«La concessione Api è sub
judice»
Nei guai solo la ditta
esterna “Remedia”. «Ma se non viene rispettata la normativa
scattano le sanzioni, fino a quelle estreme». L’assessore
regionale Amagliani prende posizione dopo l’inchiesta sui
dati truccati
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - «Non c'era
nessuna alternativa al rinnovo della concessione all'Api. Ma
anche l'Api è sub judice per quanto riguarda il rispetto
delle norme, quelle delle prescrizioni e del protocollo
d'intesa sottoscritto con la Regione alla base del
prolungamento della concessione fino al 2020». Marco
Amagliani, assessore regionale all'Ambiente, commenta così
gli scenari aperti dall'inchiesta della Magistratura su
eventuali "trucchi" nei dati prodotti dalla ditta milanese
di bonfiche "Remedia spa", che era stata incaricata dalla
dirigenza della raffineria di Falconara di guidare la fase
di messa in sicurezza funzionale al pieno ritorno alla
normalità dell'area inquinata (suolo, acque di falda, marine
e dell'Esino) dello stabilimento. «Al primo punto delle
prescrizioni - ha aggiunto l'assessore regionale Amagliani -
si dice che se non viene rispettata la normativa nazionale
scattano le sanzioni, fino a quelle estreme». E quelle
estreme sono la revisione e l'eventuale revoca della
concessione. L'Api, va rimarcato, è sullo sfondo delle
indagini. E' sub judice , ovvero sotto stretto controllo
tecnico, solo da parte dell'Arpam. Infatti i carabinieri
hanno sentito solo informalmente i più alti funzionati della
raffineria, tra questi il legale rappresentante ed ex
amministratore delegato Clemente Napolitano e l'ingegner
Gianluca Falaschi che guida i sistemi ambientali.
Formalmente interrogati, invece, i manager di "Remedia", che
si è vista poi revocare dall'Api l'incarico per la bonifica.
Due le ipotesi di reato contestate a Federico Sardi,
rappresentante legale di "Remedia spa", dopo i sequestri di
atti cartacei e informatici presso la sua azienda e l'Api:
la manipolazione dei "dati di campo" che indicano le reali
proporzioni dell'inquinamento (falso in atto pubblico); il
mancato rispetto delle procedure sugli studi funzionali al
risanamento (art 51 bis del Decreto Ronchi). «Ho incontrato
i dirigenti Api, ma anche il Noe - ha detto l'assessore - E
ho dato precise indicazioni all'Arpam che verifici
minuziosamente tutti i dati che le sono stati comunicati e
intensifichi i controlli analitici e di campo segnalando al
ministero ogni utile informazione». La linea della Regione?
«Nessuno sconto per nessuno. Ma neanche allarmismi fuori
luogo. Che tutti gli enti preposti, evitando sterili
polemiche politiche, facciano fronte comune per l'obiettivo
primario della bonifica. Obiettivo in relazione al quale le
decisioni assunte rendono attuabile quel controllo costante
mai prima d'ora possibile». Quanto all'inchiesta, «è il
risultato della sretta collaborazione tra i Noe e l'Arpam,
come strumento tecnico della Regione, su incarico della
Magistratura, che auspico faccia il suo lavoro - ha
sottolineato sempre ieri in una nota Amagliani - E l'Arpam
fin dal primo momento ha svolto controlli che di frequente
hanno evidenziato alla Magistratura situazione di pericolo e
non conformità normativa». «L'Arpam ha sì evidenziato un
miglioramento dell'inquinamento di falda, ma il 5 febbraio
scorso ha anche spinto la Regione alla non validazione dei
risultati del piano di caratterizzazione prima fase
trasmessi dall'Api».
PROCURA, CONSULENZA
TECNICA
FALCONARA - La procura di
Ancona ha affidato una consulenza tecnica nell'ambito dell'
indagine del Noe sull'operato della società “Remedia” di
Milano che era stata incaricata dall'Api di valutare la
contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo della
raffineria di Falconara per la messa in sicurezza del
territorio. La nomina dell'esperto (il cui nome sarebbe
stato proposto dall' ufficio rifiuti e bonifiche del
ministero dell'Ambiente) serve per valutare l'operato dell'
impresa in funzione del prosieguo dell'inchiesta, che per
ora è in una fase preliminare. Gli inquirenti, che stanno
anche vagliando la documentazione posta sotto sequestro il
mese scorso, per ora contesterebbero i reati di omessa
bonifica e falso. L'avvio delle indagini ha suscitato molte
prese di posizione, soprattutto dei Verdi. |
Bonifica, la procura affida
una consulenza
Sotto osservazione l'opera
della ditta incaricata dalla Raffineria di valutare
l'inquinamento
Una consulenza tecnica
aiuterà la procura della Repubblica a valutare l'operato
della società "Remedia" di Milano che era stata incaricata
dall'Api di valutare la contaminazione da idrocarburi nel
sottosuolo della raffineria di Falconara per la messa in
sicurezza del territorio. La nomina dell'esperto (il cui
nome sarebbe stato proposto dall'ufficio rifiuti e bonifiche
del ministero dell'Ambiente) è uno dei primi atti ufficiali
dell'inchiesta, che per ora è in una fase preliminare. Gli
inquirenti, che stanno anche vagliando la documentazione
posta sequestrata un mese fa, ipotizzano i reati di omessa
bonifica e falso. L'avvio delle indagini aveva spinto i
Verdi a chiedere chiarezza. Il capogruppo in consiglio
regionale Marco Moruzzi aveva sottolineato che il rinnovo
della concessione alla raffineria "presupponeva il
risanamento ambientale. Ma le certezze sulla serietà della
bonifica da avviare - aveva fatto presente Moruzzi - vengono
meno di fronte all'ipotizzata manipolazione dei dati
sull'inquinamento sotterraneo e alla violazione delle
procedure del Decreto Ronchi che verrebbe imputata alla
Remedia". Intanto ieri l'assessore regionale all'Ambiente
Marco Amagliani è intervenuto sul caso bonifica. "Le
situazioni che stanno emergendo nell'ambito della messa in
sicurezza della Raffineria Api sono il risultato della
stretta collaborazione tra Noe (nucleo operativo ecologico
dei carabinieri) e l'Agenzia regionale per la protezione
ambientale su incarico della magistratura". I controlli,
ricorda Amagliani, "sono stati effettuati sia quando la
bonifica era di competenza diretta del Comune, sia quando il
sito, divenuto di interesse nazionale, è passato al
Ministero dell'ambiente. Il generale miglioramento
ambientale, relativamente al prodotto idrocarburico in
galleggiamento sulla falda, rilevato dalle recenti verifiche
dell'Arpam, non fa venir meno - sottolinea l'assessore -
quell' azione di controllo, che ha portato, ad esempio, alla
non validazione, da parte della Regione, dei risultati del
piano di caratterizzazione trasmessi dall'Api". |