L’Api in Ateneo Fabbisogno
energetico della Regione
A lezione con gli esperti
di L. La.
Come si può ridurre la
dipendenza energetica delle Marche? A che punto è la
creazione di fonti rinnovabili? Sono alcune delle domande
rivolte ieri dagli studenti delle facoltà scientifiche ed
economiche e delle scuole superiori di Ancona, Jesi,
Falconara e Senigallia durante l' incontro-lezione
organizzato ad Ancona dall’Api di Falconara in
collaborazione con l'Ateneo. Un confronto cui hanno preso
parte anche l'ad dell'Api Clemente Napolitano e Andrea
Bollino, presidente del Grtn, il gestore della rete
elettrica nazionale. Secondo il preside della facoltà di
ingegneria Giovanni Latini, le Marche «hanno fatto passi
avanti verso l'autonomia energetica con le centrali di
Falconara e Jesi», mentre il piano energetico ambientale
regionale riserva spazio anche all' impiego di fonti
rinnovabili come l'energia eolica, le biomasse e il
fotovoltaico. Nel frattempo la produzione è sempre più
controllata. «In quattro anni l’Api ha ridotto le emissioni
inquinanti di oltre il 60% rispetto ai limiti di legge» ha
ricordato Napolitano. E a proposito di monitoraggi, ieri a
Falconara si è svolta la simulazione del piano di emergenza
a cui hanno aderito 50 persone. Prelevati ieri mattina dai
quartieri di Villanova e Fiumesino, i cittadini sono stati
trasferiti su due scuolabus, scortati dai vigili urbani, al
Pala Badiali. Qui un breve ristoro, quindi il rientro nelle
proprie abitazioni. |
Falconara, sfida al Tar sul
piano regolatore
L'Api: "Non tiene conto del
rinnovo della concessione". I comitati: "Tutela il
territorio"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - L'Api ha deciso
di opporsi con un ricorso al Tar al nuovo Prg di Falconara
nel quale è previsto che la raffineria smantelli i propri
impianti a partire dal 2008. Secondo l'azienda petrolifera
il piano regolatore, adottato nel '99 e passato al vaglio
definito della provincia di Ancona nel mese di marzo,
andrebbe rivisto in quanto la concessione ottenuta dalla
Regione consente una permanenza sul territorio fino al 2020.
"Tra l'altro - osservano all'Api - il comune di Falconara è
subordinato quanto ad importanza e competenze a Provincia e
Regione che hanno firmato il rinnovo". Di parere contrario
invece i comitati cittadini di Villanova, Fiumesino e "25
agosto" che osservano: "il Prg prodotto dall'amministrazione
comunale, anche se ritenuto da qualcuno non perfetto è
sicuramente l'unica realtà, anche se lontana nel tempo e con
tutte le difficoltà del caso, che può ridare dignità a
questa città ed a tutti i suoi abitanti". "Questa - scrivono
i comitati - è l'ennesima dimostrazione che il potere
dell'industria petrolifera è un vero e proprio ostacolo ai
legittimi interessi di una società civile che vuole
progredire, svilupparsi in maniera sana e soprattutto
coerente con il proprio territorio".
Allarme di Lion "A rischio
i progetti di bonifica"
La Finanziaria 2004 riduce i
fondi per la bonifica dei siti inquinati del 60% rispetto
all'anno scorso, abbassando le previsioni di spesa da 52 a
18 milioni di euro. Lo segnala in un comunicato l'onorevole
Marco Lion (Verdi) che aveva presentato una serie di
emendamenti relativi a specifici siti, tra cui l'area ex
Montedison a Falconara. Ma secondo Lion la "maggioranza di
centro destra ha dimostrato di non voler neanche valutare
quegli interventi strategici per la tutela ambientale e la
crescita delle realtà locali" che in molti casi, come
Falconara, sede anche della raffineria Api, "avrebbero
potuto costituire l'inizio di un'opera di bonifica e
sviluppo e una soluzione ai problemi della mobilità
sostenibile". L'emendamento presentato da Lion relativo a
Falconara prevedeva uno stanziamento di 72.000.000 di euro
per tre anni, a partire dal 2004, finalizzati per
l'attivazione di mutui per finanziare interventi necessari
per la bonifica ambientale dello stabilimento ex Montedison.
Secondo il deputato, questo emendamento avrebbe permesso al
Comune di Falconara di intervenire direttamente nella
bonifica dell'area "che ha ospitato per molti anni uno
stabilimento che ha prodotto un pesantissimo inquinamento,
tanto che è stato oggetto di sequestro da parte della
magistratura". Lion ricorda inoltre che Falconara fu
inserita, nel 2001 nel programma nazionale di bonifica e
ripristino ambientale dei siti inquinati. E un altro
emendamento avrebbe dovuto finanziare lo studio sull'
arretramento della ferrovia adriatica, che "avrebbe permesso
di superare il tanto discusso by-pass".
Le turbogas e l'autonomia
energetica
Economia e ambiente,
incontro-lezione all'università con i responsabili della
raffineria
Come si può ridurre la
dipendenza energetica delle Marche? A che punto è la
creazione di fonti rinnovabili? Sono alcune delle domande
rivolte ieri dagli studenti delle facoltà scientifiche ed
economiche e delle scuole superiori di Ancona, Jesi,
Falconara e Senigallia durante l'incontro-lezione
organizzato ad Ancona dalla Raffineria Api di Falconara in
collaborazione con l'Università Politecnica. Un confronto
cui hanno preso parte anche, l'amministratore delegato
dell'Api Clemente Napolitano e Andrea Bollino, presidente
del Grtn, il gestore della rete elettrica nazionale. Secondo
il preside della facoltà di ingegneria Giovanni Latini, le
Marche "hanno fatto passi avanti verso l'autonomia
energetica grazie alle centrali turbogas di Falconara e Jesi",
mentre il piano energetico ambientale regionale, che
dovrebbe essere presentato tra sei o sette mesi, riserva
spazio anche all'impiego di fonti rinnovabili come l'energia
eolica, le biomasse e il fotovoltaico. "Ma non è detto che
il piccolo sia bello, cioè che i piccoli impianti abbiano un
impatto ambientale più sostenibile dei grandi impianti di
produzione energetica" ha affermato Silvano Falocco,
amministratore delegato di Ecosistemi, secondo il quale
"spesso i grandi impianti hanno sistemi di controllo
maggiori e più efficienti". Un'efficienza rivendicata
dall'Api che "in quattro anni ha ridotto le emissioni
inquinanti di oltre il 60% rispetto ai limiti imposti dalla
legge", ha ricordato Napolitano. Per il preside della
facoltà di scienze Ettore Olmo le Marche non potranno
raggiungere la piena autonomia energetica puntando solo
sugli impianti alternativi: "la risposta migliore è quella
di un sistema integrato". Del resto, produrre energia a
basso impatto ambientale ha i suoi costi, ha ricordato
Bollino, che provocatoriamente ha chiesto agli studenti se
fossero pronti ad accettare mille miliardi in cambio dello
stoccaggio nel loro territorio delle scorie pericolose
destinate a Scanzano Ionico, ricevendo in risposta un lungo
coro di no. Di qui l'importanza dell'educazione ai consumi
di energia, e all'impiego della tecnologia intelligente per
produrre e per far crescere l'economia inquinando il meno
possibile, temi su cui hanno insistito alcuni insegnanti
intervenuti nel dibattito e il moderatore della tavola
rotonda, Mario Tozzi, conduttore di "Gaia" .
Prova d'emergenza a metà
Troppo freddo, in molti non
rispondono all'allarme simulato
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Adunata in una
serie di luoghi prestabiliti a Villanova e a Fiumesino e poi
via tutti con due scuolabus e l'assistenza dei volontari
della Croce Gialla e degli agenti della Polizia Municipale.
E' cominciata ieri mattina intorno alle dieci, per
concludersi circa un'ora dopo al PalaBadiali, la simulazione
del piano di emergenza per persone non autosufficienti a
deambulare ed una insufficiente capacità ad autoproteggersi,
organizzata dall'ufficio ambiente, ma in molti visto il
freddo hanno preferito non muoversi dalle loro case. Com'era
facilmente prevedibile, dopo i mugugni della vigilia
sull'opportunità di un'esercitazione del genere in pieno
inverno, degli oltre 70 convocati, infatti, solo in
trentotto si sono presentati all'appello nei centri di
raccolta individuati dal comune lungo le strade due
quartieri cittadini più prossimi alla raffineria Api. Il
bilancio del Comune (una nota emessa dal comune parla di
"una cinquantina di persone" e sottolinea il "grande
successo dell'iniziativa") sembra un po' ottimista rispetto
alla realtà che abbiamo riscontrato sul campo. Poco dopo le
dieci gli scuolabus, seguendo il percorso tracciato hanno
prelevato i residenti in difficoltà e gli anziani tra cui
diversi ultranovantenni; la simulazione è proseguita con il
trasferimento al palasport dove era stato allestito un
centro di accoglienza presidiato, in questa particolare
occasione, dagli assessori Francesco Terranova e Giancarlo
Scortichini che, insieme al dirigente del settore ambiente e
sicurezza Paolo Angeloni, al dirigente ai servizi sociali,
Massimo Mengani e al comandante della Polizia Municipale
Stefano Severini, hanno illustrato ai partecipanti
importanza ed obiettivi dell'esercitazione. Una
dimostrazione simulata che comunque era stata preceduta da
un monitoraggio effettuato dal tenente Fortuna della Polizia
Municipale il quale girando casa per casa nei due quartieri
aveva potuto verificare e valutare le diverse situazioni.
"Per essere efficaci le simulazioni vanno ripetute nel tempo
- ha spiegato Angeloni - ed in questo caso siamo stati
favoriti anche dalla splendida giornata di sole che ha reso
il vostro impegno meno gravoso consentendo da parte nostra
di verificare come il piano di sicurezza risulti efficace".
La prova di emergenza, che l'assessore Terranova si è
augurato "rimanga tale e non debba mai essere mai messa in
pratica sul serio", è terminata con una merenda offerta
dall'amministrazione comunale a tutti i presenti. "Certo era
importante effettuare questa prova - hanno osservato alcuni
parenti arrivati per accompagnare gli anziani maggiormente
in difficoltà - ma era proprio necessario farla ora e con
questo freddo? E non era meglio simulare i tempi di
intervento con delle controfigure, tra l'altro ci sono
persone immobilizzate a letto che per forza di cose sono
dovute rimanere a casa e per loro quali soccorsi sono
previsti?". Un'occasione, questo raduno di residenti, per
ricordare anche il 25 agosto 1999, l'angoscia delle prime
ore della mattina quando nessuno aveva idea di cosa fare e
aspettava la voce dell'altoparlante appositamente installato
per avere indicazioni sulle vie di fuga. "Allora non ci
furono né sirene, né allarmi - commentano Eralda Caimmi - e
anche oggi l'altoparlante quando funziona si sente a mala
pena". E intanto nascono altri timori legati
all'individuazione "forte" di Villanova e Fiumesino come
zone a rischio. "Non è che queste lettere disegnate davanti
alle nostre casa per indicare i centri di raccolta per la
fuga - si domanda Gianni Cardinali - saranno un ulteriore
motivo per la diminuzione del valore dei nostri immobili?".
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