MESSAGGERO |
Petrolio in mare
Uno sversamento di
idrocarburi (pochi litri secondo l'Api) è stato registrato
ieri verso le 9.30 dal personale di sorveglianza della
raffineria falconarese, che ha notato la presenza in mare di
un' iridescenza lungo la zona costiera antistante lo
stabilimento, in corrispondenza della foce del Fosso
Castellaraccia.
A Falconara la statale
diventa a senso unico
Traffico consentito solo in
direzione nord tra via Trento e il sottopasso di via
Baldelli. Da via Colombo sarà anche vietata la sosta. Ma
ancora non si sa quando il provvedimento entrerà in vigore.
E scoppia il giallo
di LETIZIA LARICI e MARCO
CATALANI
FALCONARA Transito consentito
solo in direzione nord lungo la Flaminia. Il sindaco
Giancarlo Carletti firma questa mattina un'ordinanza che
istituisce il senso unico verso Senigallia sulla Nazionale
nel tratto compreso tra via Trento (zona Disco) e l'imbocco
del sottopasso di via Baldelli a Villanova. Il
provvedimento, motivato dall'apertura di un cantiere per il
ripristino del tratto in questione, prevede anche
l'istituzione del divieto di fermata su ambo i lati
dell’arteria nel tratto via Colombo-via Baldelli.
L'ordinanza diverrà esecutiva non appena il Cam sarà pronto
a partire con i lavori, quindi presumibilmente, tempo
permettendo, nel giro di qualche giorno. Una temporanea
modifica alla viabilità che resterà in vigore fino alla
chiusura del cantiere, in pratica, secondo le previsioni
dello stesso sindaco, fino ai primi di giugno. Quanto alla
corrente di traffico in direzione Ancona, i mezzi
provenienti da Senigallia verranno fatti deviare lungo la
variante, mentre quelli provenienti da Castelferretti e
Chiaravalle passeranno per un percorso alternativo che
toccherà le vie Castelfidardo, Bottega, F.lli Rosselli,
Leopardi e Trento sino a immettersi nuovamente sulla
Flaminia. Tutte le deviazioni saranno segnalate con
un'apposita segnaleticaesposta almeno 48 ore prima
dell'inizio dei lavori. Questo in sintesi il contenuto del
provvedimento per così dire "definitivo", che presenta
alcune differenze rispetto all'ordinanza, datata 7 maggio e
visionabile sino a ieri sul sito del Comune. Ordinanza che
prevedeva l'istituzione del senso unico a partire da oggi,
nonché il divieto di fermata, lungo alcune vie cittadine,
quali via Castelfidardo, via Leopardi, via Trento e via
Bottego. «Si è trattato di un disguido - spiega Carletti -
In realtà quella pubblicata era solo la proposta redatta
dalla Polizia municipale che dovevo ancora visionare e
firmare. L'unico divieto di fermata sarà lungo la Flaminia».
Un equivoco che ha creato un grande scompiglio tra i
cittadini. Un coro di proteste si è levato tra gli abitanti
della zona interessata dal provvedimento e per tutta la
mattinata di ieri i telefoni della Polizia municipale non
hanno fatto che squillare. Poi nel pomeriggio il sindaco ha
indetto una riunione con i vertici del Cam e i vigili urbani
per stilare il provvedimento definitivo. Ma intanto i
negozianti erano già sul piede di guerra. Per Manuele,
titolare del ristorante I Gemelli, «è assurdo pensare di far
passare tutto il traffico in via Castelfidardo. Già le
macchine passano a fatica adesso, senza parlare dei problemi
che causerà a chi si fermerà per poco tempo, magari per
ordinare una pizza da asporto». Nervi tesi anche in via
Leopardi: «Come sempre - dice Gabriele Fratesi del Caffè
Leopardi - non capiscono le nostre esigenze. Penso che la
cosa non farà piacere nemmeno a chi ha pagato il permesso di
parcheggio». Anche in via Flaminia c’era preoccupazione come
ammette Fabio Fabretti, della tabaccheria ad angolo con via
Cairoli: «Sono lavori che vanno fatti, speriamo solo che
siano rispettati i tempi di consegna».
NO alla megastruttura
FALCONARA No alla
megastruttura a Castelferretti. Riunita alla presenza
dell’assessore Api, la commissione Urbanistica ha discusso
la variante al Prg che prevede a costruzione di un impianto
sportivo e ricreativo con palestra, locali pubblici e un
parcheggio sotterraneo a Castelferretti. I lavori, proposti
dalla ditta Quercetti che detiene la proprietà della maggior
parte dell’area di cui il Comune è proprietario di circa 770
mq, erano arrivati in Consiglio comunale per essere votati
già il 28 gennaio. In quell’occasione era stata ritirata per
una valutazione più approfondita sull’opportunità di cedere,
come richiesto dalla ditta, ampie porzioni all’iniziativa
privata e per verificare se nel progetto l’accesso pedonale
rispetta la legge sulle barriere architettoniche. Tutte le
forze politiche ieri hanno contestato il progetto che
porterebbe una struttura alta 9 metri proprio a ridosso
delle abitazioni. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Sversamento in mare
Idrocarburi nella zona
antistante la raffineria Api
FALCONARA - Allarme
inquinamento ieri nel mare di Falconara. Uno sversamento di
idrocarburi - pochi litri di prodotto secondo l' Api - è
stato registrato ieri mattina attorno alle 9 e 30 dal
personale di sorveglianza della raffineria falconarese, che
ha notato la presenza in mare di un'iridescenza lungo la
zona costiera antistante lo stabilimento, in corrispondenza
della foce del Fosso Castellaraccia. Lo sversamento, secondo
una nota dell'azienda, potrebbe avere una fonte interna ma
anche esterna alla raffineria. In ogni caso, assicurava ieri
mattina l'Api, "sono stati subito avvertiti la Capitaneria
di porto, attraverso la Delegazione di spiaggia di
Falconara, l'Arpam, il Comune di Falconara e la Regione.
Contestualmente "sono state anche attivate tutte le
procedure relative alle operazioni di contenimento e
recupero del prodotto, valutato in pochi litri". Coordinate
dalla Capitaneria, le operazioni sono terminate alle 12,
"una volta constatata l'assenza di qualsiasi forma di
inquinamento". Si cerca ora di stabilire la provenienza del
materiale, anche attraverso l'analisi del prodotto
recuperato. Secondo il Comune di Falconara gli idrocarburi
finiti in mare potrebbero essere gasolio misto ad olio
combustibile. La macchia di prodotto nero, riferisce un
comunicato, ha prodotto una scia lunga circa 200 metri, che
ha lambito la scogliera frangiflutti dello stabilimento Api.
In acqua sono state posizionate delle panne per il
contenimento del materiale, la raccolta e l'eventuale
dispersione.
Urbanistica nella bufera
Le obiezioni fanno fare un
passo indietro all'assessore Api Badialetti: "La variante
intacca una delle poche zone verdi" Lottizzazione a
Castelferretti contestata in commissione
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Vivacemente
contestata anche al suo secondo passaggio in commissione, la
proposta di una variante al Prg per la "lottizzazione
Pallucchini" a Castelferretti (già ritirata dall'ordine del
giorno del consiglio comunale nonostante i tecnici fossero
arrivati in aula con tanto di plastico) a quanto pare ha
oppositori persino all'interno del gruppo Ds. Ieri
pomeriggio, infatti, i consiglieri diessini Benedettelli e
Giacchetta, insieme a Barchiesi (ex Ds oggi nel gruppo
misto), Astolfi (An), Marcelli Flori (Rc) e al Verde
Badialetti hanno sollevato obiezioni tali da far retrocedere
persino l'assessore all'urbanistica Api, un tempo acceso
sostenitore del progetto presentato dalla ditta Quercetti.
Secondo Badialetti la variante, se concessa, "andrebbe ad
intaccare una delle ultime aree verdi di Castelferretti in
una zona notevolmente urbanizzata, abitata oggi da un
migliaio di persone e decisamente carente quanto a spazi
pubblici". Il progetto per il quale è stata richiesta la
variante, riguarda una superficie di circa 5000 metri
quadrati (700 dei quali di proprietà del Comune che invece
di vendere alla ditta Quercetti, detentrice dei restanti
4300 metri quadrati ieri ha proposto come alternativa una
semplice "cessione") accanto al Palasport "Liuti", dove
nonostante le previsioni del Prg che destinava la zona ad
attrezzature ed impianti sportivi privati, verrebbe
realizzato un edificio di due piani con palestra e
ristorante-fast food e, nel seminterrato, lo spazio per
almeno un centinaio di garages privati. "Nella zona - ha
ribadito Badialetti - erano previsti impianti sportivi e
verde, si era parlato di due campi da tennis, un campo da
bocce e una piccola struttura di servizio per gli spogliatoi
ed il custode, adesso invece viene fuori un progetto tutto
diverso nella forma e nella sostanza". Oltre a criticare il
procedimento seguito in prima istanza (la variante arrivò in
commissione soltanto due giorni prima della seduta
consiliare) i partiti di opposizione hanno fatto rilevare la
variante rappresenterebbe lo stravolgimento di una porzione
di territorio, mentre l'area era stata, fin dall'inizio
pensata a servizio del quartiere. Inoltre, secondo alcuni
dei componenti la commissione urbanistica, l'atto
presterebbe il fianco a troppi commenti negativi proprio
quando il Prg è ancora alle sue battute iniziali. Il
consigliere dei Verdi, si è sempre detto pronto "ad
attaccare la maggioranza su una questione di principio che
cambia l'intento iniziale del Prg per tutta quella zona, a
fronte della richiesta di un privato, la ditta Quercetti, la
stessa che ha eseguito i lavori lungo via Bixio". "Le aree
verdi - afferma Badialetti - non possono sparire in questo
modo, lì già adesso non esiste più uno spazio dove i bambini
possano giocare in libertà, con la nuova struttura sarebbe
anche peggio. Non ha nessun senso cedere quei 700 metri
quadrati comunali situati in una porzione di territorio ogni
pesantemente cementificato nonostante le previsioni e gli
accordi per contenere le cubature". |
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IL RESTO DEL CARLINO |
Altro petrolio finisce in
mare. Indaga anche la raffineria
L'episodio si e verificato ieri
mattina
FALCONARA - Ancora da
accertare l'origine della presenza di prodotto petrolifero
sul tratto di mare antistante la raffineria Api, rilevata
ieri mattina attorno alle 9:30 dal personale di sorveglianza
dello stabilimento. In una nota l'azienda specifica infatti
che le fonti «potrebbero essere interne all'area di
raffineria ma anche esterne e che «l'attività di indagine è
tuttora in corso». L'iridescenza, notata anche dai pescatori
di Villanova, allar-mati dal forte odore di idrocarburi, è
stata comunque provocata da una quantità di prodotto
equivalente a «pochi litri» (tra 15 e 20). Api raffineria
dichiara di aver avvertito Capitaneria di Porto, Arpam,
Comune di Falconara e Regione, attivando tutte le procedure
di contenimenlo e recupero. «Le operazioni - scrive
l'azienda - sono avvenute sotto il coordinamento della
Capitaneria di Porto che le ha dichiarate concluse intorno
alle 12.» |
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IL GAZZETTINO |
Caso Pometon, il Comune vuole
vederci chiaro
L'assessore all'Ambiente
convoca una conferenza dei servizi con Provincia, Arpav, Asl
e azienda: «Chiedo garanzie per i cittadini». Dopo le
misteriose esplosioni e gli esposti fatti da Medicina
Democratica e Wwf sulla nube nera di polveri e la presenza
di materiali bellici
MARTELLAGO - Caso Pometon,
adesso anche il Comune vuole vederci chiaro: l'assessore
all'Ambiente Serenella Vian annuncia una conferenza dei
servizi con Enti preposti e azienda per venerdì in
municipio. La grossa fabbrica metallurgica com'è noto è
tornata nell'occhio del ciclone dopo il forte scoppio del 27
aprile all'impianto d'aspirazione di un forno, con
fuoriuscita di una nube nera di polveri. In seguito
all'episodio sono partiti due esposti, del Wwf e Medicina
Democratica. In quest'ultimo, in particolare, si richiama un
altro incidente simile, sia pur senza scoppi, che sarebbe
accaduto il 9 di aprile e si contestano le rassicurazioni
della ditta sui materiali fuoriusciti. Per Medicina
Democratica «l'abnorme massa di fumo nero uscita nelle due
occasioni» sarebbe stata «di natura gravemente inquinante,
polveri di metalli pesanti che la fabbrica deve trattenere
con opportuno sistema di abbattimento»; l'Associazione, nel
ricordare che «molte di tali sostanze sono cancerogene,
teratogene e mutagene», segnala che «da più settimane
l'azienda immette in atmosfera costanti volumi di fumi che,
si presume, eludano i sistemi di abbattimento», e rimarca
che il 27 aprile «si sono liberati anche frammenti di
eternit della copertura del capannone, squarciato con
l'esplosione». Di più, Medicina Democratica e Wwf lanciano
inquietanti interrogativi su quanto viene trattato in
fabbrica, dato che «la fusione di materiali inerti non
genera scoppi. Riteniamo che l'incidente possa ricondursi a
fusioni di materiali diversi: certo residuati bellici
possono comportare tale rischio se contengono residui di
polvere da sparo, come la fusione di bombole con residuati
gassosi». La Vian non fa riferimento a questi esposti,
inviati pure in Comune, ma ammette che, anche alla luce
delle segnalazioni avute, «vogliamo capire bene cos'è
accaduto: è un dovere dell'Amministrazione dare garanzie ai
cittadini». Di qui la decisione di convocare gli Enti
competenti (Provincia, Arpav, Asl) e l'azienda attorno a un
tavolo, «per acquisire anche i verbali dell'accaduto e
tracciare quindi l'effettivo stato della situazione». |
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CORRIERE DELLA SERA |
Petrolchimico, rivolta a
Siracusa
A rischio oltre mille posti,
i lavoratori bloccano le strade
di Alfio Sciacca
SIRACUSA - Ieri si sono
limitati a chiudere le strade di accesso alla città, questa
mattina bloccheranno la statale Catania-Siracusa, per il 18
maggio è fissato lo sciopero generale col fermo totale degli
impianti. Si inasprisce la vertenza al polo petrolchimico di
Priolo: «E’ iniziata una fase di lotta durissima ma decisiva
per la sorte di migliaia di famiglie - avvertono i sindacati
- qui la vertenza rischia di trasformarsi in scontro
sociale». A rischio, tra diretto e indotto, ci sono oltre
mille posti di lavoro: sono quelli del settore clorosoda
della Syndial (ex Enichem). Nel gennaio dello scorso
l’impianto venne sequestrato nell’ambito di un’inchiesta
della magistratura che portò all’arresto di 18 tra
funzionari e dirigenti dello stabilimento Enichem di Priolo.
Dissequestrato undici mesi dopo, l’impianto non è più
rientrato in funzione. Il primo aprile scorso lo stesso
presidente della Syndial, Carmine Cuomo, ha ribadito la
decisione di non riaprire la linea clorosoda, anticipando i
tempi della dismissione già fissata per la fine del 2005.
Fino a oggi non si è concretizzato neppure il progetto di
interconnessione tra le raffinerie ex Agip ed ex Isab,
necessario per evitare un’ulteriore emorragia di circa 600
posti di lavoro nel settore raffinazione. Alla luce di tutto
ciò i sindacati temono l’inizio «di un effetto domino che
potrebbe portare al progressivo smantellamento del
Petrolchimico». Se ai tagli di Priolo si aggiungono quelli
di Gela non ci vuole molto a immaginare che il sogno della
petrolchimica in Sicilia rischia di trasformarsi in un
brutto incubo che alla devastazione del territorio
aggiungerebbe la beffa di un esercito di disoccupati. «Altro
che Melfi - afferma Pippo Zappulla, segretario della Cgil di
Siracusa - qui sono a rischio migliaia di posti di lavoro e
nessuno sembra accorgersene». La protesta dei lavoratori di
Priolo è cresciuta di tono nelle ultime settimane e, molto
probabilmente, si intensificherà con l’avvicinarsi delle
scadenze elettorali. A giugno si vota per le europee e per
il comune di Siracusa e i lavoratori sanno benissimo che la
sensibilità della classe politica siciliana aumenta con
l’approssimarsi delle scadenze elettorali. Da qui il
calendario di proteste avviato ieri. Per tre ore sono state
bloccate tutte le strade in entrata e uscita da Siracusa. Il
traffico è stato paralizzato e ci sono stati momenti di
tensione, anche se alla fine tutto si è risolto senza gravi
conseguenze e molti automobilisti hanno finito per
solidarizzare con gli operai. Tutt’altra potrebbe essere la
situazione questa mattina col blocco della statale 114, che
è una delle più importanti arterie di collegamento della
Sicilia orientale. Sempre per oggi a Palermo è fissato un
incontro col governatore Cuffaro e l’assessore all'industria
Marina Noè. «Ci andremo - afferma Enzo Scatà, della Cisl -
anche se ribadiamo l'assoluta inadeguatezza di questi
incontri. Vogliamo invece un tavolo di trattativa seria col
governo nazionale». |
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