Api, è arrivato il consulente
d’accusa
Intanto nella raffineria si è
verificata una evaporazione di idrocarburi
di GIAMPAOLO MILZI
E' un ingegnere nucleare,
esperto nelle tecniche più moderne per l'eco-recupero di
zone afflitte da intossicazione cronica da veleni
industriali. E poi è "garantito" dal ministero
dell'Ambiente, dove copre il ruolo di vicedirettore di
dipartimento. Non ha perso tempo Marco Giangrasso per
gettarsi a capofitto - idealmente, s'intende - nelle viscere
della raffineria di Falconara. E materialmente nella
montagna di pratiche, tabelle, documentazioni cartacee e
informatiche sequestrate dai carabinieri del Noe, che
indagano sull'eventuale "aggiustamento al ribasso" dei dati
sulla contaminazione del sito Api. La scelta del
super-consulente - fondamentale il suo ruolo nell'inchiesta
su un eventuale depistaggio delle procedure (violazione del
decreto Ronchi) finalizzare al risanamento ambientale
dell'area dello stabilimento di produzione petrolifera
attraverso un ritocco dei parametri d'inquinamento accertati
sul campo (falso in atto pubblico) - è formalmente opera
della procura della Repubblica di Ancona, ma sostanzialmente
frutto di una concertazione con Roma. E' stato il
funzionario Francesco Mascazzini, direttore generale
dell'Ufficio rifiuti e bonifiche del ministero, a indicare
in Giangrasso, suo collaboratore, l'uomo ideale per fare
chiarezza su un giallo che per ora si è tradotto in un'unica
informazione di garanzia: quella inviata all'imprenditore
Federico Sardi, rappresentante legale della "Remedia spa",
l'azienda incaricata dall'Api dei rilievi e degli studi per
la messa in sicurezza e pre-bonifica (ma potrebbe essere
iscritta nel registro degli indagati anche la sub-contraente
"Simam", che si stava occupando di verifiche mirate alla
contaminazione superficiale). Il perito d’accusa, Mascazzini,
lo ha inviato a Falconara dopo aver congelato ”causa
inchiesta” l’iter delle conferenze di servizio appena
avviato al ministero sulla bonifica del sito Api. Vigili in
azione I vigili ambientali sono entrati in azione
all'interno della raffineria, dopo che segnalazioni
pervenute l’altro ieri all'Ufficio ambiente del Comune
denunciavano la presenza di un forte odore di idrocarburi
nei quartieri di Villanova e Fiumesino. «L' intervento della
polizia municipale - si legge in una nota del Comune - ha
potuto riscontrare la veridicità della situazione
evidenziata, verificatasi probabilmente durante le fasi di
trasferimento di semilavorati non stabilizzati all'interno
di un serbatoio». Entro 24-36 ore, l' azienda ha garantito
che provvederà allo spostamento del prodotto in un altro
serbatoio, operazione che i vigili ambientali «stanno
seguendo scrupolosamente». Anche l' Arpam è stata informata.
Dal canto suo l'Api precisa che «l'odore di idrocarburi
avvertito intorno alla raffineria è stato conseguente alla
temporanea evaporazione di prodotto semilavorato all'interno
di un serbatoio, nel corso di attività legate alla fermata
di un'unità per manutenzione preventiva».
Sonno e psiche disturbati
per i cittadini di Villanova
INQUINAMENTO ACUSTICO
Disturbi del sonno e della
psiche. La causa di tutto sono i rumori insopportabili a cui
sono sottoposti i cittadini del quartiere Villanova a
Falconara. L'inquinamento acustico prodotto dallo scalo
merci ha messo in ginocchio gli abitanti del quartiere. Se
ne è discusso ieri mattina nello studio dell'avvocato
Stefano Crispiani dove sono emersi i dati allarmanti nei
riguardi del problema. Lo scalo merci è stato installato nel
'95 e da allora i residenti non hanno più dormito sonni
tranquilli. I continui urti tra i carri provocano dei boati
che impediscono ai residenti di godersi le ore notturne.
Inoltre le abitazioni sono state costruite prima
dell'installazione dello scalo merci lasciando gli abitanti
sbalorditi quando hanno scoperto il risvolto della medaglia.
Si sono susseguiti due rilevamenti acustici di cui uno
operato dal Dipartimento Energetico dell'Università di
Ancona. Il responso è stato uno sforamento di gran lunga
superiore al limite consentito. «Ci sentiamo praticamente
abbandonati dall'Amministrazione pubblica- replica Loris
Calcina presidente del comitato cittadino di Villanova-
tutte le promesse di tutela dell'area non sono state
mantenute». Dall'ottobre 2002 si sono moltiplicate le
richieste di intervento e nonostante l'ordinanza emessa dal
sindaco di Falconara il problema non sembra essersi risolto.
«Sono evidenti delle violazioni del provvedimento- continua
il presidente Calcina- e ora non siamo più in grado di
tollerare una simile situazione». A sostegno dei cittadini
martoriati dai rumori notturni è intervenuto lo psicologo
Claudio Fratesi. «I ragazzi sottoposti a questo carico di
stress- dice- risultano affetti forti cali di rendimento
nelle attività scolastiche». |
Nuove esalazioni, i vigili
entrano all'Api
Sono state le proteste dei
cittadini a spingere il Comune al sopralluogo L'azienda:
"Tutto risolto in 36 ore al massimo" De' Paolis: "L'ansia è
continua, siamo stremati". Problemi ad un serbatoio, il
semilavorato trasferito in una sede adeguata
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Sopralluogo dei
vigili ambientali del comune di Falconara all'interno della
raffineria Api dopo le segnalazioni dei cittadini a
proposito di forti e persistenti cattivi odori che si sono
diffusi nei quartieri di Villanova e Fiumesino a partire da
lunedì scorso. A quanto pare, almeno secondo la nota
ufficiale emessa dall'azienda, l'odore di idrocarburi
avvertito intorno alla raffineria, sarebbe stato
"conseguente alla temporanea evaporazione di prodotto
semilavorato all'interno di un serbatoio, nel corso di
attività legate alla fermata di un'unità per manutenzione
preventiva". "Al verificarsi del fatto - prosegue il
comunicato - la raffineria è intervenuta effettuando il
trasferimento del prodotto in un serbatoio con
caratteristiche adeguate al contenimento del fenomeno; il
che ha consentito il miglioramento della situazione".
L'operazione di trasferimento dovrebbe terminare entro oggi
sotto lo stretto controllo dei vigili ambientali di
Falconara. "La polizia municipale - precisa il dirigente
dell'ufficio ambiente Paolo Angeloni - ha potuto riscontrare
sul posto la veridicità della situazione evidenziata dalle
telefonate dei residenti, il problema potrebbe essersi
verificato durante le fasi di trasferimento o di stoccaggio
di semilavorati non stabilizzati. Entro ventiquattro,
trentasei ore, l'azienda ha garantito che provvederà allo
spostamento del prodotto in un altro serbatoio, operazione
che i vigili ambientali, prontamente intervenuti, stanno
seguendo scrupolosamente in tutte le sue fasi". Assediati
per più di tre giorni da un odore acre e persistente e dal
"solito rumore sordo proveniente dagli impianti di
raffinazione", i residenti del quartiere di Fiumesino adesso
chiedono non solo una tregua, ma anche e soprattutto
"soluzioni efficaci e definitive a tutela della salute". "Da
lunedì scorso - commenta Massimo De' Paolis vice presidente
del comitato dei residenti - abbiamo cominciato a percepire
questo odore fortissimo e poi quasi in contemporanea il
rumore fisso, sordo, sotterraneo come quello di una scossa
di terremoto, una situazione che è andata avanti anche
martedì e mercoledì, nonostante le telefonate all'ufficio
ambiente, allertato anche da molti altri falconaresi perché
grazie al vento la puzza si è diffusa presto a Villanova e
nelle zone alte della città". Oltre che alle competenti
strutture comunali la situazione di disagio è stata
segnalata all'Arpam ed alla procura della Repubblica poiché,
spiegano i residenti del quartiere situato a pochi metri in
linea d'aria dalla raffineria Api, "siamo stufi di pagare di
tasca nostra e sulla nostra pelle problemi ed inconvenienti
che si verificano sempre più spesso". De' Paolis, infatti,
parla di "episodi ormai frequentissimi che provocano ansia e
tensione anche perché da parte di chi dovrebbe effettuare
dei controlli arrivano solo risposte laconiche ed evasive e
poi nessuna precisazione su quanto accade all'interno
dell'impianto". Il cattivo odore, che nei giorni passati
aggrediva violentemente alla gola ed allo stomaco, ha
provocato soprattutto "sensazioni di malessere e difficoltà
di respirazione", ma sembra che nessuno sia ricorso alle
cure mediche. L'Arpam, già avvisata dai componenti del
comitato di Fiumesino, è stata messa al corrente
dell'accaduto e di tutte le evoluzioni della vicenda anche
dai tecnici dall'ufficio ambiente del Comune di Falconara. A
causa dell'aria irrespirabile per via delle esalazioni di
prodotto anche all'interno della raffineria, i dipendenti
dell'azienda falconarese, a puro scopo cautelativo, sembra
si siano sottoposti, pur in assenza di qualsiasi
sintomatologia, ad una visita di controllo preventivo.
Stress da treni e rumori
Villanova, i residenti
scendono in campo coi certificati medici. Vibrano le case,
inascoltato l'invito della Regione
di MARINA MINELLI
FALCONARA - "Dieci
segnalazioni dal 2002, un'ordinanza sindacale mai applicata
e nessuna risposta da parte degli assessorati competenti e a
fare le spese di questo assordante silenzio sono soltanto i
cittadini di Villanova che vivono nelle immediate vicinanze
dello scalo merci ferroviario". Dopo sei anni di proteste e
di lettere alle autorità il comitato dei residenti adesso
parla apertamente di "danni alla salute" e chiede dei
provvedimenti immediati perché "anche se lo scalo merci in
un futuro prossimo andrà via, noi lì ci abitiamo adesso fra
rumori assordanti di giorno e di notte". La diagnosi dello
psicologo Claudio Fratesi, che per conto della sezione
locale di Medicina Democratica ha visitato di recente alcuni
residenti, evidenzia "stress da carenza di riposo e
conseguente calo di rendimento con, in più, tutti gli
effetti collaterali connessi all'assunzione di
antidepressivi, fra cui anche l'abbassamento delle difese
immunitarie". Eppure, ricorda il presidente del comitato di
Villanova, Loris Calcina, "nella dichiarazione di area ad
elevato rischio di crisi ambientale un intero paragrafo era
dedicato al problema rappresentato dalla presenza dello
scalo merci in ambito urbano definito addirittura, 'fonte di
inquinamento acustico ed atmosferico' tale da rendere la
situazione insopportabile ai residenti". Secondo il
documento della Regione nello scalo falconarese avrebbero
dovuto, quanto prima, "essere vietate le manovre a spinta
dei carri, onde evitare l'urto violento tra gli stessi e
l'attività in generale nelle ore notturne". "Lettera morta -
prosegue Calcina - è rimasto anche il progetto pilota per
valutare, sperimentare ed attuare interventi di risanamento
per l'inquinamento da rumore prodotto dalle infrastrutture
ferroviarie". Insomma nulla è stato fatto, i residenti
continuano a non poter riposare e, osserva Calcina, "altri
binari sono stati aggiunti a quelli esistenti nello scalo e
sono stati addirittura installati a soli tre metri dalle
abitazioni, determinando non solo aumento della rumorosità,
ma diffusione di vibrazioni nelle strutture delle stesse
case". |