RASSEGNA STAMPA 23.01.2004

 

MESSAGGERO
Spiagge aggrappate alla speranza del Pai

Senigallia vuol intervenire lungo il corso del fiume Misa, Montemarciano chiede scogliere davanti alla costa. Stanziati 430 milioni dalla Regione contro l’erosione ed il dissesto idrogeologico

di GIULIA MANCINELLI

Con l’approvazione del Piano di assetto geologico (Pai) della Regione riprendono vigore la lotta all'erosione marina e la tutela dell'assetto idrogeologico del territorio. Due problematiche che riguardano da vicino Senigallia e Montemarciano, due obiettivi da perseguire attraverso specifiche disposizioni normative. Per quanto riguarda l'erosione, da anni il comune di Montemarciano si batte per interventi che risolvano una volta per tutte il problema e mettano finalmente al sicuro spiaggia e litorale. «Tutto è cominciato con la raffineria Api - sostiene il sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani -. Vecchie foto testimoniano come precedentemente a destra e a sinistra della foce dell'Esino ci fosse la ghiaia ma con la protezione che è stata realizzata, è cominciata l'erosione. Finchè sulla spiaggia di Marina di Montemarciano c'era ancora il ripascimento naturale il fenomeno non si vedeva ma ora è emerso in tutta la sua gravità». Le azioni auspicate da Cingolani incontrano però le resistenze del Piano di Tutela della fascia costiera elaborato dalla Regione Marche che prevede che la suddetta porzione di costa non protetta da scogliere, rappresentando una peculiarità del litorale e un patrimonio naturale e paesaggistico, deve essere lasciato intatto. «L'unica soluzione reale al problema dell'erosione per noi è il ricorso alle scogliere emerse o a pennelli molto lunghi che proteggano dai venti di levante - afferma Cingolani -. Del resto quasi tutta la costa marchigiana è provvista di scogliere, così come Senigallia che le ha collocate a nord. Lunedì prossimo parteciperò alla II Commissione Regionale e mi farò portavoce di queste esigenze». A confidare nelle risorse messe a disposizione dalla Regione è anche Senigallia, seppur colpita in misura meno grave dall'erosione. «Abbiamo stoccato 7 mila metri cubi di sabbia da usare per i ripascimenti nei prossimi due mesi ma la situazione è sotto controllo - afferma l'assessore ai lavori pubblici Maurizio Mangialardi-. I punti di intervento saranno al Porto, nella zona di levante, a nord, sul fosso di via Zanella, e a sud, nella zona del Ciarnin». Senigallia è però più attenta, in questo momento alle direttive contenute nel Pai, il piano di assetto idrogeologico approvato l'altro giorno dal Consiglio Regionale. Il documento, che individua le aree a più alto rischio idrogeologici e disciplina l'utilizzo dei territori compresi nei bacini idrografici regionali, prevede 430 milioni di euro per intereventi di prevenzione di tali rischi. «Abbiamo molte zone ad esondazione -asserisce Mangialardi- e per questo speriamo che con l'approvazione del Pai arrivino nuove risorse. Il fiume Misa, essendo a carattere torrentizio, è particolarmente pericoloso. Attualmente in città, attraversata dal fiume, la situazione è sotto controllo e sono già stati attuati interventi di arginazione. Il problema resta in prossimità dei ponti, per il nuovo ponte sul Misa non sono stati previsti pilastri nell'alveo così come sarà per il ponte Portone ricostruito. Restano ancora il ponte di via Garibaldi, della ferrovia e del corso II Giugno, per i quali abbiamo eseguito la perimetrazione che implica l'impossibilità di costruire o ristrutturare nell'area circostante».

 
CORRIERE ADRIATICO
I comitati di Villanova "Torturati dallo scalo merci"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - I residenti e il comitato di Villanova hanno chiesto un incontro urgente al prefetto e al sindaco per discutere l'insostenibile situazione dello scalo merci ferroviario di Falconara. "La movimentazione dei carri merci - dice il presidente del comitato, Loris Calcina - ha compromesso la tranquillità e lo stato di salute dei cittadini". I residenti vorrebbero sottoporre al prefetto e al sindaco immagini filmate, relazioni tecniche e mediche poiché ormai da anni "chi abita nella zona è sottoposto ad un vero e proprio calvario: notti insonni, risvegli improvvisi per gli urti tra i carri, ripercussioni sull'attività lavorativa, impossibilità di concentrazione nello studio per i ragazzi in età scolare, disturbi psichici e fisici accertati e relazionati dai medici". Attivato nell'estate del 1996, lo scalo merci ferroviario di Villanova è stato subito contestato dai residenti per l'elevata rumorosità, diurna e notturna. "Le fonti di rumorosità sono molteplici - prosegue Calcina - e nascono dai potenti locomotori diesel usati per le manovre dei convogli, dalle macchine operatrici per il carico e scarico di merci trasportate, dalla lavorazione ed assemblaggio di tronconi di binari, compreso il taglio degli stessi che determina una acuta e penetrante rumorosità, dalla trazione di convogli presumibilmente senza attendere lo sblocco completo del sistema frenante dei carri merci con conseguente, insopportabile e prolungato stridore di parti metalliche". Una situazione aggravatasi "a causa delle vibrazioni prodotte dal passaggio di interi convogli merci su binari installati, negli ultimi anni, a 3 metri dalle abitazioni". I residenti temono esista "una correlazione con le evidentissime lesioni che sono comparse e si sono sempre più evidenziate, negli ultimi anni, ai muri dei piani alti delle abitazioni".

Ex Montedison, c'è Bohigas

Entro la prima metà di febbraio previsto un sopralluogo Potrebbero trovare posto impianti sportivi e strutture commerciali. Il recupero dell'area affidata all'architetto catalano

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Sarà Oriol Bohigas, il celebre architetto catalano che ha già elaborato un progetto per il nuovo fronte mare di Falconara, a studiare il recupero della ex Montedison, la grande struttura industriale tra Montemarciano e Falconara e dismessa da una ventina di anni. Bohigas, co-titolare a Barcellona della Mbm Arquitects ed autore di interventi urbanistici in molte città italiane, sarà a Falconara entro la prima metà di febbraio per un sopralluogo sul sito, per il quale il Prg prevede un uso pubblico in ambito ricreativo, sportivo e ludico. Nel frattempo la Sovrintendenza ai Beni Architettonici delle Marche ha da qualche mese avviato le procedure per una valutazione conservativa degli edifici facenti parte del complesso (in totale sono oltre 300 mila metri cubi), ma se e quanto vincolare verrà deciso solo dopo avere ascoltato le proposte dell'architetto catalano. "Intanto - spiega il dirigente all'urbanistica Furio Durpetti - la proprietà, dopo avere provveduto alla messa in sicurezza del sito, sta procedendo con la caratterizzazione del luogo per avere una conoscenza esatta dei problemi legati all'ex complesso chimico, solo successivamente si potrà procedere con la bonifica". Nel grande spazio situato a fianco della strada statale, di proprietà dell'azienda agricola Del Poggio, potrebbero trovare posto impianti sportivi, un acquaparco, strutture commerciali. "E' esclusa - precisa Durpetti - l'ipotesi di destinare l'area alla grande distribuzione perché la copianificazione prevede un'altra zona e più precisamente i terreni verso lo svincolo dell'A14". Difficile pensare a strutture alberghiere o ricettive perché tra la ex Montedison e la spiaggia rimarrà la barriera della linea ferroviaria, il progettato by-pass con l'internamento di una parte della linea ferroviaria Bologna-Ancona, partirà dopo gli edifici dell'ex complesso industriale. Intanto a proposito del processo per il disastro ambientale e l'avvelenamento delle falde acquifere, i consiglieri comunali di Rifondazione Comunista, con una interrogazione chiedono al sindaco il motivo per cui "il Comune avrebbe deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento in corso". "Tale risoluzione - scrivono Massimo Marcelli Flori e Maurizio Amagliani - risulta incomprensibile in considerazione delle ripetute prese di posizione dell'amministrazione comunale miranti alla ricerca di precise responsabilità e all'esigenza di tutelare il territorio di pertinenza". "La non costituzione - commenta Durpetti - nasce dal fatto che la ditta sta rispettando le prescrizioni imposte e, fra l'altro, dal documento del Ctu, emerge come non ci siano più rischi". D'altronde, fa notare l'assessore all'ambiente Giancarlo Scortichini, "nessuno dei Comuni si è costituito parte civile".

 
inizio pagina   rassegna stampa