Nave esplode a Porto Torres,
due morti
Le vittime erano gli addetti
alla stazione di pompaggio andata distrutta, salvi gli altri
15 marinai della «Panam Serena»
Stava scaricando benzene:
fiamme alte dieci metri, due traghetti in pericolo. Nube di
fumo fino a Sassari
di Alberto Pinna
PORTO TORRES (Sassari) - Una
petroliera si è incendiata ed è esplosa mentre scaricava
benzene nello scalo marittimo della zona industriale di
Porto Torres; dispersi 2 dei 15 marinai, tutti russi,
ucraini e lettoni. Poche speranze di trovarli vivi: i corpi
sono stati probabilmente ridotti in brandelli dalle
esplosioni e inceneriti dalle fiamme. Due marinai si sono
salvati lanciandosi nelle acque del porto, gli altri hanno
abbandonato la nave calando una scialuppa. In pericolo anche
due traghetti delle compagnie Tirrenia e Grimaldi: il Tara e
lo Spendid, ormeggiati a meno di 200 metri dalla petroliera,
hanno dovuto lasciare immediatamente le banchine e sono
usciti dal porto. Emergenza sulla nave cisterna Agip Palermo,
che scaricava idrocarburi: l’equipaggio è riuscito a
bloccare le operazioni, ad avviare i motori e a prendere il
largo. La petroliera esplosa è la Panam Serena, 6.500
tonnellate di stazza, 118 metri di lunghezza, nuovissima
(varata pochi mesi fa), bandiera delle Bahamas. L’incendio è
divampato poco prima delle 11,30, preceduto da un boato a
seguito da tre esplosioni. Le fiamme, alte dieci metri,
hanno sprigionato una nube di fumo, densa e nera che si è
diffusa su un raggio di 20 chilometri, investendo Porto
Torres, Sassari e i centri vicini: le squadre di soccorso si
sono avvicinate al pontile con maschere antigas, una decina
di persone sono state allontanate dall’area portuale con
sintomi (non gravi) di intossicazione. L’allarme è stato
ridimensionato in serata, il sistema di monitoraggio
dell’inquinamento atmosferico non ha rilevato - assicurano
Asl e prefettura - significative alterazioni dei valori. Il
porto è stato chiuso, ritorni di fiamma si sono sviluppati
anche nel tardo pomeriggio nelle condutture dell’oleodotto
che collega i pontili con gli stabilimenti petrolchimici
dell’Enichem-Syndyal, ai quali il benzene era destinato. Per
il rischio di nuove esplosioni i traghetti di Tirrenia e
Grimaldi, dopo aver sostato per alcune ore in rada, sono
stati dirottati sul porto di Olbia, da dove a notte
inoltrata hanno potuto imbarcarsi 1.200 passeggeri. «E’
accaduto tutto in un istante, ancora non riesco a capire
come: un’esplosione dalle stazioni di pompaggio, poi subito
il fuoco. Abbiamo cercato di attivare l’impianto antincendio
automatico, ma le fiamme avanzavano e siamo andati via» ha
raccontato il comandante della Panam Serena, Sergeys
Pahomovs, 46 anni, ucraino. Ucraino è pure uno dei dispersi,
Sergejs Cubajevskis, 39 anni. L’altro è lettone, Jaroslavs
Petruhins, 23 anni, il più giovane a bordo. Cubajevskis e
Petruhins manovravano le aperture delle stazioni di
pompaggio: non lo hanno fatto con le dovute precauzioni?
Troppo presto per saperlo. C’è un’altra ipotesi: «Quando le
cisterne sono vuote la brusca immissione di aria esterna può
scatenare esplosioni» dice Luciano Cadoni, comandante dei
vigili del fuoco di Sassari. La Panam Serena aveva quasi
completato le operazioni di scarico; arrivata la mattina del
31 dicembre da Dunkirk (Francia) doveva lasciare Porto
Torres alle 14 di ieri, destinazione Rotterdam. Aveva
svuotato 3 delle 4 cisterne, rimanevano non più di 200/300
delle 8.400 tonnellate di benzene. Una nave moderna, a
doppio scafo, dotazioni di sicurezza a posto. Un rischio è
stato forse sottovalutato: nelle operazioni di scarico i
vapori di benzene a contatto con l’aria formano una miscela
esplosiva. E’ proprio ciò che è accaduto. Il primo boato
alle 11.20 e subito il fuoco. Poi tre esplosioni (l’ultima
poco dopo mezzogiorno). La più forte ha aperto uno squarcio
sulla fiancata destra nave e dal ponte le fiamme hanno
avvolto presto tutto lo scafo. Dopo 4 ore l’incendio era
sotto controllo. Il problema è adesso il porto. Da più di
due anni lo scalo commerciale è chiuso al traffico
passeggeri per lavori di ampliamento, i traghetti da e per
Genova attraccano alle banchine dello scalo industriale e
migliaia di passeggeri sbarcano e s’imbarcano a pochissima
distanza dalle petroliere che scaricano sostanze ad alto
rischio. «Quella di ieri è stata una catastrofe evitata»
dice Gilda Usai Cermelli, sindaco di Porto Torres. Per ora
(e non si sa per quanti giorni) lo scalo industriale sarà
vietato ai traghetti: «Dobbiamo far ispezionare la Panam
Serena - afferma Antonio Camboni, comandante delle
capitanerie di porto della Sardegna - vedere se il relitto,
che è inclinato di 60 gradi, rischia di affondare».
|