RASSEGNA STAMPA 15.05.2004

 

MESSAGGERO
Ci sono i lavori ma la Conerobus non lo sa

Caos in via Rosselli, trasporti pubblici bloccati

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Trasporto pubblico paralizzato ieri in città: saltano quasi tutte le corse di circolare destra e sinistra e i cittadini restano a piedi. E qualcuno estenuato è persino costretto a ripiegare sul taxi. Motivo: la chiusura al traffico di via Rosselli per il rifacimento del manto stradale. Da una quindicina di giorni, cioè da quando è stato spostato il capolinea del bus in via Marsala, l'autobus che collega il centro con Falconara Alta e Palombina Vecchia segue un percorso alternativo che tocca via Rosselli. Ieri in tarda mattinata la strada è stata interrotta, ma nessuno ha avvisato la Conerobus. Così i bus in partenza dal centro per Falconara Alta, trovandosi improvvisamente di fronte alla strada sbarrata, sono stati costretti a fare dietro front. «Non ci avevano detto nulla - commentano dagli uffici dell'azienda - così la maggior parte delle corse sono saltate». Tantissimi i cittadini rimasti per ore invano in attesa alle varie fermate. Soprattutto molti anziani che utilizzano l'autobus per scendere verso il centro città. A nulla sono valse le proteste e alla fine chi aveva urgenza di muoversi ha dovuto attrezzarsi diversamente. Il passaggio di un parente, di un amico e persino il taxi. La situazione è tornata alla normalità intorno alle 19 con la riapertura di via Rosselli, ma oggi si replica. I lavori infatti proseguiranno per tutta la giornata per terminare in serata con la consegna della strada definitivamente risistemata.

 
CORRIERE ADRIATICO
Lavori, Codacons all'attacco

Ingorghi e proteste: "Rimborsate i residenti che non possono utilizzare il permesso"

L'amministrazione comunale di Falconara sta realizzando, ad opera del Cam, lavori nelle vie Bixio, Rosselli, Flaminia tra via Colombo e il sottopasso di Villanova. Gli interventi serviranno alla messa in sicurezza di carreggiate e sedi stradali più che mai bisognose di interventi di asfaltatura e di eliminazione di buche, e al miglioramento generale della viabilità reso possibile solo a lavori ultimati quando le strade saranno tirate a lucido senza problemi legati alla presenza di buche e avvallamenti e di un manto bituminoso in condizioni precarie. Raggiungere questi obiettivi, fa notare l'amministrazione comunale, può comportare disagi al traffico e alla normale circolazione autoveicolare. Disagi per automobilisti e cittadini. Si tratta comunque di un prezzo che vale la pena pagare, dice il Comune, perché finalizzato a migliorare condizioni e situazioni. Non la pensa allo stesso modo il Codacons, che giudica eccessivi i cantieri e i disagi per i cittadini. "I numerosi cantieri aperti, infatti, hanno bloccato il traffico in numerose zone, creando disagi immensi ai cittadini, imbottigliati in code e ingorghi che inevitabilmente creano stress e nervosismo. Senza contare i ritardi accumulati da chi deve recarsi a scuola o al lavoro". A creare malumore, fa notare il Codacons, "è anche la constatazione che nelle zone dei lavori in corso i permessi di sosta già pagati non potranno essere utilizzati da residenti e commercianti, con una perdita monetaria non indifferente". Per questo il Codacons, raccogliendo l'appello dei residenti, chiede il rimborso in favore dei cittadini di quella parte di permesso pagato che non potrà essere utilizzato. "Non si capisce perchè - afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi - un residente debba pagare un servizio che non potrà utilizzare. Per questo chiediamo la restituzione dei giorni di sosta inutilizzati".

 
RESTO DEL CARLINO
Manifesti «illegali»: scattano le denunce

L'ufficio elettorale gia pieno di lavoro

FALCONARA - Comincia la campagna elettorale e già scattano le denunce per mancato rispetto della disciplina che regolamenta l'assegnazione degli spazi di affissione per la propaganda. In difetto sarebbero i Socialisti uniti per l'Europa che giovedì alle 18, nello spazio numero 16 dei tabelloni sparsi in vari punti di Falconara, avrebbero affisso un manifesto con il quale veniva pubblicizzato un incontro per la presentazione della propria lista, che si sarebbe tenuto la sera stessa a Jesi. Immediate le segnalazioni di alcuni esponenti politici locali, che hanno denunciato I'irregolarità ai vigili urbani. Dopo la necessaria verifica, e intervenuto l'Ufficio elettorale, che ha sporto denuncia. «i vari schiera-menti avrebbero dovuto attendere la mezzanotte prima di procedere alle affissioni - spiega il capogruppo dei Verdi Sergio Badialetti - Credo inoltre che gli spazi in questione vadano utilizzali gratuitamente per promuovere i rispettivi candidati, per pubblicizzare gli incontri, i partiti devono occupare un normale spazio di affissione, pagando la tariffa prevista».

Di Monaco nel Cda del Cam

FALCONARA - Ha suscitato malumori la recente nomina dell'avvocato Michele Di Monaco (consigliere comunale Ds) a consigliere di amministrazione di Cam Energia Spa. Ricoprendo allo stesso tempo le due posizioni, Di Monaco potrebbe incappare in un caso di incompatibility: alcuni si chiedono infatti se non si venga a creare una situazione simile a quella in cui si era trovato I'ex consigliere dello Sdi Mauro Bruciaferri, costretto a dimettersi dal Consiglio municipale perchè vicepresidente di Cam Spa. Proprio I'abbandono di Bruciaferri aveva fatto si che Di Monaco entrasse a far parte dell'assise politica falconarese: nel 2001 l'avvocato si era candidato come indipendente nelle liste dello Sdi, attestandosi primo tra i non eletti. Il «ripescaggio» l'aveva visto entrare nel gruppo misto, dopo che il consigliere Maiolini, eletto con la Margherita, aveva deciso di rappresentare i Socialisti Democratici. Lo scorso gennaio Michele Di Monaco è poi passato ai Ds, occupando il posto lasciato libero da Liano Barchiesi. Sulla sua posizione (e di quella di altri consiglieri comunali che sono entrati a far parte del Cda di una delle aziende partecipate dal Comune di Falconara) sta indagando il gruppo di Forza Italia.

 
LA SICILIA
Il polo della raffinazione compie un passo avanti

Paolo Mangiafico

Priolo. Nel corso della conferenza dei servizi di ieri al ministero dell'Ambiente, conclusa con il parere favorevole sulle relazioni tecniche di indagine ambientale sulle aree dei progetti ErgMed, si è compiuto un determinante passo avanti per la realizzazione del polo avanzato di raffinazione del Mediterraneo. L'ok della conferenza riguarda le aree destinate ai nuovi oleodotti, sia quelli interrati che quelli esterni, che dovranno collegare la raffineria ErgMed nord (ex Agip) alla ErgMed su (ex Isab). Queste relazioni sono state redatte dalla società incaricata dal Comune di Priolo e comprendono tutta una serie di prescrizioni che dovranno essere attuate per dare sicurezza all'ambiente. L'interconnessione fra le raffinerie ErgMed, quindi, per il ministero dell'Ambiente è attuabile nel sito prescelto dal progetto «Aretusa». Inoltre sono state approvate tutte le relazioni tecniche che riguardano l'intero progetto «Aretusa» ed anche quella che prevede, con un investimento Air liquide-ErgMed, la realizzazione di nuovo impianto di produzione di idrogeno. Per il progetto «Aretusa» sono state approvate le relazioni tecniche inerenti le aree destinate ai nuovi impianti CR41, CR42, e CR43, che consentiranno la produzione di benzine e gasoli con caratteristiche in linea con le più restrittive specifiche del rispetto dell'ambiente. In particolare il contenuto di zolfo sarà completamente eliminato dai carburanti che verranno prodotti in questi nuovi impianti. Inoltre il progetto «Aretusa» prevede l'ammodernamento di due centrali termoelettriche, attualmente alimentate per il 95% a olio combustibile e per il 5% a gas, mentre il nuovo assetto per la produzione di energia elettrica prevede l'utilizzo del 28% di olio combustibile e del 72% di gas, con grande giovamento dell'ambiente. E' stato approvato anche il progetto Syndial che prevede la realizzazione di un impianto che servirà al lavaggio della falda acquifera per disinquinarla dalla presenza di benzene.

Bufera Enichem, convocati due vertici

Schiarita al petrolchimico di Priolo. Il governo vedrà sindacati e azienda. Ancora non è stato confermato lo sciopero di martedì

di Salvatore Maiorca

Siracusa Due spiragli di schiarita si aprono nella bufera che si è scatenata sul polo petrolchimico siracusano: la convocazione dei due incontri alla presidenza del Consiglio dei ministri sulla questione Eni e il parere favorevole della conferenza dei servizi di ieri, al ministero dell'Ambiente, sul progetto delle interconnessioni Ergmed. La conferenza dei servizi, presieduta dal direttore generale Mascazzini, tornerà a riunirsi lunedì per deliberare. Ma ormai la decisione approvativa è presa. Non c'è stato nemmeno un ampio dibattito alla riunione di ieri, presieduta, come le precedenti, dal direttore generale del ministero dell'Ambiente Mascazzini, anche se ampio era il numero dei partecipanti. C'erano infatti i tre segretari della Fulc siracusana (Paolo Zappulla della Filcea Cgil, Sebastiano Spagna della Femca Cisl ed Emanuele Sorrentino della Uilcem), i rappresentanti delle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil, i sindaci di Priolo, Melilli, e Augusta, il capo dell'ufficio tecnico del Comune di Priolo, i rappresentanti di Asi, Ias, Arpa e delle aziende Ergmed, Syndial e Polimeri Europa. Il direttore Mascazzini ha riferito la positiva valutazione delle prescrizioni di sicurezza e tutela ambientale che il Comune ha poste al progetto Ergmed per la costruzione delle pipe line di interconnessione tra le raffinerie Ergmed nord (ex Agip) ed Ergmed sud (ex Isab). La informazione di Mascazzini è stata condivisa da tutti. Non rimane quindi che l'adozione dell'atto deliberativo, già fissata per lunedì prossimo. Dopo di che Ergmed applicherà al proprio progetto le prescrizioni del Comune, il quale dovrà rilasciare la sua autorizzazione. E il progetto sarà già realizzabile. Tutto questo, d'altra parte, non mette il progetto totalmente al riparo da frange di oppositori. Ma intanto si conclude positivamente l'iter procedurale, la cui mancanza avrebbe messo a rischio qualcosa come duemila posti di lavoro nel già travagliato polo petrolchimico siracusano. «Ci sono ormai tutte le possibili garanzie su questo progetto – ha sottolineato con soddisfazione il sindaco di Priolo, Massimo Toppi.– E tutto nella massima trasparenza. Non ci sono più spazi per illazioni e speculazioni». Resta il caso Eni, la questione cioè aperta dalla decisione del gruppo di abbandonare la chimica di Priolo, innescando un meccanismo di possibili chiusure a effetto domino che mettono a rischio la sopravvivenza della intera area industriale siracusana. Cgil, Cisl e Uil hanno apprezzato la decisione del Governo nazionale di convocare i due vertici: lunedì prossimo con le tre segreterie nazionali, regionali e provinciali, sia confederali che del settore chimico, e il successivo 25 con le medesime segreterie e con Eni e Assindustria Siracusa. Il confronto con l'Eni è indispensabile essendo l'Eni il centro decisionale. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Siracusa (Pippo Zappulla, Enzo Scatà e Stefano Munafò) e i segretari del settore chimico (Paolo Zappulla, Sebastiano Spagna ed Emanuele Sorrentino), in una nota diffusa ieri, precisano che attribuiscono alle riunioni convocate dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, «il significato inequivocabile dell'avvio del confronto e della trattativa di merito sui temi dell'industria, degli assetti produttivi e dell'accordo di programma». Confermano peraltro «le iniziative di sensibilizzazione e informazione previste in occasione delle rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa». E rinviano ad oggi la comunicazione di ogni ulteriore decisione. La nota non parla peraltro di conferma dello sciopero generale, con impianti fermi «a freddo», per martedì prossimo. Il che invita a ritenere che si vada verso la sospensione di questo sciopero. «Ci batteremo perché non ci siano licenziamenti nella zona industriale ed attueremo tutte le misure per superare questa crisi – afferma a sua volta il ministro Stefania Prestigiacomo.– Comprendo la preoccupazione dei lavoratori, che può sfociare anche in momenti di rabbia, ma ho piena fiducia nell'equilibrio dei sindacati per la gestione di questo delicato momento. Non è opportuno per nessuno ingenerare il sospetto che la politica, da qualunque parte, voglia strumentalizzare la situazione per fini elettoralistici». In precedenza una interrogazione era stata presentata dal deputato Giovanni Burtone, il quale aveva chiesto, ottenendolo, l'intervento del presidente della Camera. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa anche dal deputato regionale Roberto De Benedictis.

 
CORRIERE DELLA SERA
Nasce il «gigante dell’energia»

Inaugurata la centrale termoelettrica in Lomellina: è la seconda in regione per potenza. Il nuovo impianto dell’Enipower è costato 550 milioni. Darà lavoro a 41 addetti

di Erika Camasso

FERRERA ERBOGNONE (Pavia) - Un «gigante dell’energia» tra i campi e le risaie della Lomellina. Qui, al confine tra i comuni di Ferrera Erbognone e Sannazzaro de’ Burgondi, è entrata ufficialmente in funzione la centrale termoelettrica Enipower, la prima realizzata in Italia da un ente privato dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia, scattata nel ’99. A due anni esatti dalla posa della prima pietra, ieri Luciano Sgubini, direttore generale della divisione Gas & Power dell’Eni e Giovanni Locanto, presidente e amministratore delegato di Enipower, hanno tagliato il nastro del nuovo impianto a turbogas che da solo è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa un milione di utenze domestiche. La centrale, ribattezzata «il gigante» dagli abitanti della zona, è la seconda per grandezza esistente in Lombardia (la nuova centrale di Voghera-Torremenapace non sarà nemmeno un terzo) e ha una potenza di 1.030 megawatt, pari a 8 miliardi di chilowattora all’anno: a conti fatti, quasi il 3% della potenza installata su tutto il territorio nazionale. Per il momento vanno a pieno regime due dei tre gruppi di generazione che compongono l’impianto: entrambi funzionano per mezzo di due turbine a gas naturale. Il terzo gruppo diventerà operativo grazie a una speciale miscela di gas naturale e di sintesi prodotto dai residui degli olii combustibili derivati dalla raffineria Eni di Sannazzaro. Gli olii pesanti verranno trasformati per mezzo di un impianto di gassificazione per poi essere destinati al «gigante» che, a sua volta, fornirà alla raffineria vapore utile alla produzione. L’energia della centrale a turbogas viene incanalata in un elettrodotto che, al termine di un percorso di 8 chilometri e mezzo, raggiunge Pieve Albignola, dove viene immessa nel circuito energetico nazionale. Il nuovo impianto, costato 550 milioni di euro, occuperà 41 addetti e trasmetterà in tempo reale i dati delle emissioni di azoto e anidride carbonica all’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente. Quella di Ferrera Erbognone è la prima di cinque centrali che, entro il 2006, saranno costruite in Italia da Enipower: in Lombardia, nel 2005, ne aprirà una di 836 megawatt a Mantova.

 
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