RASSEGNA STAMPA 11.12.2003

 

CORRIERE ADRIATICO
Falconara presenta il piano cittadino del rumore

Inquinamento acustico

FALCONARA - Presentato, dall'amministrazione comunale, il piano di classificazione acustica del territorio. I rilevamenti effettuati collocano circa l'1.2 % del territorio comunale in aree considerate protette: si tratta di aree ospedaliere e scolastiche, quelle destinate al riposo e allo svago, le residenziali rurali, i parchi pubblici, le aree di interesse ambientale e storico-archeologico. Il 25 % degli abitanti si trova invece in zone considerate di classe II: aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. Un buon 44 % della popolazione risiede in zone di classe III: aree urbane interessate da traffico veicolare locale, con media densità abitativa, con presenza di attività commerciali ed uffici, poche attività artigianali ed assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Circa il 30% degli abitanti in zone di classe IV, quella adiacenti alla raffineria e alla stazione ferroviaria: aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali ed uffici, presenza di attività artigianali; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, aree portuali; aree con limitata presenza di piccole industrie. Tirando le somme, circa il 70 % della popolazione risiede in zone ben protette (Classe I, II e III). Per mantenere questo risultato e rendere comunque la città meno rumorosa, sono previsti interventi di bonifica acustica in Via Milano, Via Ville, Via Marconi e Via Flaminia.

Prg a espansione zero

Il Prc lancia la sfida ai colleghi di maggioranza. Aria tesa

di ALESSANDRA CAMILLETTI

Rifondazione punta i piedi e mette nei guai la tenuta della maggioranza. No al consumo di nuovo territorio, no a ulteriori alloggi tra Torrette e Collemarino e no alla bretella di Villa Adria, cara invece alla Margherita. Secondo il gruppo del Prc - capeggiato da Nicola Sciulli e col segretario Edoardo Mentrasti e Roberto Grassini - il nuovo Prg dovrà limitarsi a prevedere recuperi, per costruire case in mezzo alle case che già ci sono. Mentrasti lancia la sfida all'Ulivo: "Facciamo di Ancona una città laboratorio che dà opzione zero al consumo di territorio". Perché Ancona sarebbe satura. E ricorda le case all'ex Umberto I e, suggeriscono, al posto dell'attuale sede di Trenitalia in piazza Cavour, da decentrare. A fianco dei fondi pubblici e dell'intervento privato, poi, ipotizzano una terza via: le risorse sociali. "Associazioni di scopo costituite dai cittadini per finanziare interventi nei quartieri, nell'arredo urbano e nel verde", butta là Mentrasti. Battaglia annunciata sul nuovo disegno di città che la maggioranza ha deciso di approntare. Avvisaglie c'erano state nella riunione di maggioranza. E ieri, Rifondazione ha messo i puntini sulle i. Il resto del centrosinistra è pronto ad approvare una mozione di indirizzo che indica la necessità di approvare un "piano strutturale"? Noi vogliamo indirizzi precisi", risponde Sciulli. Il resto del centrosinistra è per un piano flessibile, non super dettagliato? "A nostro avviso la flessibilità nasconde una carenza di regole". Si parla di perequazione (pubblico-privata)? "Possiamo condividere l'idea di fondo, ma per noi la perequazione deve convivere con l'esproprio", prosegue Sciulli. "Perché l'esproprio - si inserisce Mentrasti - non è un ferro vecchio né una maledizione di satana". E poi la nuova edificazione... "La mozione di indirizzo dà preferenza al recupero, ma non in maniera chiara né netta, dicendo di evitare il più possibile nuovo consumo di suolo. Si corre il rischio di confondere la regola con l'eccezione, sia con le aree produttive sia con quelle residenziali", sbotta Sciulli. Ma sul fatto che ci sia bisogno di un nuovo Prg Rifondazione non ha dubbi, visto che "solo nel 2003 sono state adottate venti varianti al piano attuale". Solo, precisa Edoardo Mentrasti, "bisogna pensare in grande a una nuova ipotesi di città e non invece recuperare qualche area fabbricabile in più o risolvere questo o quel problema. Vanno fissate subito alcune idee forza". E se il capogruppo dei Ds Pino Frisoli parla di un "Prg riformista", Mentrasti conia lo slogan di una "città riformata e trasformata". Intanto, il rapporto con il mare. "La raffineria in tempi medio-lunghi a nostro avviso deve essere convertita e dismessa - dice -. Sulla frana vanno evitati interventi pesanti, come bretelle e bretelline. Un ulteriore sviluppo abitativo tra Torrette e Collemarino va evitato". Ma passano il nuovo porto peschereccio e il raddoppio di Marina Dorica, "purché compatibili con la sistemazione dell'area in frana". Per quanto riguarda l'uscita a Ovest, il Prc digerisce a fatica il nuovo casello a Casine e suggerire di creare un filtro-Tir al casello Nord. "E nelle frazioni non si può edificare solo per recuperare aree stralciate dalla Provincia, ma va salvaguardata l'agricoltura, trasformando i vecchi manufatti agricoli in centri di educazione ambientale, anche come foresterie al servizio del turismo". E poi c'è il centro, che va "alleggerito e riprogettato, con alcuni decentramenti come quello del palazzo delle ferrovie che potrebbe ospitare nuovi alloggi. Come l'ex Umberto I dove vedrei alloggi di pregio ma anche popolari. Il centro va liberato da traffico e parcheggi, eccetto quelli a servizio delle residenze, e arricchito di vie preferenziali per i bus". A proposito del riuso, Mentrasti cita l'ex Crass, per cui l'amministrazione sta percorrendo la strada del contratto di quartiere (riqualificazione con fondi regionali) e per cui il Prc suggerisce l'inserimento nel nuovo Prg, "pur apprezzando lì nuove residenze". E ricorda che, quanto a case, è prevista la realizzazione di mille alloggi a Palombare, "facciamone il primo mattone del nuovo Prg".

 
IL GAZZETTINO
Porto Marghera nel mirino

Da uno studio del Cnr di Bologna risulta che l'inquinamento deriva anche dalle centrali termoelettriche a carbone o ad olio combustibile

La notizia è di quelle che faranno sicuramente discutere. Secondo un autorevolissimo studio del CNR di Bologna ad essere tra i maggiori responsabili della presenza nell'aria delle temutissime polveri sottili (Pm 10) oltre ai gas di scarico degli automezzi e alle emissioni derivanti dagli impianti di riscaldamento, vi sono anche gli scarichi nell'aria delle centrali termoelettriche a carbone o ad olio combustibile. Tali centrali nel nostro territorio sono presenti a Porto Marghera nella centrale dell'Edison e al Petrolchimico. "Visto che da qualche settimana sono scattate anche a Mestre delle rigide misure di limitazione al traffico dei veicoli non catalizzati nei gironi di giovedì e venerdì - dichiara il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - perché non pensare una sospensione di 2 giorni anche per queste centrali che contribuiscono in maniera altrettanto pericolosa a rendere irrespirabile l'aria? Certo, ci verrà risposto che non si può sospendere il ciclo della produzione, che ci sono problemi occupazionali e di sicurezza interna, ma perché mai, allora, l'artigiano o il piccolo imprenditore con l'automezzo non catalizzato non può lavorare in città per almeno 2 giorni alla settimana? Per lui non valgono le stesse osservazioni fatte sopra? Il dovere di rispettare le norme contro l'inquinamento vale solo per alcuni e per altri no ?" dalla CGIA, inoltre, fanno sapere che il diritto al lavoro è forse diverso tra grande e piccole impresa? Se sei autonomo devi restartene a casa nel rispetto dell'ambiente mentre se sei una grande azienda no ? "Siamo perfettamente consci - sottolinea Bortolussi - che la nostra è una provocazione molto forte ma il problema di fondo rimane. Chi inquina deve pagare o deve essere messo nelle condizioni di non farlo. Ma ciò deve valere per tutti. Grandi o piccoli che siano. Cittadini e imprenditori privati ma anche aziende pubbliche e Pubblica Amministrazione".L'Austria, ad esempio, in questi giorni ha rivisto il sistema di transito, con il meccanismo degli ecopunti, da applicare al traffico pesante in transito nel proprio territorio. L'accordo prevede che nel prossimo triennio (2004-2006) sia vietato il passaggio dei camion molto inquinanti e vi siano delle limitazioni, tramite il sistema degli ecopunti, per quelli mediamente "più puliti". Invece, gli automezzi immatricolati di recente potranno circolare liberamente. " Ebbene - conclude Bortolussi - visto che la tangenziale di Mestre contribuisce per oltre il 50\% ad inquinare l'aria di Mestre perché non proporre anche da noi un provvedimento simile per contingentare il traffico pesante in arrivo soprattutto dai paesi dell'Est? Perché mai, se almeno la metà dell'inquinamento da Pm 10 è causato in gran parte da altri, a subire i disagi devono essere solo i cittadini e gli operatori economici di Mestre con le limitazioni al traffico, le targhe alterne e quant'altro".

 
LA SICILIA
Disturbi alla respirazione e centraline fuori servizio

Smog nella notte

di Paolo Mangiafico

Melilli. Di nuovo emergenza smog. E le centraline del Cipa (Consorzio industriale per la protezione ambiente) sono fuori uso dal 21 novembre scorso a causa del violento nubifragio che le ha fatti andare in tilt. Martedì notte, dalle 22 alle 24, l'aria del centro ibleo è diventata irrespirabile e parecchi hanno accusato difficoltà respiratorie. E' intervenuto il personale della Protezione civile che, accompagnato dal responsabile comunale Davide D'Orazio, si è recato nelle aziende industriali del polo petrolchimico, le quali hanno confermato che nella marcia degli stabilimenti era tutto normale. «Ci risiamo - commenta il sindaco Sorbello.- Di questa ennesima emergenza ambientale nessuno è colpevole, mentre i cittadini di Melilli continuano a soffrire. È semplicemente assurdo che in un polo petrolchimico di così vasta dimensione, siano fuori servizio sia il Cipa che l'Arpa, quest'ultima per motivi non di carattere tecnico ma perchè “sfrattata” da tre mesi dal suo stabile dove si stanno eseguendo dei lavori di restauro. «Sia il Cipa che l'Arpa -rileva Sorbello - sono le strutture che hanno il compito di rilevare la presenza nell'aria di idrocarburi non metanici e che quindi dovrebbero assicurare i rilevamenti di questo inquinamento atmosferico. Cosa che martedì notte non è avvenuto. «E questo - continua il sindaco di Melilli - è estremamente grave visto che non bisogna dimenticare le direttive diramate dalla “Seveso 2” che fanno rilevare come sulle 33 industrie ad alto rischio di inquinamento che operano in Sicilia sono 20 quelle presenti sul nostro territorio». Oggi, intanto, si potrà sapere qualcosa di più dello smog di martedì notte perchè all'ufficio comunale di Protezione civile, che l'ha richiesto, arriveranno i tabulati delle centraline di rilevamento della Provincia e dell'Enel. Tuttavia saranno dati parziali in quanto solo qualcuna di queste centraline rileva la presenza di idrocarburi, mentre tutte le altre evidenziano la presenza di anidride solforosa. Il sindaco di Melilli sta cercando di correre ai ripari acquistando un anemometro, che controllerà la direzione del vento, e quattro box-canester che avranno il compito di assorbire lo smog presente nell'atmosfera. Questi box-canester saranno posizionati in alcuni punti strategici del centro abitato, e ogni qualvolta che lo smog provocherà ai cittadini quei fastidi respiratori del tipo avvertito martedì notte dei campioni atmosferici saranno inviati negli appositi laboratori chimici per accertare la presenza degli inquinanti volatili. Per l'esperienza «nasale» del responsabile dell'ufficio di Protezione civile, Davide D'Orazio, martedì notte l'aria è diventata irrespirabile per l'eccessiva presenza di mercaptani che sono sostanze organiche simili agli alcoli ma con lo zolfo al posto dell'ossigeno, di odore repellente, usati nella produzione di gomma sintetica.

 
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