RASSEGNA STAMPA 20.02.2004

 

IL MESSAGGERO
«La concessione Api è sub judice»

Nei guai solo la ditta esterna “Remedia”. «Ma se non viene rispettata la normativa scattano le sanzioni, fino a quelle estreme». L’assessore regionale Amagliani prende posizione dopo l’inchiesta sui dati truccati

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - «Non c'era nessuna alternativa al rinnovo della concessione all'Api. Ma anche l'Api è sub judice per quanto riguarda il rispetto delle norme, quelle delle prescrizioni e del protocollo d'intesa sottoscritto con la Regione alla base del prolungamento della concessione fino al 2020». Marco Amagliani, assessore regionale all'Ambiente, commenta così gli scenari aperti dall'inchiesta della Magistratura su eventuali "trucchi" nei dati prodotti dalla ditta milanese di bonfiche "Remedia spa", che era stata incaricata dalla dirigenza della raffineria di Falconara di guidare la fase di messa in sicurezza funzionale al pieno ritorno alla normalità dell'area inquinata (suolo, acque di falda, marine e dell'Esino) dello stabilimento. «Al primo punto delle prescrizioni - ha aggiunto l'assessore regionale Amagliani - si dice che se non viene rispettata la normativa nazionale scattano le sanzioni, fino a quelle estreme». E quelle estreme sono la revisione e l'eventuale revoca della concessione. L'Api, va rimarcato, è sullo sfondo delle indagini. E' sub judice , ovvero sotto stretto controllo tecnico, solo da parte dell'Arpam. Infatti i carabinieri hanno sentito solo informalmente i più alti funzionati della raffineria, tra questi il legale rappresentante ed ex amministratore delegato Clemente Napolitano e l'ingegner Gianluca Falaschi che guida i sistemi ambientali. Formalmente interrogati, invece, i manager di "Remedia", che si è vista poi revocare dall'Api l'incarico per la bonifica. Due le ipotesi di reato contestate a Federico Sardi, rappresentante legale di "Remedia spa", dopo i sequestri di atti cartacei e informatici presso la sua azienda e l'Api: la manipolazione dei "dati di campo" che indicano le reali proporzioni dell'inquinamento (falso in atto pubblico); il mancato rispetto delle procedure sugli studi funzionali al risanamento (art 51 bis del Decreto Ronchi). «Ho incontrato i dirigenti Api, ma anche il Noe - ha detto l'assessore - E ho dato precise indicazioni all'Arpam che verifici minuziosamente tutti i dati che le sono stati comunicati e intensifichi i controlli analitici e di campo segnalando al ministero ogni utile informazione». La linea della Regione? «Nessuno sconto per nessuno. Ma neanche allarmismi fuori luogo. Che tutti gli enti preposti, evitando sterili polemiche politiche, facciano fronte comune per l'obiettivo primario della bonifica. Obiettivo in relazione al quale le decisioni assunte rendono attuabile quel controllo costante mai prima d'ora possibile». Quanto all'inchiesta, «è il risultato della sretta collaborazione tra i Noe e l'Arpam, come strumento tecnico della Regione, su incarico della Magistratura, che auspico faccia il suo lavoro - ha sottolineato sempre ieri in una nota Amagliani - E l'Arpam fin dal primo momento ha svolto controlli che di frequente hanno evidenziato alla Magistratura situazione di pericolo e non conformità normativa». «L'Arpam ha sì evidenziato un miglioramento dell'inquinamento di falda, ma il 5 febbraio scorso ha anche spinto la Regione alla non validazione dei risultati del piano di caratterizzazione prima fase trasmessi dall'Api».

PROCURA, CONSULENZA TECNICA

FALCONARA - La procura di Ancona ha affidato una consulenza tecnica nell'ambito dell' indagine del Noe sull'operato della società “Remedia” di Milano che era stata incaricata dall'Api di valutare la contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo della raffineria di Falconara per la messa in sicurezza del territorio. La nomina dell'esperto (il cui nome sarebbe stato proposto dall' ufficio rifiuti e bonifiche del ministero dell'Ambiente) serve per valutare l'operato dell' impresa in funzione del prosieguo dell'inchiesta, che per ora è in una fase preliminare. Gli inquirenti, che stanno anche vagliando la documentazione posta sotto sequestro il mese scorso, per ora contesterebbero i reati di omessa bonifica e falso. L'avvio delle indagini ha suscitato molte prese di posizione, soprattutto dei Verdi.

 
CORRIERE ADRIATICO
Bonifica, la procura affida una consulenza

Sotto osservazione l'opera della ditta incaricata dalla Raffineria di valutare l'inquinamento

Una consulenza tecnica aiuterà la procura della Repubblica a valutare l'operato della società "Remedia" di Milano che era stata incaricata dall'Api di valutare la contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo della raffineria di Falconara per la messa in sicurezza del territorio. La nomina dell'esperto (il cui nome sarebbe stato proposto dall'ufficio rifiuti e bonifiche del ministero dell'Ambiente) è uno dei primi atti ufficiali dell'inchiesta, che per ora è in una fase preliminare. Gli inquirenti, che stanno anche vagliando la documentazione posta sequestrata un mese fa, ipotizzano i reati di omessa bonifica e falso. L'avvio delle indagini aveva spinto i Verdi a chiedere chiarezza. Il capogruppo in consiglio regionale Marco Moruzzi aveva sottolineato che il rinnovo della concessione alla raffineria "presupponeva il risanamento ambientale. Ma le certezze sulla serietà della bonifica da avviare - aveva fatto presente Moruzzi - vengono meno di fronte all'ipotizzata manipolazione dei dati sull'inquinamento sotterraneo e alla violazione delle procedure del Decreto Ronchi che verrebbe imputata alla Remedia". Intanto ieri l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani è intervenuto sul caso bonifica. "Le situazioni che stanno emergendo nell'ambito della messa in sicurezza della Raffineria Api sono il risultato della stretta collaborazione tra Noe (nucleo operativo ecologico dei carabinieri) e l'Agenzia regionale per la protezione ambientale su incarico della magistratura". I controlli, ricorda Amagliani, "sono stati effettuati sia quando la bonifica era di competenza diretta del Comune, sia quando il sito, divenuto di interesse nazionale, è passato al Ministero dell'ambiente. Il generale miglioramento ambientale, relativamente al prodotto idrocarburico in galleggiamento sulla falda, rilevato dalle recenti verifiche dell'Arpam, non fa venir meno - sottolinea l'assessore - quell' azione di controllo, che ha portato, ad esempio, alla non validazione, da parte della Regione, dei risultati del piano di caratterizzazione trasmessi dall'Api".

 
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