MESSAGGERO |
Ci sono i lavori ma la
Conerobus non lo sa
Caos in via Rosselli,
trasporti pubblici bloccati
di LETIZIA LARICI
FALCONARA Trasporto pubblico
paralizzato ieri in città: saltano quasi tutte le corse di
circolare destra e sinistra e i cittadini restano a piedi. E
qualcuno estenuato è persino costretto a ripiegare sul taxi.
Motivo: la chiusura al traffico di via Rosselli per il
rifacimento del manto stradale. Da una quindicina di giorni,
cioè da quando è stato spostato il capolinea del bus in via
Marsala, l'autobus che collega il centro con Falconara Alta
e Palombina Vecchia segue un percorso alternativo che tocca
via Rosselli. Ieri in tarda mattinata la strada è stata
interrotta, ma nessuno ha avvisato la Conerobus. Così i bus
in partenza dal centro per Falconara Alta, trovandosi
improvvisamente di fronte alla strada sbarrata, sono stati
costretti a fare dietro front. «Non ci avevano detto nulla -
commentano dagli uffici dell'azienda - così la maggior parte
delle corse sono saltate». Tantissimi i cittadini rimasti
per ore invano in attesa alle varie fermate. Soprattutto
molti anziani che utilizzano l'autobus per scendere verso il
centro città. A nulla sono valse le proteste e alla fine chi
aveva urgenza di muoversi ha dovuto attrezzarsi
diversamente. Il passaggio di un parente, di un amico e
persino il taxi. La situazione è tornata alla normalità
intorno alle 19 con la riapertura di via Rosselli, ma oggi
si replica. I lavori infatti proseguiranno per tutta la
giornata per terminare in serata con la consegna della
strada definitivamente risistemata. |
|
CORRIERE ADRIATICO |
Lavori, Codacons all'attacco
Ingorghi e proteste:
"Rimborsate i residenti che non possono utilizzare il
permesso"
L'amministrazione comunale di
Falconara sta realizzando, ad opera del Cam, lavori nelle
vie Bixio, Rosselli, Flaminia tra via Colombo e il
sottopasso di Villanova. Gli interventi serviranno alla
messa in sicurezza di carreggiate e sedi stradali più che
mai bisognose di interventi di asfaltatura e di eliminazione
di buche, e al miglioramento generale della viabilità reso
possibile solo a lavori ultimati quando le strade saranno
tirate a lucido senza problemi legati alla presenza di buche
e avvallamenti e di un manto bituminoso in condizioni
precarie. Raggiungere questi obiettivi, fa notare
l'amministrazione comunale, può comportare disagi al
traffico e alla normale circolazione autoveicolare. Disagi
per automobilisti e cittadini. Si tratta comunque di un
prezzo che vale la pena pagare, dice il Comune, perché
finalizzato a migliorare condizioni e situazioni. Non la
pensa allo stesso modo il Codacons, che giudica eccessivi i
cantieri e i disagi per i cittadini. "I numerosi cantieri
aperti, infatti, hanno bloccato il traffico in numerose
zone, creando disagi immensi ai cittadini, imbottigliati in
code e ingorghi che inevitabilmente creano stress e
nervosismo. Senza contare i ritardi accumulati da chi deve
recarsi a scuola o al lavoro". A creare malumore, fa notare
il Codacons, "è anche la constatazione che nelle zone dei
lavori in corso i permessi di sosta già pagati non potranno
essere utilizzati da residenti e commercianti, con una
perdita monetaria non indifferente". Per questo il Codacons,
raccogliendo l'appello dei residenti, chiede il rimborso in
favore dei cittadini di quella parte di permesso pagato che
non potrà essere utilizzato. "Non si capisce perchè -
afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi - un
residente debba pagare un servizio che non potrà utilizzare.
Per questo chiediamo la restituzione dei giorni di sosta
inutilizzati". |
|
RESTO DEL CARLINO |
Manifesti «illegali»:
scattano le denunce
L'ufficio elettorale gia pieno
di lavoro
FALCONARA - Comincia la
campagna elettorale e già scattano le denunce per mancato
rispetto della disciplina che regolamenta l'assegnazione
degli spazi di affissione per la propaganda. In difetto
sarebbero i Socialisti uniti per l'Europa che giovedì alle
18, nello spazio numero 16 dei tabelloni sparsi in vari
punti di Falconara, avrebbero affisso un manifesto con il
quale veniva pubblicizzato un incontro per la presentazione
della propria lista, che si sarebbe tenuto la sera stessa a
Jesi. Immediate le segnalazioni di alcuni esponenti politici
locali, che hanno denunciato I'irregolarità ai vigili
urbani. Dopo la necessaria verifica, e intervenuto l'Ufficio
elettorale, che ha sporto denuncia. «i vari schiera-menti
avrebbero dovuto attendere la mezzanotte prima di procedere
alle affissioni - spiega il capogruppo dei Verdi Sergio
Badialetti - Credo inoltre che gli spazi in questione vadano
utilizzali gratuitamente per promuovere i rispettivi
candidati, per pubblicizzare gli incontri, i partiti devono
occupare un normale spazio di affissione, pagando la tariffa
prevista».
Di Monaco nel Cda del Cam
FALCONARA - Ha suscitato
malumori la recente nomina dell'avvocato Michele Di Monaco
(consigliere comunale Ds) a consigliere di amministrazione
di Cam Energia Spa. Ricoprendo allo stesso tempo le due
posizioni, Di Monaco potrebbe incappare in un caso di
incompatibility: alcuni si chiedono infatti se non si venga
a creare una situazione simile a quella in cui si era
trovato I'ex consigliere dello Sdi Mauro Bruciaferri,
costretto a dimettersi dal Consiglio municipale perchè
vicepresidente di Cam Spa. Proprio I'abbandono di
Bruciaferri aveva fatto si che Di Monaco entrasse a far
parte dell'assise politica falconarese: nel 2001 l'avvocato
si era candidato come indipendente nelle liste dello Sdi,
attestandosi primo tra i non eletti. Il «ripescaggio»
l'aveva visto entrare nel gruppo misto, dopo che il
consigliere Maiolini, eletto con la Margherita, aveva deciso
di rappresentare i Socialisti Democratici. Lo scorso gennaio
Michele Di Monaco è poi passato ai Ds, occupando il posto
lasciato libero da Liano Barchiesi. Sulla sua posizione (e
di quella di altri consiglieri comunali che sono entrati a
far parte del Cda di una delle aziende partecipate dal
Comune di Falconara) sta indagando il gruppo di Forza
Italia. |
|
LA SICILIA |
Il polo della raffinazione
compie un passo avanti
Paolo Mangiafico
Priolo. Nel corso della
conferenza dei servizi di ieri al ministero dell'Ambiente,
conclusa con il parere favorevole sulle relazioni tecniche
di indagine ambientale sulle aree dei progetti ErgMed, si è
compiuto un determinante passo avanti per la realizzazione
del polo avanzato di raffinazione del Mediterraneo. L'ok
della conferenza riguarda le aree destinate ai nuovi
oleodotti, sia quelli interrati che quelli esterni, che
dovranno collegare la raffineria ErgMed nord (ex Agip) alla
ErgMed su (ex Isab). Queste relazioni sono state redatte
dalla società incaricata dal Comune di Priolo e comprendono
tutta una serie di prescrizioni che dovranno essere attuate
per dare sicurezza all'ambiente. L'interconnessione fra le
raffinerie ErgMed, quindi, per il ministero dell'Ambiente è
attuabile nel sito prescelto dal progetto «Aretusa». Inoltre
sono state approvate tutte le relazioni tecniche che
riguardano l'intero progetto «Aretusa» ed anche quella che
prevede, con un investimento Air liquide-ErgMed, la
realizzazione di nuovo impianto di produzione di idrogeno.
Per il progetto «Aretusa» sono state approvate le relazioni
tecniche inerenti le aree destinate ai nuovi impianti CR41,
CR42, e CR43, che consentiranno la produzione di benzine e
gasoli con caratteristiche in linea con le più restrittive
specifiche del rispetto dell'ambiente. In particolare il
contenuto di zolfo sarà completamente eliminato dai
carburanti che verranno prodotti in questi nuovi impianti.
Inoltre il progetto «Aretusa» prevede l'ammodernamento di
due centrali termoelettriche, attualmente alimentate per il
95% a olio combustibile e per il 5% a gas, mentre il nuovo
assetto per la produzione di energia elettrica prevede
l'utilizzo del 28% di olio combustibile e del 72% di gas,
con grande giovamento dell'ambiente. E' stato approvato
anche il progetto Syndial che prevede la realizzazione di un
impianto che servirà al lavaggio della falda acquifera per
disinquinarla dalla presenza di benzene.
Bufera Enichem, convocati
due vertici
Schiarita al petrolchimico di
Priolo. Il governo vedrà sindacati e azienda. Ancora non è
stato confermato lo sciopero di martedì
di Salvatore Maiorca
Siracusa Due spiragli di
schiarita si aprono nella bufera che si è scatenata sul polo
petrolchimico siracusano: la convocazione dei due incontri
alla presidenza del Consiglio dei ministri sulla questione
Eni e il parere favorevole della conferenza dei servizi di
ieri, al ministero dell'Ambiente, sul progetto delle
interconnessioni Ergmed. La conferenza dei servizi,
presieduta dal direttore generale Mascazzini, tornerà a
riunirsi lunedì per deliberare. Ma ormai la decisione
approvativa è presa. Non c'è stato nemmeno un ampio
dibattito alla riunione di ieri, presieduta, come le
precedenti, dal direttore generale del ministero
dell'Ambiente Mascazzini, anche se ampio era il numero dei
partecipanti. C'erano infatti i tre segretari della Fulc
siracusana (Paolo Zappulla della Filcea Cgil, Sebastiano
Spagna della Femca Cisl ed Emanuele Sorrentino della Uilcem),
i rappresentanti delle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e
Uil, i sindaci di Priolo, Melilli, e Augusta, il capo
dell'ufficio tecnico del Comune di Priolo, i rappresentanti
di Asi, Ias, Arpa e delle aziende Ergmed, Syndial e Polimeri
Europa. Il direttore Mascazzini ha riferito la positiva
valutazione delle prescrizioni di sicurezza e tutela
ambientale che il Comune ha poste al progetto Ergmed per la
costruzione delle pipe line di interconnessione tra le
raffinerie Ergmed nord (ex Agip) ed Ergmed sud (ex Isab). La
informazione di Mascazzini è stata condivisa da tutti. Non
rimane quindi che l'adozione dell'atto deliberativo, già
fissata per lunedì prossimo. Dopo di che Ergmed applicherà
al proprio progetto le prescrizioni del Comune, il quale
dovrà rilasciare la sua autorizzazione. E il progetto sarà
già realizzabile. Tutto questo, d'altra parte, non mette il
progetto totalmente al riparo da frange di oppositori. Ma
intanto si conclude positivamente l'iter procedurale, la cui
mancanza avrebbe messo a rischio qualcosa come duemila posti
di lavoro nel già travagliato polo petrolchimico siracusano.
«Ci sono ormai tutte le possibili garanzie su questo
progetto – ha sottolineato con soddisfazione il sindaco di
Priolo, Massimo Toppi.– E tutto nella massima trasparenza.
Non ci sono più spazi per illazioni e speculazioni». Resta
il caso Eni, la questione cioè aperta dalla decisione del
gruppo di abbandonare la chimica di Priolo, innescando un
meccanismo di possibili chiusure a effetto domino che
mettono a rischio la sopravvivenza della intera area
industriale siracusana. Cgil, Cisl e Uil hanno apprezzato la
decisione del Governo nazionale di convocare i due vertici:
lunedì prossimo con le tre segreterie nazionali, regionali e
provinciali, sia confederali che del settore chimico, e il
successivo 25 con le medesime segreterie e con Eni e
Assindustria Siracusa. Il confronto con l'Eni è
indispensabile essendo l'Eni il centro decisionale. I
segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Siracusa (Pippo
Zappulla, Enzo Scatà e Stefano Munafò) e i segretari del
settore chimico (Paolo Zappulla, Sebastiano Spagna ed
Emanuele Sorrentino), in una nota diffusa ieri, precisano
che attribuiscono alle riunioni convocate dal
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta,
«il significato inequivocabile dell'avvio del confronto e
della trattativa di merito sui temi dell'industria, degli
assetti produttivi e dell'accordo di programma». Confermano
peraltro «le iniziative di sensibilizzazione e informazione
previste in occasione delle rappresentazioni classiche al
teatro greco di Siracusa». E rinviano ad oggi la
comunicazione di ogni ulteriore decisione. La nota non parla
peraltro di conferma dello sciopero generale, con impianti
fermi «a freddo», per martedì prossimo. Il che invita a
ritenere che si vada verso la sospensione di questo
sciopero. «Ci batteremo perché non ci siano licenziamenti
nella zona industriale ed attueremo tutte le misure per
superare questa crisi – afferma a sua volta il ministro
Stefania Prestigiacomo.– Comprendo la preoccupazione dei
lavoratori, che può sfociare anche in momenti di rabbia, ma
ho piena fiducia nell'equilibrio dei sindacati per la
gestione di questo delicato momento. Non è opportuno per
nessuno ingenerare il sospetto che la politica, da qualunque
parte, voglia strumentalizzare la situazione per fini
elettoralistici». In precedenza una interrogazione era stata
presentata dal deputato Giovanni Burtone, il quale aveva
chiesto, ottenendolo, l'intervento del presidente della
Camera. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa anche dal
deputato regionale Roberto De Benedictis. |
|
CORRIERE DELLA SERA |
Nasce il «gigante
dell’energia»
Inaugurata la centrale
termoelettrica in Lomellina: è la seconda in regione per
potenza. Il nuovo impianto dell’Enipower è costato 550
milioni. Darà lavoro a 41 addetti
di Erika Camasso
FERRERA ERBOGNONE (Pavia) -
Un «gigante dell’energia» tra i campi e le risaie della
Lomellina. Qui, al confine tra i comuni di Ferrera Erbognone
e Sannazzaro de’ Burgondi, è entrata ufficialmente in
funzione la centrale termoelettrica Enipower, la prima
realizzata in Italia da un ente privato dopo la
liberalizzazione del mercato dell’energia, scattata nel ’99.
A due anni esatti dalla posa della prima pietra, ieri
Luciano Sgubini, direttore generale della divisione Gas &
Power dell’Eni e Giovanni Locanto, presidente e
amministratore delegato di Enipower, hanno tagliato il
nastro del nuovo impianto a turbogas che da solo è in grado
di soddisfare il fabbisogno energetico di circa un milione
di utenze domestiche. La centrale, ribattezzata «il gigante»
dagli abitanti della zona, è la seconda per grandezza
esistente in Lombardia (la nuova centrale di
Voghera-Torremenapace non sarà nemmeno un terzo) e ha una
potenza di 1.030 megawatt, pari a 8 miliardi di chilowattora
all’anno: a conti fatti, quasi il 3% della potenza
installata su tutto il territorio nazionale. Per il momento
vanno a pieno regime due dei tre gruppi di generazione che
compongono l’impianto: entrambi funzionano per mezzo di due
turbine a gas naturale. Il terzo gruppo diventerà operativo
grazie a una speciale miscela di gas naturale e di sintesi
prodotto dai residui degli olii combustibili derivati dalla
raffineria Eni di Sannazzaro. Gli olii pesanti verranno
trasformati per mezzo di un impianto di gassificazione per
poi essere destinati al «gigante» che, a sua volta, fornirà
alla raffineria vapore utile alla produzione. L’energia
della centrale a turbogas viene incanalata in un
elettrodotto che, al termine di un percorso di 8 chilometri
e mezzo, raggiunge Pieve Albignola, dove viene immessa nel
circuito energetico nazionale. Il nuovo impianto, costato
550 milioni di euro, occuperà 41 addetti e trasmetterà in
tempo reale i dati delle emissioni di azoto e anidride
carbonica all’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente.
Quella di Ferrera Erbognone è la prima di cinque centrali
che, entro il 2006, saranno costruite in Italia da Enipower:
in Lombardia, nel 2005, ne aprirà una di 836 megawatt a
Mantova. |
|
|