RASSEGNA STAMPA 24.03.2004

 

IL MESSAGGERO
L’Arpam: troppi tumori pleurici

Il dottor Mariottini: «Dipende dall’esposizione alle fibre di amianto»

di LETIZIA LARICI

FALCONARA A fronte di un rischio di mortalità generica inferiore alla media regionale, si registrano nell'area di Falconara numerosi decessi per tumori pleurici maligni e leucemia. Questi ultimi però riferibili esclusivamente alle donne. Dati che emergono da uno studio sullo stato di salute della popolazione residente nel Comune, effettuato dal dipartimento di epidemiologia ambientale dell'Arpam, su richiesta della procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona. L'indagine meramente descrittiva e che quindi non si propone di dimostrare l'esistenza di un nesso di causalità tra i decessi e l'ambiente è stata suddivisa in due fasi. I dati inerenti alla prima, conclusa nel 2002, sono già pubblicati sul sito dell'Arpam, che ha preso in esame una porzione di territorio nel raggio di 30 Km da Falconara. In fase di definizione invece la seconda parte dello studio, destinata ad approfondire la questione delle leucemie femminili nell'ambito comunale. Quanto ai risultati già divulgati, si rileva "un possibile rischio di origine occupazionale, correlato all'esposizione lavorativa prolungata negli impianti petrolchimici", ma questo non è dimostrabile. In pratica, come spiega l'autore dello studio, il dottor Mauro Mariottini, l'Arpam non ha tenuto conto delle specifiche situazioni occupazionali, ma solo dei parametri generali di mortalità nel periodo dall'81 al '98, utilizzando come criterio sussidiario la mappa dei ricoveri ospedalieri dal '97 al 2000. "La connessione tra i decessi da tumore pleurico e la connotazione lavorativa - sottolinea il dottor Mariottini - è solo un'ipotesi, nulla di più. Va inoltre osservato che il tumore pleurico presuppone di norma l'esposizione alle fibre d'amianto. Si tratta di un agente piuttosto diffuso nel territorio, quindi di per sé non significativo di un particolare ambiente. Tuttavia, considerato che questo tipo di tumore non è frequente, un pur limitato incremento dei casi determina dal punto di vista statistico un indice all'apparenza allarmante". Mariottini osserva poi che la malattia è a decorso molto lento, si parla di circa trenta anni; quindi per affermare una equazione tra raffineria e tumore, si dovrebbe risalire agli anni '60. " In ogni caso - aggiunge - la situazione di Falconara appare molto più confortante di altri comuni limitrofi, tra cui Ancona e Senigallia". A segnalare lo studio dell'Arpam, con una lettera aperta, i comitati di quartiere, il comitato 25 agosto e Medicina Democratica. "Lo scorso 12 marzo - spiega Loris Calcina presidente del comitato di Villanova - avevamo diffuso un comunicato per sollecitare la Regione a fornirci i dati dello studio epidemiologico sulla popolazione di Falconara, commissionato all'Istituto Nazionale Tumori. Ci ha invece risposto il dottor Mariottini per segnalarci lo studio pubblicato dall'Arpam, che intendiamo approfondire. Ci chiediamo perché la Regione abbia mantenuto questo silenzio. Attendiamo comunque il completamento della seconda fase dello studio".

 
CORRIERE ADRIATICO
L'Arpam: "Ecco i dati sui tumori"

A Falconara rischio inferiore rispetto alla provincia e alla regione. Ma i comitati accusano: "Dati pubblicizzati in ritardo. E perché se ne occupa la procura?"

FALCONARA - Rischio inferiore di mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori a Falconara nei confronti della popolazione provinciale e regionale. Stessa riduzione del rischio per le patologie cardiovascolati non infartuati e respiratorie. Non è stato rilevato un incremento del rischio di ammalare di leucemia in relazione alla vicinanza della residenza dei casi rispetto alla raffineria Api. Sono questi i risultati della prima fase dell'indagine epidemiologica terminata nel 2002 e di un approfondimento dedicato alle leucemie femminili condotti dall'Arpam sulla popolazione residente nel Comune di Falconara. Lo ha reso noto Gisberto Paoloni, direttore generale dell'Arpam, rispondendo a una lettera dei comitati di quartiere Villanova e Fiumesino, XXV Agosto e Medicina Democratica. E' una risposta alle perplessità sollevate dai rappresentanti dei comitati in ordine al comportamento dell'Arpam sulla pubblicizzazione di una ricerca ritenuta di fondamentale importanza dai cittadini. Secondo i comitati, al di là del contenuto dell'indagine, "va evidenziata la preoccupante mancanza di informazione da parte della Regione Marche per ciò che concerne gli studi sullo stato di salute della popolazione residente nel comune di Falconara". "A questo punto - osservano i comitati - vorremmo sapere se sono stati informati il sindaco di Falconara ed il presidente della Provincia e poi i motivi per i quali la procura della Repubblica ha commissionato tale indagine all'Arpam". Budini e Calcina poi ricordano che nel giugno del 2003 i comitati chiesero alla Regione di "non procedere al rinnovo della concessione alla raffineria Api senza almeno conoscere i risultati dello studio preliminare commissionato all'Istituto Nazionale Tumori di Milano". Tra l'altro, sempre secondo i comitati, l'Arpam avrebbe in corso un "approfondimento sulle leucemie femminili che avevano mostrato un eccesso sospetto nella prima parte dello studio", mentre la ricerca evidenzierebbe che "i tumori del sistema emolinfoproteico presentano nel loro complesso la maggior problematica del comune di Falconara". "Quini - concludono i comitati - quando è stato concesso il rinnovo l'Arpam e la Regione sapevano di essere in possesso di dati quanto meno sospetti".

L'Ufficio Ambiente ha scoperto nove siti

E' primavera, fioriscono le discariche abusive

FALCONARA - Sono nove le discariche abusive individuate di recente dall'Ufficio Ambiente grazie al monitoraggio effettuato dai Vigili Ambientali, e proprio in questi giorni la giunta comunale ha dato il via libera alla pulizia che verrà effettuata dal Cam. Fra i rifiuti abbandonati c'è un po' di tutto, dalla spazzatura casalinga alle carcasse di veicoli, da un natante tipo pilotina e, nell'area sottostante il cavalcavia ferroviario di via dell'Industria, persino materiale contenente amianto. Ecco nel dettaglio le nove aree: area di parcheggio antistante l'ex hotel Luca dove sono stati trovati rifiuti ferrosi, vecchi sanitari in ceramica, residui di potature ed altri rifiuti urbani; nell'area verde in Lungomare Rocca Priora, abbandonati sul terreno ci sono vecchi mobili in legno e loro parti, una vecchia lavatrice, numerosi barattoli di vernice, un natante tipo pilotina. Sotto al cavalcavia ferroviario sul fiume Esino vi sono rifiuti vari tra cui poltrone in pelle, un materasso, e pneumatici di autocarri. Lungo la parte bassa di via Castellaraccia ci sono pneumatici usurati, cumuli di terra e calcinacci, parti di mobili in legno. In prossimità degli argini del fosso della Castellaraccia ed al suo interno tra la rigogliosa vegetazione, sono visibili un divano ed un barile metallico. In due aree lungo via del Fiume sono stati trovati calcinacci ed elettrodomestici, mentre per i residui edilizi di vario genere sembra sia facilmente scelta via Fossatello. Dall'utilizzo come discarica abusiva non si salvano neanche le aree verdi, fra cui quella compresa tra lo stadio "Fioretti" e la variante SS76 dove sono concentrate carcasse di veicoli in disuso, rifiuti ferrosi, batterie di autoveicoli; pneumatici e coperture in amianto sono presenti invece al di sotto del cavalcavia ferroviario di via dell'Industria.