RASSEGNA STAMPA 01.02.2004

 

IL MESSAGGERO
Polveri, allarme a portata di cittadino

A Senigallia su 167 giorni 95 oltre i limiti di legge. Sollecitati Stato e Regione: «Abitudini da modificare, è in gioco la salute» Verdi con le mascherine anti smog in piazza Saffi. Per coinvolgere la gente

«Per tornare a respirare aria pulita è importante iniziare a cambiare le nostre abitudini». È lo slogan con cui i Verdi ieri pomeriggio hanno cercato di sensibilizzare i senigalliesi, “soffocati” dalle polvere sottili. In Piazza Saffi i rappresentanti del gruppo, guidati da portavoce Alessandro Castriota, con tanto di mascherine antismog hanno voluto lanciare un chiaro messaggio a tutti i cittadini. «In città è stato rilevato un inquinamento al di sopra del livello di guardia dal momento che su 167 giorni di monitoraggio, 95 superavano i limiti consenti dalla legge che ne tollera solo 35 - ha affermato Castriota - sono dati allarmanti che obbligati a scelte forti e consapevoli». Diverse sono le iniziative sollecitate dai Verdi che però sottolineano come accanto all'azione dell'Amministrazione Comunale debba esserci il sostegno della Regione. «Noi puntiamo alla realizzazione di un maggior numero di aree verdi, fondamentali nella loro funzione disinquinante contro i PM10, le polveri inquinanti solide e liquide altamente inquinanti per l'uomo, più piste ciclabili, e più mezzi pubblici efficienti ma è chiaro che in tutto questo il Comune da solo può mettere in campo solo un'azione limitata, occorre l'intervento degli enti sovraordinati - sostiene Castriota - le nostre abitudini possono essere modificate e con facilità se pensiamo che in gioco c'è la nostra vita». I dati diffusi dall'Arpam, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, sulle polveri sottili parlano chiaro. Nella provincia di Ancona, i PM10 sono causate per i 2/3 dal traffico e per il restante 1/3 dalla combustione, raffineria Api inclusa. «È stato rilevato inoltre, che nelle 8 città italiane più colpite oltre 3400 sono i morti ogni anno a causa di questo agente inquinante - ha aggiunto il consigliere dei Verdi Luciano Montesi- è evidente che non solo non è tempo di rimandare qualunque intervento, ma soprattutto occorre trovare soluzioni definitive». In quest'ottica l'adesione al blocco del traffico appare scontata anche se rischia di assumere di più le sembianze di un gesto simbolico. «Chiudere al traffico il centro cittadino per un giorno, anche saltuariamente, ha l'effetto di abbattere immediatamente il livello delle polveri sottili presenti nell'aria ma se l'azione non è reiterativa e supportata da iniziative strutturali rischia di servire a poco - prosegue Montesi - chiediamo allo Stato e alla Regione di intervenire per dirottare il traffico sulla A14, favorire il trasporto su rotai e produrre autoveicoli non inquinanti e che impieghino combustibili ecologico come il metano e il biodiesel». Cambiare le proprie abitudini per vivere meglio e soprattutto più a lungo significa anzitutto lasciare in garage la propria auto a favore dell'utilizzo dei mezzi pubblici e della bicicletta. «In quest'ottica direi che un centro storico interdetto alle automobili sarà presto una realtà e anche i senigalliesi più restii a rinunciare all'auto credo debbano farsene una ragione - conclude - siamo solo all'inizio di questa battaglia e nei prossimi mesi gli interventi saranno sempre più sostanziosi. Lo stesso Piano Cervellati che ridisegna il futuro della città prevede un centro storico senza auto».

 
CORRIERE ROMAGNA
Polveri, un’insidia “sottile”

Ravenna - “Una cosa deve essere chiara: non c’è un livello di concentrazione di polveri da ritenere sicuro per la nostra salute”. Paolo Crosignani, primario dell’Unità di epidemiologia ambientale dell’Istituto nazionale Tumori di Milano, è intervenuto venerdì sera al convegno organizzato dai Verdi sul rapporto tra inquinamento (in particolare da traffico) e salute. Un incontro molto seguito, al quale hanno partecipato anche Marco Caldiroli di Medicina Democratica e P.Antonio Marongiu dell’Associazione Romagnola ricerca tumori di Ravenna. Dunque, che aria tira in città e quali conseguenze per la salute dei cittadini? “Guardi - premette Crosignani - non è che a Ravenna la situazione sia peggiore di tante altre realtà, anche se merita un discorso a parte il polo industriale. Tra l’altro so che sono state attuate politiche per il traffico e per favorire mezzi di trasporto alternativi. Bene, ma non ci si può fermare”. I motivi per non abbassare la guardia sono molti. “ Un inquinamento elevato crea nuove malattie. E ci sono rischi - prosegue - anche con concentrazioni di polveri basse, pari a 20 microgrammi per metro cubo. Naturalmente, il guadagno in salute è proporzionale alla riduzione dell’inquinamento”. Crosignani cita un dato: “Per quanto riguarda il tumore al polmone, il rischio aumenta del 14 per cento ogni 10 microgrammi in più di concentrazione. Ribadisco, non è una questione di soglie: nel tempo si accumulano sostanze tossiche che in un arco di 15-20 anni danno origine alla malattia”. C’è poi una connessione letale tra fumo e smog. “Fumare fa più male in un’aria inquinata - rileva -. Si tratta di un effetto sinergico. E pensare che invece a Milano spesso mi sento dire: ‘beh, l’aria è già tanto inquinata, qualche sigaretta non può farmi male...”. Crosignani spiega che a Ravenna “è possibile che il livello delle polveri sia determinato anche dal polo industriale”. Si tratta di un “innesco” per il particolato. “Di certo, non è per nulla rassicurante l’aumento di potenza per i turbogas: le emissioni non sono totalmente sicure. Ma del resto è una questione molto più ampia: perchè il vero nodo è limitare i consumi. Al contrario, per ciò che concerne l’energia, è in atto una maledetta politica di privatizzazione. E ora i gestori sono come i benzinai”. Il primario lascia Ravenna con una promessa: quella di inviare ad Arpa una letteratura più recente sugli effetti del Pm10 sulla salute. “I dati equivalenti dell’Oms sono sottostimati”.Soddisfatti per l’iniziativa i vertici del Sole che ride ravennate. Che però ravvisa nuovi pericoli per l’ambiente e i cittadini: “Il recente annuncio di Hera di voler sostanzialmente raddoppiare la quantità dei rifiuti da bruciare nell’inceneritore, ci lascia sbigottiti - dice il portavoce Marco Ferrari, preannunciando un “durissimo confronto” con l’azienda e l’Amministrazione comunale. E Maria Grazia Beggio, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale, ha lanciato l’idea del varo di un comitato contro l’inceneritore. “La vera strada - ha detto - è quella della raccolta differenziata”.

 
IL GAZZETTINO
«Centrali, meglio puntare al risparmio energetico»

La voce degli esperti del Politecnico di Milano all'assemblea di ieri sera nella sala parrocchiale

di Maurizio Marcon

Teglio Veneto "Non esistono centrali termoelettriche a combustibile fossile che non inquinano, chi dice il contrario: mente. Il vero problema da porsi è una politica di risparmio energetico cui tutti devono concorrere". Maurizio Pallante, saggista e ricercatore di tecnologie ambientali, all'incontro pubblico in sala parrocchiale, anche in questo caso affollatissima, sul tema "La centrale termoelettrica di Portogruaro: impatto ambientale e danni all'uomo e all'ambiente", organizzato dalla Pro loco tegliese, non ha usato certo diplomazia nello "smascherare", studiosi e politici propugnatori delle "centrali a turbogas che non inquinano". Con argomentazioni di tipo scientifico, Pallante, e lo stesso ingegner Stefano Caserini, docente del corso di Reti di monitoraggio ambientale al Politecnico di Milano, hanno sviluppato le tematiche dell'approvvigionamento e risparmio energetico, in relazione ai possibili danni ambientali e alla salute pubblica. "Aderendo al Protocollo di Kyoto l'Italia - ha ricordato Caserini - si era impegnata a ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera del 6 per cento, entro il 2010, le emissioni sono invece aumentate del 6, ecco quindi che nei 6 anni rimanenti l'obiettivo è di ridurre del 12 per cento. Come fare se si continuano a costruire centrali?". "La soluzione - ha spiegato Pallante - sta nell'impegnarsi seriamente nel risparmio energetico, nel perseguire concretamente la strada delle fonti rinnovabili, e abbandonare quella dei grandi impianti, dei grandi produttori che puntano a creare energia per venderla e non certo di promuovere il risparmio energetico. Esistono esempi in tutta Europa, dalla Germania alla Spagna, che dimostrano come certi obiettivi di risparmio energetico e sulle fonti alternative rinnovabili sono possibili, praticabili e danno risultati concreti. È la strada dei piccoli impianti di cogenerazione, del fotovoltaico, dell'energia eolica, a seconda del clima e delle situazioni locali. Per tutti la scelta per risparmiare energia è di usare strumenti e mezzi ad alto rendimento, come i frigoriferi di classe "A" e "Plus", le lampade ad alta efficienza. Ciò che va evitato assolutamente è la politica dei grandi impianti".

 
inizio pagina   rassegna stampa