Spiagge aggrappate alla
speranza del Pai
Senigallia vuol intervenire
lungo il corso del fiume Misa, Montemarciano chiede
scogliere davanti alla costa. Stanziati 430 milioni dalla
Regione contro l’erosione ed il dissesto idrogeologico
di GIULIA MANCINELLI
Con l’approvazione del Piano
di assetto geologico (Pai) della Regione riprendono vigore
la lotta all'erosione marina e la tutela dell'assetto
idrogeologico del territorio. Due problematiche che
riguardano da vicino Senigallia e Montemarciano, due
obiettivi da perseguire attraverso specifiche disposizioni
normative. Per quanto riguarda l'erosione, da anni il comune
di Montemarciano si batte per interventi che risolvano una
volta per tutte il problema e mettano finalmente al sicuro
spiaggia e litorale. «Tutto è cominciato con la raffineria
Api - sostiene il sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani
-. Vecchie foto testimoniano come precedentemente a destra e
a sinistra della foce dell'Esino ci fosse la ghiaia ma con
la protezione che è stata realizzata, è cominciata
l'erosione. Finchè sulla spiaggia di Marina di Montemarciano
c'era ancora il ripascimento naturale il fenomeno non si
vedeva ma ora è emerso in tutta la sua gravità». Le azioni
auspicate da Cingolani incontrano però le resistenze del
Piano di Tutela della fascia costiera elaborato dalla
Regione Marche che prevede che la suddetta porzione di costa
non protetta da scogliere, rappresentando una peculiarità
del litorale e un patrimonio naturale e paesaggistico, deve
essere lasciato intatto. «L'unica soluzione reale al
problema dell'erosione per noi è il ricorso alle scogliere
emerse o a pennelli molto lunghi che proteggano dai venti di
levante - afferma Cingolani -. Del resto quasi tutta la
costa marchigiana è provvista di scogliere, così come
Senigallia che le ha collocate a nord. Lunedì prossimo
parteciperò alla II Commissione Regionale e mi farò
portavoce di queste esigenze». A confidare nelle risorse
messe a disposizione dalla Regione è anche Senigallia,
seppur colpita in misura meno grave dall'erosione. «Abbiamo
stoccato 7 mila metri cubi di sabbia da usare per i
ripascimenti nei prossimi due mesi ma la situazione è sotto
controllo - afferma l'assessore ai lavori pubblici Maurizio
Mangialardi-. I punti di intervento saranno al Porto, nella
zona di levante, a nord, sul fosso di via Zanella, e a sud,
nella zona del Ciarnin». Senigallia è però più attenta, in
questo momento alle direttive contenute nel Pai, il piano di
assetto idrogeologico approvato l'altro giorno dal Consiglio
Regionale. Il documento, che individua le aree a più alto
rischio idrogeologici e disciplina l'utilizzo dei territori
compresi nei bacini idrografici regionali, prevede 430
milioni di euro per intereventi di prevenzione di tali
rischi. «Abbiamo molte zone ad esondazione -asserisce
Mangialardi- e per questo speriamo che con l'approvazione
del Pai arrivino nuove risorse. Il fiume Misa, essendo a
carattere torrentizio, è particolarmente pericoloso.
Attualmente in città, attraversata dal fiume, la situazione
è sotto controllo e sono già stati attuati interventi di
arginazione. Il problema resta in prossimità dei ponti, per
il nuovo ponte sul Misa non sono stati previsti pilastri
nell'alveo così come sarà per il ponte Portone ricostruito.
Restano ancora il ponte di via Garibaldi, della ferrovia e
del corso II Giugno, per i quali abbiamo eseguito la
perimetrazione che implica l'impossibilità di costruire o
ristrutturare nell'area circostante». |
I comitati di Villanova
"Torturati dallo scalo merci"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - I residenti e il
comitato di Villanova hanno chiesto un incontro urgente al
prefetto e al sindaco per discutere l'insostenibile
situazione dello scalo merci ferroviario di Falconara. "La
movimentazione dei carri merci - dice il presidente del
comitato, Loris Calcina - ha compromesso la tranquillità e
lo stato di salute dei cittadini". I residenti vorrebbero
sottoporre al prefetto e al sindaco immagini filmate,
relazioni tecniche e mediche poiché ormai da anni "chi abita
nella zona è sottoposto ad un vero e proprio calvario: notti
insonni, risvegli improvvisi per gli urti tra i carri,
ripercussioni sull'attività lavorativa, impossibilità di
concentrazione nello studio per i ragazzi in età scolare,
disturbi psichici e fisici accertati e relazionati dai
medici". Attivato nell'estate del 1996, lo scalo merci
ferroviario di Villanova è stato subito contestato dai
residenti per l'elevata rumorosità, diurna e notturna. "Le
fonti di rumorosità sono molteplici - prosegue Calcina - e
nascono dai potenti locomotori diesel usati per le manovre
dei convogli, dalle macchine operatrici per il carico e
scarico di merci trasportate, dalla lavorazione ed
assemblaggio di tronconi di binari, compreso il taglio degli
stessi che determina una acuta e penetrante rumorosità,
dalla trazione di convogli presumibilmente senza attendere
lo sblocco completo del sistema frenante dei carri merci con
conseguente, insopportabile e prolungato stridore di parti
metalliche". Una situazione aggravatasi "a causa delle
vibrazioni prodotte dal passaggio di interi convogli merci
su binari installati, negli ultimi anni, a 3 metri dalle
abitazioni". I residenti temono esista "una correlazione con
le evidentissime lesioni che sono comparse e si sono sempre
più evidenziate, negli ultimi anni, ai muri dei piani alti
delle abitazioni".
Ex Montedison, c'è Bohigas
Entro la prima metà di
febbraio previsto un sopralluogo Potrebbero trovare posto
impianti sportivi e strutture commerciali. Il recupero
dell'area affidata all'architetto catalano
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Sarà Oriol
Bohigas, il celebre architetto catalano che ha già elaborato
un progetto per il nuovo fronte mare di Falconara, a
studiare il recupero della ex Montedison, la grande
struttura industriale tra Montemarciano e Falconara e
dismessa da una ventina di anni. Bohigas, co-titolare a
Barcellona della Mbm Arquitects ed autore di interventi
urbanistici in molte città italiane, sarà a Falconara entro
la prima metà di febbraio per un sopralluogo sul sito, per
il quale il Prg prevede un uso pubblico in ambito
ricreativo, sportivo e ludico. Nel frattempo la
Sovrintendenza ai Beni Architettonici delle Marche ha da
qualche mese avviato le procedure per una valutazione
conservativa degli edifici facenti parte del complesso (in
totale sono oltre 300 mila metri cubi), ma se e quanto
vincolare verrà deciso solo dopo avere ascoltato le proposte
dell'architetto catalano. "Intanto - spiega il dirigente
all'urbanistica Furio Durpetti - la proprietà, dopo avere
provveduto alla messa in sicurezza del sito, sta procedendo
con la caratterizzazione del luogo per avere una conoscenza
esatta dei problemi legati all'ex complesso chimico, solo
successivamente si potrà procedere con la bonifica". Nel
grande spazio situato a fianco della strada statale, di
proprietà dell'azienda agricola Del Poggio, potrebbero
trovare posto impianti sportivi, un acquaparco, strutture
commerciali. "E' esclusa - precisa Durpetti - l'ipotesi di
destinare l'area alla grande distribuzione perché la
copianificazione prevede un'altra zona e più precisamente i
terreni verso lo svincolo dell'A14". Difficile pensare a
strutture alberghiere o ricettive perché tra la ex
Montedison e la spiaggia rimarrà la barriera della linea
ferroviaria, il progettato by-pass con l'internamento di una
parte della linea ferroviaria Bologna-Ancona, partirà dopo
gli edifici dell'ex complesso industriale. Intanto a
proposito del processo per il disastro ambientale e
l'avvelenamento delle falde acquifere, i consiglieri
comunali di Rifondazione Comunista, con una interrogazione
chiedono al sindaco il motivo per cui "il Comune avrebbe
deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento in
corso". "Tale risoluzione - scrivono Massimo Marcelli Flori
e Maurizio Amagliani - risulta incomprensibile in
considerazione delle ripetute prese di posizione
dell'amministrazione comunale miranti alla ricerca di
precise responsabilità e all'esigenza di tutelare il
territorio di pertinenza". "La non costituzione - commenta
Durpetti - nasce dal fatto che la ditta sta rispettando le
prescrizioni imposte e, fra l'altro, dal documento del Ctu,
emerge come non ci siano più rischi". D'altronde, fa notare
l'assessore all'ambiente Giancarlo Scortichini, "nessuno dei
Comuni si è costituito parte civile". |