RASSEGNA STAMPA 25.01.2004

 

MESSAGGERO
Baldassarri: «Se la ferrovia arretra sulla costa non ci sarà un’altra strada»

Porto-A14, il Governo guarda a ovest

di CLAUDIA GRANDI

Baldassarri apre ad ovest. Il vice-ministro all'Economia (An), ieri ad Ancona per la presentazione dei dati sull'attività del porto, ha dato una nuova speranza al Comune sulla possibilità che l'uscita a ovest venga realizzata. Anche se Mario Baldassarri ha rifiutato di prestarsi al "toto-uscita", il suo sogno (così lo ha definito lui stesso) di arretrare la ferrovia dalla costa nel tratto Marina di Montemarciano-Aspio, rappresenta di fatto uno stop dell'ipotesi a nord, propugnata da mesi dai suoi colleghi di partito a livello locale. «Ho chiesto - spiega Baldassarri - alla Rfi (le ferrovie, ndr) di approntare uno studio di pre-fattibilità sull'ipotesi di spostare a monte la linea ferroviaria. Ebbene, nel caso in cui il responso della Rfi fosse positivo, e da quanto mi risulta dovrebbe esserlo, è logico che tolta la ferrovia non andremo a riposizionarci una strada». Ovvero, arretrata la ferrovia, nessuna uscita a nord. L'obiettivo di Baldassarri è di restituire alla città la sua costa, lasciando definitivamente spazio alle spiagge e alla fruibilità del litorale. «Vi ricordate la spiaggia della Salute ? - dice - Bene, il mio sogno è quello di ridarle vita». I giochi, dopo mesi di attesa da parte delle istituzioni locali che hanno sollecitato più di una volta il governo centrale a compiere una scelta definitiva per il collegamento porto-autostrada, sembrano a questo punto davvero fatti. Entro febbraio, infatti, la Rfi sarà in grado di dire se l'arretramento della ferrovia è fattibile o meno. A quel punto, assicura Baldassarri, anche la scelta dell'ipotesi migliore per l'uscita dalla città sarà resa nota nel giro di pochi giorni. Entro un mese, dunque, il tanto atteso responso. Con una strada che «Il progetto di pre-fattibilità dell'arretramento della ferrovia - ha aggiunto il vice-ministro - rappresenterà un ulteriore elemento per valutare la coerenza della futura uscita dal porto, elemento che si aggiungerà agli studi sulla fattibilità già effettuati». I soldi per il collegamento porto-autostrada, assicura Baldassarri ci sono (100 milioni di euro stanziati due anni fa) e la società autostrade è disposta ad inserire l'infrastruttura, sotto veste di raccordo con l'A14, nell'ambito del progetto per la terza corsia dell'autostrada. «Una volta ricevuto lo studio della Rfi, con costi (intorno ai 2.500 milioni di euro di cui in parte in project-financing, ndr) e fattibilità dell'arretramento - ha spiegato Baldassarri - sarà istituito un gruppo di lavoro tra i due Comuni interessati, Provincia, Regione, Anas, Ministero e tutti i soggetti interessati, per valutare l'ipotesi migliore di uscita dalla città. L'importante è fare in fretta, perché è necessario colmare i ritardi del sistema infrastrutturale e far sì che il porto non rappresenti per Ancona motivo di soffocamento: del resto promuovere uno studio sull'arretramento della ferrovia non significa allungare i tempi per l'uscita, bensì accelerarli». Il progetto di arretramento prevede tra l'altro lo spostamento dell'attuale stazione di Falconara verso Castelferretti (Ancona nord), una stazione all'Aspio (Ancona sud) e una nei pressi del Pinocchio (Ancona centro), tutte situate nei pressi dei caselli autostradali. Il tratto Aspio-Stazione marittima resterebbe come metrò di superficie. Non solo strade. Acqua, aria e terra: questi, secondo Baldassarri, i vertici del sistema integrato di cui per il futuro sviluppo di Ancona bisognerà tenere conto. «Sarà necessario ragionare sempre più in termini di sistema - ha detto - tra porto, aeroporto e strade-ferro, con lo smistamento logistico rappresentato dall'interporto. Ma per portare avanti il progetto-Ancona bisognerà mettere in filiera i vari governi, da quelli locali a quello centrale. Del resto Ancona, in qualità di porta dell'est, ha una missione forte, economica ma anche politica».

 
CORRIERE ADRIATICO
Sì all'uscita ad Ovest

Baldassarri: "Decidiamo subito". Tra Stato e Regione nessuna data è stata rispettata. Abbiamo sentito troppe favole Qui servono interventi immediati. Il Comune ha proposto e attende ancora una risposta Si decida presto per la nomina del nuovo presidente dell'Authority Il viceministro ha dimenticato il fuoco Quello che ha bruciato i soldi per la statale 16

di ALESSANDRA CAMILLETTI

L'uscita ad Ovest si può fare. Parola di viceministro all'economia. Mario Baldassarri apre all'ipotesi fin qui sostenuta da Comune e Provincia e dalle categorie produttive, pur nella variante di Nord-Ovest. E invece osteggiata dal centrodestra locale che da sempre sponsorizza la strada a Nord, con l'interramento a bordo frana. L'esponente di Governo lega il collegamento ad Ovest tra il porto e la grande viabilità all'arretramento della ferrovia. E per l'annuncio sceglie proprio il porto e la conferenza organizzata dal commissario Paolo Annibaldi per il bilancio dell'attività del 2003. Dati non troppo positivi, che spingono a chiudere al più presto la partita dei collegamenti. Tra l'altro, l'apertura ad Ovest arriva nel momento in cui il piano regionale di assetto idrogeologico indica che a Palombella - punto d'ingresso della galleria e del collegamento che si conclude a Casine di Paterno - le infrastrutture possono essere realizzate. "E' maturo il tempo per scindere i flussi di traffico tra maestre, scolari e farmacista e Tir - dice il viceministro -. E quindi per la scelta di un'uscita dal porto agganciata direttamente alla statale e all'A14. Entro febbraio la decisione definitiva. Poi mettiamo in piedi il cantiere". Baldassarri parla di un sistema integrato tra porto, ferrovia-strada e aeroporto, con l'interporto centro di smistamento. "Non avrebbe senso avere l'A14 a tre corsie e la Flaminia nel Quadrilatero e non completare quest'ultimo anello. Specie ora che le difficoltà tecniche sembrano superate e che le risorse sono disponibili. Nel giro di tre, quattro settimane Rfi ci presenterà lo studio di prefattibilità per l'arretramento della linea adriatica. Se sarà possibile, come pare, ridisegnare la ferrovia da Marina di Montemarciano all'Aspio e togliere i binari dalla spiaggia, non sarebbe razionale metterci sopra la strada. Un'uscita a Nord aveva senso prima". Prima, appunto, dell'idea della nuova ferrovia a monte, con il nodo Ancona-Roma all'altezza di Castelferretti e l'altro polo a Sud, e una stazione Ancona centro dietro il Pinocchio. E il mantenimento dei binari tra Aspio e stazione marittima come metrò di superficie. "Dal punto di vista logico, anche come cittadino - riprende il professore -, dico che sarebbe meglio uscire dal porto, infilarsi in galleria e tagliare dentro verso la grande viabilità. Non faccio l'ingegnere né il geologo, né sono proprietario di terreni attorno alla città. Per l'Anas l'ipotesi Ovest o Nord-Ovest è fattibile. E non esiste un problema serio di finanziamento: Anas e Autostrade sono pronte a realizzare la strada come variante alla statale o come svincolo dell'A14. L'uscita può essere realizzata come finanza di progetto, con il contributo pubblico previsto dalla delibera Cipe del 2001". "Una volta fatta la scelta, promuoveremo incontri più formali e sostanziali con i vari livelli di governo locali. Con l'impegno del ministero delle infrastrutture e dell'Anas a farsi promotori di un tavolo finale per costruire una decisione comune". Una soluzione che per il viceministro, marchigiano, ha un che di affettivo: "Me lo diceva sempre mio nonno di restituire agli anconetani la spiaggia della Salute". E la strategia, lascia intendere Mario Baldassarri, potrebbe comunque prevedere il completamento del contenimento della frana Barducci, laddove il Comune prevede l'interramento leggero. Quindi cita Traiano e la vocazione storica del porto, porta d'Oriente, il viceministro nell'indicare gli scenari futuri in cui dovrà muoversi lo scalo. E la conferenza stampa si trasforma presto in un dibattito. "Traiano - ironizza l'onorevole diessino Renato Galeazzi - ha fatto il porto in tre anni e la grandezza dell'impero romano stava nella scelta di realizzare strade e ponti. Il viceministro ha citato gli elementi dell'acqua, della terra e del fuoco, ma ha dimenticato il fuoco: quello che ha mandato in fumo i soldi, come quelli per il raddoppio della 16". E parla di un "sogno da bambini", rispetto al nuovo disegno di collegare l'uscita all'arretramento dei binari. Il botta e risposta non si placa. L'onorevole Eugenio Duca (Ds) prende la parola per dire che "nessuna data dell'intesa Stato-Regione è stata rispettata" e per chiedere lo sblocco di alcune opere: "Il raccordo ferroviario sotto l'asse attrezzato, per cui l'Anas ha cancellato lo stanziamento per 860 mila euro; l'impianto Ils dell'aeroporto, progettato e appaltato e poi ridimensionato; la diminuzione, in due anni, di traghetti, aerei e treni da Ancona". Quindi un battibecco in corsa. "Di favole ne abbiamo sentite troppe", butta là Duca. "Nessuna favola - interrompe Baldassarri -. Da parte mia solo delibere e leggi". Il presidente della Provincia, Enzo Giancarli, da parte sua chiede che il viceministro "intervenga con forza per la nomina del nuovo presidente dell'Authority, per dare la necessaria stabilità al porto". Aggiunge l'assessore al porto Loredana Pistelli: "Senza nulla togliere agli obiettivi di lungo respiro, qui servono risposte immediate. Il Comune ha proposto l'uscita ad Ovest e attende ancora una risposta". Il viceministro spiazza tutti, con la soluzione ad Ovest. Pure Carlo Ciccioli, presidente e capogruppo regionale di An. "Abbiamo sempre sostenuto l'uscita a Nord - dice -, ma saremo rapidissimi a convincerci se ci verrà dimostrato che è meglio la strada ad Ovest". E così, dopo aver ricordato che il porto di Ancona è tra "le priorità del Governo", il viceministro chiude con una battuta. "C'è chi sogna in positivo - dice -, e può magari non veder realizzare i suoi sogni, ma non vorrei che ci fosse qualcuno che sogna in negativo e che, dopo aver fatto poco in ventiquattro anni, cerchi ora di impedire agli altri di fare cose in ventiquattro mesi o in cinque anni".

 
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