Ci sono scorte di «pet coke»
per altri dieci giorni
Raffineria verso il collasso
di m.c.g.
Ci sono scorte di pet coke
per altri dieci giorni ancora. Quindici al massimo. Poi,
venendo meno la materia prima che alimenta la centrale
termoelettrica si bloccherà anche l'impianto di
dissalazione. Lo hanno detto i rappresentanti dell'Eni
presenti ieri al tavolo «Borghini» ricordando ai presenti
(Comune, Provincia, Regione, il prefetto, i rappresentanti
del governo nazionale, sindacati) che a Gela c'è una
raffineria ferma da 33 giorni con una situazione ormai al
collasso. Se dovesse mancare anche l'acqua, a Gela al dramma
economico si aggiungerebbe quello igienico e sociale. Ma il
dissalatore non è al servizio solo di Gela ma di altri 12
Comuni tra cui Niscemi nel Nisseno, gli altri
nell'Agrigentino. I tempi dei controlli e del dissequestro
dei serbatoi sono lunghi. La Raffineria dopo il terzo
rigetto da parte del Gip dell' istanza di dissequestro di 21
serbatoi, ha presentato altre due istanze per riavere quei
serbatoi sferici che non poggiano a terra ed una decina di
altri serbatoi che considera in sicurezza. L'Azienda sta
anche valutando di presentare quel ricorso al Tribunale del
Riesame a cui aveva rinunciato, ad udienza già fissata, due
settimane fa. I tempi dei controlli dei serbatoi e quindi
delle operazioni legate all'indagine della magistratura sono
lunghi. Oggi non si intravedono soluzioni che consentano la
ripresa in marcia degli impianti. Semmai si profilano tempi
sempre più duri e difficili. Oltre alla Raffineria, altre
società quali Syndial e Polimeri invitano il personale a
godere delle ferie. La Raffineria ha deciso di trasferire
via mare il greggio accumulato in questo mese per essere
raffinato in altri siti. Questo anche per non fermare i
pozzi che, senza flussante, potrebbero subire gravi danni.
L'emigrazione del greggio gelese è considerato un segnale
fortemente negativo. La spia del declino del sito
industriale di Gela. In queste ore peraltro tra gli
operatori della logistica portuale (gente che lavora a
prestazioni quando arrivano le navi al porto industriale e
perciò gravemente danneggiata dal fermo della Raffineria)
sta maturando l'idea di una clamorosa protesta per impedire
che il greggio prenda il largo verso le raffinerie italiane.
La nave dovrebbe arrivare oggi al porto isola. Agitazioni
all'indotto non solo per i riflessi di un'industria a luci
spente ma anche per la convinzione ormai prevalente tra gli
operai che il decreto «salvaindotto» è sconveniente e non
praticabile. Punto e daccapo in una città dove l'esplosione
di tensioni forti sembra dietro l'angolo. |