Moschini: «Dimostrerò che non
sono un ladro»
L’ex direttore generale: «Mi
sono dimesso perché non sopporto il clima di sospetto».
Parla il manager finito nel mirino della Guardia di Finanza
per essers i auto-assegnato un bonus di 28 mila euro
di LETIZIA LARICI
FALCONARA Ha abbandonato
spontaneamente l'incarico di direttore generale pochi giorni
dopo la visita della Finanza in Comune. Le dimissioni di
Gianfranco Moschini risalgono infatti al primo aprile. «Una
mia decisione, frutto di una scelta sofferta. Non potevo
continuare a ricoprire l'incarico, subendo l'onta di
un'accusa infamante. E'una questione di dignità». Gianfranco
Moschini rompe il silenzio. «E’ in gioco la mia
rispettabilità - dice - in città circolano voci poco
edificanti sul mio conto. Si parla di appropriazione
indebita, ma sia ben chiaro che non sono un ladro. Tra dolo
e lacuna amministrativa c'è una bella differenza».
Visibilmente provato, l'ex super-manager della Corte del
Castello, che ha preso qualche giorno di ferie per ritrovare
un po’di serenità, tornerà al lavoro martedì. Moschini
infatti resta a capo dell'area risorse e personale. «In un
primo momento avevo considerato l'ipotesi di andare in
pensione - prosegue - poi c'ho ripensato. Voglio portare a
termine il mio lavoro. Non mi va di buttare via così 38 anni
di servizio. Alla fine la verità salterà fuori». E sul
presunto sollecito da parte del sindaco Carletti, Moschini
chiarisce di “non aver ricevuto alcuna pressione”. Se si è
trattato esclusivamente di una sua decisione, certo è che
nessuno gli ha chiesto di tornare sui suoi passi.
Nell'occhio del ciclone delle Fiamme Gialle l'"autodetermina"
con cui il ragioniere capo si sarebbe concesso un bonus di
28.000 euro. Una determina dirigenziale, firmata dallo
stesso Moschini, che aveva indotto il segretario comunale
Gracco Vittorio Mattioli a presentare un esposto ben
circostanziato alla magistratura, tacciando di irregolarità
l'iter che avrebbe consentito al manager di ottenere un
incremento delle spettanze. Determina avallata dal Peg
(piano economico di gestione del Comune), ma non legittimata
da un decreto sindacale. E se Carletti, pur definendo
"delicatissima" la vicenda, aveva parlato di “semplice
errore di procedura interna”, per Moschini non è detto che
le cose stiano effettivamente così. «Non so se si possa
parlare di lacuna amministrativa - osserva - in fondo il
documento è stato in qualche modo recepito dal Consiglio
comunale con l'approvazione del bilancio, oltre che dalla
Giunta». Moschini precisa peraltro che la determina in
questione, da lui firmata in qualità di dirigente del
personale, riguardava anche lo stipendio di due dipendenti
di ruolo con funzioni dirigenziali. Compensi questi ultimi
stabiliti da contratto, così come le sue spettanze per i due
incarichi dirigenziali. L'indennità per l'incarico di
direttore generale è invece decisa dall'Amministrazione. E
sul Peg è tutto nero su bianco. «In ogni caso- conclude - la
somma derivante dai miei due differenti compensi è pari a
quella percepita dagli altri dirigenti esterni». Questo per
chiarire che la cifra incriminata non sarebbe poi così
esorbitante, come qualcuno ha insinuato. |
A giudizio il comandante
della "Nicole"
La nave era troppo carica e
fu un azzardo non rientrare in porto. Accusato di naufragio
colposo per l'affondamento del cargo nel mare di Numana
di LORENZO SCONOCCHINI
Senza la sventatezza di chi
reggeva il timone l'affondamento della "Nicole" poteva
essere scongiurato. Per questo Anatoliy Nokhrin, primo
ufficiale del cargo affondato nel gennaio 2003 nel mare di
Numana, subirà un processo per naufragio colposo e
violazione del codice di navigazione. Il pm Paolo Gubinelli
lo ha citato a giudizio in base ai risultati di una perizia
eseguita dalla Capitaneria di porto, che evidenzia una
condotta nautica errata del comandante russo. Il cargo
liberiano che trasportava feldspato e gasolio era troppo
carico per affrontare il mare aperto in condizioni (forza
due-tre) non proibitive ma neppure tranquille. Tanto più che
la nave, varata nel '66 in Russia con fiancate basse, adatte
per solcare il placido corso dei fiumi, era ancorata di
prua, con i boccaporti forse in cattive condizioni di
funzionamento. Il naufragio della "Nicole", secondo la
procura, fu dunque causato dalla mossa azzarda del
comandante. Prima accettò di partire stracarico, per una
discutibile logica di mercato, poi non ebbe il buon senso di
accostare e rientrare in porto quando si trovò in acque
agitate. Anzi, per due volte l'equipaggio della "Nicole"
smentì di essere in difficoltà quando una motovedetta della
Guardia costiera l'aveva accostata nel pomeriggio di
domenica 26 gennaio, poche ore prima del naufragio. Anche il
recente passato di questo mercantile battente bandiera del
Belize era abbastanza tribolato, come hanno svelato i Verdi
scoprendo che nel giugno del 2002 la "Nicole" era stata
sequestrata a Capodistria dalle autorità slovene durante un
controllo sulla regolarità dei suoi dispositivi di bordo. Ma
dai registri risultava che la nave era stata adeguata alle
prescrizioni e dunque all'inizio di gennaio il cargo aveva
superato un'ispezione del Registro "Inclamar" in Grecia,
dirigendosi verso le acque italiane. Un viaggio concluso
drammaticamente colando a picco davanti al porto di Numana,
anche se per fortuna l'equipaggio si miese in salvo
arrivando a terra con una scialuppa. La conclusione
dell'inchiesta conferma che il naufragio della "Nicole" non
causò danni ambientali consistenti. Al di là del carburante
finito in mare, il carico disperso non era tale da provocare
un inquinamento diffuso e persistente.
Maxi isola pedonale nel
centro di Falconara
Un'ipotesi allo studio dei
tecnici comunali
di MARINA MINELLI
Dopo l'annuncio di un
possibile senso unico sulla Flaminia, per evitare
l'invasione dei Tir dirottati da via Conca, nel centro di
Falconara la creazione di una vasta Ztl - Zona a traffico
limitato è qualcosa più che un'ipotesi. "In effetti si
tratta di un progetto che stiamo valutando - dice il
dirigente del settore traffico, Paolo Angeloni - perché
l'obiettivo finale di tutte le ristrutturazioni e dell'opera
di sistemazione, a stralci, di via Bixio è proprio quello di
creare un vero centro cittadino, quindi per larga parte
pedonale, ovviamente tenendo nel dovuto conte le esigenze
dei commercianti e di tutti gli operatori della zona".
Insomma un progetto che dovrà essere esaminato nella sua
complessità anche perché già in queste due settimane di
lavori sull'incrocio fra le vie Bixio e Cairoli la
deviazione obbligata e l'impossibilità di arrivare sulla
Flaminia da una delle più trafficate vie collinari ha creato
non pochi problemi ai residenti. "Ci dovrà essere una
ridefinizione del traffico in entrata ed in uscita dalla
città - prosegue Angeloni - tenendo conto di tutti i flussi
e dei problemi di ingresso sulla strada litoranea che porta
ad Ancona". Il dirigente comunque parla di un "provvedimento
condiviso" e della volontà di "mettersi a tavolino insieme
ai soggetti interessati" in quanto, assicura, "abbiamo ben
presenti le esigenze di tutte le categorie". Intanto ci sono
anche novità in vista per il traffico nella zona collinare
con i sensi unici verso nord di via Lauro De' Bosis e verso
sud di via Martiri della Resistenza due strade residenziali
oggi frequentatissime in quanto fra le poche a sosta non
regolamentata, per poco però visto che è già pronta
l'ordinanza per la creazione di un'altra zona esclusivamente
riservata ai residenti. I quali, peraltro, da qualche mese
protestavano per l'assedio delle auto in qualunque ora del
giorno e della notte, persino davanti ai passi carrabili.
Nel frattempo sono ormai completati i lavori per la
ripavimentazione del tratto di via Bixio compreso fra le vie
Cairoli e IV Novembre, incluso il lato monte della piccola
piazzetta Fratelli Bandiera. "Manca solo l'incrocio a nord -
spiega il direttore del Cam, Rocchi - e dovremo cominciare
subito dopo Pasqua con gli interventi per la realizzazione
del massetto e dei sottoservizi stradali, poi costruito il
fondo, in un paio di settimane la ditta specializzata
metterà in posa il porfido". Qualche disagio per il traffico
è stato già messo in conto, perché la pavimentazione deve
essere fatta tutta insieme e poi deve stare in posa una
settimana per il consolidamento. "Successivamente a questa
operazione - assicura Rocchi - la strada torna carrabile e
anche molto resistente, in fondo proprio con il porfido sono
state realizzate tutte le strade storiche italiane che sono
durate per dei secoli". |