CORRIERE ADRIATICO |
Falconara presenta il piano
cittadino del rumore
Inquinamento acustico
FALCONARA - Presentato,
dall'amministrazione comunale, il piano di classificazione
acustica del territorio. I rilevamenti effettuati collocano
circa l'1.2 % del territorio comunale in aree considerate
protette: si tratta di aree ospedaliere e scolastiche,
quelle destinate al riposo e allo svago, le residenziali
rurali, i parchi pubblici, le aree di interesse ambientale e
storico-archeologico. Il 25 % degli abitanti si trova invece
in zone considerate di classe II: aree urbane interessate
prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa
densità di popolazione, con limitata presenza di attività
commerciali ed assenza di attività industriali ed
artigianali. Un buon 44 % della popolazione risiede in zone
di classe III: aree urbane interessate da traffico veicolare
locale, con media densità abitativa, con presenza di
attività commerciali ed uffici, poche attività artigianali
ed assenza di attività industriali; aree rurali interessate
da attività che impiegano macchine operatrici. Circa il 30%
degli abitanti in zone di classe IV, quella adiacenti alla
raffineria e alla stazione ferroviaria: aree urbane
interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità
di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali
ed uffici, presenza di attività artigianali; aree in
prossimità di strade di grande comunicazione e di linee
ferroviarie, aree portuali; aree con limitata presenza di
piccole industrie. Tirando le somme, circa il 70 % della
popolazione risiede in zone ben protette (Classe I, II e III).
Per mantenere questo risultato e rendere comunque la città
meno rumorosa, sono previsti interventi di bonifica acustica
in Via Milano, Via Ville, Via Marconi e Via Flaminia.
Prg a espansione zero
Il Prc lancia la sfida ai
colleghi di maggioranza. Aria tesa
di ALESSANDRA CAMILLETTI
Rifondazione punta i piedi e
mette nei guai la tenuta della maggioranza. No al consumo di
nuovo territorio, no a ulteriori alloggi tra Torrette e
Collemarino e no alla bretella di Villa Adria, cara invece
alla Margherita. Secondo il gruppo del Prc - capeggiato da
Nicola Sciulli e col segretario Edoardo Mentrasti e Roberto
Grassini - il nuovo Prg dovrà limitarsi a prevedere
recuperi, per costruire case in mezzo alle case che già ci
sono. Mentrasti lancia la sfida all'Ulivo: "Facciamo di
Ancona una città laboratorio che dà opzione zero al consumo
di territorio". Perché Ancona sarebbe satura. E ricorda le
case all'ex Umberto I e, suggeriscono, al posto dell'attuale
sede di Trenitalia in piazza Cavour, da decentrare. A fianco
dei fondi pubblici e dell'intervento privato, poi,
ipotizzano una terza via: le risorse sociali. "Associazioni
di scopo costituite dai cittadini per finanziare interventi
nei quartieri, nell'arredo urbano e nel verde", butta là
Mentrasti. Battaglia annunciata sul nuovo disegno di città
che la maggioranza ha deciso di approntare. Avvisaglie
c'erano state nella riunione di maggioranza. E ieri,
Rifondazione ha messo i puntini sulle i. Il resto del
centrosinistra è pronto ad approvare una mozione di
indirizzo che indica la necessità di approvare un "piano
strutturale"? Noi vogliamo indirizzi precisi", risponde
Sciulli. Il resto del centrosinistra è per un piano
flessibile, non super dettagliato? "A nostro avviso la
flessibilità nasconde una carenza di regole". Si parla di
perequazione (pubblico-privata)? "Possiamo condividere
l'idea di fondo, ma per noi la perequazione deve convivere
con l'esproprio", prosegue Sciulli. "Perché l'esproprio - si
inserisce Mentrasti - non è un ferro vecchio né una
maledizione di satana". E poi la nuova edificazione... "La
mozione di indirizzo dà preferenza al recupero, ma non in
maniera chiara né netta, dicendo di evitare il più possibile
nuovo consumo di suolo. Si corre il rischio di confondere la
regola con l'eccezione, sia con le aree produttive sia con
quelle residenziali", sbotta Sciulli. Ma sul fatto che ci
sia bisogno di un nuovo Prg Rifondazione non ha dubbi, visto
che "solo nel 2003 sono state adottate venti varianti al
piano attuale". Solo, precisa Edoardo Mentrasti, "bisogna
pensare in grande a una nuova ipotesi di città e non invece
recuperare qualche area fabbricabile in più o risolvere
questo o quel problema. Vanno fissate subito alcune idee
forza". E se il capogruppo dei Ds Pino Frisoli parla di un "Prg
riformista", Mentrasti conia lo slogan di una "città
riformata e trasformata". Intanto, il rapporto con il mare.
"La raffineria in tempi medio-lunghi a nostro avviso deve
essere convertita e dismessa - dice -. Sulla frana vanno
evitati interventi pesanti, come bretelle e bretelline. Un
ulteriore sviluppo abitativo tra Torrette e Collemarino va
evitato". Ma passano il nuovo porto peschereccio e il
raddoppio di Marina Dorica, "purché compatibili con la
sistemazione dell'area in frana". Per quanto riguarda
l'uscita a Ovest, il Prc digerisce a fatica il nuovo casello
a Casine e suggerire di creare un filtro-Tir al casello
Nord. "E nelle frazioni non si può edificare solo per
recuperare aree stralciate dalla Provincia, ma va
salvaguardata l'agricoltura, trasformando i vecchi manufatti
agricoli in centri di educazione ambientale, anche come
foresterie al servizio del turismo". E poi c'è il centro,
che va "alleggerito e riprogettato, con alcuni decentramenti
come quello del palazzo delle ferrovie che potrebbe ospitare
nuovi alloggi. Come l'ex Umberto I dove vedrei alloggi di
pregio ma anche popolari. Il centro va liberato da traffico
e parcheggi, eccetto quelli a servizio delle residenze, e
arricchito di vie preferenziali per i bus". A proposito del
riuso, Mentrasti cita l'ex Crass, per cui l'amministrazione
sta percorrendo la strada del contratto di quartiere
(riqualificazione con fondi regionali) e per cui il Prc
suggerisce l'inserimento nel nuovo Prg, "pur apprezzando lì
nuove residenze". E ricorda che, quanto a case, è prevista
la realizzazione di mille alloggi a Palombare, "facciamone
il primo mattone del nuovo Prg".
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IL GAZZETTINO |
Porto Marghera nel mirino
Da uno studio del Cnr di
Bologna risulta che l'inquinamento deriva anche dalle
centrali termoelettriche a carbone o ad olio combustibile
La notizia è di quelle che
faranno sicuramente discutere. Secondo un autorevolissimo
studio del CNR di Bologna ad essere tra i maggiori
responsabili della presenza nell'aria delle temutissime
polveri sottili (Pm 10) oltre ai gas di scarico degli
automezzi e alle emissioni derivanti dagli impianti di
riscaldamento, vi sono anche gli scarichi nell'aria delle
centrali termoelettriche a carbone o ad olio combustibile.
Tali centrali nel nostro territorio sono presenti a Porto
Marghera nella centrale dell'Edison e al Petrolchimico.
"Visto che da qualche settimana sono scattate anche a Mestre
delle rigide misure di limitazione al traffico dei veicoli
non catalizzati nei gironi di giovedì e venerdì - dichiara
il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi -
perché non pensare una sospensione di 2 giorni anche per
queste centrali che contribuiscono in maniera altrettanto
pericolosa a rendere irrespirabile l'aria? Certo, ci verrà
risposto che non si può sospendere il ciclo della
produzione, che ci sono problemi occupazionali e di
sicurezza interna, ma perché mai, allora, l'artigiano o il
piccolo imprenditore con l'automezzo non catalizzato non può
lavorare in città per almeno 2 giorni alla settimana? Per
lui non valgono le stesse osservazioni fatte sopra? Il
dovere di rispettare le norme contro l'inquinamento vale
solo per alcuni e per altri no ?" dalla CGIA, inoltre, fanno
sapere che il diritto al lavoro è forse diverso tra grande e
piccole impresa? Se sei autonomo devi restartene a casa nel
rispetto dell'ambiente mentre se sei una grande azienda no ?
"Siamo perfettamente consci - sottolinea Bortolussi - che la
nostra è una provocazione molto forte ma il problema di
fondo rimane. Chi inquina deve pagare o deve essere messo
nelle condizioni di non farlo. Ma ciò deve valere per tutti.
Grandi o piccoli che siano. Cittadini e imprenditori privati
ma anche aziende pubbliche e Pubblica Amministrazione".L'Austria,
ad esempio, in questi giorni ha rivisto il sistema di
transito, con il meccanismo degli ecopunti, da applicare al
traffico pesante in transito nel proprio territorio.
L'accordo prevede che nel prossimo triennio (2004-2006) sia
vietato il passaggio dei camion molto inquinanti e vi siano
delle limitazioni, tramite il sistema degli ecopunti, per
quelli mediamente "più puliti". Invece, gli automezzi
immatricolati di recente potranno circolare liberamente. "
Ebbene - conclude Bortolussi - visto che la tangenziale di
Mestre contribuisce per oltre il 50\% ad inquinare l'aria di
Mestre perché non proporre anche da noi un provvedimento
simile per contingentare il traffico pesante in arrivo
soprattutto dai paesi dell'Est? Perché mai, se almeno la
metà dell'inquinamento da Pm 10 è causato in gran parte da
altri, a subire i disagi devono essere solo i cittadini e
gli operatori economici di Mestre con le limitazioni al
traffico, le targhe alterne e quant'altro".
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LA SICILIA |
Disturbi alla respirazione e
centraline fuori servizio
Smog nella notte
di Paolo Mangiafico
Melilli. Di nuovo emergenza
smog. E le centraline del Cipa (Consorzio industriale per la
protezione ambiente) sono fuori uso dal 21 novembre scorso a
causa del violento nubifragio che le ha fatti andare in
tilt. Martedì notte, dalle 22 alle 24, l'aria del centro
ibleo è diventata irrespirabile e parecchi hanno accusato
difficoltà respiratorie. E' intervenuto il personale della
Protezione civile che, accompagnato dal responsabile
comunale Davide D'Orazio, si è recato nelle aziende
industriali del polo petrolchimico, le quali hanno
confermato che nella marcia degli stabilimenti era tutto
normale. «Ci risiamo - commenta il sindaco Sorbello.- Di
questa ennesima emergenza ambientale nessuno è colpevole,
mentre i cittadini di Melilli continuano a soffrire. È
semplicemente assurdo che in un polo petrolchimico di così
vasta dimensione, siano fuori servizio sia il Cipa che
l'Arpa, quest'ultima per motivi non di carattere tecnico ma
perchè “sfrattata” da tre mesi dal suo stabile dove si
stanno eseguendo dei lavori di restauro. «Sia il Cipa che
l'Arpa -rileva Sorbello - sono le strutture che hanno il
compito di rilevare la presenza nell'aria di idrocarburi non
metanici e che quindi dovrebbero assicurare i rilevamenti di
questo inquinamento atmosferico. Cosa che martedì notte non
è avvenuto. «E questo - continua il sindaco di Melilli - è
estremamente grave visto che non bisogna dimenticare le
direttive diramate dalla “Seveso 2” che fanno rilevare come
sulle 33 industrie ad alto rischio di inquinamento che
operano in Sicilia sono 20 quelle presenti sul nostro
territorio». Oggi, intanto, si potrà sapere qualcosa di più
dello smog di martedì notte perchè all'ufficio comunale di
Protezione civile, che l'ha richiesto, arriveranno i
tabulati delle centraline di rilevamento della Provincia e
dell'Enel. Tuttavia saranno dati parziali in quanto solo
qualcuna di queste centraline rileva la presenza di
idrocarburi, mentre tutte le altre evidenziano la presenza
di anidride solforosa. Il sindaco di Melilli sta cercando di
correre ai ripari acquistando un anemometro, che controllerà
la direzione del vento, e quattro box-canester che avranno
il compito di assorbire lo smog presente nell'atmosfera.
Questi box-canester saranno posizionati in alcuni punti
strategici del centro abitato, e ogni qualvolta che lo smog
provocherà ai cittadini quei fastidi respiratori del tipo
avvertito martedì notte dei campioni atmosferici saranno
inviati negli appositi laboratori chimici per accertare la
presenza degli inquinanti volatili. Per l'esperienza
«nasale» del responsabile dell'ufficio di Protezione civile,
Davide D'Orazio, martedì notte l'aria è diventata
irrespirabile per l'eccessiva presenza di mercaptani che
sono sostanze organiche simili agli alcoli ma con lo zolfo
al posto dell'ossigeno, di odore repellente, usati nella
produzione di gomma sintetica.
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