RASSEGNA STAMPA 24.02.2004

 

IL MESSAGGERO
“Legittimo sospetto” sul rogo all’Api

Incompatibilità ambientale, rischia lo stop il processo per la morte dei due operai

di GIAMPAOLO MILZI

Da un lato l'ombra della "Cirami", dall'altro l'esclusione dalle parti civili del figlio di uno dei due operai che persero la vita. E' il bilancio dell'udienza svoltasi ieri in Tribunale sul rogo che il 25 agosto 1999 bruciò le vite degli operai dell’Api i Mario Gandolfi ed Ettore Giulian. Il giudice monocratico Capezza ha ammesso la richiesta di rimessione degli atti alla Corte di Cassazione per "incompatibilità ambientale" presentata dagli avvocati Simeone e Sorana, difensori del dipendente Pierfrancesco Carletti, accusato dal pm Tedeschini dei reati di incendio e omicidio colposo plurimo assieme all'altra tuta blu Gaetano Bonvissuto, all'allora direttore della raffineria Giovanni Saronne, al capo servizio operativo Franco Bellucci, al numero uno del servizio manutenzione Sergio Brunelli e al responsabile della manutenzione off-side Claudio Conti. Ma il magistrato non ha ritenuto di dover sospendere il processo, considerandone lo sviluppo tempistico tale da «non precludere il normale diritto di difesa degli imputati». Così in teoria il dibattimento rischia di restare stoppato, nel corso del suo svolgimento, da un'eventuale decisione della Corte che riconosca l'incombere sul foro di Ancona di «un contesto climatico pesante, prodotto dai comitati cittadini costituitisi specificamente come parti in causa, amplificato da manifestazioni di piazza e dalla stampa e quindi capace di influenzare indirettamente l'oggetto del giudizio e il soggetto giudicante», secondo la motivazione dell'avvocato Simeone. I comitati dei residenti di Fiumesino e Villanova (rappresentati dai legali Crispiani e Pesaresi) restano però parte civile perché associazioni riconosciute per la tutela dell'interesse diffuso alla salvaguardia ambientale, sebbene solo in relazione al capo d'imputazione di incendio, così come 11 membri degli stessi (alcuni presenti in aula, danneggiati nella salute e nei valori immobiliari) e il Comune di Falconara (avvocato Pirani). Quanto all'esclusione dal processo del figlio dell'operaio Gandolfi (assistito dall'avvocato Nucera, che ricorrerà in Cassazione, e rappresentato in aula in sua assenza dalla madre-vedova Elsa Mattioni) il magistrato ha ritenuto "liberatorio" per tutti gli imputati il risarcimento di 700 milioni di vecchie lire versato dall'assicurazione dell'Api alla famiglia a titolo di responsabilità civile per incidente sul lavoro (così come sostenuto dall'avvocato Vettori che assiste Saronne, Bellucci, Brunelli e Conte). Diritto a un eventuale risarcimento danni, in caso di condanna per gli imputati, anche per il Comune di Falconara: che a seguito del disastro ha dovuto modificare il suo Prg, sostenere le spese per l'istituzione di un Ufficio ambiente e incassare il calo d'immagine legato alla vocazione turistica della città. I sindacati, intervenendo sull’inchiesta in atto per verificare se le ditte incaricate di verificare la bonifica abbiano fornito dati e parametri non veritieri, sototliennao che «fermo restando il diritto di ricorrere contro la concessione, come peraltro già fatto dal Comune di Falconara, sia sbagliato e non condivisibile utilizzare questo frangente per richiedere ora il ritiro della concessione, la quale prevede una serie di interventi e di prescrizioni che la raffineria in ogni caso deve portare avanti. E su questo vigileremo». i sindacati hanno inoltre già richiesto un incontro alla direzione aziendale per una valutazione complessiva dello stato di attuazione dei contenuti del protocollo.

Targhe alterne da domenica in dieci comuni

In vigore un mese. Il popolo degli esentati: dagli agenti di commercio ai sacerdoti

di CLAUDIA GRANDI

Varata l'operazione targhe alterne. Si parte, come anticipato, domenica 29 febbraio e si va avanti per tutto marzo, con una possibile proroga ad aprile. Provincia, Comuni e associazioni di categoria hanno stabilito ieri nel corso di un tavolo tecnico tempi e modalità del provvedimento che, almeno nelle speranze dei promotori, sarà in grado di ridurre l'inquinamento da polveri sottili, ma soprattutto di cambiare la mentalità degli automobilisti della provincia: obiettivo, incentivare l'uso del mezzo pubblico e l'utilizzo collettivo delle auto private. Dal 29, dunque, circolazione a targhe alterne (per auto, camion e ciclomotori) su tutto il territorio comunale la domenica e il lunedì, dalle 8 alle 20 (e non più dalle 8,30 alle 18,30 come stabilito in un primo momento). Potranno circolare nei giorni pari i veicoli con ultimo numero di targa pari o uguale a zero e nei giorni dispari i veicoli con ultimo numero dispari. Unica eccezione lunedì primo marzo, quando potranno circolare solo quelli con targa zero o pari. In pratica, per consentire l'alternanza, una domenica (e un lunedì) potranno circolare le dispari, la domenica successiva (e il lunedì successivo) le pari, ad eccezione di domenica 7 marzo (dispari, come la domenica precedente) e lunedì 8 marzo (pari come il lunedì precedente). Dieci, finora, i Comuni che hanno aderito al provvedimento e su cui quindi saranno vigenti le limitazioni: Ancona, Senigallia, Montemarciano, Falconara, Chiaravalle, Osimo, Jesi, Monsano, Fabriano e Polverigi , ma nel corso di questa settimana potrà arrivare l'ok di altri Comuni. Un'attenzione particolare, ovviamente, dovrà essere posta dai residenti dei Comuni non interessati dal provvedimento e delle altre province (non ancora pronte per le targhe alterne): anche per loro, ovviamente, i controlli saranno ferrei. Ai responsabili dei Comuni aderenti, poi, la Provincia ha distribuito un'ordinanza-tipo che i sindaci dovranno emanare per rendere operative le targhe alterne. Oltre agli orari e alle modalità, sull'ordinanza viene ribadito un altro provvedimento, la limitazione totale della circolazione nelle vie scelte dai singoli Comuni (per Ancona il Viale e corso Garibaldi) la domenica dalle 8 alle 20. Prescritto anche l'obbligo di spegnimento del motore dei veicoli in tutte le situazioni non derivanti dalle dinamiche della circolazione stradale. Non tutti i veicoli, però, saranno soggetti al provvedimento: nell'ordinanza vengono elencati i mezzi esentati, ai quali domani, nel corso di un ulteriore incontro in Provincia, ne saranno aggiunti degli altri. Via libera, dunque, ai veicoli elettrici, veicoli dei servizi di emergenza e di soccorso, forze dell'ordine e della pubblica sicurezza, taxi, servizio a noleggio con conducente, autobus di linea e veicoli per il trasporto scolastico, veicoli a servizio di persone invalide, mezzi in servizio pubblico appartenenti ad aziende e concessionari delle aziende che effettuano interventi urgenti. E ancora, veicoli per il recapito posta, veicoli di proprietà dello Stato, della Regione, delle Province, dei Comuni, della Asl e dell'Arpam, veicoli appartenenti ad istituti di vigilanza, quelli utilizzati dagli ufficiali giudiziari, i carri funebri e veicoli al seguito, i veicoli per matrimoni e cortei nuziali, veicoli utilizzati per il trasporto di persone sottoposte a terapie indispensabili o per visite programmate in grado di esibire la relativa certificazione medica o prenotazione, i veicoli di donatori Avis, i mezzi di assistenti domiciliari e associazioni socio-sanitarie, le auto di medici e veterinari, i veicoli che trasportano merci deperibili, alimentari, farmaci. Infine, veicoli di aziende di pronto intervento, mezzi di operatori dell'informazione, veicoli che distribuiscono merci agli edicolanti, mezzi di sacerdoti e ministri del culto, di fioristi per la consegna dei prodotti, di autoscuole, di personale scolastico, di ambulanti che si recano a mercati, mezzi per la raccolta dei rifiuti, veicoli dei fotografi. Ieri, poi, sono stati aggiunti all'elenco le auto di rappresentanti di commercio e i veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate (Euro 2 o immatricolati dopo il '98) e sopra le 3,5 tonnellate (Euro 3 o immatricolati dopo il 2001).Ieri mattina infine i capigruppo in Comune ha deciso di invitare al Consiglio comunale aperto monotematico sulla viabilità (previsto per il 15 marzo) anche le categorie economiche, oltre al ministro ai Lavori pubblici (o chi per lui), alla Regione, alla Provincia e all'Anas.

Ex Montedison, arriva Bohigas

Area da riqualificare, il tecnico “in missione” per due giorni

di LETIZIA LARICI

FALCONARA - Tutto pronto per l'arrivo di Oriol Bohigas che sbarcherà a Falconara questa mattina per una due giorni (ripartirà domani sera) scandita da un fitto calendario di appuntamenti. Il luminare dell'urbanistica europea, incaricato dai sindaci di Falconara e Montemarciano Carletti e Cingolani, nonché da Aldo Pollarini, presidente dell'Azienda Agricola del Poggio, proprietaria del sito ex Montedison, di realizzare uno studio per la riqualificazione e la riabilitazione dell'area a nord di Falconara, al confine con il Comune di Montemarciano, sulla quale insiste lo stabilimento ex Montedison, compirà anzitutto un sopralluogo in zona. Su quell'area infatti, denominata Apu3, Bohigas sino ad ora non c'ha mai messo piede. L'architetto poi incontrerà i vertici dell'Azienda Agricola del Poggio, che si è assunta il pesante onere della fase preliminare di progettazione, incluse le spese di bonifica del sito contaminato da scorie chimiche, attingendo ad appositi fondi ministeriali. Quindi un summit con il sovrintendente Liana Lippi, che nel frattempo ha avviato un procedimento di vincolo architettonico e urbanistico sui fabbricati che si affacciano sulla spiaggia ai confini con il Comune di Marina di Montemarciano. Due incontri fondamentali perché il progetto di rinascita dell'Apu3 (possibilmente nel segno della vocazione turistico - commerciale indicata dal Prg'99) decolli. Nodo cruciale da sciogliere per la realizzazione della riconversione, la procedura di bonifica da attuare nell'area contaminata. Se i firmatari del protocollo di intesa auspicano una bonifica in profondità, in quanto solo così sarà possibile procedere alla costruzione di alberghi, villette, stabilimenti balneari, capannoni espositivi e commerciali, come indicato dal Prg, i suggerimenti di Nedo Biancani, perito dell'inchiesta giudiziaria sulle responsabilità dell'"eco - disastro", vanno in tutt'altra direzione. Secondo Biancani infatti sarebbe più opportuno orientarsi verso un risanamento "leggero", funzionale alla realizzazione di un'area di verde pubblico attrezzato. Non resta che attendere. A quali sviluppi condurrà questa visita? Bohigas, per ora, ha semplicemente visionato documenti sullo stato di contaminazione del capannone ed altri tipi di incartamenti. Ma solo da oggi sarà effettivamente in prima linea. Appuntamento da cui sembra dipendere il futuro di questa zona di Falconara e Montemarciano che sperano di poter riconvertire la vecchia zona industriale.

 
CORRIERE ADRIATICO
"Spostate il processo contro l'Api"

Una difesa si appella alla Cirami. "Incompatibilità ambientale"

di LORENZO SCONOCCHINI

Entrano ed escono le parti civili al processo per il rogo all'Api del 25 agosto '99, costato la vita a due tecnici della raffineria, mentre la difesa di uno degli imputati s'appella alla legge Cirami e chiede di trasferire altrove il processo per incompatibilità ambientale, perché da queste parti ci sarebbe troppo clamore e si rischia un giudizio condizionato dal baccano che farebbero giornali e comitati di cittadini. Siamo alla prima vera udienza, ma arrivano già alcuni verdetti. Riguardano soprattutto i soggetti che secondo il giudice Vincenzo Capezza sono legittimati a stare in giudizio per chiedere un risarcimento danni ai sei imputati - dirigenti, tecnici e operai della raffineria - e all'azienda Api chiamata in causa come responsabile civile. Resta fuori dal processo Elsa Mattioni, vedova del capofabbrica Mario Gandolfi, che s'era costituita parte civile nonostante l'Api l'avesse risarcita con quasi un miliardo di lire nell'ottobre del 2000. "Un conto è l'azienda, che è parte offesa del processo, altro gli imputati", aveva sostenuto l'avvocato Francesco Nucera, legale della vedova. Ma il giudice ha accolto la richiesta di estrometterla avanzata dai legali dell'Api, Giacomo Vettori e Giuseppe Biacca, secondo i quali il risarcimento dell'azienda "copriva" anche i singoli dipendenti. Entrano in ballo come parte civile invece i comitati di Villanova e Fiumesino, attraverso gli avvocati Carlo Pesaresi e Stefano Crispiani. Contro di loro le difese avevano alzato un nutrito fuoco di sbarramento, sostenendo che nel processo gli interessi della comunità locale erano già rappresentati dal Comune di Falconara e che le due associazioni non si erano ancora costituite formalmente quando accadde l'incidente all'Api. Il giudice Capezza ha invece ammesso la costituzione dei comitati, ritenendoli portatori di un interesse dei cittadini alla qualità della vita. Quanto alla loro nascita, secondo il giudice, risultato attivi come interlocutori del Comune e dell'Api stessa sin dal '98. Così i comitati dei due quartieri più vicini alla raffineria saranno in giudizio a fianco di undici residenti già costituiti in proprio e del Comune. Il processo è stato aggiornato al 7 aprile e non sarà sospeso benché il giudice Capezza abbia trasmesso alla Cassazione l'istanza di rimessione presentata dagli avvocati Alberto Simeone e Alessandro Sorana, difensori di Pierfrancesco Carletti, figlio dell'europarlamentare Luciana Sbarbati, segretaria nazionale dei Repubblicani europei. "Si è creato un clima del quale potrebbe essere vittima lo stesso giudicante", spiegava ieri Simeone, che come parlamentare di An aveva legato anni fa il suo nome alla legge che ha allargato le maglie dei benefici penitenziari. Il contesto ambientale sfavorevole, secondo Simeone, "è testimoniato anche dalle continue richieste di costituzione di parte civile di soggetti che hanno interesse ad amplificare l'eco del processo, dopo i titoloni dei giornali e le manifestazioni di piazza del passato".

In sei a giudizio per l'alba di fuoco

Istanza degli avvocati di Pierfrancesco Carletti figlio della segretaria dei Repubblicani europei Luciana Sbarbati "In troppi cercano di amplificare il clamore" Il Comune di Falconara chiede venti milioni

Dopo le due sentenze con giudizio abbreviato (condanna a dieci mesi per Silvio Re e assoluzione per Ivan Giacchetti) ora il processo riguarda sei imputati: l'ex direttore della raffineria Giovanni Saronne, quello attuale Franco Bellucci, allora capo servizio operativo, il capo servizio manutenzione Sergio Brunelli, il responsabile manutenzione off-site Claudio Conti, gli operai Gaetano Bonvissuto e Pierfrancesco Carletti. L'accusa è di incendio ed omicidio colposo plurimo per il rogo di cui rimasero vittime Mario Gandolfi ed Ettore Giulian. L'accusa ipotizza errori e leggerezze operative, dal trasferimento della benzina verde al deposito nazionale lungo una linea anomala, alla mancata chiusura di alcune valvole di sicurezza, al cedimento di una pompa, in cui venne trovato un pezzo di calcestruzzo. Il Comune di Falconara chiede un risarcimento di venti milioni di euro per il danno d'immagine alla sua vocazione turistica, le spese sostenute per potenziare l'ufficio Ambiente e il freno alle scelte urbanistiche. "L'amministrazione ha dovuto rivedere il Prg, che prevedeva un'espansione residenziale nella zona accanto all'ex caserma Saracini", ha fatto notare l'avvocato Rino Pirani. Per l'avvocato Vettori, che assiste i dirigenti Api sotto processo, la zona di rispetto intorno alla raffineria non c'entra con l'incendio di cinque anni fa. "E' prevista dalle normative che disciplinano impianti industriali di quel tipo".

I sindacati chiedono chiarezza

Sul caso bonifica

Intervenendo sulla vicenda della società "Remedia", incaricata dall'Api di valutare la contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo della raffineria, il cui operato è al centro di un'inchiesta in cui si ipotizzano i reati di omessa bonifica e falso, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono in una nota "l' assoluta necessità che le indagini facciano rapidamente piena luce sui fatti ed eventuali responsabilità". I sindacati ritengono poi che, "fermo restando il diritto di ricorrere contro la concessione, come peraltro già fatto dal Comune di Falconara, sia sbagliato e non condivisibile utilizzare questo frangente per richiedere ora il ritiro della concessione, la quale, va ricordato, prevede una serie di interventi e di prescrizioni che la raffineria in ogni caso deve portare avanti". Cgil, Cisl e Uil ribadiscono infine il proprio impegno a "vigilare, nell'ambito della proprie competenze di ordine contrattuale nei confronti della direzione dell'Api, affinché le prescrizioni per la messa in sicurezza degli impianti, per la sicurezza ambientale dei lavoratori e dei cittadini di Falconara sia l'obiettivo primario dell'azione sindacale dentro e fuori la raffineria". A tale proposito è già stato richiesto un incontro alla direzione aziendale per una valutazione complessiva dello stato di attuazione dei contenuti del protocollo.

Lotta alle polveri 2, le targhe alterne

Domenica le dispari, lunedì le pari in nove comuni della provincia. Ancona, Senigallia, Jesi Fabriano, Falconara Osimo, Montemarciano Monsano e Chiaravalle hanno già detto sì Domani aggiornamento definitivo

di Luca Frezzotti

Stimoli anti-smog. La Provincia di Ancona parte dalla mente degli automobilisti per lanciare la sua sfida alle polveri sottili una sfida che affronta da sola, senza il supporto cioè delle altre province marchigiane. Solletica il cervello dei cittadini con uno slogan arioso, "Prendiamo fiato", e lo invita a ragionare sulle alternative all'auto partendo dal provvedimento delle targhe alterne. Indispensabile, urgente e necessario tre aggettivi che ben si addicono alla limitazione che spingerà gli automobilisti della provincia di Ancona a chiedersi, tra le altre cose, "Come raggiungeremo il posto di lavoro?". Questa è la molla mentale su cui la Provincia di Ancona vuole puntare per battere i PM10 prima di affrontare il capitolo mobilità attraverso gli interventi strutturali. La via dell'abbattimento immediato dei dati più che allarmanti è quella delle targhe alterne dalla prossima domenica in poi. Dieci giornate complessive prima del bilancio da sottoporre al tavolo tecnico di confronto che deciderà se proseguire sulla strada delle limitazioni. L'impressione è che dopo un marzo serrato si arriverà ad un aprile più soft che porterà a provvedimenti meno drastici a partire magari da deroghe sulle targhe alterne per le auto con quattro persone a bordo. Ogni passo sarà costantemente monitorato ed ora fervono i preparativi per dare corso ad un immediato che se non pianificato rischia di scadere nel caos. Per questo domani mattina verrà riaperto il tavolo tecnico per definire un protocollo d'intesa. Ci sono ancora degli interrogativi legati alle lista dei veicoli esclusi dal provvedimento, omogeneo per tutti i comuni aderenti all'iniziativa. Le targhe alterne interesseranno prioritariamente i comuni di Senigallia, Fabriano, Montemarciano, Falconara, Chiaravalle, Ancona, Osimo, Jesi, Monsano che sono quelli più esposti ma possono aderire tutti i comuni della Provincia. La limitazione sarà estesa a tutto il territorio comunale della circolazione privata a targhe alterne la domenica ed il lunedì dalle 8 alle 20 di tutto il mese di marzo. Possono quindi circolare nei giorni pari i veicoli (compresi i ciclomotori) con ultimo numero della targa zero o pari e nei giorni dispari i veicoli con ultimo numero della targa dispari. La disposizione sui giorni dispari avrà una sola eccezione legata al via dell'iniziativa. Domenica prossima, 29 febbraio, si partirà con lo stop alle targhe pari che si sarebbero dovute fermare, secondo calendario, anche lunedì 1 marzo che è un altro giorno dispari. Ecco l'eccezione dunque. Lunedì 1 marzo potranno girare solo le auto con l'ultimo numero di targa zero o pari. E' a discrezione dei Comuni invece, in aggiunta alla circolazione a targhe alterne, la chiusura di alcune strade, come visto nelle domeniche ecologiche. Ancona si avvale di questa facoltà: l'unica strada chiusa sarà pertanto corso Garibaldi dalle 17 alle 20, ovvero la tradizionale isola pedonale. Ovviamente non rientrano nel provvedimento le categorie inserite nel lungo elenco dei veicoli esclusi (la Polizia Municipale provvederà poi al rilascio di eventuali autorizzazioni in deroga alle disposizioni di fronte a motivazioni straordinarie e d'emergenza). Una lista corposa a suffragare la statistica che vuole, nei giorni di targhe alterne, una diminuzione tra il venti ed il trenta per cento del traffico e quindi non un abbattimento verticale. Quel tanto che dovrebbe bastare comunque per dare quella spallata all'inquinamento tanto agognata da Patrizia Casagrande "assessore in prima" linea in questa battaglia: "La chiusura dei centri storici - ha detto la Casagrande presentando il provvedimento - non era sufficiente a risolvere il problema che veniva soltanto spostato in un'altra parte della città senza dissuadere i cittadini a non prendere l'auto. Di fronte ad una situazione come questa non si poteva restare immobili: per questo abbiamo deciso di affrontare coscienziosamente la questione senza muoverci dalla delibera della Regione ma dai dati allarmanti". "Crediamo - ancora l'assessore che parla - in primis di abbattere il livello di inquinamento con un provvedimento sì impopolare ma necessario e capace di creare a tutti, categorie comprese, il minor disagio possibile e poi di dare il la ad una rivisitazione dell'idea di utilizzo dell'auto senza pensare di 'smettere' ma limitandone l'uso. La partita comincia oggi (ieri per chi legge ndr) e la giocheremo soltanto se saremo solidali confrontandoci costantemente sui risultati". La traccia è stata fatta e al tavolo si sono iniziati anche discorsi più ampi. "Non possiamo prescindere - chiude l'assessore - dagli interventi di tipo strutturale nella stesura del prossimo protocollo per il 2005 parlando di mobilità sui parcheggi, sulle nuove infrastrutture, penso alla metro di superficie, all'uso del mezzo pubblico ed alla deviazione dei mezzi pesanti sulla A14". Infine una chicca: oltre alla multa di 68 euro per la violazione della circolazione a targhe alterne, attenzione a tenere il motore acceso in tutte "le situazioni di dinamica del traffico e di circolazione stradale". Insomma, in caso di sosta meglio spegnere il motore.

 
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