RASSEGNA STAMPA 25.03.2004

 

IL MESSAGGERO
Falconara vuole accelerare ma gli altri Comuni sembrano non avere fretta

Per la costituzione della Esino spa

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Esino spa: i Ds di Falconara chiedono di accelerare il processo per la sua costituzione. Ma perché tanta fretta? «Per non perdere l'opportunità - spiega l'assessore al Bilancio Roberto Pesaresi - di gestire direttamente determinati servizi a livello intercomunale mediante la costituzione di una società per azioni con la partecipazione totale di capitale pubblico. La riforma del Testo unico degli Enti locali consente infatti agli enti stessi di avvalersi di questo strumento, evitando il ricorso a onerose gare d'appalto. In quest'ottica, la Esino spa potrebbe consentire ai Comuni dell'ambito una gestione meno costosa e più efficiente dei servizi. Ovviamente la società ha senso solo se si raggiunge un accordo a livello territoriale. Di qui la necessità di accelerare i tempi. Se nel frattempo le altre amministrazioni si dovessero impegnare con ditte esterne, la costituzione della società non potrebbe più avvenire». Quindi Falconara non intende procedere da sola: «L'Amministrazione - sottolinea Pesaresi - potrebbe anche muovere qualche passo per conto proprio, ma solo in vista di un coinvolgimento degli altri enti. Procedere unilateralmente mi pare inopportuno. A che servirebbe? Abbiamo già il Cam». L'iter per la costituzione della società aveva subito un’interruzione dopo che il Comune di Chiaravalle, che aveva collaborato alla stesura dello statuto con Falconara, si era improvvisamente disimpegnato per “una valutazione più approfondita”. «Un gesto - spiega il capogruppo Ds Mauro Mazzieri - che non va letto come un dietrofront. Semplicemente Falconara ha corso troppo, mentre noi non avevamo mai affrontato compiutamente la questione». Incerti gli altri Comuni interessati, anche in considerazione degli appuntamenti elettorali, che sembrano consigliare cautela. Il meno possibilista è Lino Secchi, sindaco di Monte San Vito, che osserva come alcuni dei servizi ipotizzati per la Esino s.p.a. fossero, in base a precedenti intese, destinati ad ampliare le competenze del consorzio Gorgovivo.

 
UNIONE SARDA
Per la morte di un operaio alla Saras il pm chiede due condanne a nove mesi

Hanno patteggiato in quattro, gli altri hanno scelto il rito ordinario e, al termine del processo, il pubblico ministero ha chiesto due condanne e due assoluzioni. La morte dell’operaio di Pula Roberto Cuccu, 39 anni, sposato con due figli, dipendente di una ditta d’appalto ucciso il 5 dicembre del 1998 da un violento getto di vapore fuoriuscito da una tubazione mentre sopra un’impalcatura era impegnato in alcuni interventi di manutenzione degli impianti della Saras, è stata ricostruita ieri mattina dal pm Daniele Caria. Investito dal getto d’acqua bollente e ustionato in tutto il corpo, l’operaio era precipitato da un’altezza di 15 metri ed era finito nel piazzale della centrale termoelettrica della raffineria. Per Albino Brentan dirigente della Ms-Isolamenti e Marco Mazzucco della Riva & Mariani (le due società costituivano un consorzio d’imprese incaricato dalla Saras di realizzare un pontone per poter verificare successivamente alcune perdite in una tubazione degli impianti), il pm ha chiesto la condanna: nove mesi per omicidio colposo. Caria ha invece chiesto l’assoluzione per Enrico Santu di Portotorres residente a Sarroch (capo cantiere della Riva & Mariani, la società per cui lavorava la vittima), Alberto Ferri di Noceto residente a Milano (vice direttore dello stabilimento Saras) , Francesco Marini di Cagliari (capo servizio manutenzione), Carlo Vinci di Arbus residente a Capoterra (responsabile del servizio manutenzione, subordinato a Ferri), Enrico Murru di Cagliari (capo servizio impianti), Giulio Mureddu di Cagliari (responsabile del settore conversione della centrale termoelettrica). Gli altri quattro imputati hanno concordato il patteggiamento, sei mesi di reclusione da convertire in una pena pecuniaria: si tratta di Paolo Piccaluga di Cagliari (direttore dello stabilimento Saras), Umberto Iacomoni di Bari residente a Cagliari (responsabile del servzio manutenzione), Mario Castello di Quartu (responsabile della centrale termoelettrica che il giorno dell’incidente sostituiva il capo reparto), Benvenuto Sanna di Carbonia residente a Sarroch (capo turno della centrale termoelettrica). Sono tutti accusati di omicidio colposo: avrebbero fatto eseguire i lavori per l’individuazione della perdita senza fermare l’impianto nel quale circolava acqua fra gli 80 e i 160 gradi a una pressione di 80 atmosfere. Secondo l’accusa la rottura del tubo che causò la morte dell’operaio fu dovuta alla corrosione interna che non lo rese idoneo a resistere alla pressione. Il 7 aprile, parola alla difesa

 
inizio pagina   rassegna stampa