RASSEGNA STAMPA 24.04.2004

 

CORRIERE ADRIATICO
Rifiuti, un consorzio per smaltirli

Accordo tra il Cam e la Riccoboni di Parma per la bonifica delle aree inquinate

di MARINA MINELLI

FALCONARA - A poco più di un anno dalla sua creazione Cam bonifiche spa, la società nata con lo scopo di intervenire sui problemi legati al risanamento ambientale, allarga i suoi orizzonti legandosi ad un'azienda privata da tempo operante nel settore, la Riccoboni spa di Parma. Insieme, nei primi giorni di aprile, Cam bonifiche e Riccoboni, hanno infatti costituito la A.T.A. società nella quale il gruppo falconarese è rappresentato dallo stesso presidente del consiglio di amministrazione, Paolo Angeloni. Fra gli obiettivi del neo consorzio, secondo quanto previsto dalle norme statutarie recentemente sottoscritte, ci sarebbero la bonifica dei siti inquinati e, sembra, anche la realizzazione di un impianto per il trattamento e forse lo smaltimento dei rifiuti pericolosi che potrebbe essere collocato in una zona agricola nel territorio delle cosiddette "Poiole" oltre Rocca Priora lungo la via Clementina che collega il Comune di Falconara con quello di Chiaravalle. Riccoboni, si legge sul sito Internet dell'azienda parmense "ha focalizzato la propria attenzione nello studio delle problematiche di smaltimento dei rifiuti in particolari settori industriali" ed in collaborazione con partner pubblici e privati, "ha costituito un network in grado di offrire servizi e centri di trattamento e smaltimento su tutto il territorio nazionale". "La Riccoboni - continua la presentazione visibile sul sito - operante da molti anni nel settore ecologia con un'esperienza acquisita sulle specifiche problematiche dei clienti e una struttura tecnico-commerciale in grado di operare su tutto il territorio nazionale, si presenta ormai come una delle realtà di vertice nel settore dello smaltimento e recupero dei rifiuti industriali". Visto che per le aziende industriali "produrre vuol dire inevitabilmente generare rifiuti più o meno pericolosi di difficile smaltimento", Riccoboni, evidenzia ancora il sito www.riccoboni.it, "con la sua cultura ambientale maturata in anni di ricerche ed esperienza si prefigge, mediante l'utilizzo dei propri impianti Ecomud, Ecosystem ed Ecostar, di trattare quei rifiuti che creano problemi di smaltimento o recupero, generando anno dopo anno una nuova fonte di lavoro per decine di giovani operatori". Nel campo degli interventi di elaborazione dei rifiuti il gruppo di Parma ha sviluppato in modo particolare gli studi sui sistemi mobili. Progettati e realizzati "grazie agli altissimi livelli di specializzazione dal servizio ricerche e sviluppo interno alla società", questi sistemi permettono di recuperare e riciclare la maggior parte dei rifiuti trattati e di ridurre al minimo il residuo solido risultante, permettendone agevolmente la vagliatura ed inertizzazione ove occorra e il successivo smaltimento o il recupero in siti idonei.

 
IL GAZZETTINO
Fuga di acido, scatta l'allarme

Sversamento limitato di liquido muriatico nell'aria, la Provincia chiede spiegazioni. Giovedì notte si è rotto un giunto di dilatazione su un impianto all'interno del Petrolchimico

di NAVARRO DINA

Mestre - La puzza si è immediatamente sparsa per l'aria. E più di una telefonata è giunta al centralino del Gazzettino segnalando un odore mefitico che aleggiava su Marghera. Ai più è tornata alla memoria quella drammatica notte del 28 novembre 2001 quando esplose l'impianto Tdi del Petrolchimico rischiando pesanti danni ambientali al territorio veneziano. E anche l'altra notte, verso le 23, non sono mancate le preoccupazioni dopo una limitata fuoriuscita di acido muriatico in seguito alla rottura di un giunto di dilatazione di una tubazione interna del Petrolchimico. Un intervento delicato, ma risoltosi rapidamente subito dopo l'allarme con una veloce sostituzione del giunto danneggiato e il recupero dello sversamento di acido muriatico. «Ci teniamo a precisare quanto accaduto non per minimizzare ma per dare una giusta dimensione a un evento che di per sé non ha mai costituito un pericolo né per le persone che lavorano al Petrolchimico né per gli abitanti della zona" ha precisato Paolo Casciato, responsabile Relazioni esterne di Dow Italia. Dal canto suo, la Provincia con l'assessore all'Ambiente Ezio Da Villa, richiamando l'attenzione sulla necessità di garantire una costante informazione, ha chiesto a gran voce un sopralluogo nella zona dell'incidente.

La tecnologia della centrale Edison migliore di quella californiana

di Si.Sa.

Torviscosa - Sono partiti da Torviscosa, attraversando la California, e sono giunti a Roma. I dubbi sulle tecnologie utilizzate nella nuova centrale a turbogas per l'abbattimento delle emissioni - sollevati da Mareno Settimo proprio confrontando le tecnologie in uso in California con quelle che verranno adottate nella Bassa friulana - hanno suscitato l'immediata risposta della Edison, il colosso dell'energia che realizzerà la centrale di Torviscosa. «La tecnologia utilizzata in Italia e in Europa garantisce la miglior tutela della qualità dell'aria - si legge in una nota diramata dalla sede romana della società - la tecnologia utilizzata in California causa una maggiore emissione di polveri sottili». Secondo la Edison non ci sono dubbi sul fatto che la tecnologia del ciclo combinato a gas utilizzata per realizzare la centrale elettrica sia riconosciuta, a livello scientifico, ad oggi la migliore al mondo. «In particolare, per ottenere la riduzione delle emissioni inquinanti, la centrale di Torviscosa utilizzerà la tecnologia di riduzione degli ossidi di azoto chiamata Dry Low NOx (Dln), che garantisce emissioni di ossido di azoto molto limitate (del 45\% inferiori a quelle delle centrali convenzionali) ed emissioni assolutamente trascurabili di ossidi di zolfo e polveri. A questo proposito Edison riporta le considerazioni espresse dal professor Ivo Allegroni, direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, il quale, tra l'altro, afferma: «Nelle emissioni di questi impianti è da escludere la presenza sia di biossido di zolfo, sia di materiale particolato (polveri)». Inoltre «il livello di emissioni di ossido di azoto e delle conseguenti ricadute al suolo non sarà in alcun modo dannoso alla salute o alle coltivazioni, come verificato e valutato dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero della sanità». Si ricorda infine che la realizzazione della centrale turbogas a Torviscosa porterà allo spegnimento della vecchia centrale a carbone, che inquina il territorio con più di 40 tonnellate all'anno di polveri sottili.

 
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