IL MESSAGGERO |
L’Arpam: troppi tumori
pleurici
Il dottor Mariottini:
«Dipende dall’esposizione alle fibre di amianto»
di LETIZIA LARICI
FALCONARA A fronte di un
rischio di mortalità generica inferiore alla media
regionale, si registrano nell'area di Falconara numerosi
decessi per tumori pleurici maligni e leucemia. Questi
ultimi però riferibili esclusivamente alle donne. Dati che
emergono da uno studio sullo stato di salute della
popolazione residente nel Comune, effettuato dal
dipartimento di epidemiologia ambientale dell'Arpam, su
richiesta della procura della Repubblica presso il Tribunale
di Ancona. L'indagine meramente descrittiva e che quindi non
si propone di dimostrare l'esistenza di un nesso di
causalità tra i decessi e l'ambiente è stata suddivisa in
due fasi. I dati inerenti alla prima, conclusa nel 2002,
sono già pubblicati sul sito dell'Arpam, che ha preso in
esame una porzione di territorio nel raggio di 30 Km da
Falconara. In fase di definizione invece la seconda parte
dello studio, destinata ad approfondire la questione delle
leucemie femminili nell'ambito comunale. Quanto ai risultati
già divulgati, si rileva "un possibile rischio di origine
occupazionale, correlato all'esposizione lavorativa
prolungata negli impianti petrolchimici", ma questo non è
dimostrabile. In pratica, come spiega l'autore dello studio,
il dottor Mauro Mariottini, l'Arpam non ha tenuto conto
delle specifiche situazioni occupazionali, ma solo dei
parametri generali di mortalità nel periodo dall'81 al '98,
utilizzando come criterio sussidiario la mappa dei ricoveri
ospedalieri dal '97 al 2000. "La connessione tra i decessi
da tumore pleurico e la connotazione lavorativa - sottolinea
il dottor Mariottini - è solo un'ipotesi, nulla di più. Va
inoltre osservato che il tumore pleurico presuppone di norma
l'esposizione alle fibre d'amianto. Si tratta di un agente
piuttosto diffuso nel territorio, quindi di per sé non
significativo di un particolare ambiente. Tuttavia,
considerato che questo tipo di tumore non è frequente, un
pur limitato incremento dei casi determina dal punto di
vista statistico un indice all'apparenza allarmante".
Mariottini osserva poi che la malattia è a decorso molto
lento, si parla di circa trenta anni; quindi per affermare
una equazione tra raffineria e tumore, si dovrebbe risalire
agli anni '60. " In ogni caso - aggiunge - la situazione di
Falconara appare molto più confortante di altri comuni
limitrofi, tra cui Ancona e Senigallia". A segnalare lo
studio dell'Arpam, con una lettera aperta, i comitati di
quartiere, il comitato 25 agosto e Medicina Democratica. "Lo
scorso 12 marzo - spiega Loris Calcina presidente del
comitato di Villanova - avevamo diffuso un comunicato per
sollecitare la Regione a fornirci i dati dello studio
epidemiologico sulla popolazione di Falconara, commissionato
all'Istituto Nazionale Tumori. Ci ha invece risposto il
dottor Mariottini per segnalarci lo studio pubblicato dall'Arpam,
che intendiamo approfondire. Ci chiediamo perché la Regione
abbia mantenuto questo silenzio. Attendiamo comunque il
completamento della seconda fase dello studio".
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CORRIERE ADRIATICO |
L'Arpam: "Ecco i dati sui
tumori" A Falconara
rischio inferiore rispetto alla provincia e alla regione. Ma
i comitati accusano: "Dati pubblicizzati in ritardo. E
perché se ne occupa la procura?"
FALCONARA - Rischio inferiore
di mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori a
Falconara nei confronti della popolazione provinciale e
regionale. Stessa riduzione del rischio per le patologie
cardiovascolati non infartuati e respiratorie. Non è stato
rilevato un incremento del rischio di ammalare di leucemia
in relazione alla vicinanza della residenza dei casi
rispetto alla raffineria Api. Sono questi i risultati della
prima fase dell'indagine epidemiologica terminata nel 2002 e
di un approfondimento dedicato alle leucemie femminili
condotti dall'Arpam sulla popolazione residente nel Comune
di Falconara. Lo ha reso noto Gisberto Paoloni, direttore
generale dell'Arpam, rispondendo a una lettera dei comitati
di quartiere Villanova e Fiumesino, XXV Agosto e Medicina
Democratica. E' una risposta alle perplessità sollevate dai
rappresentanti dei comitati in ordine al comportamento dell'Arpam
sulla pubblicizzazione di una ricerca ritenuta di
fondamentale importanza dai cittadini. Secondo i comitati,
al di là del contenuto dell'indagine, "va evidenziata la
preoccupante mancanza di informazione da parte della Regione
Marche per ciò che concerne gli studi sullo stato di salute
della popolazione residente nel comune di Falconara". "A
questo punto - osservano i comitati - vorremmo sapere se
sono stati informati il sindaco di Falconara ed il
presidente della Provincia e poi i motivi per i quali la
procura della Repubblica ha commissionato tale indagine all'Arpam".
Budini e Calcina poi ricordano che nel giugno del 2003 i
comitati chiesero alla Regione di "non procedere al rinnovo
della concessione alla raffineria Api senza almeno conoscere
i risultati dello studio preliminare commissionato
all'Istituto Nazionale Tumori di Milano". Tra l'altro,
sempre secondo i comitati, l'Arpam avrebbe in corso un
"approfondimento sulle leucemie femminili che avevano
mostrato un eccesso sospetto nella prima parte dello
studio", mentre la ricerca evidenzierebbe che "i tumori del
sistema emolinfoproteico presentano nel loro complesso la
maggior problematica del comune di Falconara". "Quini -
concludono i comitati - quando è stato concesso il rinnovo
l'Arpam e la Regione sapevano di essere in possesso di dati
quanto meno sospetti".
L'Ufficio Ambiente ha
scoperto nove siti
E' primavera, fioriscono le
discariche abusive
FALCONARA - Sono nove le
discariche abusive individuate di recente dall'Ufficio
Ambiente grazie al monitoraggio effettuato dai Vigili
Ambientali, e proprio in questi giorni la giunta comunale ha
dato il via libera alla pulizia che verrà effettuata dal Cam.
Fra i rifiuti abbandonati c'è un po' di tutto, dalla
spazzatura casalinga alle carcasse di veicoli, da un natante
tipo pilotina e, nell'area sottostante il cavalcavia
ferroviario di via dell'Industria, persino materiale
contenente amianto. Ecco nel dettaglio le nove aree: area di
parcheggio antistante l'ex hotel Luca dove sono stati
trovati rifiuti ferrosi, vecchi sanitari in ceramica,
residui di potature ed altri rifiuti urbani; nell'area verde
in Lungomare Rocca Priora, abbandonati sul terreno ci sono
vecchi mobili in legno e loro parti, una vecchia lavatrice,
numerosi barattoli di vernice, un natante tipo pilotina.
Sotto al cavalcavia ferroviario sul fiume Esino vi sono
rifiuti vari tra cui poltrone in pelle, un materasso, e
pneumatici di autocarri. Lungo la parte bassa di via
Castellaraccia ci sono pneumatici usurati, cumuli di terra e
calcinacci, parti di mobili in legno. In prossimità degli
argini del fosso della Castellaraccia ed al suo interno tra
la rigogliosa vegetazione, sono visibili un divano ed un
barile metallico. In due aree lungo via del Fiume sono stati
trovati calcinacci ed elettrodomestici, mentre per i residui
edilizi di vario genere sembra sia facilmente scelta via
Fossatello. Dall'utilizzo come discarica abusiva non si
salvano neanche le aree verdi, fra cui quella compresa tra
lo stadio "Fioretti" e la variante SS76 dove sono
concentrate carcasse di veicoli in disuso, rifiuti ferrosi,
batterie di autoveicoli; pneumatici e coperture in amianto
sono presenti invece al di sotto del cavalcavia ferroviario
di via dell'Industria. |
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