Spuntano le fogne in spiaggia
Dopo le mareggiate un'amara
sorpresa per bagnini e pescatori
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Fogne a rischio
nella zona nord di Villanova dopo la mareggiata che nei
giorni scorsi ha "mangiato" una larga fetta di arenile.
Protette da uno spesso strato di ghiaia le tubature che
convogliano i liquami verso il depuratore situato lungo via
dell'Aeroporto, adesso sono quasi completamente a cielo
aperto e visto che si tratta di condotte non saldate ma
innestate l'una con l'altra, private del sostegno della
terra sono sempre di più a rischio. "I tubi - dicono i
pescatori della zona - per essere in sicurezza totale devono
stare diritti, ma senza la ghiaia intorno questo potrebbe
non essere possibile". E se una delle fognature dovesse
cedere (fra l'altro anche gli ancoraggi sono stati corrosi
in modo molto evidente) i problemi non sarebbero sicuramente
circoscritti alla sola zona di Villanova. "Le file dei
capanni non sono in pericolo - proseguono i pescatori -
perché il mare quello che ha tolto in modo decisamente
evidente a nord, ha riportato a poche centinaia di metri a
sud, così adesso prima di iniziare la stagione dovremo dare
una bella spianata". Verso il confine con la raffineria Api
invece la marea è arrivata a lambire la piccola pineta
realizzata dall'azienda petrolifera e poi successivamente
donata al comune di Falconara come parco pubblico con il
solo impegno della manutenzione. "Il Cam viene a tagliare
l'erba - osservano alcuni residenti - ma l'intervento
finisce lì e adesso molti alberi hanno le radici scoperte,
se non addirittura in mare, perché i margini della pineta
non sono mai stati rinforzati e la ghiaia non viene
riportata regolarmente a protezione del verde". Un vero
peccato, secondo molti, anche perché la pineta rappresentava
un bello spazio verde, ma adesso "sta andando in rovina".
Quanto a Falconara centro-sud i bagnini per il momento
aspettano che finisca il vento da levante e torni la bassa
marea. "I pontili sono tutti in piena - commenta un
operatore - quindi l'alta marea è ancora in azione, ci
vorranno altri tre o quattro giorni e poi il tempo buono
prima di poter fare un vero e proprio bilancio e capire se e
quanto è stato portato via dalle mareggiate". Inoltre c'è
sempre la speranza che il mare restituisca un po' della
sabbia portata via nei giorni peggiori. "L'anno scorso -
ricorda un bagnino - ci siamo trovati con almeno dieci metri
in più. Adesso vedremo cosa succederà, certo quello della
rifioritura delle scogliere è un problema da affrontare in
fretta onde evitare il peggio". Insomma, prima di lanciare
un grido di allarme, i bagnini, con un alto senso di
responsabilità, preferiscono fare un bilancio complessivo a
bocce ferme. L'ipotesi di vedersi ridotta la spiaggia, con
la stagione alle porte, è infausta. Da qui la richiesta di
non arrivare sempre all'ultimo momento ma di programmare
interventi per tempo.
Scogliere da ristrutturare
L'ultimo intervento di
rifioritura della Regione risale al 1997
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Gli interventi di
"rifioritura" delle scogliere, cioè del reintegro con massi
e scogli delle barriere poste a protezione del litorale,
vengono finanziati periodicamente dalla Regione su richiesta
del Comune, ma negli ultimi anni la spiaggia di Falconara
non ha più ricevuto contributi per questo tipo di
operazioni. Una eventualità che invece viene ben vista a
Falconara dal momento che eviterebbe di dover fare
continuamente i conti con le mareggiate e le periodiche
ondate di maltempo che erodono la sabbia. E che, talvolta,
come gli stessi bagnini fanno notare, hanno invece il
benefico effetto opposto. L'ultima parziale 'rifioritura'
data al 1997 e sono proprio le scogliere che allora non
furono consolidate (a causa di fondi abbastanza limitati) a
creare oggi i maggiori problemi. "La richiesta noi la
facciamo anche più volte nel corso di un anno - spiegano in
Comune - ma fino a questo momento le risposte sono state
tutte negative, perché Falconara non viene considerata
prioritaria, certo ci sono situazioni peggiori, ma noi qui
siamo proprio al limite, soprattutto nella zona a nord di
Villanova".
Flaminia, buche pericolose
per i ciclisti
Ma tutte le strade di
Falconara sono in cattive condizioni. Due ruote penalizzate
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Via Flaminia a
rischio per auto e mezzi su due ruote a partire dalla
stazione fino al sottopasso di Villanova. Manto stradale
dissestato e notevolmente rialzato rispetto in particolare
al centro della carreggiata rendono il tratto di strada un
vero e proprio percorso ad ostacoli rischioso per le auto ma
in particolare per motociclette e biciclette. Difficile
transitare su due ruote soprattutto sul lato monte a causa
del dislivello della via, delle fratture dell'asfalto, delle
buche che in certi tratti sono quasi voragini e del traffico
intenso. Difficile anche scendere dal bus alla fermata della
stazione lato monte perché fra gli scalini del mezzo e il
marciapiede c'è un dislivello di una ventina di centimetri.
"Niente di strano - osservano i residenti - perché da queste
parti quando c'è qualche problema nessuno pensa a rifare
totalmente il fondo della strada, come è accaduto nel tratto
ristrutturato di via Bixio, ma semplicemente si spianano
buche e dislivelli con l'asfalto fresco, così al primo
cedimento del terreno ricomincia tutto da capo. Questa è una
strada fatta di tanti strati sovrapposti". Stessa situazione
anche nella parallela via Bixio che a partire dall'incrocio
con via XX Settembre presenta un manto decisamente impervio
soprattutto per gli utenti della bicicletta. Buche e
avvallamenti ad ogni metro sono il risultato diretto dei
continui lavori per reti e fognature e hanno reso la strada
particolarmente impervia per le due ruote. "Chi gira in bici
per Falconara ha del coraggio - assicura Sergio Badialetti
capo gruppo dei Verdi in consiglio comunale - il traffico lo
sconsiglierebbe e lo stato delle strade principali già da
solo è un forte deterrente a questo tipo di mobilità. Un
assurdo visto la situazione dell'aria e l'inquinamento
atmosferico". "Noi - prosegue Badialetti - da anni stiamo
chiedendo un serio progetto per le piste ciclabili, che
potrebbero favorire il transito da e per Castelferretti,
Villanova, Fiumesino e tutte le altre zone pianeggianti
della città alleggerendo in maniera considerevole la
pressione del traffico, ma a quanto pare gli interessi sono
altri".
Centrale di Camerata,
Ferri contro Amagliani
L'ex segretario della Quercia
"Inutile lamentarsi ora. E' gravissimo che ancora non ci sia
un piano che disciplini le risorse energetiche sul nostro
territorio" Il consigliere Ds: "Regione inadempiente"
"Quello che è successo a
Camerata Picena, con l'annuncio della riattivazione della
centrale termoelettrica, non fa altro che dimostrare la
gravissima inadempienza della Regione Marche... Altro che
stracciarsi le vesti dopo che gli eventi si sono verificati,
se prima non si è alzato un dito. Un pianto del coccodrillo
che indispettisce". Ad intervenire pesantemente sulla
polemica sollevata dall'assessore regionale all'Ambiente
Marco Amagliani, circa la riattivazione della centrale dell'Enel,
è il consigliere provinciale dei Ds Franco Ferri (nella foto
a fianco). L'ex segretario jesino della Quercia aveva
presentato nell'agosto scorso in Provincia uno specifico
ordine del giorno per sollecitare la Regione ad approvare in
fretta il Piano energetico, quel documento che dovrebbe
tracciare una mappa della situazione del territorio, per
capire se e dove intervenire. Dopo l'annuncio dell'Enel
della riattivazione parziale, per evitare il rischio black
out nel nostro Paese, dello stabilimento di Piane di
Camerata, l'assessore di Rifondazione Amagliani aveva
puntato il dito (su queste colonne; ndr) contro il
distributore nazionale dell'energia accusandolo di "non
stare ai patti". Ma ecco la replica proprio dall'interno
della sua stessa maggioranza, con l'esponente della Regione
Marche costretto ad incassare i colpi del consigliere
diessino. "E' gravissimo - sostiene Ferri - che non ci si
doti di uno strumento strategico essenziale per la
progettazione delle risorse energetiche. E adesso ci si
ritrova con l'evento temuto ma che certo la Regione non ha
provato affatto a scongiurare. I mezzi li aveva, è inutile
alzare la voce adesso". Secondo Franco Ferri la
responsabilità del concentramento, in un raggio di soli
dieci chilometri quadrati, di tre centrali elettriche, è del
mancato controllo che l'ente regionale poteva effettuare
approvando il Piano. Ma l'ex segretario della Quercia non
risparmia bordate anche nei confronti degli amministratori
jesini: "E' stato sollevato tanto baccano intorno alla
questione, che sembrava vitale per l'ambiente, delle polveri
sottili - ricorda Ferri - mentre solo adesso dal Palazzo
prendono posizione su un tema grave come quello della
riattivazione di una centrale a pochi chilometri dalla
città". |
«Basta con lo sfrenato
shopping immobiliare»
AN contro la giunta
di MARCO CATALANI
FALCONARA Un attacco frontale
alla giunta Carletti. Destra Falconarese, periodico di An a
Falconara, critica e lancia scomuniche a 360 gradi. Il
Gruppo Zero, definito «spontanea creatura del sindaco», i
servizi sociali del dopo Baldassarri, visti come
«schiavizzati dalla politica», dalla Pinacoteca Comunale
(«non basta disporre di uno spazio e riempirlo di quadri
raccattati alla meglio per dire di avere una pinacoteca») ai
vigili urbani («perlustrano come segugi tutte le vie del
centro non certo per controllare e prevenire ma solo
esclusivamente per raggranellare quante più sanzioni
possibile»): c’è tutto nello j’accuse . Ampio spazio è
offerto all’articolo di Matteo Astolfi, capogruppo del
partito, che si scaglia contro la «nuova stagione di
sfrenato shopping immobiliare» Nell’articolo si denuncia
infatti la politica basata sull’acquisto di immobili che
avrebbe fatto arrivare negli anni la somma dei mutui alla
cifra di «2276 euro di indebitamento pro-capite», + 10% su
tariffe di asili e mense e il mancato intervento sulla tassa
rifiuti (+ 21%) per, si legge «un fantomatico aumento dei
costi di servizio del gestore unico Cam». In merito
interviene Giovanni Graziosi della Margherita per precisare
come «sono state riconosciute per immondizia e tariffe di
asili e mense detrazioni anche fino al 90% per i meno
abbienti». E sugli aumenti del Cam specifica: «La nostra
discarica è stata chiusa e il permesso di allargarla
respinto dalla Provincia. I nostri rifiuti vanno a
Chiaravalle che da quest’anno ci chiede un contributo per la
futura bonifica. Il Cam è competitivo sul mercato e riesce a
vincere gare d’appalto anche fuori Comune, vedi Fabriano».
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