RASSEGNA STAMPA 10.04.2004

 

IL MESSAGGERO
Moschini: «Dimostrerò che non sono un ladro»

L’ex direttore generale: «Mi sono dimesso perché non sopporto il clima di sospetto». Parla il manager finito nel mirino della Guardia di Finanza per essers i auto-assegnato un bonus di 28 mila euro

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Ha abbandonato spontaneamente l'incarico di direttore generale pochi giorni dopo la visita della Finanza in Comune. Le dimissioni di Gianfranco Moschini risalgono infatti al primo aprile. «Una mia decisione, frutto di una scelta sofferta. Non potevo continuare a ricoprire l'incarico, subendo l'onta di un'accusa infamante. E'una questione di dignità». Gianfranco Moschini rompe il silenzio. «E’ in gioco la mia rispettabilità - dice - in città circolano voci poco edificanti sul mio conto. Si parla di appropriazione indebita, ma sia ben chiaro che non sono un ladro. Tra dolo e lacuna amministrativa c'è una bella differenza». Visibilmente provato, l'ex super-manager della Corte del Castello, che ha preso qualche giorno di ferie per ritrovare un po’di serenità, tornerà al lavoro martedì. Moschini infatti resta a capo dell'area risorse e personale. «In un primo momento avevo considerato l'ipotesi di andare in pensione - prosegue - poi c'ho ripensato. Voglio portare a termine il mio lavoro. Non mi va di buttare via così 38 anni di servizio. Alla fine la verità salterà fuori». E sul presunto sollecito da parte del sindaco Carletti, Moschini chiarisce di “non aver ricevuto alcuna pressione”. Se si è trattato esclusivamente di una sua decisione, certo è che nessuno gli ha chiesto di tornare sui suoi passi. Nell'occhio del ciclone delle Fiamme Gialle l'"autodetermina" con cui il ragioniere capo si sarebbe concesso un bonus di 28.000 euro. Una determina dirigenziale, firmata dallo stesso Moschini, che aveva indotto il segretario comunale Gracco Vittorio Mattioli a presentare un esposto ben circostanziato alla magistratura, tacciando di irregolarità l'iter che avrebbe consentito al manager di ottenere un incremento delle spettanze. Determina avallata dal Peg (piano economico di gestione del Comune), ma non legittimata da un decreto sindacale. E se Carletti, pur definendo "delicatissima" la vicenda, aveva parlato di “semplice errore di procedura interna”, per Moschini non è detto che le cose stiano effettivamente così. «Non so se si possa parlare di lacuna amministrativa - osserva - in fondo il documento è stato in qualche modo recepito dal Consiglio comunale con l'approvazione del bilancio, oltre che dalla Giunta». Moschini precisa peraltro che la determina in questione, da lui firmata in qualità di dirigente del personale, riguardava anche lo stipendio di due dipendenti di ruolo con funzioni dirigenziali. Compensi questi ultimi stabiliti da contratto, così come le sue spettanze per i due incarichi dirigenziali. L'indennità per l'incarico di direttore generale è invece decisa dall'Amministrazione. E sul Peg è tutto nero su bianco. «In ogni caso- conclude - la somma derivante dai miei due differenti compensi è pari a quella percepita dagli altri dirigenti esterni». Questo per chiarire che la cifra incriminata non sarebbe poi così esorbitante, come qualcuno ha insinuato.

 
CORRIERE ADRIATICO
A giudizio il comandante della "Nicole"

La nave era troppo carica e fu un azzardo non rientrare in porto. Accusato di naufragio colposo per l'affondamento del cargo nel mare di Numana

di LORENZO SCONOCCHINI

Senza la sventatezza di chi reggeva il timone l'affondamento della "Nicole" poteva essere scongiurato. Per questo Anatoliy Nokhrin, primo ufficiale del cargo affondato nel gennaio 2003 nel mare di Numana, subirà un processo per naufragio colposo e violazione del codice di navigazione. Il pm Paolo Gubinelli lo ha citato a giudizio in base ai risultati di una perizia eseguita dalla Capitaneria di porto, che evidenzia una condotta nautica errata del comandante russo. Il cargo liberiano che trasportava feldspato e gasolio era troppo carico per affrontare il mare aperto in condizioni (forza due-tre) non proibitive ma neppure tranquille. Tanto più che la nave, varata nel '66 in Russia con fiancate basse, adatte per solcare il placido corso dei fiumi, era ancorata di prua, con i boccaporti forse in cattive condizioni di funzionamento. Il naufragio della "Nicole", secondo la procura, fu dunque causato dalla mossa azzarda del comandante. Prima accettò di partire stracarico, per una discutibile logica di mercato, poi non ebbe il buon senso di accostare e rientrare in porto quando si trovò in acque agitate. Anzi, per due volte l'equipaggio della "Nicole" smentì di essere in difficoltà quando una motovedetta della Guardia costiera l'aveva accostata nel pomeriggio di domenica 26 gennaio, poche ore prima del naufragio. Anche il recente passato di questo mercantile battente bandiera del Belize era abbastanza tribolato, come hanno svelato i Verdi scoprendo che nel giugno del 2002 la "Nicole" era stata sequestrata a Capodistria dalle autorità slovene durante un controllo sulla regolarità dei suoi dispositivi di bordo. Ma dai registri risultava che la nave era stata adeguata alle prescrizioni e dunque all'inizio di gennaio il cargo aveva superato un'ispezione del Registro "Inclamar" in Grecia, dirigendosi verso le acque italiane. Un viaggio concluso drammaticamente colando a picco davanti al porto di Numana, anche se per fortuna l'equipaggio si miese in salvo arrivando a terra con una scialuppa. La conclusione dell'inchiesta conferma che il naufragio della "Nicole" non causò danni ambientali consistenti. Al di là del carburante finito in mare, il carico disperso non era tale da provocare un inquinamento diffuso e persistente.

Maxi isola pedonale nel centro di Falconara

Un'ipotesi allo studio dei tecnici comunali

di MARINA MINELLI

Dopo l'annuncio di un possibile senso unico sulla Flaminia, per evitare l'invasione dei Tir dirottati da via Conca, nel centro di Falconara la creazione di una vasta Ztl - Zona a traffico limitato è qualcosa più che un'ipotesi. "In effetti si tratta di un progetto che stiamo valutando - dice il dirigente del settore traffico, Paolo Angeloni - perché l'obiettivo finale di tutte le ristrutturazioni e dell'opera di sistemazione, a stralci, di via Bixio è proprio quello di creare un vero centro cittadino, quindi per larga parte pedonale, ovviamente tenendo nel dovuto conte le esigenze dei commercianti e di tutti gli operatori della zona". Insomma un progetto che dovrà essere esaminato nella sua complessità anche perché già in queste due settimane di lavori sull'incrocio fra le vie Bixio e Cairoli la deviazione obbligata e l'impossibilità di arrivare sulla Flaminia da una delle più trafficate vie collinari ha creato non pochi problemi ai residenti. "Ci dovrà essere una ridefinizione del traffico in entrata ed in uscita dalla città - prosegue Angeloni - tenendo conto di tutti i flussi e dei problemi di ingresso sulla strada litoranea che porta ad Ancona". Il dirigente comunque parla di un "provvedimento condiviso" e della volontà di "mettersi a tavolino insieme ai soggetti interessati" in quanto, assicura, "abbiamo ben presenti le esigenze di tutte le categorie". Intanto ci sono anche novità in vista per il traffico nella zona collinare con i sensi unici verso nord di via Lauro De' Bosis e verso sud di via Martiri della Resistenza due strade residenziali oggi frequentatissime in quanto fra le poche a sosta non regolamentata, per poco però visto che è già pronta l'ordinanza per la creazione di un'altra zona esclusivamente riservata ai residenti. I quali, peraltro, da qualche mese protestavano per l'assedio delle auto in qualunque ora del giorno e della notte, persino davanti ai passi carrabili. Nel frattempo sono ormai completati i lavori per la ripavimentazione del tratto di via Bixio compreso fra le vie Cairoli e IV Novembre, incluso il lato monte della piccola piazzetta Fratelli Bandiera. "Manca solo l'incrocio a nord - spiega il direttore del Cam, Rocchi - e dovremo cominciare subito dopo Pasqua con gli interventi per la realizzazione del massetto e dei sottoservizi stradali, poi costruito il fondo, in un paio di settimane la ditta specializzata metterà in posa il porfido". Qualche disagio per il traffico è stato già messo in conto, perché la pavimentazione deve essere fatta tutta insieme e poi deve stare in posa una settimana per il consolidamento. "Successivamente a questa operazione - assicura Rocchi - la strada torna carrabile e anche molto resistente, in fondo proprio con il porfido sono state realizzate tutte le strade storiche italiane che sono durate per dei secoli".

 
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