IL MESSAGGERO |
Rc in maggioranza. E i Ds
danno il placet
di LETIZIA LARICI
FALCONARA - Strada spianata
per l'ingresso di Rifondazione Comunista in maggioranza.
Martedì sera a Palazzo l'incontro del disgelo tra il sindaco
Carletti e alcuni rappresentanti dei Ds e gli esponenti di
Rc. Presente l'assessore regionale Marco Amagliani, sono
state gettate le basi per la ricomposizione della sinistra a
Falconara. «Si è convenuto - spiega in una nota il direttivo
comunale di Rc - sulla necessità di un confronto permanente
sulle tematiche proprie della politica, non solo locale, in
vista di una ricucitura dello strappo tra le forze della
sinistra cittadina». Da parte dei Ds è dunque caduto il veto
nei confronti di Rc, tanto che «si è deciso di intraprendere
un percorso comune - prosegue il comunicato - finalizzato a
un confronto programmatico. A breve saranno coinvolti tutti
i partiti della maggioranza». E nonostante le riserve della
Margherita, i vertici di Ds e Rc appaiono fiduciosi. «Sono
certo che questo rinnovato rapporto a sinistra - spiega
l'assessore Amagliani - possa aprire la strada a un accordo
con la maggioranza che sinora ha governato la città». entro
qualche settimana un nuovo incontro, sempre tra i Ds e
Rifondazione «per approfondire il ragionamento politico -
spiega Giancarlo Scortichini, segretario dei Ds - prima di
passare a un'analisi dei programmi». Stabilita la
convergenza d'intenti tra i due partiti, non resta che
superare l'ostacolo Margherita, per raggiungere un accordo
anche prima delle prossime amministrative. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Ds-Rifondazione: pace fatta
"Ma per un accordo sui
contenuti ci vuole tempo"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Il dialogo è
avviato, ma per i progetti comuni le parti sono concordi:
"ci vorrà del tempo". Pace fatta, tra Rifondazione Comunista
e Ds che sulla scia degli accordi a livello regionale e
provinciale hanno avviato un confronto di "condivisione
politica". "L'incontro di martedì sera - spiega il
segretario comunale dei Ds, Giancarlo Scortichini - è stato
positivo poiché siamo stati concordi sulla necessità di
riunire il centrosinistra". Massimo Marcelli Flori,
capogruppo di Rc in consiglio comunale ha constatato "un
mutato clima nei rapporti tra i partiti". "L'altra sera -
commenta - abbiamo preso atto della caduta della
discriminante e del veto nei confronti di Rifondazione da
parte dei Ds e del sindaco". Durante la riunione (cui hanno
preso parte per i Ds anche il sindaco Carletti, il
capogruppo Angelo Di Mattia, Aldemaro Pietrucci, Claudio
Paolinelli e Giuliana Tarucchi e per Rifondazione
l'assessore regionale Marco Amagliani, il consigliere
provinciale Renzo Amagliani e Maurizio Amagliani) tutti
hanno "convenuto sulla necessità di un confronto permanente
da parte delle forze che compongono la sinistra di
Falconara, sull'esigenza forte della ricucitura di uno
strappo anomalo". Rc e Ds concordano su un "percorso comune
finalizzato ad un confronto programmatico a breve termine
con le forze della la maggioranza". Un confronto che
proseguirà nei prossimi giorni, "con l'auspicio comune -
osserva Marcelli Flori - di ricompattare la sinistra e
ricercare convergenze programmatiche". In ogni caso, ci
tiene a precisare il capogruppo di Rc, "siamo ancora in
itinere, e non esiste un vincolo temporale". Quanto al "non
gradimento" espresso da alcuni partiti che sostengono la
coalizione Carletti, Marcelli Flori valuta che forse
"dovrebbero guardarsi un po' intorno", ma "se le ostilità
dovessero perdurare ne prenderemo atto". Potrebbero cambiare
gli equilibri del consiglio comunale? I rappresentanti di Rc
assicurano che voteranno sempre "valutando caso per caso".
Secondo Scortichini l'obiettivo lavorare "per arrivare a
soluzioni che rafforzino l'azione della maggioranza", anche
se non sono stati affrontati concreti i programmi
amministrativi e le questioni più difficili. "Però la
volontà concreta di farlo c'è".
Consorzio a norma europea
Api, il greggio arriva da una
piattaforma a 16 chilometri dalla costa
di BRUNO NICOLETTI
IL PETROLIO - La quasi
totalità delle merci liquide che arrivano in Ancona sono
costituite da olii minerali ed è movimentata dalle
attrezzature della Raffineria Api che rientra, per i suoi
approdi nell'ambito portuale anconetano. I principali porti
di provenienza delle petroliere sono quelli del Nord Africa
e del Mar Nero. Il movimento in uscita, invece, è costituito
in prevalenza da cabotaggio nazionale e intracomunitario
(Francia, Grecia e Spagna). Le strutture finalizzate alla
movimentazione delle merci liquide sono un pontile, un'isola
artificiale e una piattaforma nonormeggio. Il pontile è
lungo 1.385 metri con pescaggio tra i 5 e i nove metri.
L'isola artificiale è a 3.600 metri dalla costa. Qui c'è un
pescaggio di 12 metri ed è utilizzata per lo scarico del
greggio anche ad alta viscosità e lo scarico ed il carico
dei prodotti finiti o semilavorati. Infine, la piattaforma
monormeggio che è costituita da una singola testata rotante
di 20 metri di diametro posta a 16 chilometri dalla costa.
Quì c'è un tirante d'acqua di 30 metri.
IMBARCHI - Quattro motopescherecci anconetani ed uno fanese
non hanno l'equipaggio al completo ed hanno effettuato
chiamate di imbarco per completarlo. I pescherecci
anconetani sono: "Leviathan", El Cid, Ringo e Albatros.
Tutti e quattro ricercano un marittimo pescatore.
L'imbarcazione fanese, invece, è il Sampei. Anche qui la
richiesta è di un pescatore. Come al solito se nel giorno e
nell'ora della chiamata non si presenteranno marittimi
comunitari, la scelta cadrà su quelli extracomunitari.
LA PESCA - Brutta settimana, per le volanti che si dedicano
alla pesca del pesce azzurro. In totale, in quattro giorni
(19-23 marzo) hanno pescato 75.122 tonnellate per un valore
di 114.963,26 euro. Il giorno migliore è stato lunedì.
Scarsa anche la raccolta delle alici nonostante le 62
tonnellate di pesce catturato. Ancora peggio le sarde con
poco più di 10 tonnellate. Tra i grossisti nostrani, si sono
fatti vedere, Lunedì, mercoledì e giovedì anche gli
spagnoli. In leggera flessione, a causa della mancanza di
prodotto il confezionamento dei filetti di sarda. Ne sono
state preparate attorno alle 350 confezioni giornaliere a
fronte delle solite 400 destinate alla grande distribuzione.
CERTIFICAZIONI ISO Il Consorzio pesca Ancona ha ottenuto due
certificazioni europee. Sia la Iso 9001 che la 14001. Due
riconoscimenti che dimostrano come sia qualificato sia il
lavoro a terra che in mare dei soci del consorzio. Le due
certificazioni, infatti riguardano sia l'impatto ambientale
che i sistemi di lavorazione a terra. Ora, i soci del
Consorzio dovranno procedere sulla strada intrapresa se
vorranno mantenere le certrificazioni. Infatti, le speciali
commissioni vaglieranno annualmente la bontà di tutti i
parametri utili al conferimento dei certificati.
IL PERSONAGGIO - Oggi parliamo di Aristodemo el Falegname.
Un uomo che per arrotondare i magri introiti e mantenere
meglio la famiglia, faceva anche il pescatore. Non usava
reti o retine, ma solo i "botti". E' stato uno dei pochi
bottaroli anconetani a non rimetterci dita, mani o bracci.
Abitava alla Palombella e i palombellari avevano tanta stima
della sua opera di artificiere che "Tutti i anni l'incarigavane
de fa pure el botto de mezzanotte a l'ultimo de l'anno".
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RESTO DEL CARLINO |
Sulla salute sacrosanto
diritto all'informazione
COMITATI CITTADINI e la locale
sezione di Medicina Democratica tornano sullo studio
epidemiologico dell'Arpam Marche pubblicato su internet lo
scorso gennaio. «Mentre perdura il silenzio degli assessori
Amagliani e Melappioni e dello stesso presidente D'Ambrosio
- scrivono - I'Arpam ha acquistato pagine di quotidiani
locali per fare «informazione pubblicitaria»
sull'argomento». Le associazioni sottolineano l'assenza di
una comunicazione obiettiva e completa verso i cittadini:
«Solo quelli che utilizzano internet (una piccola parte del
totale) apprendono ciò che emerge effettivamente dallo
studio, gli altri possono leggere solo la sintesi che l'Arpam
ha deciso di far conoscere!». Su questa vicenda si apre cosi
una nuova polemica, destinata forse a durare: ma stavolta i
cittadini hanno ragione da vendere nel chiedere
un'informazione completa e sicura. |
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LA SICILIA |
Priolo: oleodotto bucato per
errore nel sottosuolo 3000 mc di petrolio
di Paolo Mangiafico
Priolo. Una ditta dell'Eni
che stava effettuando dei piani di caratterizzazione del
sottosuolo in contrada Spatinelli, nella zona alla falde del
monte Climiti, ha forato l'oleodotto Somicem e ha provocato
l'ennesimo inquinamento di questi luoghi. L'incidente si è
registrato alle 16,30 di ieri, è scattato subito l'allarme,
dato dalla stessa ditta che stava eseguendo le
trivellazioni, e sul posto si sono recati i vigili del fuoco
e gli uomini della Protezione civile del Comune di Priolo,
diretti da Gianni Attard. Da un primo calcolo oltre tremila
cubi di petrolio si sono sversati nel sottosuolo
dall'oleodotto Somicem che trasporta il greggio estratto dai
pozzi ragusani per essere stoccato nei serbatoi che si
trovano proprio nella zona pedemontana. La caratterizzazione
del sottosuolo è stata deliberata dal ministero
dell'Ambiente in quanto deve essere presentata da parte
dell'Eni una mappatura di tutte le zone contaminate per poi
procedere alla bonifica secondo quanto previsto dalla legge
426/98. La ditta incaricata dall'Eni stava eseguendo
trivellazioni per arrivare alla falda acquifera superficiale
e, poi, installare dei piezometri. Con questi interventi,
infatti, è possibile controllare il flusso dell'acqua che
proviene dalla falda acquifera e controllarne lo stato
chimico-fisico. In particolare, è possibile sapere se questa
falda, come si sospetta, è inquinata da benzene. Soltanto in
tarda serata è stato possibile bloccare il flusso
dall'oleodotto bucato, e a fare da tappo è stata proprio una
sonda della trivella. Inoltre, con l'ausilio dei vigili del
fuoco, si è proceduto anche a recuperare parte del petrolio
fuoriuscito dall'oleodotto. Proprio in questi giorni si sta
dibattendo il caso dell'interconnessione tra le due
raffinerie ErgMed sud ed ErgMed nord, la cui tubatura
dovrebbe passare proprio in questa zona dell'oleodotto
Somicem. Un comitato cittadino di Priolo ha chiesto un
referendum per evitare che l'interconnessione venisse
realizzata in questo sito, proprio per i rischi di
contaminazione della falda acquifera, da cui si
approvvigiona l'acquedotto del Comune di Priolo. |
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IL GAZZETTINO |
Syndial (ex EniChem) ...
di Elisio Trevisan
Mestre - Syndial (ex EniChem)
investirà assieme all'Evc 70 milioni d'euro a Porto Marghera
per realizzare l'impianto con celle a membrane per
sostituire il mercurio dalla produzione del cloro. Lo
annuncerà domani in Regione, nel corso di un incontro cui
parteciperanno le due società, i sindacati, gli Industriali
veneziani, ospiti dell'assessore alle Politiche per il
Territorio, Antonio Padoin. In quell'occasione le due
società annunceranno anche l'avvio delle trattative per
l'accordo in base al quale Syndial venderà a Evc l'impianto
del Cloro-Soda che ha 150 dipendenti. Una doppia notizia
storica perché da un lato finalmente sparirà un impianto che
produce cloro con il pericolosissimo mercurio, dall'altro
sparirà da Porto Marghera la vecchia EniChem, oggi Syndial,
ossia l'azienda che ha rappresentato per decenni uno dei
Petrolchimici più importanti d'Italia. A Porto Marghera
Syndial resterà con due impiantini, l'As5 (che produce acido
solforico) e l'As2 (che tratta lo zolfo che le raffinerie
eliminano dalla benzina); inoltre manterrà la task force di
una cinquantina di persone, da poco costituita, con la quale
intende occuparsi delle bonifiche dei terreni e delle acque
inquinate: a questo proposito ha in programma di investire
dai 400 ai 500 milioni d'euro. Il gruppo Eni, inoltre,
mantiene a Marghera ancora il cracking e la logistica del
parco serbatoi, attraverso la società Polimeri Europa
costituita qualche anno fa con l'idea iniziale di vendere i
pezzi migliori della chimica italiana. Tutto il resto del
Petrolchimico ha chiuso o è passato di mano ad altre aziende
come le multinazionali Dow Chemical ed Evc. L'impianto del
Cloro-Soda è strategico perché produce cloro destinato all'Evc
e al Tdi. L'Evc, European Vinil Corporation, lo usa per la
produzione del cloruro di vinile monomero (cvm) e del
polivinilcloruro (pvc), materie base per molte plastiche; il
Tdi, di proprietà della Dow Chemical, lo usa per le sue
produzioni di Toluendiisocianato e, a sua volta, manda una
parte dei suoi scarti, ossia l'acido cloridrico, all'Evc. Un
ciclo integrato, insomma, nel quale l'ex EniChem non entrerà
più. I sindacati veneziani dei chimici vedono
nell'operazione una garanzia di continuità delle produzioni
e l'assessore Antonio Padoin si dice soddisfatto: «È un
intervento in sintonia con l'Accordo per la chimica, e dal
punto di vista ambientale fa sparire il mercurio, uno degli
elementi più pericolosi trattati a Porto Marghera. Ma questa
duplice notizia è positiva anche perché dimostra che
EniChem-Syndial, pur vendendo gli impianti, mantiene gli
impegni che aveva preso, investendo milioni d'euro sui
miglioramenti impiantistici a favore dell'ambiente».
L'assessore regionale, comunque, non manca di ricordare che
il vero business del futuro, a suo parere, è quello
dell'idrogeno: «C'è mezza Europa che si sta interessando al
nostro progetto per il distretto dell'idrogeno, un motivo di
sarà. D'altro canto basti pensare che la quantità di
idrogeno prodotta attualmente a Porto Marghera è di circa 7
mila tonnellate ogni anno. Ebbene, per fare la ricerca e la
sperimentazione avviate per la realizzazione dell'idrogeno
ne serve appena il 10\%. Questo dimostra che l'idrogeno è
slegato dalla produzione del cloro, vale a dire che non è
surrettizio alle produzioni considerate pericolose dagli
ambientalisti. L'idrogeno, insomma, si può fare anche in
altre maniere rispetto al cloro, ed è quel che faremo».
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