IL MESSAGGERO |
«Qui conta solo una cosa:
l’inquinamento»
LA VOCE DEI COMITATI
FALCONARA - Api, bonifica e
inquinamento. Interviene il comitato cittadino “25 Agosto”.
«A prescindere dalle eventuali temute falsificazioni dei
dati sull'inquinamento da parte di ditte incaricate della
messa in sicurezza del sito della raffineria Api - scrivono
i presidenti delle associazioni Loris Calcina e Franco
Budini e la portavoce del Comitato Elisa Griffoni - il fatto
concreto e reale è che l'inquinamento da idrocarburi del
sottosuolo esiste e perdura da anni. E che esso sussista e
si estenda al di fuori della proprietà Api è stato accertato
dall'Arpam e dal Comune di Falconara già alla fine del 2000.
Quindi, come ha fatto la Regione Marche a rinnovare con un
inquinamento in atto la concessione all’Api fino al 2020,
molti anni prima della sua naturale scadenza (2008), quando
le norme dettate dal Codice della Navigazione prevedono
addirittura la decadenza delle concessioni per inadempienza
degli obblighi derivanti dalla concessione o imposti da
norme di legge e regolamenti? Inoltre che lo studio prodotto
a ottobre 2002 dalla stessa società indagata Remedia aveva
fornito dati allarmanti sulla possibile diffusione,
attraverso la falda, della massa contaminante di idrocarburi
verso il mare e il fiume Esino: fino a 20 litri al secondo!
Abbiamo sempre sostenuto che la decisione riguardo il
rinnovo della concessione dovesse essere quantomeno
rimandata alla sua naturale scadenza poiché, oltre alla
mancanza di un piano energetico regionale e di uno studio
epidemiologico sulla popolazione esposta, non era ancora
chiaro il quadro definitivo del reale livello ed estensione
della contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo e nelle
acque di falda. Alla luce delle possibili paventate
manipolazioni di quei dati, la realtà che ci si presenta è
ancor più grave».
Querelle bonifica,
D’Ambrosio: «Siamo sereni»
Il Governatore interviene sul
caso rovente di Falconara. E attacca Carletti: «Perché non
si scalda egualmente per l’ex Montedison?» La Regione ha
rilasciato la concessione all’Api: «Seguiamo con attenzione
l’inchiesta della magistratura»
Un "trucco" nei dati
sull'inquinamento funzionali alla pre-bonfica Api? Il
Governatore delle Marche Vito D'Ambrosio usa in un
comunicato l'avverbio «serenamente» per sottolineare lo
stato d'animo con cui la Regione attende «le risultanze
delle indagini in corso da parte della Magistratura».
Un'attesa caratterizzata da un «eguale» sereno «spirito di
fiducia» - quella legata all'inchiesta per falso e
violazione del Decreto Ronchi a carico della ditta "Remedia"
incaricata dai dirigenti della raffineria di Falconara di
studiare il campo in vista del futuro risanamento del sito -
anche per quanto riguarda il ricorso al Tar proposto dal
Comune retto dal sindaco Carletti contro il decreto di
rinnovo della concessione di produzione industriale fino al
2020 deciso dalla Regione. Ma nella nota D'Ambrosio
definisce quel ricorso come «sorprendente e inopportuno per
i corretti rapporti tra istituzioni». I riferimenti del
presidente-magistrato al pieno rispetto degli esiti del
lavoro della Giustizia penale e amministrativa sono solo uno
dei passaggi in cui, punto per punto, risponde «stupito e
con rammarico» alla lettera aperta indirizzatagli dal
sindaco di Falconara in seguito alle ombre giudiziarie, e
relative polemiche, addensatesi sul cruciale nodo della
bonifica Api. Rammaricato, D'Ambrosio perché Carletti è
«ricorso a sistemi di comunicazione in contrasto assoluto
con il clima di leale collaborazione tra istituzioni, al
quale invece la Regione ispira costantemente la sua
condotta». E a Carletti ricorda che «dopo aver partecipato
alla intensa fase del confronto con la Regione, la Provincia
di Ancona e l' azienda per giungere alla definizione di un
atto concessorio carico di stringenti prescrizioni tecniche
ed al Protocollo d'intesa, seriamente impegnativo per l'
Api, atti condivisi dall'intera maggioranza al governo della
Regione, non sono emerse motivazioni trasparenti, di una
qualche rilevanza, per la non sottoscrizione dell' accordo
da parte del Comune di Falconara Marittima». D'Ambrosio,
ricorda «che la titolarità del procedimento di bonifica del
suolo è del ministero dell'Ambiente, che peraltro non è
oggetto degli strali polemici del sindaco di Falconara».
D'Ambrosio poi rivendica e difende il ruolo di controllo
sempre ben svolto dalla Regione. Che «con l'Arpam ha
respinto le proposte tecniche dell'Api sulle metodologie per
il monitoraggio e la bonifica dei suoli». Senza contare che
«dagli approfondimenti in corso scaturiranno protocolli
tecnici e ulteriori oneri per l' azienda, nel pieno rispetto
della concessione petrolifera» in vista «del totale
disinquinamento del sito». E' chiaro che la giunta
regionale, «non ha abdicato alle sue funzioni; segue
direttamente le operazioni di messa in sicurezza, di
bonifica e di monitoraggio; sta lavorando alla riduzione
dell' impatto ambientale della raffineria anche tramite
progetti innovativi per il territorio ed i suoi servizi
primari a partire dal risparmio energetico; ribadisce il
proprio impegno per la salute di tutti i cittadini; si
riserva nei casi previsti di attivare le procedure per
sospendere la validità della concessione stessa». Infine,
una duplice stoccata a Carletti: se si dovesse accertare la
"tragedia" per la popolazione temuta dal sindaco, il primo
cittadino «potrebbe autorevolmente intervenire con i propri
poteri di massima autorità sanitaria locale»; «per coerenza
e trasparenza ci si può chiedere come mai almeno altrettanta
fermezza non è usata dal Comune per il sito della ex
Montedison e che certo non coinvolge l' occupazione di oltre
1.500 lavoratori?».
Ex Montedison, gli
interessi si spostano a monte
Dopo il sopralluogo di
Bohigas il Comune considera eventuali modifiche al Prg del
’99
di LETIZIA LARICI
«Non escludiamo modifiche al
Prg, né la possibilità di optare per una edificazione di
maggior consistenza nell'area a monte, mantenendo più libera
quella a mare, ovvero il sito ex Montedison. Molto dipenderà
dal parere della Sovrintendenza». Per Riccardo Picciafuoco,
redattore del Prg '99, le previsioni urbanistiche potrebbero
variare in base al disegno di trasformazione territoriale
con vocazione turistico-commerciale dell'Apu3 affidato a
Oriol Bohigas dai Comuni di Falconara e Montemarciano,
unitamente all'Agricola Poggio, proprietaria dell'area, che
hanno messo la propria firma in calce a un protocollo
d'intesa. E secondo l'architetto catalano, arrivato lunedì
pomeriggio a Falconara insieme al collega Oriol Capodevila
per compiere un sopralluogo nella zona da “riabilitare”
(quella a nord di Falconara, al confine con il Comune di
Montemarciano, sulla quale insiste lo stabilimento ex
Montedison), nel sito, cuore pulsante del complesso
produttivo dimesso, andrebbero conservati solo «tre edifici
di particolare interesse architettonico, il resto sarebbe da
demolire». Questo il parere del super esperto che ieri, nel
corso di una conferenza stampa (presenti i tecnici del
Comune di Falconara e Aldo Pollarini, titolare dell'Agricola
Poggio) ha spiegato che «se il progetto preliminare di
riqualificazione è in fase di studio, il vero nodo da
sciogliere resta il procedimento di vincolo architettonico
avviato dalla Sovrintendenza per porre sotto tutela tutti i
fabbricati che si affacciano sulla spiaggia ai confini con
il Comune di Marina di Montemarciano». Vincolo che non
consentirebbe ai firmatari del protocollo di procedere
all'auspicata demolizione di parte dei manufatti,
interferendo con la realizzazione del progetto, che prevede
la costruzione di villette, alberghi, e altri contenitori
destinati al tempo libero. Così ieri tutti gli intervenuti
si sono recati dal Sovrintendente ai Beni Architettonici
Aldo Scoppola per sollevare le proprie obiezioni. «Hanno
chiesto - spiega il Sovrintendente - di mantenere solo 3
edifici, sottoponendo il resto dell'area a tutela indiretta.
Il che significherebbe la possibilità di demolire, ma ogni
eventuale ricostruzione o ripristino non potrebbe comportare
una modifica della cornice del sito».
LA BONIFICA
di Letizia Larici
FALCONARA - «Non spetta a me
decidere il tipo di bonifica, non sono un esperto in
inquinamento». Oriol Bohigas tiene a precisare che con la
questione del risanamento ex Montedison non ha nulla a che
fare. Ma è innegabile che la destinazione di quell'area
dipenda dalla procedura di bonifica attuata. Ad occuparsene
la proprietaria Agricola Poggio che sta procedendo con «la
caratterizzazione del sito, in linea con le direttive del
Ministero dell'ambiente». Così Aldo Pollarini, presidente
della società, che precisa come «la perizia Biancani
rappresenti il passato, ora è allo studio una nuova
procedura di bonifica. Non abbiamo ancora un'idea precisa,
le variabili potrebbero essere tante. Dipenderà dai nostri
interlocutori, in primis dal Ministero che si dovrà
esprimere sulla caratterizazione».
Provincia, l’assessore dei
Verdi è Montesi
Ma lo strappo Api resta.
Giancarli, questione morale e stilettate a Vannucci
di FABIO PIANGERELLI
DIFFICILE far quadrare i
cerchi. La Provincia si ripresenta con l’assessore verde in
Giunta. Ma dal 23 ottobre, giorno della cacciata di Massimo
Binci, nulla è cambiato. La Giunta Giancarli sull’Api la
pensa in un modo. I Verdi all’opposto. E se Binci fu
allontanato perché si rifiutò di firmare la ratifica del
protocollo d’intesa che prolunga la concessione all’Api, il
successore, Luciano Montesi, presentato ieri a Palazzo di
vetro, si sarebbe comportato come Binci. «A lui - esordisce
Montesi - va riconosciuta coerenza». Dunque? La quadratura
del cerchio del presidente Giancarli: «E’ un fatto passato,
dobbiamo guardare al futuro». Appunto. I cerchi non si
quadrano. Ma la Provincia riparte col segretario regionale
dei Verdi in Giunta. Significa che il cartello è ricomposto.
Per il resto, sui contenuti, si procede a rischio
collisione. Montesi, senigalliese, dal '97 portavoce
provinciale, dal '98 consigliere comunale a Senigallia e dal
2002 presidente e portavoce regionale dei Verdi, avrà le
stesse deleghe di Binci: Trasporti, Infrastrutture, Turismo.
«La vicenda dell’allontanamento di Binci dalla giunta ha
rappresentato un passaggio molto delicato. Però - ha
spiegato -, il riconoscimento dato da Giancarli alla sua
coerenza è stato la base che ha reso possibile la ripresa
del dialogo. La soluzione politica raggiunta qui in
Provincia potrà favorire anche la ripresa del dialogo in
Regione». I Verdi tornano in Provincia per una formula
algebrica: sull’Api la pensiamo all’opposto ma sia noi che
voi siamo legittimati a farlo. «Del resto i Verdi - ha
notato Giancarli - hanno votato il bilancio.Il protocollo
Api è stato firmato e oggi, semmai, è necessario essere
rigorosi nella sua applicazione. Può anche darsi - ha
proseguito - che se a suo tempo, invece che Binci, in giunta
ci fosse stato Montesi, difficoltà avrebbero potuto sorgere
anche con lui, ma oggi quel momento è passato. Tutta la
coalizione chiedeva la ricomposizione del quadro in vista
degli impegni futuri. Ci sono le elezioni. L’importante sono
progetti chiari. E l’onesta di chi si candida. Sì. E’ strano
riparlare di onestà, ma per quel che sta succedendo ad
Anconambiente, non sembra fuori posto». L’ultima è per il
segretario Ds Vannucci: «Non penso ad inserire assessori
dell’Udeur. Per me contano gli elettori. Se uno arriva in
consiglio con un partito e cambia, non rappresenta il suo
elettorato. Non sono come Vannucci che accoglie a braccia
aperte chi passa dal Centrodestra al Centrosinistra».
Targhe alterne, salta la
prima domenica
Il via solo lunedì 1° marzo
in città e a Falconara. E orari ridotti: ci sono i pendolari
di CLAUDIA GRANDI
Tra defezioni dei Comuni,
restringimento dell'orario, rinvio dello start e
allargamento delle categorie esentate, si parte con le
targhe alterne. Una storia infinita, costellata da
ripensamenti continui che hanno reso il provvedimento, a
conti fatti, ben più leggero rispetto a quanto prospettato
agli inizi. La prima novità emersa dall'ennesimo (e nella
speranza dei promotori, ultimo) tavolo tecnico tra
Provincia, Comuni e categorie economiche riguarda il primo
giorno di targhe alterne. Si partirà infatti non più
domenica 29 bensì lunedì primo marzo: la concomitanza con le
feste per il Carnevale previste in diversi Comuni della
Provincia (tra i quali Ancona e Chiaravalle) ha determinato
lo slittamento dell'inizio del provvedimento. Diverso anche
l'orario: non più dalle 8 alle 20 ma dalle 8,30 alle 12,30
e, il pomeriggio, dalle 15 alle 19, con la concessione
dunque di una "finestra" all'ora di pranzo che consentirà ai
pendolari di rientrare a casa in auto indipendentemente dal
numero della targa. Non tutti i Comuni che aderiscono alle
targhe alterne, però, partiranno con il provvedimento lunedì
primo marzo: solo Ancona, Falconara e Montemarciano,
infatti, hanno deciso di attuare le limitazioni alla
circolazione sia il lunedì che la domenica e in questi
Comuni, dunque, via con le targhe alterne il primo marzo.
Per gli altri (Fabriano, Jesi, Chiaravalle e Senigallia) il
provvedimento sarà operativo solamente nelle giornate di
lunedì, con inizio dunque il 7 marzo. Quanto a Senigallia,
il sindaco Luana Angeloni non chiude definitivamente la
porta alle targhe alterne di lunedì: dopo un primo
esperimento negli altri Comuni, anche Senigallia potrebbe
aderire alle targhe alterne in "versione completa", ma solo
in un secondo momento. Tre Comuni che avevano aderito
inizialmente alle targhe alterne, poi, hanno fatto
dietrofront, sia per la domenica che per il lunedì. Si
tratta di Osimo, Monsano e Polverigi, quest'ultimo (insieme
ad Agugliano e Camerata Picena, potrebbe decidere di aderire
in un secondo momento). Attenzione alla targa, dunque: nei
giorni pari potranno circolare solamente i veicoli (auto,
camion e ciclomotori, esclusi quelli esentati) con targa
pari o con ultimo numero uguale a zero, nei giorni dispari
solo quelli con targa dispari. Il primo marzo si parte con
le targhe dispari e non più pari, come deciso in un primo
momento per evitare che ci fossero due giorni consecutivi di
targhe dispari, domenica 29 febbraio e lunedì primo marzo.
Per coloro che non rispetteranno le limitazioni alla
circolazione, limitazioni estese a tutto il territorio
comunale delle città che aderiscono, è prevista una
contravvenzione di 68,25 euro, anche se nel corso del tavolo
tecnico di ieri tutti i presenti hanno ribadito la necessità
di procedere con i controlli delle forze dell'ordine in
maniera soft, soprattutto nei primi giorni. E intanto il
Comune di Ancona annuncia che domenica sarà vigente l'isola
pedonale al Viale (9-13) e in corso Garibaldi (9-20, con
divieto di circolazione a tutti i mezzi dalle 14 alle 20) in
occasione della sfilata delle maschere. Per favorire la
massima partecipazione all'iniziativa, dalle 13 alle 20 i
parcheggi Cialdini, Traiano e Torrioni saranno aperti ad un
prezzo speciale: un euro senza limiti di tempo per il
Torrioni, due euro per gli altri. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Raffineria, scontro
istituzionale
Regione contro Comune per il
ricorso al Tar sulla concessione. "Stiamo lavorando alla
riduzione dell'impatto ambientale nel sito dell'Api"
D'Ambrosio: "Perché Carletti non ha usato la stessa fermezza
in altri casi di inquinamento?"
di MARINA MINELLI
A proposito dell'intervento
del sindaco Carletti del 20 febbraio scorso, nel quale il
primo cittadino di Falconara torna a contestare il rinnovo
della concessione alla raffineria Api, il presidente della
Regione, D'Ambrosio "ribadisce il suo rammarico per il
ricorso a sistemi di comunicazione in contrasto assoluto con
il clima di leale collaborazione tra istituzioni. "Il fatto
è che - dice D'Ambrosio - dopo aver partecipato alla intensa
fase del confronto con la Regione, la Provincia di Ancona e
l'azienda per giungere alla definizione di un atto
concessorio carico di stringenti prescrizioni tecniche ed al
Protocollo d'Intesa, seriamente impegnativo per l'API, atti
condivisi dall'intera maggioranza al governo della Regione
Marche, non sono emerse motivazioni trasparenti, di una
qualche rilevanza, per la non sottoscrizione dell'accordo da
parte del Comune di Falconara Marittima". Ancor più
sorprendente e, secondo D'Ambrosio, "inopportuno per i
corretti rapporti tra istituzioni", è apparso il successivo
ricorso al TAR del Comune di Falconara. "Poiché la Regione
Marche ha inteso e intende governare il possibile con tutti
gli strumenti a sua disposizione - prosegue il presidente
della giunta - con una ricerca costante del coinvolgimento
degli enti locali interessati, è bene non dimenticare che la
titolarità del procedimento di bonifica del suolo è del
Ministero dell'Ambiente, il quale, peraltro, non è oggetto
degli strali polemici del Sindaco di Falconara". La Regione,
insieme all'Arpam, ricorda D'Ambrosio, ha nei giorni scorsi
respinto le proposte tecniche dell'azienda sulle metodologie
per il monitoraggio e la bonifica dei suoli e proprio "dagli
approfondimenti in corso scaturiranno protocolli tecnici ed
ulteriori oneri per l'azienda nel pieno rispetto della
concessione petrolifera e perseguendo l'obiettivo del totale
disinquinamento del sito. E in ogni caso, fino al 2008 non
si sarebbe comunque dovuto procedere agli interventi di
prima bonifica, che peraltro sono stati direttamente curati
proprio dall'amministrazione comunale?". La Regione Marche,
in sede politica e tecnica, assicura il presidente, "non ha
in nessun modo abdicato alle sue funzioni; segue
direttamente le operazioni di messa in sicurezza, di
bonifica e di monitoraggio; sta lavorando attivamente alla
riduzione dell'impatto ambientale della raffineria anche
tramite progetti innovativi per il territorio ed i suoi
servizi primari a partire dal risparmio energetico; si
riserva nei casi ivi previsti di attivare le procedure per
sospendere la validità della concessione stessa". "Comunque
- rileva D'Ambrosio -qualora fosse accertata da parte del
Sindaco 'una vera e propria tragedia in danno della
sottomessa popolazione di Falconara Marittima' lo stesso
potrebbe autorevolmente intervenire con i propri poteri di
massima autorità sanitaria locale. Per coerenza e
trasparenza ci si può, inoltre, chiedere come mai almeno
altrettanta fermezza non è usata dal Comune per il sito
della ex Montedison e che certo non coinvolge l'occupazione
di oltre 1.500 lavoratori".
Ex Montedison da buttare
Giudizio drastico del
progettista catalano dopo il primo sopralluogo nell'area da
recuperare Bohigas: "Fosse per me, salverei solo i tre
edifici a nave"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - "Se fosse per me
demolirei ogni cosa, solo tre edifici a 'nave' in legno sono
interessanti, il resto è tutto da buttare". Oriol Bohigas,
il celebre architetto catalano chiamato a dare il suo
contribuito progettuale al recupero della ex Montedison
(quasi 20 ettari tra Falconara e Montemarciano), è drastico
ed il suo giudizio, dopo il primo sopralluogo ricognitivo di
martedì pomeriggio, senza appello. Adesso l'ultima parola
per la sorte di una zona che comprende anche una larga fetta
di terreno agricolo al di là della strada statale, spetta
alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici
che dovrà definire il vincolo sui manufatti (costruiti fra
il 1914 e gli anni '70 del XX secolo) dell'ex polo chimico,
chiarendo se e cosa potrà essere abbattuto. "In ogni caso -
fa notare l'architetto Riccardo Picciafuco consulente del
comune di Falconara - il nuovo Prg rende possibile il
recupero di tutte le volumetrie in un'area considerata come
qualcosa di unitario, senza divisioni tra il pezzo a monte e
quello a valle. Quindi non si perderà nulla per strada". In
pratica, parte dei 300 mila metri cubi della ex Montedison
(una volta stabilito quanto sarà possibile demolire)
potrebbe anche essere riutilizzato dall'altro lato della
statale, all'interno di quella che è comunemente conosciuta
come zona delle Pojole (su cui il Ptc della Provincia ha
comunque messo una sorta di vincolo agricolo), sommandosi
quindi ai 70 mila metri cubi indicati in quell'area dal
piano regolatore falconarese adottato dal Comune nel 1999 ed
approvato definitivamente dalla Provincia di Ancona nel
marzo dell'anno scorso. "Il Prg - prosegue Picciafuoco - non
è un 'sancta sanctorum', non è irremovibile, fissa solo
delle coordinate, ma una volta entrati nel dettaglio del
progetto urbano non è escluso si possano anche pensare delle
modifiche". Quanto alla destinazione della ex Montedison al
momento attuale nessuno, né Bohigas, né i tecnici del comune
di Falconara, né la proprietà sembrano avere idee precise.
"E' prematuro dire che cosa ci sarà lì - dice Aldo Pollarini
proprietario di tutti i terreni da un lato e dall'altro
della strada statale - le variabili sono tante e molti sono
quelli che devono dare il loro parere, ma noi stiamo
cercando il dialogo e ci auguriamo di trovare disponibilità
e collaborazione da parte di tutti per la realizzazione di
un progetto condiviso dai comuni di Falconara e di
Montemarciano". Secondo il protocollo d'intesa firmato
nell'ottobre 2003 e redatto partendo dalle indicazioni
contenute nel Prg (che però nonostante le prescrizioni del
Ppar della Provincia, non contiene indicazioni su quali
manufatti industriali della ex Montedison conservare)
dovrebbe essere creato un "moderno polo di valenza
territoriale, al cui interno le funzioni turistiche,
residenziali, ricreative, culturali, commerciali, della
grande distribuzione, del benessere e del tempo libero,
coniugate con una attenta valorizzazione ambientale, possono
indurre ad un generale miglioramento della qualità della
vita".
Montesi nuovo inquilino
del Palazzo di vetro
Il presidente della
Federazione regionale dei Verdi è stato scelto per
sostituire il collega di partito Massimo Binci Giancarli:
"Ritrovare l'intesa per governare" L'assessore ai Trasporti
e alle Infrastrutture
di GILBERTO MASTROMATTEO
E' il senigalliese Luciano
Montesi, presidente della Federazione regionale dei Verdi,
l'uomo nuovo di Palazzo di vetro. Il decreto che lo nomina
assessore con delega a trasporti, infrastrutture, mobilità e
turismo è stato firmato ieri dal presidente della Provincia
Enzo Giancarli, e decorrerà dal primo marzo. Il neo
assessore va a colmare la casella che in seno alla giunta
provinciale era rimasta vacante a seguito della revoca della
nomina al collega di partito Massimo Binci. La decisione era
nell'aria, dopo la tregua tra giunta e Verdi succeduta al
loro voto favorevole in sede di bilancio e la convergenza
del partito sul nome del segretario regionale per
rimpiazzare l'ex assessore. A fugare gli ultimi dubbi ci ha
pensato Giancarli ieri pomeriggio sancendo la nomina che
mette la parola fine su una vicenda iniziata dopo il voto
contrario di Binci alla delibera di approvazione del
protocollo d'intesa con la Regione e con l'Api, a seguito
del rinnovo della concessione per la raffineria.
Quarantasettenne, laureato in Pedagogia all'Università di
Urbino, docente elementare e consigliere comunale a
Senigallia dal 1998, il nuovo assessore alla mobilità pone
fine alla girandola dei nomi che ha chiamato in causa il
diessino Claudio Venanzi, e, tra i candidati proposti dallo
stesso Sole che ride, il falconarese Lanfranco Lanari, poi
Raffaella Fabrizi, quindi Donatella Chiostergi e il
presidente provinciale Marchetti. Il nuovo inquilino di
Palazzo di vetro non dimentica il collega di partito: "Lo
ringrazio per il lavoro che ha svolto prima di me - le prime
parole di Montesi - spero di poter adempiere nel migliore
dei modi all'incarico che mi appresto a ricoprire, in
continuità con quanto lui e l'intera giunta hanno svolto
finora. Se il presidente avesse chiesto al nostro partito di
cambiare linea politica noi non avremmo potuto che
rispondere di no". "Guardare al futuro" è il motto di
Giancarli: "Dobbiamo gestire un protocollo che c'è - afferma
il presidente - e ricostruire un'intesa con i Verdi per
governare non solo in Provincia ma anche in Regione". Un
passo avanti a livello provinciale si è materializzato a
fine gennaio con la firma di un documento politico da parte
di tutte le forze del centro sinistra. Resta l'ostica crisi
in sede regionale: "Noi crediamo possa essere superata -
spiega Montesi -. Nel 2005 anche in Regione si andrà ad un
rinnovo. E' bene che tutti i partiti di giunta si incontrino
per un dialogo".
La sfilata beffa le targhe
alterne
Domenica c'è il carnevale, si
parte lunedì
di LUCA FREZZOTTI
La domenica del Carnevale
batte le targhe alterne. Slitta di un giorno il
provvedimento provinciale che doveva prendere il via
domenica prossima in concomitanza con il Carnevalò ad Ancona
e con manifestazioni simili in altri comuni. Per le targhe
alterne si può attendere un giorno e da lunedì primo marzo,
e per tutto il mese, si parte nel segno di un sano "chi c'è
c'è, chi non c'è non c'è". Sono quattro i centri della
provincia che daranno il via alle targhe alterne, per i
veicoli a motore, lunedì primo marzo e cioè Ancona,
Falconara, Montemarciano e Senigallia (con un'estensione del
limite solo alle direttrici più importanti). Queste quattro
città aderiranno sia alla domenica che al lunedì a targhe
alterne (perciò il 1 marzo, il 7 e 8, il 14 e 15, il 21 e
22, il 28 e 29). Gli altri comuni (Chiaravalle, Jesi e
Fabriano) hanno preferito dire no ai lunedì e aderiranno
soltanto alle quattro domeniche di marzo per cui dal 7 marzo
(e per altre tre domeniche il 14, il 21 ed il 28). Cambia,
rispetto al primo tavolo tecnico, anche la fascia oraria. La
limitazione (che comprende anche i ciclomotori) su tutto il
territorio comunale della circolazione privata a targhe
alterne è fissata, sia la domenica che il lunedì, dalle 8,30
alle 12,30 e dalle 15 alle 19. L'interruzione a fine
mattinata consentirà a molti lavoratori di rientrare ed è
stata decisa all'unanimità nel tavolo della Provincia che
ieri ha stilato il protocollo. "Un provvedimento importante
- precisa l'assessore Casagrande - e la realtà delle altre
province non è differente: è altrettanto allarmante, solo
che non si conosce". L'assessore si toglie anche un
sassolino dalla scarpa rispondendo alle critiche dei
consiglieri provinciali di An Bello e Mencarelli. "Il ruolo
della provincia - dice - è stato esclusivamente di
coordinamento degli interventi sul territorio. Non c'è stata
alcuna trascuratezza ma il rispetto di un metodo di lavoro
che ha visto la Provincia promotrice di un coordinamento per
l'attivazione di provvedimenti omogenei". La Provincia ha
accolto la gran parte delle eccezioni proposte (soprattutto
dalle associazioni dei commercianti) per l'esenzione alle
targhe alterne. La novità sostanziale è legata alla libera
circolazione delle merci. Rientrano nell'esenzione anche gli
artigiani, che possono circolare mostrando il tesserino
d'iscrizione all'albo, medici e veterinari ma anche i
turnisti. Esentati dal vincolo anche i veicoli a noleggio di
rimessa con e senza conducente. Estesa l'esclusione anche ai
veicoli di donatori ed assistenti volontari di tutte le
associazioni muniti di certificazione. L'assessore
Casagrande vorrebbe che fosse inserita nelle ordinanze, che
ogni Comune stilerà l'esclusione dal provvedimento (e quindi
la libera circolazione) dei veicoli a metano, gpl e con il
bollino blu. L'orientamento è però contrario: quasi tutti i
Comuni imporranno la circolazione a targhe alterne anche a
questo tipo di veicoli a motore. I Comuni s'impegneranno
anche ad installare un'adeguata cartellonistica in
concomitanza con l'inizio del territorio comunale. Lo
slittamento delle targhe alterne non eliminerà domenica
prossima ad Ancona la chiusura di Corso Garibaldi (dalle 9
alle 20 con chiusura totale dalle 14 alle 20 per il
passaggio delle maschere) e di Viale della Vittoria (9-13).
Per favorire la partecipazione il Comune s'è accordato per
aprire dalle 13 alle 20 i parcheggi "Cialdini", "Traiano" e
"Torrioni" ad un prezzo speciale (1 euro, senza limiti di
tempo al "Torrioni", 2 euro, sempre senza limiti, al "Traiano"
e "Cialdini"). Per i tanti confusi, che hanno già tartassato
di chiamate i vari enti (se ne contano a centinaia al
centralino dei vigili), c'è anche a disposizione un
riferimento telefonico della Polizia Municipale (071-2222222
o 071-2223005). E per gli amanti di Internet c'è un forum in
rete sulle targhe alterne. Basta digitare:
"www.anconaline.com/targhe".
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