RASSEGNA STAMPA 08.05.2004

 

IL MESSAGGERO
Il piano di Api: più parcheggi a pagamento ma con tariffe agevolate anche per i turisti

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Estensione delle aree di sosta regolamentate, in pratica dei posteggi a pagamento, con l'applicazione di tariffe agevolate per alcune categorie. E' quanto ha in serbo il Comune per risolvere il problema dei parcheggi in città. Bocciata la proposta dei bagnini del consorzio Falcomar, che l'altro ieri nel corso di un incontro avevano chiesto di lasciare liberi per i bagnanti i due lati della Flaminia nei mesi estivi, l'Amministrazione sta mettendo a punto un piano destinato a restare in vigore non solo per quest'estate. Da definire i dettagli che dovranno poi venire discussi con le associazioni di categoria(fissato per lunedì un nuovo confronto con i bagnini, mentre venerdì sarà il turno dell'Unione Commercianti), l'assessore alla Viabilità Fausto Api parla di «progetto organico per risolvere il problema della sosta medio-lunga. L'idea è quella di introdurre permessi agevolati per chi ha la necessità di posteggiare a Falconara, anche solo saltuariamente, per un giorno, una settimana, un mese, cioè per un periodo medio-lungo. In questo senso pensiamo di ampliare le aree di sosta a pagamento, individuando al contempo nuove zone dove posteggiare gratuitamente». Quali sarebbero? «Oltre al parcheggio delle ex scuole Aldo Moro - spiega Api - quello al parco Kennedy, dotato di 80 posti auto, che quest'estate resterà aperto durante tutta la settimana fino alle 22 come suggerito dai bagnini. E poi c'è il parcheggio scambiatore di via Castellaraccia, per il quale stiamo pensando ad un collegamento con il centro città tramite un servizio di trasporto pubblico, trenino o bus navetta». Insomma il concetto è chiaro: l'Amministrazione punta all'incremento delle aree di sosta a pagamento introducendo tariffe agevolate per alcune categorie. Tra queste sicuramente i clienti degli stabilimenti balneari, che non potranno però usufruire del parcheggio libero lungo la Flaminia. «Accogliendo la richiesta dei bagnini - chiosa Api - avremmo penalizzato residenti e operatori economici».

Acquisire il Castello di Barcaglione

FALCONARA - Acquisire il Castello di Barcaglione e avviarne un recupero a fini turistici: è l’intento del Comune per l’antica rocca di cui oggi non rimane che un tronco di torrione. Un tempo estesa su un’area di 2500 mq nel punto più alto della collina falconarese, potrebbe rivelare resti più interessanti nel sottosuolo. Dal Comune lamentano però che «il Demanio non ritiene al momento attuale di dare seguito alla nostra richiesta di acquisto di questo bene di interesse rilevante, poiché sarebbe in atto per ora un contenzioso con un privato che reclamerebbe la proprietà». Un primo bilancio sarà tuttavia illustrato nelle prossime settimane in base ad uno studio archeologico condotto sull’area.

 
CORRIERE ADRIATICO
Un treno da mille milioni

Un percorso collinare a monte dell'A14 pensato anche per l'alta velocità Il progetto per l'arretramento della linea ferroviaria

di MARCELLO PAGLIARI

Un progetto da oltre mille milioni di euro per "sconvolgere" il trasporto pubblico e merci della provincia di ancona. Aperto il dibattito sul futuro della mobilità su rotaia nella nostra provincia e soprattutto lungo la costa. Sempre di più si pensa di ridurre al minimo l'utilizzo dei mezzi su gomma per gli spostamenti all'interno della città e soprattutto con il capoluogo di regione. Occhi puntati anche sul trasporto pesante e quello collegato allo scalo portuale. La discussione è stata aperta ieri dal circolo "Sviluppo economico e servizi" della Margherita che ha presentato lo studio di prefattiblità per il riassetto del sistema ferroviario costiero della provincia di Ancona. Una proposta che ha la firma degli ingegneri Marconi e Carelli, due progettisti della capitale della Studio "Mosco" ma nati rispettivamente ad Ancona ed Arcevia. Lo studio è stato commissionato agli ingegneri dai vertici del governo provinciale e punta a cambiare, si spera in meglio, le abitudini nella mobilità costiera. Il progetto si basa su due elementi cardine: l'arretramento della ferrovia, intesa come treni a lunga percorrenza, e la nascita della metropolitana di superficie sul "vecchio" tracciato che scorre a poche decine di metri dalla battigia. Per realizzare il tutto la spesa supererà i mille milioni di euro. L'arretramento della ferrovia (costo indicato 700 milioni di euro) viene previsto da Cesano di Senigallia fino alla zona dell'Aspio ad Ancona dove dovrebbe sorgere la nuova stazione Fs del capoluogo dorico. Arretramento piuttosto significativo perché viene localizzato addirittura a monte dell'autostrada e quindi lungo un percorso collinare con tanto di gallerie. Va sottolineato che si parla di un tracciato pensato per l'alta velocità. Questo sistema farebbe nascere 4 nodi di scambio (inteso con metropolitana di superficie o altri mezzi). Il primo a Cesano di Senigallia, il secondo nella nuova stazione di Chiaravalle-Falconara, il terzo ad Ancona Marittima (attuale stazione di Ancona) e l'ultimo ad Ancona Centrale (zona Aspio). La proposta Marconi-Carelli individua anche una soluzione specifica per risolvere la questione della formazione dei treni con vagoni provenienti dal porto che attualmente vengono uniti a Falconara. Altra componete integrante del progetto è la realizzazione della metropolitana di superficie. Si diceva quattro nodi di scambio e altrettante saranno le linee della metro. Questi punti serviranno ad unire le diverse linee ma anche a consentire il cambio del mezzo di trasporto, quindi da treno e metro e viceversa o da metro ad autobus e viceversa. A differenza delle metropolitane delle grandi città che conosciamo le fermate non sarebbero distanti ad un media di 500 metri l'una dall'altra ma di oltre un chilometro e mezzo. Eseguiti anche altri calcoli. Per la linea centrale, quella cioè che interessa principalmente Ancona, i progettisti hanno calcolato che nelle ore di punta i passeggeri potrebbero superare le 3600 unità per un totale di oltre 30 mila utenti al giorno. Per l'intera tratta Cesano-Ancona sud della metropolitana di superficie vengono suggeriti 15 convogli da 100 posti l'uno. Nello studio di prefattibilità viene sostenuto anche il basso impatto ambientale che avrebbe la metro di superficie. L'alimentazione dei convogli sarà totalmente cambiata e le piattaforme saranno più piccole. Addirittura gli ingegneri lanciano l'idea di accostare al tracciato una pista ciclabile da Cesano ad Ancona con vista sul mare. Di tutti gli interventi per questo progetto, che non può essere definito poco ambizioso, la parte inerente la metropolitana di superficie con 100 milioni di euro sarebbe la meno costosa grazie al fatto che la linea già esiste.

Spiaggia ingoiata dal mare

I bagnini chiedono un intervento. L'allarme di Guazzarotti: "Serve la rifioritura delle scogliere ma bisogna fare presto" L'erosione è arrivata fino al giardino al confine con l'Api

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Sono almeno nove i metri di spiaggia spariti lungo tutto il tratto falconarese e a Villanova la situazione più grave con un'erosione che ha toccato oltre all'arenile anche il giardino a ridosso della raffineria Api. L'ultima mareggiata verificatasi pochi giorni fa, in coincidenza con la luna piena, ha creato non pochi problemi alla spiaggia ed agli operatori balneari che si stanno preparando alla riapertura per la stagione 2004. "In genere - osserva il presidente del consorzio Falcomar, Gianluca Guazzarotti - il fenomeno a quest'epoca dell'anno dovrebbe essere già concluso e anzi di solito si verificano mareggiate di riporto, ma con il maltempo è cambiato tutto e la spiaggia se ne è andata". In più una quindicina di giorni fa il mare grosso ha anche portato lungo l'arenile una grande quantità di detriti provenienti dal fiume Esino. "L'unica soluzione - dice Guazzarotti - è la cosiddetta 'rifioritura' delle scogliere che proteggono la costa dalle mareggiate. Va fatta in fretta onde evitare situazioni peggiori, c'è tempo ancora fino a tutto il mese di maggio e non si tratta di un'opera accessoria, ma di un'operazione urgentissima". L'intervento viene finanziato dalla Regione su richiesta del Comune, ma negli ultimi anni la spiaggia di Falconara non ha più ricevuto contributi per questo tipo di operazione. L'ultima parziale 'rifioritura' data infatti al 1997 e sono proprio le scogliere che allora non furono reintegrate e consolidate (a causa della carenza di fondi) a creare oggi i maggiori problemi. "La richiesta noi la facciamo anche più volte nel corso di un anno - spiegano in Comune - ma fino a questo momento le risposte sono state tutte negative, perché Falconara non viene considerata prioritaria, certo ci sono situazioni peggiori, ma noi qui siamo proprio al limite". Per la zona di Villanova dove il mare è arrivato a lambire il parco creato sotto il recinto della raffineria Api e più a sud i capanni in muratura delle associazioni che hanno in concessione la spiaggetta, secondo i tecnici del Comune, aspettare ancora sarebbe un vero e proprio disastro, e infatti la nuova domanda di contributi è stata corredata con le foto recenti degli ultimi disastri. "La speranza - proseguono in Comune - è che alla fine dell'anno si possa almeno contare sugli avanzi per avviare un primo intervento". I bagnini per adesso contano i danni e misurano la spiaggia in meno, nove metri quasi dappertutto e fino a dieci metri in prossimità dei pontili dove il mare scava più facilmente. "Noi tutti - commenta Guazzarotti - stiamo facendo grossi investimenti per migliorare l'arenile falconarese, ma ci vogliono interventi sostanziali anche da parte degli enti preposti al controllo ed alla tutela della costa, altrimenti il lavoro nostro e quello del comune saranno stati del tutto inutili".

Una centrale di polemiche

Si allarga il fronte della contestazione L'assessore alla Sanità "E' sempre prioritaria la salute dei cittadini" L'Enel accusa e minaccia querele Anche Belcecchi e Melappioni contro la riattivazione

di BRUNO LUMINARI

Si allarga la contestazione alla rimessa in produzione della centrale Turbogas di Camerata Picena. Dopo il j'accuse dell'assessore regionale all'Ambiente pubblicato ieri su queste colonne, intervengono Augusto Melappioni assessore regionale alla Sanità, il sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi, il consigliere provinciale Brandoni (Rc), Annibale Mastri di An a Jesi. Enel accusa e minaccia querele. "L'energia è indispensabile, ma resta prioritaria l'esigenza di tutelare la salute dei cittadini" dichiara Augusto Melappioni, manifestando "totale solidarietà" al collega Amagliani. "Anche quando era in discussione la realizzazione della Turbogas di Jesi - insiste Melappioni -, è stata fatta una lotta molto dura, esclusivamente con l'obiettivo di tutelare la salute delle persone e dell'ambiente di tutta la Vallesina. Con risultati positivi. Lascia perplessi la riattivazione della Turbogas di Camerata - conclude Melappioni -, vigilerò e verificherò con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione che vengano rispettati tutti i parametri che tutelano la salute dei cittadini". Incisivo anche Gli fa eco il sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi. "E' con stupore e viva preoccupazione che ho appreso della decisione dell'Enel di riattivare l'obsoleta centrale di Camerata Picena per far fronte ad eventuali picchi di elettricità. Si tratta di un atto unilaterale che di fatto mette in discussione quelle intese raggiunte a suo tempo quando venne autorizzata dal Comune di Jesi la realizzazione della Turbogas alla Sadam" dichiara il sindaco ricordando come l'allora ministero all'Industria dichiarò che la la Turbogas di Camerata, allora spenta, non sarebbe mai più stata riattivata. Belcecchi ha chiesto al ministro Matteoli l'impegno per dismettere la centrale Enel di Camerata, ma reclama a chiare note anche il Piano energetico regionale "perché il problema non può essere in alcun modo circoscritto ai 10 chilometri della Vallesina dove di fatto incidono oggi tre centrali Turbogas". La stessa richiesta viene da Rifondazione comunista (Brandoni, consigliere provinciale) e da Alleanza nazionale (Mastri, consigliere comunale a Jesi). Enel, proprietaria della contestata centrale, annuncia repliche e minaccia querele. Sostenendo che la sua Turbogas rientra in produzione soltanto quando il Grtn (gestore rete trasmissione nazionale) lo ordina per non rischiare blackout e con una previsione di sole 100 ore annuali. Insomma, sarebbe una autorità superiore - il Grtn - a dettare le regole della riattivazione. Ma le 100 ore sono estensibili senza limiti, sempre in nome del blackout. E in nome di una Regione che non essendo riuscita a realizzare un suo piano energetico, di fatto è impotente in materia, può solo sbraitare.

 
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