RASSEGNA STAMPA 29.04.2004

 

IL MESSAGGERO
Rc in maggioranza. E i Ds danno il placet

di LETIZIA LARICI

FALCONARA - Strada spianata per l'ingresso di Rifondazione Comunista in maggioranza. Martedì sera a Palazzo l'incontro del disgelo tra il sindaco Carletti e alcuni rappresentanti dei Ds e gli esponenti di Rc. Presente l'assessore regionale Marco Amagliani, sono state gettate le basi per la ricomposizione della sinistra a Falconara. «Si è convenuto - spiega in una nota il direttivo comunale di Rc - sulla necessità di un confronto permanente sulle tematiche proprie della politica, non solo locale, in vista di una ricucitura dello strappo tra le forze della sinistra cittadina». Da parte dei Ds è dunque caduto il veto nei confronti di Rc, tanto che «si è deciso di intraprendere un percorso comune - prosegue il comunicato - finalizzato a un confronto programmatico. A breve saranno coinvolti tutti i partiti della maggioranza». E nonostante le riserve della Margherita, i vertici di Ds e Rc appaiono fiduciosi. «Sono certo che questo rinnovato rapporto a sinistra - spiega l'assessore Amagliani - possa aprire la strada a un accordo con la maggioranza che sinora ha governato la città». entro qualche settimana un nuovo incontro, sempre tra i Ds e Rifondazione «per approfondire il ragionamento politico - spiega Giancarlo Scortichini, segretario dei Ds - prima di passare a un'analisi dei programmi». Stabilita la convergenza d'intenti tra i due partiti, non resta che superare l'ostacolo Margherita, per raggiungere un accordo anche prima delle prossime amministrative.

 
CORRIERE ADRIATICO
Ds-Rifondazione: pace fatta

"Ma per un accordo sui contenuti ci vuole tempo"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Il dialogo è avviato, ma per i progetti comuni le parti sono concordi: "ci vorrà del tempo". Pace fatta, tra Rifondazione Comunista e Ds che sulla scia degli accordi a livello regionale e provinciale hanno avviato un confronto di "condivisione politica". "L'incontro di martedì sera - spiega il segretario comunale dei Ds, Giancarlo Scortichini - è stato positivo poiché siamo stati concordi sulla necessità di riunire il centrosinistra". Massimo Marcelli Flori, capogruppo di Rc in consiglio comunale ha constatato "un mutato clima nei rapporti tra i partiti". "L'altra sera - commenta - abbiamo preso atto della caduta della discriminante e del veto nei confronti di Rifondazione da parte dei Ds e del sindaco". Durante la riunione (cui hanno preso parte per i Ds anche il sindaco Carletti, il capogruppo Angelo Di Mattia, Aldemaro Pietrucci, Claudio Paolinelli e Giuliana Tarucchi e per Rifondazione l'assessore regionale Marco Amagliani, il consigliere provinciale Renzo Amagliani e Maurizio Amagliani) tutti hanno "convenuto sulla necessità di un confronto permanente da parte delle forze che compongono la sinistra di Falconara, sull'esigenza forte della ricucitura di uno strappo anomalo". Rc e Ds concordano su un "percorso comune finalizzato ad un confronto programmatico a breve termine con le forze della la maggioranza". Un confronto che proseguirà nei prossimi giorni, "con l'auspicio comune - osserva Marcelli Flori - di ricompattare la sinistra e ricercare convergenze programmatiche". In ogni caso, ci tiene a precisare il capogruppo di Rc, "siamo ancora in itinere, e non esiste un vincolo temporale". Quanto al "non gradimento" espresso da alcuni partiti che sostengono la coalizione Carletti, Marcelli Flori valuta che forse "dovrebbero guardarsi un po' intorno", ma "se le ostilità dovessero perdurare ne prenderemo atto". Potrebbero cambiare gli equilibri del consiglio comunale? I rappresentanti di Rc assicurano che voteranno sempre "valutando caso per caso". Secondo Scortichini l'obiettivo lavorare "per arrivare a soluzioni che rafforzino l'azione della maggioranza", anche se non sono stati affrontati concreti i programmi amministrativi e le questioni più difficili. "Però la volontà concreta di farlo c'è".

Consorzio a norma europea

Api, il greggio arriva da una piattaforma a 16 chilometri dalla costa

di BRUNO NICOLETTI

IL PETROLIO - La quasi totalità delle merci liquide che arrivano in Ancona sono costituite da olii minerali ed è movimentata dalle attrezzature della Raffineria Api che rientra, per i suoi approdi nell'ambito portuale anconetano. I principali porti di provenienza delle petroliere sono quelli del Nord Africa e del Mar Nero. Il movimento in uscita, invece, è costituito in prevalenza da cabotaggio nazionale e intracomunitario (Francia, Grecia e Spagna). Le strutture finalizzate alla movimentazione delle merci liquide sono un pontile, un'isola artificiale e una piattaforma nonormeggio. Il pontile è lungo 1.385 metri con pescaggio tra i 5 e i nove metri. L'isola artificiale è a 3.600 metri dalla costa. Qui c'è un pescaggio di 12 metri ed è utilizzata per lo scarico del greggio anche ad alta viscosità e lo scarico ed il carico dei prodotti finiti o semilavorati. Infine, la piattaforma monormeggio che è costituita da una singola testata rotante di 20 metri di diametro posta a 16 chilometri dalla costa. Quì c'è un tirante d'acqua di 30 metri.
IMBARCHI - Quattro motopescherecci anconetani ed uno fanese non hanno l'equipaggio al completo ed hanno effettuato chiamate di imbarco per completarlo. I pescherecci anconetani sono: "Leviathan", El Cid, Ringo e Albatros. Tutti e quattro ricercano un marittimo pescatore. L'imbarcazione fanese, invece, è il Sampei. Anche qui la richiesta è di un pescatore. Come al solito se nel giorno e nell'ora della chiamata non si presenteranno marittimi comunitari, la scelta cadrà su quelli extracomunitari.
LA PESCA - Brutta settimana, per le volanti che si dedicano alla pesca del pesce azzurro. In totale, in quattro giorni (19-23 marzo) hanno pescato 75.122 tonnellate per un valore di 114.963,26 euro. Il giorno migliore è stato lunedì. Scarsa anche la raccolta delle alici nonostante le 62 tonnellate di pesce catturato. Ancora peggio le sarde con poco più di 10 tonnellate. Tra i grossisti nostrani, si sono fatti vedere, Lunedì, mercoledì e giovedì anche gli spagnoli. In leggera flessione, a causa della mancanza di prodotto il confezionamento dei filetti di sarda. Ne sono state preparate attorno alle 350 confezioni giornaliere a fronte delle solite 400 destinate alla grande distribuzione.
CERTIFICAZIONI ISO Il Consorzio pesca Ancona ha ottenuto due certificazioni europee. Sia la Iso 9001 che la 14001. Due riconoscimenti che dimostrano come sia qualificato sia il lavoro a terra che in mare dei soci del consorzio. Le due certificazioni, infatti riguardano sia l'impatto ambientale che i sistemi di lavorazione a terra. Ora, i soci del Consorzio dovranno procedere sulla strada intrapresa se vorranno mantenere le certrificazioni. Infatti, le speciali commissioni vaglieranno annualmente la bontà di tutti i parametri utili al conferimento dei certificati.
IL PERSONAGGIO - Oggi parliamo di Aristodemo el Falegname. Un uomo che per arrotondare i magri introiti e mantenere meglio la famiglia, faceva anche il pescatore. Non usava reti o retine, ma solo i "botti". E' stato uno dei pochi bottaroli anconetani a non rimetterci dita, mani o bracci. Abitava alla Palombella e i palombellari avevano tanta stima della sua opera di artificiere che "Tutti i anni l'incarigavane de fa pure el botto de mezzanotte a l'ultimo de l'anno".

 
RESTO DEL CARLINO
Sulla salute sacrosanto diritto all'informazione

COMITATI CITTADINI e la locale sezione di Medicina Democratica tornano sullo studio epidemiologico dell'Arpam Marche pubblicato su internet lo scorso gennaio. «Mentre perdura il silenzio degli assessori Amagliani e Melappioni e dello stesso presidente D'Ambrosio - scrivono - I'Arpam ha acquistato pagine di quotidiani locali per fare «informazione pubblicitaria» sull'argomento». Le associazioni sottolineano l'assenza di una comunicazione obiettiva e completa verso i cittadini: «Solo quelli che utilizzano internet (una piccola parte del totale) apprendono ciò che emerge effettivamente dallo studio, gli altri possono leggere solo la sintesi che l'Arpam ha deciso di far conoscere!». Su questa vicenda si apre cosi una nuova polemica, destinata forse a durare: ma stavolta i cittadini hanno ragione da vendere nel chiedere un'informazione completa e sicura.

 
LA SICILIA
Priolo: oleodotto bucato per errore nel sottosuolo 3000 mc di petrolio

di Paolo Mangiafico

Priolo. Una ditta dell'Eni che stava effettuando dei piani di caratterizzazione del sottosuolo in contrada Spatinelli, nella zona alla falde del monte Climiti, ha forato l'oleodotto Somicem e ha provocato l'ennesimo inquinamento di questi luoghi. L'incidente si è registrato alle 16,30 di ieri, è scattato subito l'allarme, dato dalla stessa ditta che stava eseguendo le trivellazioni, e sul posto si sono recati i vigili del fuoco e gli uomini della Protezione civile del Comune di Priolo, diretti da Gianni Attard. Da un primo calcolo oltre tremila cubi di petrolio si sono sversati nel sottosuolo dall'oleodotto Somicem che trasporta il greggio estratto dai pozzi ragusani per essere stoccato nei serbatoi che si trovano proprio nella zona pedemontana. La caratterizzazione del sottosuolo è stata deliberata dal ministero dell'Ambiente in quanto deve essere presentata da parte dell'Eni una mappatura di tutte le zone contaminate per poi procedere alla bonifica secondo quanto previsto dalla legge 426/98. La ditta incaricata dall'Eni stava eseguendo trivellazioni per arrivare alla falda acquifera superficiale e, poi, installare dei piezometri. Con questi interventi, infatti, è possibile controllare il flusso dell'acqua che proviene dalla falda acquifera e controllarne lo stato chimico-fisico. In particolare, è possibile sapere se questa falda, come si sospetta, è inquinata da benzene. Soltanto in tarda serata è stato possibile bloccare il flusso dall'oleodotto bucato, e a fare da tappo è stata proprio una sonda della trivella. Inoltre, con l'ausilio dei vigili del fuoco, si è proceduto anche a recuperare parte del petrolio fuoriuscito dall'oleodotto. Proprio in questi giorni si sta dibattendo il caso dell'interconnessione tra le due raffinerie ErgMed sud ed ErgMed nord, la cui tubatura dovrebbe passare proprio in questa zona dell'oleodotto Somicem. Un comitato cittadino di Priolo ha chiesto un referendum per evitare che l'interconnessione venisse realizzata in questo sito, proprio per i rischi di contaminazione della falda acquifera, da cui si approvvigiona l'acquedotto del Comune di Priolo.

 
IL GAZZETTINO
Syndial (ex EniChem) ...

di Elisio Trevisan

Mestre - Syndial (ex EniChem) investirà assieme all'Evc 70 milioni d'euro a Porto Marghera per realizzare l'impianto con celle a membrane per sostituire il mercurio dalla produzione del cloro. Lo annuncerà domani in Regione, nel corso di un incontro cui parteciperanno le due società, i sindacati, gli Industriali veneziani, ospiti dell'assessore alle Politiche per il Territorio, Antonio Padoin. In quell'occasione le due società annunceranno anche l'avvio delle trattative per l'accordo in base al quale Syndial venderà a Evc l'impianto del Cloro-Soda che ha 150 dipendenti. Una doppia notizia storica perché da un lato finalmente sparirà un impianto che produce cloro con il pericolosissimo mercurio, dall'altro sparirà da Porto Marghera la vecchia EniChem, oggi Syndial, ossia l'azienda che ha rappresentato per decenni uno dei Petrolchimici più importanti d'Italia. A Porto Marghera Syndial resterà con due impiantini, l'As5 (che produce acido solforico) e l'As2 (che tratta lo zolfo che le raffinerie eliminano dalla benzina); inoltre manterrà la task force di una cinquantina di persone, da poco costituita, con la quale intende occuparsi delle bonifiche dei terreni e delle acque inquinate: a questo proposito ha in programma di investire dai 400 ai 500 milioni d'euro. Il gruppo Eni, inoltre, mantiene a Marghera ancora il cracking e la logistica del parco serbatoi, attraverso la società Polimeri Europa costituita qualche anno fa con l'idea iniziale di vendere i pezzi migliori della chimica italiana. Tutto il resto del Petrolchimico ha chiuso o è passato di mano ad altre aziende come le multinazionali Dow Chemical ed Evc. L'impianto del Cloro-Soda è strategico perché produce cloro destinato all'Evc e al Tdi. L'Evc, European Vinil Corporation, lo usa per la produzione del cloruro di vinile monomero (cvm) e del polivinilcloruro (pvc), materie base per molte plastiche; il Tdi, di proprietà della Dow Chemical, lo usa per le sue produzioni di Toluendiisocianato e, a sua volta, manda una parte dei suoi scarti, ossia l'acido cloridrico, all'Evc. Un ciclo integrato, insomma, nel quale l'ex EniChem non entrerà più. I sindacati veneziani dei chimici vedono nell'operazione una garanzia di continuità delle produzioni e l'assessore Antonio Padoin si dice soddisfatto: «È un intervento in sintonia con l'Accordo per la chimica, e dal punto di vista ambientale fa sparire il mercurio, uno degli elementi più pericolosi trattati a Porto Marghera. Ma questa duplice notizia è positiva anche perché dimostra che EniChem-Syndial, pur vendendo gli impianti, mantiene gli impegni che aveva preso, investendo milioni d'euro sui miglioramenti impiantistici a favore dell'ambiente». L'assessore regionale, comunque, non manca di ricordare che il vero business del futuro, a suo parere, è quello dell'idrogeno: «C'è mezza Europa che si sta interessando al nostro progetto per il distretto dell'idrogeno, un motivo di sarà. D'altro canto basti pensare che la quantità di idrogeno prodotta attualmente a Porto Marghera è di circa 7 mila tonnellate ogni anno. Ebbene, per fare la ricerca e la sperimentazione avviate per la realizzazione dell'idrogeno ne serve appena il 10\%. Questo dimostra che l'idrogeno è slegato dalla produzione del cloro, vale a dire che non è surrettizio alle produzioni considerate pericolose dagli ambientalisti. L'idrogeno, insomma, si può fare anche in altre maniere rispetto al cloro, ed è quel che faremo».

 
inizio pagina   rassegna stampa