MESSAGGERO |
Baldassarri: «Se la ferrovia
arretra sulla costa non ci sarà un’altra strada»
Porto-A14, il Governo guarda a
ovest
di CLAUDIA GRANDI
Baldassarri apre ad ovest. Il
vice-ministro all'Economia (An), ieri ad Ancona per la
presentazione dei dati sull'attività del porto, ha dato una
nuova speranza al Comune sulla possibilità che l'uscita a
ovest venga realizzata. Anche se Mario Baldassarri ha
rifiutato di prestarsi al "toto-uscita", il suo sogno (così
lo ha definito lui stesso) di arretrare la ferrovia dalla
costa nel tratto Marina di Montemarciano-Aspio, rappresenta
di fatto uno stop dell'ipotesi a nord, propugnata da mesi
dai suoi colleghi di partito a livello locale. «Ho chiesto -
spiega Baldassarri - alla Rfi (le ferrovie, ndr) di
approntare uno studio di pre-fattibilità sull'ipotesi di
spostare a monte la linea ferroviaria. Ebbene, nel caso in
cui il responso della Rfi fosse positivo, e da quanto mi
risulta dovrebbe esserlo, è logico che tolta la ferrovia non
andremo a riposizionarci una strada». Ovvero, arretrata la
ferrovia, nessuna uscita a nord. L'obiettivo di Baldassarri
è di restituire alla città la sua costa, lasciando
definitivamente spazio alle spiagge e alla fruibilità del
litorale. «Vi ricordate la spiaggia della Salute ? - dice -
Bene, il mio sogno è quello di ridarle vita». I giochi, dopo
mesi di attesa da parte delle istituzioni locali che hanno
sollecitato più di una volta il governo centrale a compiere
una scelta definitiva per il collegamento porto-autostrada,
sembrano a questo punto davvero fatti. Entro febbraio,
infatti, la Rfi sarà in grado di dire se l'arretramento
della ferrovia è fattibile o meno. A quel punto, assicura
Baldassarri, anche la scelta dell'ipotesi migliore per
l'uscita dalla città sarà resa nota nel giro di pochi
giorni. Entro un mese, dunque, il tanto atteso responso. Con
una strada che «Il progetto di pre-fattibilità
dell'arretramento della ferrovia - ha aggiunto il
vice-ministro - rappresenterà un ulteriore elemento per
valutare la coerenza della futura uscita dal porto, elemento
che si aggiungerà agli studi sulla fattibilità già
effettuati». I soldi per il collegamento porto-autostrada,
assicura Baldassarri ci sono (100 milioni di euro stanziati
due anni fa) e la società autostrade è disposta ad inserire
l'infrastruttura, sotto veste di raccordo con l'A14,
nell'ambito del progetto per la terza corsia
dell'autostrada. «Una volta ricevuto lo studio della Rfi,
con costi (intorno ai 2.500 milioni di euro di cui in parte
in project-financing, ndr) e fattibilità dell'arretramento -
ha spiegato Baldassarri - sarà istituito un gruppo di lavoro
tra i due Comuni interessati, Provincia, Regione, Anas,
Ministero e tutti i soggetti interessati, per valutare
l'ipotesi migliore di uscita dalla città. L'importante è
fare in fretta, perché è necessario colmare i ritardi del
sistema infrastrutturale e far sì che il porto non
rappresenti per Ancona motivo di soffocamento: del resto
promuovere uno studio sull'arretramento della ferrovia non
significa allungare i tempi per l'uscita, bensì
accelerarli». Il progetto di arretramento prevede tra
l'altro lo spostamento dell'attuale stazione di Falconara
verso Castelferretti (Ancona nord), una stazione all'Aspio
(Ancona sud) e una nei pressi del Pinocchio (Ancona centro),
tutte situate nei pressi dei caselli autostradali. Il tratto
Aspio-Stazione marittima resterebbe come metrò di
superficie. Non solo strade. Acqua, aria e terra: questi,
secondo Baldassarri, i vertici del sistema integrato di cui
per il futuro sviluppo di Ancona bisognerà tenere conto.
«Sarà necessario ragionare sempre più in termini di sistema
- ha detto - tra porto, aeroporto e strade-ferro, con lo
smistamento logistico rappresentato dall'interporto. Ma per
portare avanti il progetto-Ancona bisognerà mettere in
filiera i vari governi, da quelli locali a quello centrale.
Del resto Ancona, in qualità di porta dell'est, ha una
missione forte, economica ma anche politica». |
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CORRIERE ADRIATICO |
Sì all'uscita ad Ovest
Baldassarri: "Decidiamo
subito". Tra Stato e Regione nessuna data è stata
rispettata. Abbiamo sentito troppe favole Qui servono
interventi immediati. Il Comune ha proposto e attende ancora
una risposta Si decida presto per la nomina del nuovo
presidente dell'Authority Il viceministro ha dimenticato il
fuoco Quello che ha bruciato i soldi per la statale 16
di ALESSANDRA CAMILLETTI
L'uscita ad Ovest si può fare. Parola di viceministro
all'economia. Mario Baldassarri apre all'ipotesi fin qui
sostenuta da Comune e Provincia e dalle categorie
produttive, pur nella variante di Nord-Ovest. E invece
osteggiata dal centrodestra locale che da sempre sponsorizza
la strada a Nord, con l'interramento a bordo frana.
L'esponente di Governo lega il collegamento ad Ovest tra il
porto e la grande viabilità all'arretramento della ferrovia.
E per l'annuncio sceglie proprio il porto e la conferenza
organizzata dal commissario Paolo Annibaldi per il bilancio
dell'attività del 2003. Dati non troppo positivi, che
spingono a chiudere al più presto la partita dei
collegamenti. Tra l'altro, l'apertura ad Ovest arriva nel
momento in cui il piano regionale di assetto idrogeologico
indica che a Palombella - punto d'ingresso della galleria e
del collegamento che si conclude a Casine di Paterno - le
infrastrutture possono essere realizzate. "E' maturo il
tempo per scindere i flussi di traffico tra maestre, scolari
e farmacista e Tir - dice il viceministro -. E quindi per la
scelta di un'uscita dal porto agganciata direttamente alla
statale e all'A14. Entro febbraio la decisione definitiva.
Poi mettiamo in piedi il cantiere". Baldassarri parla di un
sistema integrato tra porto, ferrovia-strada e aeroporto,
con l'interporto centro di smistamento. "Non avrebbe senso
avere l'A14 a tre corsie e la Flaminia nel Quadrilatero e
non completare quest'ultimo anello. Specie ora che le
difficoltà tecniche sembrano superate e che le risorse sono
disponibili. Nel giro di tre, quattro settimane Rfi ci
presenterà lo studio di prefattibilità per l'arretramento
della linea adriatica. Se sarà possibile, come pare,
ridisegnare la ferrovia da Marina di Montemarciano all'Aspio
e togliere i binari dalla spiaggia, non sarebbe razionale
metterci sopra la strada. Un'uscita a Nord aveva senso
prima". Prima, appunto, dell'idea della nuova ferrovia a
monte, con il nodo Ancona-Roma all'altezza di Castelferretti
e l'altro polo a Sud, e una stazione Ancona centro dietro il
Pinocchio. E il mantenimento dei binari tra Aspio e stazione
marittima come metrò di superficie. "Dal punto di vista
logico, anche come cittadino - riprende il professore -,
dico che sarebbe meglio uscire dal porto, infilarsi in
galleria e tagliare dentro verso la grande viabilità. Non
faccio l'ingegnere né il geologo, né sono proprietario di
terreni attorno alla città. Per l'Anas l'ipotesi Ovest o
Nord-Ovest è fattibile. E non esiste un problema serio di
finanziamento: Anas e Autostrade sono pronte a realizzare la
strada come variante alla statale o come svincolo dell'A14.
L'uscita può essere realizzata come finanza di progetto, con
il contributo pubblico previsto dalla delibera Cipe del
2001". "Una volta fatta la scelta, promuoveremo incontri più
formali e sostanziali con i vari livelli di governo locali.
Con l'impegno del ministero delle infrastrutture e dell'Anas
a farsi promotori di un tavolo finale per costruire una
decisione comune". Una soluzione che per il viceministro,
marchigiano, ha un che di affettivo: "Me lo diceva sempre
mio nonno di restituire agli anconetani la spiaggia della
Salute". E la strategia, lascia intendere Mario Baldassarri,
potrebbe comunque prevedere il completamento del
contenimento della frana Barducci, laddove il Comune prevede
l'interramento leggero. Quindi cita Traiano e la vocazione
storica del porto, porta d'Oriente, il viceministro
nell'indicare gli scenari futuri in cui dovrà muoversi lo
scalo. E la conferenza stampa si trasforma presto in un
dibattito. "Traiano - ironizza l'onorevole diessino Renato
Galeazzi - ha fatto il porto in tre anni e la grandezza
dell'impero romano stava nella scelta di realizzare strade e
ponti. Il viceministro ha citato gli elementi dell'acqua,
della terra e del fuoco, ma ha dimenticato il fuoco: quello
che ha mandato in fumo i soldi, come quelli per il raddoppio
della 16". E parla di un "sogno da bambini", rispetto al
nuovo disegno di collegare l'uscita all'arretramento dei
binari. Il botta e risposta non si placa. L'onorevole
Eugenio Duca (Ds) prende la parola per dire che "nessuna
data dell'intesa Stato-Regione è stata rispettata" e per
chiedere lo sblocco di alcune opere: "Il raccordo
ferroviario sotto l'asse attrezzato, per cui l'Anas ha
cancellato lo stanziamento per 860 mila euro; l'impianto Ils
dell'aeroporto, progettato e appaltato e poi ridimensionato;
la diminuzione, in due anni, di traghetti, aerei e treni da
Ancona". Quindi un battibecco in corsa. "Di favole ne
abbiamo sentite troppe", butta là Duca. "Nessuna favola -
interrompe Baldassarri -. Da parte mia solo delibere e
leggi". Il presidente della Provincia, Enzo Giancarli, da
parte sua chiede che il viceministro "intervenga con forza
per la nomina del nuovo presidente dell'Authority, per dare
la necessaria stabilità al porto". Aggiunge l'assessore al
porto Loredana Pistelli: "Senza nulla togliere agli
obiettivi di lungo respiro, qui servono risposte immediate.
Il Comune ha proposto l'uscita ad Ovest e attende ancora una
risposta". Il viceministro spiazza tutti, con la soluzione
ad Ovest. Pure Carlo Ciccioli, presidente e capogruppo
regionale di An. "Abbiamo sempre sostenuto l'uscita a Nord -
dice -, ma saremo rapidissimi a convincerci se ci verrà
dimostrato che è meglio la strada ad Ovest". E così, dopo
aver ricordato che il porto di Ancona è tra "le priorità del
Governo", il viceministro chiude con una battuta. "C'è chi
sogna in positivo - dice -, e può magari non veder
realizzare i suoi sogni, ma non vorrei che ci fosse qualcuno
che sogna in negativo e che, dopo aver fatto poco in
ventiquattro anni, cerchi ora di impedire agli altri di fare
cose in ventiquattro mesi o in cinque anni".
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