«Quale Cirami. Il processo
resti ad Ancona»
Lo chiede anche l’Api: «Mai
pensato di invocare il legittimo sospetto»
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - Pioggia di fischi
sui legali che hanno tirato in ballo la “Cirami” per
stoppare il processo sul rogo che il 25 agosto 1999 uccise
in raffineria i tecnici Mario Gandolfi ed Ettore Giulian.
Fischi da tutte le parti, Api compresa, nonostante il suo
duplice ruolo di parte offesa e responsabile civile in una
causa penale che vede come imputati 6 persone (tra
dirigenti, capiservizio e operai) accusate di incendio e
omicidio colposo plurimo. «Mai pensato di invocare la legge
Cirami, nonostante la costante attenzione della stampa sulle
vicende della raffineria. Mai pensato che il nostro giudice
naturale potesse essere condizionato», ha detto l'avvocato
Giuseppe Biacca a nome dell'azienda falconarese. «Addolorato
di fronte a un'istanza per la sospensione del processo che,
per essere buoni, può essere definita paradossale e fuori
luogo» l'avvocato Stefano Crispiani, che assiste i comitati
dei residenti di Fiumesino e Villanova, assieme a 11
cittadini parte civile in giudizio come titolari
dell'interesse dei falconaresi alla qualità della vita. Ma
proprio per questo artefici di quel «contesto climatico
pesante, amplificato da manifestazioni di piazza e dalla
stampa e quindi capace di influenzare indirettamente
l'oggetto del giudizio e il soggetto giudicante», menzionato
dall'avvocato Alberto Simeone nell'illustrare l'istanza di
remissione scritta con Alessandro Sorana (che con lui
difende il dipendente Api Pierfrancesco Carletti, figlio
dell'europarlamentare Silvana Barbati) e presentata
nell'udienza di lunedì scorso. Di più: Sorana scrive di
«cittadini e comitati animati da volontà di vendetta» (da
qui lo «sgomento» e «il dispiacere» di Crispiani). Quanto al
giudice monocratico del Tribunale di Ancona Vincenzo Capezza,
ha sì ammesso l'istanza, trasmettendola alla Corte di
Cassazione, ma non ha sospeso il processo. Che però ora
corre il rischio di essere trasferito dalla Corte in un
altro foro, qualora essa riconosca che quello di Ancona è
viziato da “incompatibilità ambientale”, perché
condizionabile dal “polverone” sollevato da media,
ambientalisti, gruppi di cittadini e da «tutti i soggetti
che hanno interesse ad amplificare l'eco del processo»
(sempre per citare le motivazioni pro-trasferimento della
richiesta di Simeone, il cui nome, come parlamentare di An,
è legato anche a una legge sui benefici penitenziari).
Istanza di remissione bollata come «paradossale» anche
dall'avvocato Rino Pirani, battutosi con successo per la
costituzione di parte civile del Comune di Falconara, che a
seguito del rogo ha dovuto «modificare il Prg, spendere per
costituire un Ufficio Ambiente e incassare una batosta
riguardo alla sua vocazione turistica». Difende l'operato
dei giornali, Pirani, così come Crispiani: «Si sono occupati
del caso senza mai esagerare, e poi non è stato forse un
disastro?». «Né gli articoli né la pubblica opinione possono
condizionare il nostro giudice naturale - ha aggiunto
interpretando l'Api-pensiero Biacca - Viviamo a Falconara,
compresa nella sede di questo giudice, da 70 anni, e non ci
è mai venuta in mente un'idea del genere. Esprimiamo piena
fiducia nella Magistratura anconetana, ben capace di
garantire la terzietà nel giudizio». Il processo riprenderà
il 7 aprile. Il pm Tedeschini avrebbe le prove che tutti gli
imputati - l'ex direttore della raffineria Giovanni Saronne,
quello attuale Franco Bellucci, i responsabili manutenzione
Claudio Conti e Sergio Brunelli, gli operai Gaetano
Bonvissuto e Pierfrancesco Carletti - abbiano commesso
leggerezze, tali da non evitare il disastro.
Targhe alterne, lunedì si
parte
di Letizia Larici
FALCONARA - Operazione targhe
alterne: lunedì è il turno delle dispari. Il Comune ha
emesso l'altro ieri la sua ordinanza di adesione al
provvedimento provinciale contro l'inquinamento. Così a
partire da dopodomani sino al 29 marzo, ogni domenica e
lunedì circolazione limitata dalle 8.30 alle 12.30 e dalle
15 alle 19 su tutto il territorio di Falconara. Via libera
nei giorni pari ai veicoli con ultimo numero di targa zero o
pari, mentre nei giorni dispari a quelli con ultimo numero
dispari. Il comando di polizia municipale, che non ha fatto
in tempo a predisporre per questo lunedì un'apposita
segnaletica, è comunque pronto a far fronte alla prima
giornata del provvedimento. «In linea di massima- dice il
dirigente Paolo Angeloni - pensiamo di posizionare 5
pattuglie nei 5 accessi strategici al territorio: Palombina,
Barcaglione, Castelferretti (uscita autostrada), Villanova e
via Marconi. Nessun blocco del traffico, ma semplici
controlli. Chi verrà colto a transitare in divieto sarà
sanzionato e probabilmente rimandato indietro». La sanzione
per i contravventori è di 68.25 euro. Esentate dalla
limitazione 27 categorie di veicoli, tra cui quelli
alimentati a Gpl ed elettrici. |
"Ho negoziato con l'Api per
tutelare l'ambiente"
L'assessore Amagliani replica
ai comitati
L'assessore regionale
all'Ambiente, Marco Amagliani, replica ai Comitati cittadini
di Falconara che sulla questione dell'inquinamento da
idrocarburi del sottosuolo della raffineria avevano chiamato
direttamente in causa "le responsabilità della Giunta
regionale e, in particolare, dell'assessore Amagliani, per
il rinnovo della concessione". Amagliani ricorda che
all'inizio della sua attività di assessore all'Ambiente
mancavano 40 giorni per il rinnovo anticipato all'API con lo
strumento del silenzio-assenso, il che sarebbe
automaticamente avvenuto senza poter inserire alcuna
prescrizione, impegni e scadenze tramite il Protocollo
d'Intesa. "La prima azione svolta - ricorda Amagliani - è
stata quella di costruire un percorso complesso e negoziale,
che era ed é inevitabile nel contesto giuridico delle norme
vigenti. Su questo punto cruciale, le diverse componenti
tecnico-amministrative e legali dell'apparato regionale
hanno indicato lo scenario operativo, al cui interno
esercitare le diverse opzioni della politica, escludendo in
quanto non praticabile, l'ipotesi del rinvio ulteriore o del
diniego della concessione". E' in quel contesto, che per
Amagliani non prevede l'uso giuridico strumentale delle
norme sulla bonifica come grimaldello per negazioni o
rinvii, che "si è avviato il difficile lavoro sulle
prescrizioni e sui contenuti del Protocollo d'Intesa con
l'API". "E' bene ricordare alle istituzioni e ai cittadini
attenti, che fino ad allora, sono stato l'unico capogruppo
consiliare della maggioranza regionale a chiedere di
discutere la questione Api in modo approfondito e completo,
che significa appunto mettere nella giusta considerazione la
sicurezza, l'ambiente, la salute, il lavoro". Amagliani
chiede allora: "Perché puntare l'indice esclusivamente su
chi ha messo in essere tutto ciò che era in grado di fare,
giuridicamente e amministrativamente, assumendosi
responsabilità che andavano ben oltre il proprio ruolo?" |