, attualmente allo studio
del Cipe. «Al più tardi ad ottobre - spiega il dirigente
Furio Durpetti - è previsto il parere definitivo sul disegno
di Rfi, l'unico in esame». Il progetto del porto verrà
sottoposto all'approvazione dell'amministrazione e quindi a
quella di una Conferenza di servizi per il rilascio della
concessione. «Il Comune - continua Durpetti - deciderà in
seguito se entrare in società». Lo statuto della Spa, per
ora costituita da capitale privato, prevede infatti
l'adesione di enti pubblici. |