Il piano di Api: più
parcheggi a pagamento ma con tariffe agevolate anche per i
turisti
di LETIZIA LARICI
FALCONARA Estensione delle
aree di sosta regolamentate, in pratica dei posteggi a
pagamento, con l'applicazione di tariffe agevolate per
alcune categorie. E' quanto ha in serbo il Comune per
risolvere il problema dei parcheggi in città. Bocciata la
proposta dei bagnini del consorzio Falcomar, che l'altro
ieri nel corso di un incontro avevano chiesto di lasciare
liberi per i bagnanti i due lati della Flaminia nei mesi
estivi, l'Amministrazione sta mettendo a punto un piano
destinato a restare in vigore non solo per quest'estate. Da
definire i dettagli che dovranno poi venire discussi con le
associazioni di categoria(fissato per lunedì un nuovo
confronto con i bagnini, mentre venerdì sarà il turno
dell'Unione Commercianti), l'assessore alla Viabilità Fausto
Api parla di «progetto organico per risolvere il problema
della sosta medio-lunga. L'idea è quella di introdurre
permessi agevolati per chi ha la necessità di posteggiare a
Falconara, anche solo saltuariamente, per un giorno, una
settimana, un mese, cioè per un periodo medio-lungo. In
questo senso pensiamo di ampliare le aree di sosta a
pagamento, individuando al contempo nuove zone dove
posteggiare gratuitamente». Quali sarebbero? «Oltre al
parcheggio delle ex scuole Aldo Moro - spiega Api - quello
al parco Kennedy, dotato di 80 posti auto, che quest'estate
resterà aperto durante tutta la settimana fino alle 22 come
suggerito dai bagnini. E poi c'è il parcheggio scambiatore
di via Castellaraccia, per il quale stiamo pensando ad un
collegamento con il centro città tramite un servizio di
trasporto pubblico, trenino o bus navetta». Insomma il
concetto è chiaro: l'Amministrazione punta all'incremento
delle aree di sosta a pagamento introducendo tariffe
agevolate per alcune categorie. Tra queste sicuramente i
clienti degli stabilimenti balneari, che non potranno però
usufruire del parcheggio libero lungo la Flaminia.
«Accogliendo la richiesta dei bagnini - chiosa Api - avremmo
penalizzato residenti e operatori economici».
Acquisire il Castello di
Barcaglione
FALCONARA - Acquisire il
Castello di Barcaglione e avviarne un recupero a fini
turistici: è l’intento del Comune per l’antica rocca di cui
oggi non rimane che un tronco di torrione. Un tempo estesa
su un’area di 2500 mq nel punto più alto della collina
falconarese, potrebbe rivelare resti più interessanti nel
sottosuolo. Dal Comune lamentano però che «il Demanio non
ritiene al momento attuale di dare seguito alla nostra
richiesta di acquisto di questo bene di interesse rilevante,
poiché sarebbe in atto per ora un contenzioso con un privato
che reclamerebbe la proprietà». Un primo bilancio sarà
tuttavia illustrato nelle prossime settimane in base ad uno
studio archeologico condotto sull’area. |
Un treno da mille milioni
Un percorso collinare a monte
dell'A14 pensato anche per l'alta velocità Il progetto per
l'arretramento della linea ferroviaria
di MARCELLO PAGLIARI
Un progetto da oltre mille
milioni di euro per "sconvolgere" il trasporto pubblico e
merci della provincia di ancona. Aperto il dibattito sul
futuro della mobilità su rotaia nella nostra provincia e
soprattutto lungo la costa. Sempre di più si pensa di
ridurre al minimo l'utilizzo dei mezzi su gomma per gli
spostamenti all'interno della città e soprattutto con il
capoluogo di regione. Occhi puntati anche sul trasporto
pesante e quello collegato allo scalo portuale. La
discussione è stata aperta ieri dal circolo "Sviluppo
economico e servizi" della Margherita che ha presentato lo
studio di prefattiblità per il riassetto del sistema
ferroviario costiero della provincia di Ancona. Una proposta
che ha la firma degli ingegneri Marconi e Carelli, due
progettisti della capitale della Studio "Mosco" ma nati
rispettivamente ad Ancona ed Arcevia. Lo studio è stato
commissionato agli ingegneri dai vertici del governo
provinciale e punta a cambiare, si spera in meglio, le
abitudini nella mobilità costiera. Il progetto si basa su
due elementi cardine: l'arretramento della ferrovia, intesa
come treni a lunga percorrenza, e la nascita della
metropolitana di superficie sul "vecchio" tracciato che
scorre a poche decine di metri dalla battigia. Per
realizzare il tutto la spesa supererà i mille milioni di
euro. L'arretramento della ferrovia (costo indicato 700
milioni di euro) viene previsto da Cesano di Senigallia fino
alla zona dell'Aspio ad Ancona dove dovrebbe sorgere la
nuova stazione Fs del capoluogo dorico. Arretramento
piuttosto significativo perché viene localizzato addirittura
a monte dell'autostrada e quindi lungo un percorso collinare
con tanto di gallerie. Va sottolineato che si parla di un
tracciato pensato per l'alta velocità. Questo sistema
farebbe nascere 4 nodi di scambio (inteso con metropolitana
di superficie o altri mezzi). Il primo a Cesano di
Senigallia, il secondo nella nuova stazione di
Chiaravalle-Falconara, il terzo ad Ancona Marittima (attuale
stazione di Ancona) e l'ultimo ad Ancona Centrale (zona
Aspio). La proposta Marconi-Carelli individua anche una
soluzione specifica per risolvere la questione della
formazione dei treni con vagoni provenienti dal porto che
attualmente vengono uniti a Falconara. Altra componete
integrante del progetto è la realizzazione della
metropolitana di superficie. Si diceva quattro nodi di
scambio e altrettante saranno le linee della metro. Questi
punti serviranno ad unire le diverse linee ma anche a
consentire il cambio del mezzo di trasporto, quindi da treno
e metro e viceversa o da metro ad autobus e viceversa. A
differenza delle metropolitane delle grandi città che
conosciamo le fermate non sarebbero distanti ad un media di
500 metri l'una dall'altra ma di oltre un chilometro e
mezzo. Eseguiti anche altri calcoli. Per la linea centrale,
quella cioè che interessa principalmente Ancona, i
progettisti hanno calcolato che nelle ore di punta i
passeggeri potrebbero superare le 3600 unità per un totale
di oltre 30 mila utenti al giorno. Per l'intera tratta
Cesano-Ancona sud della metropolitana di superficie vengono
suggeriti 15 convogli da 100 posti l'uno. Nello studio di
prefattibilità viene sostenuto anche il basso impatto
ambientale che avrebbe la metro di superficie.
L'alimentazione dei convogli sarà totalmente cambiata e le
piattaforme saranno più piccole. Addirittura gli ingegneri
lanciano l'idea di accostare al tracciato una pista
ciclabile da Cesano ad Ancona con vista sul mare. Di tutti
gli interventi per questo progetto, che non può essere
definito poco ambizioso, la parte inerente la metropolitana
di superficie con 100 milioni di euro sarebbe la meno
costosa grazie al fatto che la linea già esiste.
Spiaggia ingoiata dal mare
I bagnini chiedono un
intervento. L'allarme di Guazzarotti: "Serve la rifioritura
delle scogliere ma bisogna fare presto" L'erosione è
arrivata fino al giardino al confine con l'Api
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Sono almeno nove
i metri di spiaggia spariti lungo tutto il tratto
falconarese e a Villanova la situazione più grave con
un'erosione che ha toccato oltre all'arenile anche il
giardino a ridosso della raffineria Api. L'ultima mareggiata
verificatasi pochi giorni fa, in coincidenza con la luna
piena, ha creato non pochi problemi alla spiaggia ed agli
operatori balneari che si stanno preparando alla riapertura
per la stagione 2004. "In genere - osserva il presidente del
consorzio Falcomar, Gianluca Guazzarotti - il fenomeno a
quest'epoca dell'anno dovrebbe essere già concluso e anzi di
solito si verificano mareggiate di riporto, ma con il
maltempo è cambiato tutto e la spiaggia se ne è andata". In
più una quindicina di giorni fa il mare grosso ha anche
portato lungo l'arenile una grande quantità di detriti
provenienti dal fiume Esino. "L'unica soluzione - dice
Guazzarotti - è la cosiddetta 'rifioritura' delle scogliere
che proteggono la costa dalle mareggiate. Va fatta in fretta
onde evitare situazioni peggiori, c'è tempo ancora fino a
tutto il mese di maggio e non si tratta di un'opera
accessoria, ma di un'operazione urgentissima". L'intervento
viene finanziato dalla Regione su richiesta del Comune, ma
negli ultimi anni la spiaggia di Falconara non ha più
ricevuto contributi per questo tipo di operazione. L'ultima
parziale 'rifioritura' data infatti al 1997 e sono proprio
le scogliere che allora non furono reintegrate e consolidate
(a causa della carenza di fondi) a creare oggi i maggiori
problemi. "La richiesta noi la facciamo anche più volte nel
corso di un anno - spiegano in Comune - ma fino a questo
momento le risposte sono state tutte negative, perché
Falconara non viene considerata prioritaria, certo ci sono
situazioni peggiori, ma noi qui siamo proprio al limite".
Per la zona di Villanova dove il mare è arrivato a lambire
il parco creato sotto il recinto della raffineria Api e più
a sud i capanni in muratura delle associazioni che hanno in
concessione la spiaggetta, secondo i tecnici del Comune,
aspettare ancora sarebbe un vero e proprio disastro, e
infatti la nuova domanda di contributi è stata corredata con
le foto recenti degli ultimi disastri. "La speranza -
proseguono in Comune - è che alla fine dell'anno si possa
almeno contare sugli avanzi per avviare un primo
intervento". I bagnini per adesso contano i danni e misurano
la spiaggia in meno, nove metri quasi dappertutto e fino a
dieci metri in prossimità dei pontili dove il mare scava più
facilmente. "Noi tutti - commenta Guazzarotti - stiamo
facendo grossi investimenti per migliorare l'arenile
falconarese, ma ci vogliono interventi sostanziali anche da
parte degli enti preposti al controllo ed alla tutela della
costa, altrimenti il lavoro nostro e quello del comune
saranno stati del tutto inutili".
Una centrale di polemiche
Si allarga il fronte della
contestazione L'assessore alla Sanità "E' sempre prioritaria
la salute dei cittadini" L'Enel accusa e minaccia querele
Anche Belcecchi e Melappioni contro la riattivazione
di BRUNO LUMINARI
Si allarga la contestazione
alla rimessa in produzione della centrale Turbogas di
Camerata Picena. Dopo il j'accuse dell'assessore regionale
all'Ambiente pubblicato ieri su queste colonne, intervengono
Augusto Melappioni assessore regionale alla Sanità, il
sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi, il consigliere
provinciale Brandoni (Rc), Annibale Mastri di An a Jesi.
Enel accusa e minaccia querele. "L'energia è indispensabile,
ma resta prioritaria l'esigenza di tutelare la salute dei
cittadini" dichiara Augusto Melappioni, manifestando "totale
solidarietà" al collega Amagliani. "Anche quando era in
discussione la realizzazione della Turbogas di Jesi -
insiste Melappioni -, è stata fatta una lotta molto dura,
esclusivamente con l'obiettivo di tutelare la salute delle
persone e dell'ambiente di tutta la Vallesina. Con risultati
positivi. Lascia perplessi la riattivazione della Turbogas
di Camerata - conclude Melappioni -, vigilerò e verificherò
con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione che vengano
rispettati tutti i parametri che tutelano la salute dei
cittadini". Incisivo anche Gli fa eco il sindaco di Jesi
Fabiano Belcecchi. "E' con stupore e viva preoccupazione che
ho appreso della decisione dell'Enel di riattivare
l'obsoleta centrale di Camerata Picena per far fronte ad
eventuali picchi di elettricità. Si tratta di un atto
unilaterale che di fatto mette in discussione quelle intese
raggiunte a suo tempo quando venne autorizzata dal Comune di
Jesi la realizzazione della Turbogas alla Sadam" dichiara il
sindaco ricordando come l'allora ministero all'Industria
dichiarò che la la Turbogas di Camerata, allora spenta, non
sarebbe mai più stata riattivata. Belcecchi ha chiesto al
ministro Matteoli l'impegno per dismettere la centrale Enel
di Camerata, ma reclama a chiare note anche il Piano
energetico regionale "perché il problema non può essere in
alcun modo circoscritto ai 10 chilometri della Vallesina
dove di fatto incidono oggi tre centrali Turbogas". La
stessa richiesta viene da Rifondazione comunista (Brandoni,
consigliere provinciale) e da Alleanza nazionale (Mastri,
consigliere comunale a Jesi). Enel, proprietaria della
contestata centrale, annuncia repliche e minaccia querele.
Sostenendo che la sua Turbogas rientra in produzione
soltanto quando il Grtn (gestore rete trasmissione
nazionale) lo ordina per non rischiare blackout e con una
previsione di sole 100 ore annuali. Insomma, sarebbe una
autorità superiore - il Grtn - a dettare le regole della
riattivazione. Ma le 100 ore sono estensibili senza limiti,
sempre in nome del blackout. E in nome di una Regione che
non essendo riuscita a realizzare un suo piano energetico,
di fatto è impotente in materia, può solo sbraitare. |