CORRIERE ADRIATICO |
Rifiuti, un consorzio per
smaltirli
Accordo tra il Cam e la
Riccoboni di Parma per la bonifica delle aree inquinate
di MARINA MINELLI
FALCONARA - A poco più di un
anno dalla sua creazione Cam bonifiche spa, la società nata
con lo scopo di intervenire sui problemi legati al
risanamento ambientale, allarga i suoi orizzonti legandosi
ad un'azienda privata da tempo operante nel settore, la
Riccoboni spa di Parma. Insieme, nei primi giorni di aprile,
Cam bonifiche e Riccoboni, hanno infatti costituito la
A.T.A. società nella quale il gruppo falconarese è
rappresentato dallo stesso presidente del consiglio di
amministrazione, Paolo Angeloni. Fra gli obiettivi del neo
consorzio, secondo quanto previsto dalle norme statutarie
recentemente sottoscritte, ci sarebbero la bonifica dei siti
inquinati e, sembra, anche la realizzazione di un impianto
per il trattamento e forse lo smaltimento dei rifiuti
pericolosi che potrebbe essere collocato in una zona
agricola nel territorio delle cosiddette "Poiole" oltre
Rocca Priora lungo la via Clementina che collega il Comune
di Falconara con quello di Chiaravalle. Riccoboni, si legge
sul sito Internet dell'azienda parmense "ha focalizzato la
propria attenzione nello studio delle problematiche di
smaltimento dei rifiuti in particolari settori industriali"
ed in collaborazione con partner pubblici e privati, "ha
costituito un network in grado di offrire servizi e centri
di trattamento e smaltimento su tutto il territorio
nazionale". "La Riccoboni - continua la presentazione
visibile sul sito - operante da molti anni nel settore
ecologia con un'esperienza acquisita sulle specifiche
problematiche dei clienti e una struttura
tecnico-commerciale in grado di operare su tutto il
territorio nazionale, si presenta ormai come una delle
realtà di vertice nel settore dello smaltimento e recupero
dei rifiuti industriali". Visto che per le aziende
industriali "produrre vuol dire inevitabilmente generare
rifiuti più o meno pericolosi di difficile smaltimento",
Riccoboni, evidenzia ancora il sito www.riccoboni.it, "con
la sua cultura ambientale maturata in anni di ricerche ed
esperienza si prefigge, mediante l'utilizzo dei propri
impianti Ecomud, Ecosystem ed Ecostar, di trattare quei
rifiuti che creano problemi di smaltimento o recupero,
generando anno dopo anno una nuova fonte di lavoro per
decine di giovani operatori". Nel campo degli interventi di
elaborazione dei rifiuti il gruppo di Parma ha sviluppato in
modo particolare gli studi sui sistemi mobili. Progettati e
realizzati "grazie agli altissimi livelli di
specializzazione dal servizio ricerche e sviluppo interno
alla società", questi sistemi permettono di recuperare e
riciclare la maggior parte dei rifiuti trattati e di ridurre
al minimo il residuo solido risultante, permettendone
agevolmente la vagliatura ed inertizzazione ove occorra e il
successivo smaltimento o il recupero in siti idonei. |
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IL GAZZETTINO |
Fuga di acido, scatta
l'allarme
Sversamento limitato di liquido muriatico nell'aria, la
Provincia chiede spiegazioni. Giovedì notte si è rotto un
giunto di dilatazione su un impianto all'interno del
Petrolchimico
di NAVARRO DINA
Mestre - La puzza si è
immediatamente sparsa per l'aria. E più di una telefonata è
giunta al centralino del Gazzettino segnalando un odore
mefitico che aleggiava su Marghera. Ai più è tornata alla
memoria quella drammatica notte del 28 novembre 2001 quando
esplose l'impianto Tdi del Petrolchimico rischiando pesanti
danni ambientali al territorio veneziano. E anche l'altra
notte, verso le 23, non sono mancate le preoccupazioni dopo
una limitata fuoriuscita di acido muriatico in seguito alla
rottura di un giunto di dilatazione di una tubazione interna
del Petrolchimico. Un intervento delicato, ma risoltosi
rapidamente subito dopo l'allarme con una veloce
sostituzione del giunto danneggiato e il recupero dello
sversamento di acido muriatico. «Ci teniamo a precisare
quanto accaduto non per minimizzare ma per dare una giusta
dimensione a un evento che di per sé non ha mai costituito
un pericolo né per le persone che lavorano al Petrolchimico
né per gli abitanti della zona" ha precisato Paolo Casciato,
responsabile Relazioni esterne di Dow Italia. Dal canto suo,
la Provincia con l'assessore all'Ambiente Ezio Da Villa,
richiamando l'attenzione sulla necessità di garantire una
costante informazione, ha chiesto a gran voce un sopralluogo
nella zona dell'incidente.
La tecnologia della
centrale Edison migliore di quella californiana
di Si.Sa.
Torviscosa - Sono partiti da
Torviscosa, attraversando la California, e sono giunti a
Roma. I dubbi sulle tecnologie utilizzate nella nuova
centrale a turbogas per l'abbattimento delle emissioni -
sollevati da Mareno Settimo proprio confrontando le
tecnologie in uso in California con quelle che verranno
adottate nella Bassa friulana - hanno suscitato l'immediata
risposta della Edison, il colosso dell'energia che
realizzerà la centrale di Torviscosa. «La tecnologia
utilizzata in Italia e in Europa garantisce la miglior
tutela della qualità dell'aria - si legge in una nota
diramata dalla sede romana della società - la tecnologia
utilizzata in California causa una maggiore emissione di
polveri sottili». Secondo la Edison non ci sono dubbi sul
fatto che la tecnologia del ciclo combinato a gas utilizzata
per realizzare la centrale elettrica sia riconosciuta, a
livello scientifico, ad oggi la migliore al mondo. «In
particolare, per ottenere la riduzione delle emissioni
inquinanti, la centrale di Torviscosa utilizzerà la
tecnologia di riduzione degli ossidi di azoto chiamata Dry
Low NOx (Dln), che garantisce emissioni di ossido di azoto
molto limitate (del 45\% inferiori a quelle delle centrali
convenzionali) ed emissioni assolutamente trascurabili di
ossidi di zolfo e polveri. A questo proposito Edison riporta
le considerazioni espresse dal professor Ivo Allegroni,
direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, il
quale, tra l'altro, afferma: «Nelle emissioni di questi
impianti è da escludere la presenza sia di biossido di
zolfo, sia di materiale particolato (polveri)». Inoltre «il
livello di emissioni di ossido di azoto e delle conseguenti
ricadute al suolo non sarà in alcun modo dannoso alla salute
o alle coltivazioni, come verificato e valutato dal
Ministero dell'ambiente e dal Ministero della sanità». Si
ricorda infine che la realizzazione della centrale turbogas
a Torviscosa porterà allo spegnimento della vecchia centrale
a carbone, che inquina il territorio con più di 40
tonnellate all'anno di polveri sottili. |
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