RASSEGNA STAMPA 24.01.2004

 

MESSAGGERO
Polveri, chiusure al traffico “personalizzate”

La Regione alle Province: «L’importante è fermare le auto, ognuno decida come»

di CLAUDIA PASQUINI

Unite nel merito, la lotta contro le polveri sottili, divise sul metodo. E quindi avanti con le limitazioni al traffico e le domeniche ecologiche, ma ogni Provincia come meglio crede. Si è concluso così il tavolo tecnico riunito ieri in Regione. L'assessore regionale Amagliani ha infatti riconosciuto agli enti locali la possibilità di usare misure personalizzate al posto delle indicazioni proposte nella sua contestata delibera del 23 dicembre. Rimane a testimonianza del tentativo di concertazione un documento di indirizzo sottoscritto dalle quattro Province dove si elencano i progetti comuni: una campagna informativa a livello regionale sulle conseguenza dell'inquinamento, l'estensione del bollino blu attraverso incentivi e interventi sugli impianti di riscaldamento. Soddisfatto il dirigente del servizio Ambiente della Provincia, Carrescia: «Era importante che venisse riconosciuta la validità dei provvedimenti da noi proposti indipendentemente dalla delibera. Questo ci permetterà di agire in base alle esigenze del territorio e nel massimo rispetto dei cittadini e delle categorie economiche e produttive». Per quanto riguarda la Provincia di Ancona rimane quindi valida la proposta presentata nei giorni scorsi. La conferma dei provvedimenti però ci sarà in seguito alla valutazione tecnica da parte dell'Arpam che attraverso alcune simulazioni verificherà se le misure che si intendono adottare danno gli stessi risultati di quelle proposte dalla delibera della Regione. L'intenzione è dividere il territorio in 4 zone: la 1 (Senigallia, Montemarciano, Falconara, Chiaravalle, Ancona, Osimo e Loreto), la 1-bis con i 22 Comuni limitrofi ai precedenti, la 2 (con Jesi e Monsano) e la 2-bis con tutti i 19 Comuni limitrofi. Per le zone 1 e 2 il suggerimento è di limitare il traffico in un giorno infrasettimanale per tutte le auto, il venerdì, e attuare il blocco della circolazione la domenica per i mesi di febbraio e di marzo. Le fasce orarie indicative sono per la mattina dalle 9 alle 12 e per il pomeriggio dalle 17 alle 18.30. Spetterà poi ai Comuni decidere in quali zone della città attuare i provvedimenti. Per definire il piano la prossima settimana tutti i Comuni della provincia si riuniranno per annunciare le loro intenzioni. Accanto agli interventi immediati inoltre, la Provincia di Ancona ha indicato anche gli interventi per gli impianti di riscaldamento. E così si chiede che in tutti i Comuni la temperatura degli impianti non superi i 20 gradi se riscaldati con combustibili liquidi o solidi e che negli impianti industriali non venga superato il 75% della potenzialità massima. Sono infine previste misure di "emergenza": in caso di superamento del limite di 55 microgrammi di Pm10 per tre giorni consecutivi, scatterà il blocco domenicale per tutti i Comuni anche quelli della zona 1-bis e 2-bis, mentre se il superamento è di sei giorni consecutivi il blocco domenicale si estenderà anche al sabato.

 
CORRIERE ADRIATICO
"Insonorizzare la ferrovia"

Interrogazione di Massimo Bello. Chiesti interventi alla Provincia

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Sul problema della rumorosità dello scalo merci di Villanova, evidenziato ancora una volta dal comitato dei cittadini residenti che hanno chiesto un incontro urgente al Prefetto ed al Sindaco, interviene anche, con una interrogazione, il consigliere provinciale di Alleanza Nazionale Massimo Bello. Bello chiede al presidente Giancarli ed all'assessore Casagrande "maggiore tutela e una serie di indagini e controlli per coloro che abitano nella zona ed in altre interessate dalla presenza di strutture ferroviarie". "Gli organi competenti - scrive Bello - in primo luogo l'Arpam, hanno misurato e rilevato la presenza di inquinamento acustico derivante dal traffico ferroviario nella provincia di Ancona e, qualora fossero stati fatti tali accertamenti, quali sono stati i risultati per quel che attiene la situazione denunciata dai residenti e dal comitato di Villanova con riferimento allo scalo merci ferroviario presente in quella zona?". Fra l'altro il consigliere di An ricorda di avere già posto la questione nel novembre 2002, e all'epoca "l'Assessore competente aveva manifestato la sua disponibilità a mettere in campo una serie di interventi e di indagini. Oggi, a distanza di tempo, mi chiedo a che punto siamo". Nel territorio provinciale sono migliaia, fa notare Bello, i cittadini e le famiglie costrette a convivere con l'inquinamento acustico derivante dal traffico ferroviario, che in molti casi avviene anche nei centri abitati a pochi metri dalle finestre delle abitazioni. "Il quadro normativo, poi, in questo settore è preciso - afferma il rappresentante di AN - il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 16 marzo 1998 considera la necessità di armonizzare le tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico, tenendo conto delle peculiari caratteristiche del rumore emesso dalle infrastrutture di trasporto". L'esponente provinciale di Alleanza nazionale chiede perciò "se non si ritenga utile intervenire nei confronti di Trenitalia SpA per chiedere la realizzazione di opere di insonorizzazione nei punti più critici della rete ferroviaria, tra cui lo scalo merci di Villanova".

Il condono dei rebus

La domanda va presentata comunque. In attesa della Suprema Corte

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Condono sì, condono no. La decisione almeno per quello che riguarda le Marche adesso spetta alla Corte Costituzionale. Ma visto l'avvicinarsi della scadenza dei termini di presentazione delle domande (31 marzo) la Lega Autonomie Marche ha organizzato ieri un incontro dedicato ai tecnici comunali ed ai professionisti del settore per fare il punto della situazione. "Siamo stati sollecitati in proposito da numerosi comuni - ha spiegato il direttore Roberto Piccinini - perché qui siamo in presenza di due norme contrastanti e a questo punto, in attesa di chiarimenti, i funzionari delle amministrazioni locali devono essere messi nella condizione di poter svolgere il loro lavoro senza incorrere nella omissione degli atti d'ufficio". Di fronte a due norme di legge contrastanti (quella statale prevede la possibilità di condonare alcuni abusi edilizi, la regionale invece esclude l'eventualità), la situazione in molti uffici comunali è di "totale incertezza" e proprio su questi dubbi è voluta intervenire la Lega offrendo la possibilità di dialogare con l'avvocato Antonio Ciccia, esperto di materie della pubblica amministrazione e già dirigente dell'avvocatura del Comune di Torino, che ha illustrato la legge statale e la controproposta di alcune Regioni. "Nella situazione attuale - ha precisato Piccinini - la domanda di condono può essere presentata fino entro il 31 marzo prossimo e il funzionario comunale non può rifiutarsi di accoglierla, come d'altronde è tenuto ad istruire la pratica anche se allo stato attuale dei fatti nessuno sa quale potrà essere l'esito di tale istruttoria". Unica certezza, secondo l'avvocato Ciccia, è che "presentando domanda di condono viene sanata l'eventuale responsabilità penale legata all'abuso". "Inoltre - ha osservato Piccinini - a tutt'oggi non risulta che il Governo abbia impugnato le leggi regionali contro il condono, per cui dovrà essere la Corte Costituzionale a dirimere la questione". Nelle Marche la mobilitazione di associazioni ambientaliste e enti locali contro il terzo condono nell'arco di un ventennio è stata forte e sostenuta dalla Regione. "Non è accettabile - ha commentato Piccinini - consentire ancora di rimediare ad un abuso semplicemente pagando un'ammenda e poi così allo Stato viene concesso di intervenire in una materia, quella urbanistica, che la Costituzione assegna per competenza alle Regioni".

 
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