RASSEGNA STAMPA 18.12.2003

 

IL MESSAGGERO
L’Api in Ateneo Fabbisogno energetico della Regione

A lezione con gli esperti

di L. La.

Come si può ridurre la dipendenza energetica delle Marche? A che punto è la creazione di fonti rinnovabili? Sono alcune delle domande rivolte ieri dagli studenti delle facoltà scientifiche ed economiche e delle scuole superiori di Ancona, Jesi, Falconara e Senigallia durante l' incontro-lezione organizzato ad Ancona dall’Api di Falconara in collaborazione con l'Ateneo. Un confronto cui hanno preso parte anche l'ad dell'Api Clemente Napolitano e Andrea Bollino, presidente del Grtn, il gestore della rete elettrica nazionale. Secondo il preside della facoltà di ingegneria Giovanni Latini, le Marche «hanno fatto passi avanti verso l'autonomia energetica con le centrali di Falconara e Jesi», mentre il piano energetico ambientale regionale riserva spazio anche all' impiego di fonti rinnovabili come l'energia eolica, le biomasse e il fotovoltaico. Nel frattempo la produzione è sempre più controllata. «In quattro anni l’Api ha ridotto le emissioni inquinanti di oltre il 60% rispetto ai limiti di legge» ha ricordato Napolitano. E a proposito di monitoraggi, ieri a Falconara si è svolta la simulazione del piano di emergenza a cui hanno aderito 50 persone. Prelevati ieri mattina dai quartieri di Villanova e Fiumesino, i cittadini sono stati trasferiti su due scuolabus, scortati dai vigili urbani, al Pala Badiali. Qui un breve ristoro, quindi il rientro nelle proprie abitazioni.

 
CORRIERE ADRIATICO
Falconara, sfida al Tar sul piano regolatore

L'Api: "Non tiene conto del rinnovo della concessione". I comitati: "Tutela il territorio"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - L'Api ha deciso di opporsi con un ricorso al Tar al nuovo Prg di Falconara nel quale è previsto che la raffineria smantelli i propri impianti a partire dal 2008. Secondo l'azienda petrolifera il piano regolatore, adottato nel '99 e passato al vaglio definito della provincia di Ancona nel mese di marzo, andrebbe rivisto in quanto la concessione ottenuta dalla Regione consente una permanenza sul territorio fino al 2020. "Tra l'altro - osservano all'Api - il comune di Falconara è subordinato quanto ad importanza e competenze a Provincia e Regione che hanno firmato il rinnovo". Di parere contrario invece i comitati cittadini di Villanova, Fiumesino e "25 agosto" che osservano: "il Prg prodotto dall'amministrazione comunale, anche se ritenuto da qualcuno non perfetto è sicuramente l'unica realtà, anche se lontana nel tempo e con tutte le difficoltà del caso, che può ridare dignità a questa città ed a tutti i suoi abitanti". "Questa - scrivono i comitati - è l'ennesima dimostrazione che il potere dell'industria petrolifera è un vero e proprio ostacolo ai legittimi interessi di una società civile che vuole progredire, svilupparsi in maniera sana e soprattutto coerente con il proprio territorio".

Allarme di Lion "A rischio i progetti di bonifica"

La Finanziaria 2004 riduce i fondi per la bonifica dei siti inquinati del 60% rispetto all'anno scorso, abbassando le previsioni di spesa da 52 a 18 milioni di euro. Lo segnala in un comunicato l'onorevole Marco Lion (Verdi) che aveva presentato una serie di emendamenti relativi a specifici siti, tra cui l'area ex Montedison a Falconara. Ma secondo Lion la "maggioranza di centro destra ha dimostrato di non voler neanche valutare quegli interventi strategici per la tutela ambientale e la crescita delle realtà locali" che in molti casi, come Falconara, sede anche della raffineria Api, "avrebbero potuto costituire l'inizio di un'opera di bonifica e sviluppo e una soluzione ai problemi della mobilità sostenibile". L'emendamento presentato da Lion relativo a Falconara prevedeva uno stanziamento di 72.000.000 di euro per tre anni, a partire dal 2004, finalizzati per l'attivazione di mutui per finanziare interventi necessari per la bonifica ambientale dello stabilimento ex Montedison. Secondo il deputato, questo emendamento avrebbe permesso al Comune di Falconara di intervenire direttamente nella bonifica dell'area "che ha ospitato per molti anni uno stabilimento che ha prodotto un pesantissimo inquinamento, tanto che è stato oggetto di sequestro da parte della magistratura". Lion ricorda inoltre che Falconara fu inserita, nel 2001 nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati. E un altro emendamento avrebbe dovuto finanziare lo studio sull' arretramento della ferrovia adriatica, che "avrebbe permesso di superare il tanto discusso by-pass".

Le turbogas e l'autonomia energetica

Economia e ambiente, incontro-lezione all'università con i responsabili della raffineria

Come si può ridurre la dipendenza energetica delle Marche? A che punto è la creazione di fonti rinnovabili? Sono alcune delle domande rivolte ieri dagli studenti delle facoltà scientifiche ed economiche e delle scuole superiori di Ancona, Jesi, Falconara e Senigallia durante l'incontro-lezione organizzato ad Ancona dalla Raffineria Api di Falconara in collaborazione con l'Università Politecnica. Un confronto cui hanno preso parte anche, l'amministratore delegato dell'Api Clemente Napolitano e Andrea Bollino, presidente del Grtn, il gestore della rete elettrica nazionale. Secondo il preside della facoltà di ingegneria Giovanni Latini, le Marche "hanno fatto passi avanti verso l'autonomia energetica grazie alle centrali turbogas di Falconara e Jesi", mentre il piano energetico ambientale regionale, che dovrebbe essere presentato tra sei o sette mesi, riserva spazio anche all'impiego di fonti rinnovabili come l'energia eolica, le biomasse e il fotovoltaico. "Ma non è detto che il piccolo sia bello, cioè che i piccoli impianti abbiano un impatto ambientale più sostenibile dei grandi impianti di produzione energetica" ha affermato Silvano Falocco, amministratore delegato di Ecosistemi, secondo il quale "spesso i grandi impianti hanno sistemi di controllo maggiori e più efficienti". Un'efficienza rivendicata dall'Api che "in quattro anni ha ridotto le emissioni inquinanti di oltre il 60% rispetto ai limiti imposti dalla legge", ha ricordato Napolitano. Per il preside della facoltà di scienze Ettore Olmo le Marche non potranno raggiungere la piena autonomia energetica puntando solo sugli impianti alternativi: "la risposta migliore è quella di un sistema integrato". Del resto, produrre energia a basso impatto ambientale ha i suoi costi, ha ricordato Bollino, che provocatoriamente ha chiesto agli studenti se fossero pronti ad accettare mille miliardi in cambio dello stoccaggio nel loro territorio delle scorie pericolose destinate a Scanzano Ionico, ricevendo in risposta un lungo coro di no. Di qui l'importanza dell'educazione ai consumi di energia, e all'impiego della tecnologia intelligente per produrre e per far crescere l'economia inquinando il meno possibile, temi su cui hanno insistito alcuni insegnanti intervenuti nel dibattito e il moderatore della tavola rotonda, Mario Tozzi, conduttore di "Gaia" .

Prova d'emergenza a metà

Troppo freddo, in molti non rispondono all'allarme simulato

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Adunata in una serie di luoghi prestabiliti a Villanova e a Fiumesino e poi via tutti con due scuolabus e l'assistenza dei volontari della Croce Gialla e degli agenti della Polizia Municipale. E' cominciata ieri mattina intorno alle dieci, per concludersi circa un'ora dopo al PalaBadiali, la simulazione del piano di emergenza per persone non autosufficienti a deambulare ed una insufficiente capacità ad autoproteggersi, organizzata dall'ufficio ambiente, ma in molti visto il freddo hanno preferito non muoversi dalle loro case. Com'era facilmente prevedibile, dopo i mugugni della vigilia sull'opportunità di un'esercitazione del genere in pieno inverno, degli oltre 70 convocati, infatti, solo in trentotto si sono presentati all'appello nei centri di raccolta individuati dal comune lungo le strade due quartieri cittadini più prossimi alla raffineria Api. Il bilancio del Comune (una nota emessa dal comune parla di "una cinquantina di persone" e sottolinea il "grande successo dell'iniziativa") sembra un po' ottimista rispetto alla realtà che abbiamo riscontrato sul campo. Poco dopo le dieci gli scuolabus, seguendo il percorso tracciato hanno prelevato i residenti in difficoltà e gli anziani tra cui diversi ultranovantenni; la simulazione è proseguita con il trasferimento al palasport dove era stato allestito un centro di accoglienza presidiato, in questa particolare occasione, dagli assessori Francesco Terranova e Giancarlo Scortichini che, insieme al dirigente del settore ambiente e sicurezza Paolo Angeloni, al dirigente ai servizi sociali, Massimo Mengani e al comandante della Polizia Municipale Stefano Severini, hanno illustrato ai partecipanti importanza ed obiettivi dell'esercitazione. Una dimostrazione simulata che comunque era stata preceduta da un monitoraggio effettuato dal tenente Fortuna della Polizia Municipale il quale girando casa per casa nei due quartieri aveva potuto verificare e valutare le diverse situazioni. "Per essere efficaci le simulazioni vanno ripetute nel tempo - ha spiegato Angeloni - ed in questo caso siamo stati favoriti anche dalla splendida giornata di sole che ha reso il vostro impegno meno gravoso consentendo da parte nostra di verificare come il piano di sicurezza risulti efficace". La prova di emergenza, che l'assessore Terranova si è augurato "rimanga tale e non debba mai essere mai messa in pratica sul serio", è terminata con una merenda offerta dall'amministrazione comunale a tutti i presenti. "Certo era importante effettuare questa prova - hanno osservato alcuni parenti arrivati per accompagnare gli anziani maggiormente in difficoltà - ma era proprio necessario farla ora e con questo freddo? E non era meglio simulare i tempi di intervento con delle controfigure, tra l'altro ci sono persone immobilizzate a letto che per forza di cose sono dovute rimanere a casa e per loro quali soccorsi sono previsti?". Un'occasione, questo raduno di residenti, per ricordare anche il 25 agosto 1999, l'angoscia delle prime ore della mattina quando nessuno aveva idea di cosa fare e aspettava la voce dell'altoparlante appositamente installato per avere indicazioni sulle vie di fuga. "Allora non ci furono né sirene, né allarmi - commentano Eralda Caimmi - e anche oggi l'altoparlante quando funziona si sente a mala pena". E intanto nascono altri timori legati all'individuazione "forte" di Villanova e Fiumesino come zone a rischio. "Non è che queste lettere disegnate davanti alle nostre casa per indicare i centri di raccolta per la fuga - si domanda Gianni Cardinali - saranno un ulteriore motivo per la diminuzione del valore dei nostri immobili?".

 
inizio pagina   rassegna stampa