RASSEGNA STAMPA 26.02.2004

 

IL MESSAGGERO
«Qui conta solo una cosa: l’inquinamento»

LA VOCE DEI COMITATI

FALCONARA - Api, bonifica e inquinamento. Interviene il comitato cittadino “25 Agosto”. «A prescindere dalle eventuali temute falsificazioni dei dati sull'inquinamento da parte di ditte incaricate della messa in sicurezza del sito della raffineria Api - scrivono i presidenti delle associazioni Loris Calcina e Franco Budini e la portavoce del Comitato Elisa Griffoni - il fatto concreto e reale è che l'inquinamento da idrocarburi del sottosuolo esiste e perdura da anni. E che esso sussista e si estenda al di fuori della proprietà Api è stato accertato dall'Arpam e dal Comune di Falconara già alla fine del 2000. Quindi, come ha fatto la Regione Marche a rinnovare con un inquinamento in atto la concessione all’Api fino al 2020, molti anni prima della sua naturale scadenza (2008), quando le norme dettate dal Codice della Navigazione prevedono addirittura la decadenza delle concessioni per inadempienza degli obblighi derivanti dalla concessione o imposti da norme di legge e regolamenti? Inoltre che lo studio prodotto a ottobre 2002 dalla stessa società indagata Remedia aveva fornito dati allarmanti sulla possibile diffusione, attraverso la falda, della massa contaminante di idrocarburi verso il mare e il fiume Esino: fino a 20 litri al secondo! Abbiamo sempre sostenuto che la decisione riguardo il rinnovo della concessione dovesse essere quantomeno rimandata alla sua naturale scadenza poiché, oltre alla mancanza di un piano energetico regionale e di uno studio epidemiologico sulla popolazione esposta, non era ancora chiaro il quadro definitivo del reale livello ed estensione della contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo e nelle acque di falda. Alla luce delle possibili paventate manipolazioni di quei dati, la realtà che ci si presenta è ancor più grave».

Querelle bonifica, D’Ambrosio: «Siamo sereni»

Il Governatore interviene sul caso rovente di Falconara. E attacca Carletti: «Perché non si scalda egualmente per l’ex Montedison?» La Regione ha rilasciato la concessione all’Api: «Seguiamo con attenzione l’inchiesta della magistratura»

Un "trucco" nei dati sull'inquinamento funzionali alla pre-bonfica Api? Il Governatore delle Marche Vito D'Ambrosio usa in un comunicato l'avverbio «serenamente» per sottolineare lo stato d'animo con cui la Regione attende «le risultanze delle indagini in corso da parte della Magistratura». Un'attesa caratterizzata da un «eguale» sereno «spirito di fiducia» - quella legata all'inchiesta per falso e violazione del Decreto Ronchi a carico della ditta "Remedia" incaricata dai dirigenti della raffineria di Falconara di studiare il campo in vista del futuro risanamento del sito - anche per quanto riguarda il ricorso al Tar proposto dal Comune retto dal sindaco Carletti contro il decreto di rinnovo della concessione di produzione industriale fino al 2020 deciso dalla Regione. Ma nella nota D'Ambrosio definisce quel ricorso come «sorprendente e inopportuno per i corretti rapporti tra istituzioni». I riferimenti del presidente-magistrato al pieno rispetto degli esiti del lavoro della Giustizia penale e amministrativa sono solo uno dei passaggi in cui, punto per punto, risponde «stupito e con rammarico» alla lettera aperta indirizzatagli dal sindaco di Falconara in seguito alle ombre giudiziarie, e relative polemiche, addensatesi sul cruciale nodo della bonifica Api. Rammaricato, D'Ambrosio perché Carletti è «ricorso a sistemi di comunicazione in contrasto assoluto con il clima di leale collaborazione tra istituzioni, al quale invece la Regione ispira costantemente la sua condotta». E a Carletti ricorda che «dopo aver partecipato alla intensa fase del confronto con la Regione, la Provincia di Ancona e l' azienda per giungere alla definizione di un atto concessorio carico di stringenti prescrizioni tecniche ed al Protocollo d'intesa, seriamente impegnativo per l' Api, atti condivisi dall'intera maggioranza al governo della Regione, non sono emerse motivazioni trasparenti, di una qualche rilevanza, per la non sottoscrizione dell' accordo da parte del Comune di Falconara Marittima». D'Ambrosio, ricorda «che la titolarità del procedimento di bonifica del suolo è del ministero dell'Ambiente, che peraltro non è oggetto degli strali polemici del sindaco di Falconara». D'Ambrosio poi rivendica e difende il ruolo di controllo sempre ben svolto dalla Regione. Che «con l'Arpam ha respinto le proposte tecniche dell'Api sulle metodologie per il monitoraggio e la bonifica dei suoli». Senza contare che «dagli approfondimenti in corso scaturiranno protocolli tecnici e ulteriori oneri per l' azienda, nel pieno rispetto della concessione petrolifera» in vista «del totale disinquinamento del sito». E' chiaro che la giunta regionale, «non ha abdicato alle sue funzioni; segue direttamente le operazioni di messa in sicurezza, di bonifica e di monitoraggio; sta lavorando alla riduzione dell' impatto ambientale della raffineria anche tramite progetti innovativi per il territorio ed i suoi servizi primari a partire dal risparmio energetico; ribadisce il proprio impegno per la salute di tutti i cittadini; si riserva nei casi previsti di attivare le procedure per sospendere la validità della concessione stessa». Infine, una duplice stoccata a Carletti: se si dovesse accertare la "tragedia" per la popolazione temuta dal sindaco, il primo cittadino «potrebbe autorevolmente intervenire con i propri poteri di massima autorità sanitaria locale»; «per coerenza e trasparenza ci si può chiedere come mai almeno altrettanta fermezza non è usata dal Comune per il sito della ex Montedison e che certo non coinvolge l' occupazione di oltre 1.500 lavoratori?».

Ex Montedison, gli interessi si spostano a monte

Dopo il sopralluogo di Bohigas il Comune considera eventuali modifiche al Prg del ’99

di LETIZIA LARICI

«Non escludiamo modifiche al Prg, né la possibilità di optare per una edificazione di maggior consistenza nell'area a monte, mantenendo più libera quella a mare, ovvero il sito ex Montedison. Molto dipenderà dal parere della Sovrintendenza». Per Riccardo Picciafuoco, redattore del Prg '99, le previsioni urbanistiche potrebbero variare in base al disegno di trasformazione territoriale con vocazione turistico-commerciale dell'Apu3 affidato a Oriol Bohigas dai Comuni di Falconara e Montemarciano, unitamente all'Agricola Poggio, proprietaria dell'area, che hanno messo la propria firma in calce a un protocollo d'intesa. E secondo l'architetto catalano, arrivato lunedì pomeriggio a Falconara insieme al collega Oriol Capodevila per compiere un sopralluogo nella zona da “riabilitare” (quella a nord di Falconara, al confine con il Comune di Montemarciano, sulla quale insiste lo stabilimento ex Montedison), nel sito, cuore pulsante del complesso produttivo dimesso, andrebbero conservati solo «tre edifici di particolare interesse architettonico, il resto sarebbe da demolire». Questo il parere del super esperto che ieri, nel corso di una conferenza stampa (presenti i tecnici del Comune di Falconara e Aldo Pollarini, titolare dell'Agricola Poggio) ha spiegato che «se il progetto preliminare di riqualificazione è in fase di studio, il vero nodo da sciogliere resta il procedimento di vincolo architettonico avviato dalla Sovrintendenza per porre sotto tutela tutti i fabbricati che si affacciano sulla spiaggia ai confini con il Comune di Marina di Montemarciano». Vincolo che non consentirebbe ai firmatari del protocollo di procedere all'auspicata demolizione di parte dei manufatti, interferendo con la realizzazione del progetto, che prevede la costruzione di villette, alberghi, e altri contenitori destinati al tempo libero. Così ieri tutti gli intervenuti si sono recati dal Sovrintendente ai Beni Architettonici Aldo Scoppola per sollevare le proprie obiezioni. «Hanno chiesto - spiega il Sovrintendente - di mantenere solo 3 edifici, sottoponendo il resto dell'area a tutela indiretta. Il che significherebbe la possibilità di demolire, ma ogni eventuale ricostruzione o ripristino non potrebbe comportare una modifica della cornice del sito».

LA BONIFICA

di Letizia Larici

FALCONARA - «Non spetta a me decidere il tipo di bonifica, non sono un esperto in inquinamento». Oriol Bohigas tiene a precisare che con la questione del risanamento ex Montedison non ha nulla a che fare. Ma è innegabile che la destinazione di quell'area dipenda dalla procedura di bonifica attuata. Ad occuparsene la proprietaria Agricola Poggio che sta procedendo con «la caratterizzazione del sito, in linea con le direttive del Ministero dell'ambiente». Così Aldo Pollarini, presidente della società, che precisa come «la perizia Biancani rappresenti il passato, ora è allo studio una nuova procedura di bonifica. Non abbiamo ancora un'idea precisa, le variabili potrebbero essere tante. Dipenderà dai nostri interlocutori, in primis dal Ministero che si dovrà esprimere sulla caratterizazione».

Provincia, l’assessore dei Verdi è Montesi

Ma lo strappo Api resta. Giancarli, questione morale e stilettate a Vannucci

di FABIO PIANGERELLI

DIFFICILE far quadrare i cerchi. La Provincia si ripresenta con l’assessore verde in Giunta. Ma dal 23 ottobre, giorno della cacciata di Massimo Binci, nulla è cambiato. La Giunta Giancarli sull’Api la pensa in un modo. I Verdi all’opposto. E se Binci fu allontanato perché si rifiutò di firmare la ratifica del protocollo d’intesa che prolunga la concessione all’Api, il successore, Luciano Montesi, presentato ieri a Palazzo di vetro, si sarebbe comportato come Binci. «A lui - esordisce Montesi - va riconosciuta coerenza». Dunque? La quadratura del cerchio del presidente Giancarli: «E’ un fatto passato, dobbiamo guardare al futuro». Appunto. I cerchi non si quadrano. Ma la Provincia riparte col segretario regionale dei Verdi in Giunta. Significa che il cartello è ricomposto. Per il resto, sui contenuti, si procede a rischio collisione. Montesi, senigalliese, dal '97 portavoce provinciale, dal '98 consigliere comunale a Senigallia e dal 2002 presidente e portavoce regionale dei Verdi, avrà le stesse deleghe di Binci: Trasporti, Infrastrutture, Turismo. «La vicenda dell’allontanamento di Binci dalla giunta ha rappresentato un passaggio molto delicato. Però - ha spiegato -, il riconoscimento dato da Giancarli alla sua coerenza è stato la base che ha reso possibile la ripresa del dialogo. La soluzione politica raggiunta qui in Provincia potrà favorire anche la ripresa del dialogo in Regione». I Verdi tornano in Provincia per una formula algebrica: sull’Api la pensiamo all’opposto ma sia noi che voi siamo legittimati a farlo. «Del resto i Verdi - ha notato Giancarli - hanno votato il bilancio.Il protocollo Api è stato firmato e oggi, semmai, è necessario essere rigorosi nella sua applicazione. Può anche darsi - ha proseguito - che se a suo tempo, invece che Binci, in giunta ci fosse stato Montesi, difficoltà avrebbero potuto sorgere anche con lui, ma oggi quel momento è passato. Tutta la coalizione chiedeva la ricomposizione del quadro in vista degli impegni futuri. Ci sono le elezioni. L’importante sono progetti chiari. E l’onesta di chi si candida. Sì. E’ strano riparlare di onestà, ma per quel che sta succedendo ad Anconambiente, non sembra fuori posto». L’ultima è per il segretario Ds Vannucci: «Non penso ad inserire assessori dell’Udeur. Per me contano gli elettori. Se uno arriva in consiglio con un partito e cambia, non rappresenta il suo elettorato. Non sono come Vannucci che accoglie a braccia aperte chi passa dal Centrodestra al Centrosinistra».

Targhe alterne, salta la prima domenica

Il via solo lunedì 1° marzo in città e a Falconara. E orari ridotti: ci sono i pendolari

di CLAUDIA GRANDI

Tra defezioni dei Comuni, restringimento dell'orario, rinvio dello start e allargamento delle categorie esentate, si parte con le targhe alterne. Una storia infinita, costellata da ripensamenti continui che hanno reso il provvedimento, a conti fatti, ben più leggero rispetto a quanto prospettato agli inizi. La prima novità emersa dall'ennesimo (e nella speranza dei promotori, ultimo) tavolo tecnico tra Provincia, Comuni e categorie economiche riguarda il primo giorno di targhe alterne. Si partirà infatti non più domenica 29 bensì lunedì primo marzo: la concomitanza con le feste per il Carnevale previste in diversi Comuni della Provincia (tra i quali Ancona e Chiaravalle) ha determinato lo slittamento dell'inizio del provvedimento. Diverso anche l'orario: non più dalle 8 alle 20 ma dalle 8,30 alle 12,30 e, il pomeriggio, dalle 15 alle 19, con la concessione dunque di una "finestra" all'ora di pranzo che consentirà ai pendolari di rientrare a casa in auto indipendentemente dal numero della targa. Non tutti i Comuni che aderiscono alle targhe alterne, però, partiranno con il provvedimento lunedì primo marzo: solo Ancona, Falconara e Montemarciano, infatti, hanno deciso di attuare le limitazioni alla circolazione sia il lunedì che la domenica e in questi Comuni, dunque, via con le targhe alterne il primo marzo. Per gli altri (Fabriano, Jesi, Chiaravalle e Senigallia) il provvedimento sarà operativo solamente nelle giornate di lunedì, con inizio dunque il 7 marzo. Quanto a Senigallia, il sindaco Luana Angeloni non chiude definitivamente la porta alle targhe alterne di lunedì: dopo un primo esperimento negli altri Comuni, anche Senigallia potrebbe aderire alle targhe alterne in "versione completa", ma solo in un secondo momento. Tre Comuni che avevano aderito inizialmente alle targhe alterne, poi, hanno fatto dietrofront, sia per la domenica che per il lunedì. Si tratta di Osimo, Monsano e Polverigi, quest'ultimo (insieme ad Agugliano e Camerata Picena, potrebbe decidere di aderire in un secondo momento). Attenzione alla targa, dunque: nei giorni pari potranno circolare solamente i veicoli (auto, camion e ciclomotori, esclusi quelli esentati) con targa pari o con ultimo numero uguale a zero, nei giorni dispari solo quelli con targa dispari. Il primo marzo si parte con le targhe dispari e non più pari, come deciso in un primo momento per evitare che ci fossero due giorni consecutivi di targhe dispari, domenica 29 febbraio e lunedì primo marzo. Per coloro che non rispetteranno le limitazioni alla circolazione, limitazioni estese a tutto il territorio comunale delle città che aderiscono, è prevista una contravvenzione di 68,25 euro, anche se nel corso del tavolo tecnico di ieri tutti i presenti hanno ribadito la necessità di procedere con i controlli delle forze dell'ordine in maniera soft, soprattutto nei primi giorni. E intanto il Comune di Ancona annuncia che domenica sarà vigente l'isola pedonale al Viale (9-13) e in corso Garibaldi (9-20, con divieto di circolazione a tutti i mezzi dalle 14 alle 20) in occasione della sfilata delle maschere. Per favorire la massima partecipazione all'iniziativa, dalle 13 alle 20 i parcheggi Cialdini, Traiano e Torrioni saranno aperti ad un prezzo speciale: un euro senza limiti di tempo per il Torrioni, due euro per gli altri.

 
CORRIERE ADRIATICO
Raffineria, scontro istituzionale

Regione contro Comune per il ricorso al Tar sulla concessione. "Stiamo lavorando alla riduzione dell'impatto ambientale nel sito dell'Api" D'Ambrosio: "Perché Carletti non ha usato la stessa fermezza in altri casi di inquinamento?"

di MARINA MINELLI

A proposito dell'intervento del sindaco Carletti del 20 febbraio scorso, nel quale il primo cittadino di Falconara torna a contestare il rinnovo della concessione alla raffineria Api, il presidente della Regione, D'Ambrosio "ribadisce il suo rammarico per il ricorso a sistemi di comunicazione in contrasto assoluto con il clima di leale collaborazione tra istituzioni. "Il fatto è che - dice D'Ambrosio - dopo aver partecipato alla intensa fase del confronto con la Regione, la Provincia di Ancona e l'azienda per giungere alla definizione di un atto concessorio carico di stringenti prescrizioni tecniche ed al Protocollo d'Intesa, seriamente impegnativo per l'API, atti condivisi dall'intera maggioranza al governo della Regione Marche, non sono emerse motivazioni trasparenti, di una qualche rilevanza, per la non sottoscrizione dell'accordo da parte del Comune di Falconara Marittima". Ancor più sorprendente e, secondo D'Ambrosio, "inopportuno per i corretti rapporti tra istituzioni", è apparso il successivo ricorso al TAR del Comune di Falconara. "Poiché la Regione Marche ha inteso e intende governare il possibile con tutti gli strumenti a sua disposizione - prosegue il presidente della giunta - con una ricerca costante del coinvolgimento degli enti locali interessati, è bene non dimenticare che la titolarità del procedimento di bonifica del suolo è del Ministero dell'Ambiente, il quale, peraltro, non è oggetto degli strali polemici del Sindaco di Falconara". La Regione, insieme all'Arpam, ricorda D'Ambrosio, ha nei giorni scorsi respinto le proposte tecniche dell'azienda sulle metodologie per il monitoraggio e la bonifica dei suoli e proprio "dagli approfondimenti in corso scaturiranno protocolli tecnici ed ulteriori oneri per l'azienda nel pieno rispetto della concessione petrolifera e perseguendo l'obiettivo del totale disinquinamento del sito. E in ogni caso, fino al 2008 non si sarebbe comunque dovuto procedere agli interventi di prima bonifica, che peraltro sono stati direttamente curati proprio dall'amministrazione comunale?". La Regione Marche, in sede politica e tecnica, assicura il presidente, "non ha in nessun modo abdicato alle sue funzioni; segue direttamente le operazioni di messa in sicurezza, di bonifica e di monitoraggio; sta lavorando attivamente alla riduzione dell'impatto ambientale della raffineria anche tramite progetti innovativi per il territorio ed i suoi servizi primari a partire dal risparmio energetico; si riserva nei casi ivi previsti di attivare le procedure per sospendere la validità della concessione stessa". "Comunque - rileva D'Ambrosio -qualora fosse accertata da parte del Sindaco 'una vera e propria tragedia in danno della sottomessa popolazione di Falconara Marittima' lo stesso potrebbe autorevolmente intervenire con i propri poteri di massima autorità sanitaria locale. Per coerenza e trasparenza ci si può, inoltre, chiedere come mai almeno altrettanta fermezza non è usata dal Comune per il sito della ex Montedison e che certo non coinvolge l'occupazione di oltre 1.500 lavoratori".

Ex Montedison da buttare

Giudizio drastico del progettista catalano dopo il primo sopralluogo nell'area da recuperare Bohigas: "Fosse per me, salverei solo i tre edifici a nave"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - "Se fosse per me demolirei ogni cosa, solo tre edifici a 'nave' in legno sono interessanti, il resto è tutto da buttare". Oriol Bohigas, il celebre architetto catalano chiamato a dare il suo contribuito progettuale al recupero della ex Montedison (quasi 20 ettari tra Falconara e Montemarciano), è drastico ed il suo giudizio, dopo il primo sopralluogo ricognitivo di martedì pomeriggio, senza appello. Adesso l'ultima parola per la sorte di una zona che comprende anche una larga fetta di terreno agricolo al di là della strada statale, spetta alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici che dovrà definire il vincolo sui manufatti (costruiti fra il 1914 e gli anni '70 del XX secolo) dell'ex polo chimico, chiarendo se e cosa potrà essere abbattuto. "In ogni caso - fa notare l'architetto Riccardo Picciafuco consulente del comune di Falconara - il nuovo Prg rende possibile il recupero di tutte le volumetrie in un'area considerata come qualcosa di unitario, senza divisioni tra il pezzo a monte e quello a valle. Quindi non si perderà nulla per strada". In pratica, parte dei 300 mila metri cubi della ex Montedison (una volta stabilito quanto sarà possibile demolire) potrebbe anche essere riutilizzato dall'altro lato della statale, all'interno di quella che è comunemente conosciuta come zona delle Pojole (su cui il Ptc della Provincia ha comunque messo una sorta di vincolo agricolo), sommandosi quindi ai 70 mila metri cubi indicati in quell'area dal piano regolatore falconarese adottato dal Comune nel 1999 ed approvato definitivamente dalla Provincia di Ancona nel marzo dell'anno scorso. "Il Prg - prosegue Picciafuoco - non è un 'sancta sanctorum', non è irremovibile, fissa solo delle coordinate, ma una volta entrati nel dettaglio del progetto urbano non è escluso si possano anche pensare delle modifiche". Quanto alla destinazione della ex Montedison al momento attuale nessuno, né Bohigas, né i tecnici del comune di Falconara, né la proprietà sembrano avere idee precise. "E' prematuro dire che cosa ci sarà lì - dice Aldo Pollarini proprietario di tutti i terreni da un lato e dall'altro della strada statale - le variabili sono tante e molti sono quelli che devono dare il loro parere, ma noi stiamo cercando il dialogo e ci auguriamo di trovare disponibilità e collaborazione da parte di tutti per la realizzazione di un progetto condiviso dai comuni di Falconara e di Montemarciano". Secondo il protocollo d'intesa firmato nell'ottobre 2003 e redatto partendo dalle indicazioni contenute nel Prg (che però nonostante le prescrizioni del Ppar della Provincia, non contiene indicazioni su quali manufatti industriali della ex Montedison conservare) dovrebbe essere creato un "moderno polo di valenza territoriale, al cui interno le funzioni turistiche, residenziali, ricreative, culturali, commerciali, della grande distribuzione, del benessere e del tempo libero, coniugate con una attenta valorizzazione ambientale, possono indurre ad un generale miglioramento della qualità della vita".

Montesi nuovo inquilino del Palazzo di vetro

Il presidente della Federazione regionale dei Verdi è stato scelto per sostituire il collega di partito Massimo Binci Giancarli: "Ritrovare l'intesa per governare" L'assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture

di GILBERTO MASTROMATTEO

E' il senigalliese Luciano Montesi, presidente della Federazione regionale dei Verdi, l'uomo nuovo di Palazzo di vetro. Il decreto che lo nomina assessore con delega a trasporti, infrastrutture, mobilità e turismo è stato firmato ieri dal presidente della Provincia Enzo Giancarli, e decorrerà dal primo marzo. Il neo assessore va a colmare la casella che in seno alla giunta provinciale era rimasta vacante a seguito della revoca della nomina al collega di partito Massimo Binci. La decisione era nell'aria, dopo la tregua tra giunta e Verdi succeduta al loro voto favorevole in sede di bilancio e la convergenza del partito sul nome del segretario regionale per rimpiazzare l'ex assessore. A fugare gli ultimi dubbi ci ha pensato Giancarli ieri pomeriggio sancendo la nomina che mette la parola fine su una vicenda iniziata dopo il voto contrario di Binci alla delibera di approvazione del protocollo d'intesa con la Regione e con l'Api, a seguito del rinnovo della concessione per la raffineria. Quarantasettenne, laureato in Pedagogia all'Università di Urbino, docente elementare e consigliere comunale a Senigallia dal 1998, il nuovo assessore alla mobilità pone fine alla girandola dei nomi che ha chiamato in causa il diessino Claudio Venanzi, e, tra i candidati proposti dallo stesso Sole che ride, il falconarese Lanfranco Lanari, poi Raffaella Fabrizi, quindi Donatella Chiostergi e il presidente provinciale Marchetti. Il nuovo inquilino di Palazzo di vetro non dimentica il collega di partito: "Lo ringrazio per il lavoro che ha svolto prima di me - le prime parole di Montesi - spero di poter adempiere nel migliore dei modi all'incarico che mi appresto a ricoprire, in continuità con quanto lui e l'intera giunta hanno svolto finora. Se il presidente avesse chiesto al nostro partito di cambiare linea politica noi non avremmo potuto che rispondere di no". "Guardare al futuro" è il motto di Giancarli: "Dobbiamo gestire un protocollo che c'è - afferma il presidente - e ricostruire un'intesa con i Verdi per governare non solo in Provincia ma anche in Regione". Un passo avanti a livello provinciale si è materializzato a fine gennaio con la firma di un documento politico da parte di tutte le forze del centro sinistra. Resta l'ostica crisi in sede regionale: "Noi crediamo possa essere superata - spiega Montesi -. Nel 2005 anche in Regione si andrà ad un rinnovo. E' bene che tutti i partiti di giunta si incontrino per un dialogo".

La sfilata beffa le targhe alterne

Domenica c'è il carnevale, si parte lunedì

di LUCA FREZZOTTI

La domenica del Carnevale batte le targhe alterne. Slitta di un giorno il provvedimento provinciale che doveva prendere il via domenica prossima in concomitanza con il Carnevalò ad Ancona e con manifestazioni simili in altri comuni. Per le targhe alterne si può attendere un giorno e da lunedì primo marzo, e per tutto il mese, si parte nel segno di un sano "chi c'è c'è, chi non c'è non c'è". Sono quattro i centri della provincia che daranno il via alle targhe alterne, per i veicoli a motore, lunedì primo marzo e cioè Ancona, Falconara, Montemarciano e Senigallia (con un'estensione del limite solo alle direttrici più importanti). Queste quattro città aderiranno sia alla domenica che al lunedì a targhe alterne (perciò il 1 marzo, il 7 e 8, il 14 e 15, il 21 e 22, il 28 e 29). Gli altri comuni (Chiaravalle, Jesi e Fabriano) hanno preferito dire no ai lunedì e aderiranno soltanto alle quattro domeniche di marzo per cui dal 7 marzo (e per altre tre domeniche il 14, il 21 ed il 28). Cambia, rispetto al primo tavolo tecnico, anche la fascia oraria. La limitazione (che comprende anche i ciclomotori) su tutto il territorio comunale della circolazione privata a targhe alterne è fissata, sia la domenica che il lunedì, dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19. L'interruzione a fine mattinata consentirà a molti lavoratori di rientrare ed è stata decisa all'unanimità nel tavolo della Provincia che ieri ha stilato il protocollo. "Un provvedimento importante - precisa l'assessore Casagrande - e la realtà delle altre province non è differente: è altrettanto allarmante, solo che non si conosce". L'assessore si toglie anche un sassolino dalla scarpa rispondendo alle critiche dei consiglieri provinciali di An Bello e Mencarelli. "Il ruolo della provincia - dice - è stato esclusivamente di coordinamento degli interventi sul territorio. Non c'è stata alcuna trascuratezza ma il rispetto di un metodo di lavoro che ha visto la Provincia promotrice di un coordinamento per l'attivazione di provvedimenti omogenei". La Provincia ha accolto la gran parte delle eccezioni proposte (soprattutto dalle associazioni dei commercianti) per l'esenzione alle targhe alterne. La novità sostanziale è legata alla libera circolazione delle merci. Rientrano nell'esenzione anche gli artigiani, che possono circolare mostrando il tesserino d'iscrizione all'albo, medici e veterinari ma anche i turnisti. Esentati dal vincolo anche i veicoli a noleggio di rimessa con e senza conducente. Estesa l'esclusione anche ai veicoli di donatori ed assistenti volontari di tutte le associazioni muniti di certificazione. L'assessore Casagrande vorrebbe che fosse inserita nelle ordinanze, che ogni Comune stilerà l'esclusione dal provvedimento (e quindi la libera circolazione) dei veicoli a metano, gpl e con il bollino blu. L'orientamento è però contrario: quasi tutti i Comuni imporranno la circolazione a targhe alterne anche a questo tipo di veicoli a motore. I Comuni s'impegneranno anche ad installare un'adeguata cartellonistica in concomitanza con l'inizio del territorio comunale. Lo slittamento delle targhe alterne non eliminerà domenica prossima ad Ancona la chiusura di Corso Garibaldi (dalle 9 alle 20 con chiusura totale dalle 14 alle 20 per il passaggio delle maschere) e di Viale della Vittoria (9-13). Per favorire la partecipazione il Comune s'è accordato per aprire dalle 13 alle 20 i parcheggi "Cialdini", "Traiano" e "Torrioni" ad un prezzo speciale (1 euro, senza limiti di tempo al "Torrioni", 2 euro, sempre senza limiti, al "Traiano" e "Cialdini"). Per i tanti confusi, che hanno già tartassato di chiamate i vari enti (se ne contano a centinaia al centralino dei vigili), c'è anche a disposizione un riferimento telefonico della Polizia Municipale (071-2222222 o 071-2223005). E per gli amanti di Internet c'è un forum in rete sulle targhe alterne. Basta digitare: "www.anconaline.com/targhe".

 
 
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